Omelia della Santa Messa – Medjugorje, 29 dicembre 2020
Dal Vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Parola del Signore
“La Tua grazia è nel cielo e la Tua fedeltà fino alle nubi“
Con queste parole, cari fratelli e sorelle, nel salmo 36 si descrive la fedeltà di Dio. La fedeltà è la caratteristica principale di Dio nella Sacra Scrittura.
Dio rimane sempre fedele alle Sue promesse, nonostante l’infedeltà dell’uomo.
Mentre il popolo di Israele spesso non rispetta l’Alleanza con Dio e si allontana da Lui, Lui lo aspetta sempre come Padre e lo accoglie sempre quando ritorna.
L’immagine biblica della fedeltà di Dio e dell’infedeltà dell’uomo si mostra anche oggi. Siamo coscenti che non è facile essere fedeli. Nel nostro tempo è chiaro a tutti quanto è difficile rimanere fedeli a certi ideali di vita. Richiede un impegno continuo.
Di giorno in giorno bisogna crescere nella fedeltà, perchè un passo sbagliato può portare alla distruzione completa di ciò che abbiamo costruito per anni. La persona fedele spesso rischia di essere incompresa dagli altri.
“Essere incompreso”. Con questa espressione potremmo descrivere Simeone, il vecchio del Vangelo di oggi.
A questo uomo giusto lo Spirito Santo aveva rivelato che non avrebbe visto la morte prima di vedere il Messia. Non sappiamo in quale parte della sua vita gli sia stato rivelato ciò. Non sappiamo neppure quanti anni abbia atteso prima che questa promessa si adempisse. Ma sappiamo che in tutto questo tempo è rimasto fedele e per questo ha visto la realizzazione della promessa di Dio.
Simeone rimane fedele nonostante tutte le altre persone che molto probabilmente si meravigliavano della sua perseveranza. E’ rimasto fedele nonostante la sua vecchiaia. E’ rimasto fedele anche quando non sembrava più possibile che i progetti di Dio si potessero realizzare.
Simeone è rimasto fedele alla Promessa di Dio, perchè Dio non Si tira mai indietro. Lui ci tiene alla Sua Parola. Dio rimane fedele, perchè non può rinnegare Se Stesso. E’ solamente necessario che l’uomo sia fedele a Dio, nonostante le difficoltà che incontrerà nella vita.
Il nome Simeone, che portano molte persone nella Sacra Scrittura, ha un’interessante etimologia. Provviene dalla parola che in ebraico significa “colui che ascolta”.
Questo significato ci spiega anche la vita del vecchio Simeone. Mentre aspettava l’adempimento della Promessa di Dio non era passivo, ma con attenzione ascoltava la Voce di Dio e collaborava con lo Spirito di Dio che era su di lui. Lui aspettava e ascoltava. Aspettava e viveva una vita giusta. Aspettava e aveva timore di Dio.
Un giorno ha compreso nella sua interiorità che era arrivato il momento di andare al tempio. E’ interessante vedere con quale ardore c’è andato, perchè finalmente avrebbe potuto vedere il Messia del Signore che aveva atteso da tanto tempo.
E’ rimasto forse deluso quando, al posto di vedere un adulto forte, ha visto un Bambinello tra le Braccia di Sua Madre? Un piccolo Bambino fragile e impotente? Ha dubitato della Promessa di Dio? Si era forse atteso qualcosa di diverso?
In quel momento il vecchio Simeone non si è posto tali domande, perchè lo Spirito Santo era su di lui. Tutta la sua vita ha collaborato con questo Sgtesso Spirito. Simeone non dubita di Dio.
Durante tutta la sua vita era stato incompreso dagli altri per la sua ttesa perseverante. Molto probabilmente nemmeno in quel momento veniva compreso dagli altri. Lui è controcorrente rispetto al mondo. Non si lascia guidare dalla logica umana, ma da quella divina. Questa ci ha sorpresi tante volte nella vita. Dio può fare di un piccolo Bambino il Salvatore del mondo e dall’albero della croce può arrivare la vittoria.
Siccome Simeone era perseverante e fedele Dio gli ha mostrato tanta grazia e gli ha dato la possibilità di tenere tra le braccia il Salvatore, il Redentore del mondo.
Simeone, grato per questo dono, canta con entusiasmo a Dio il suo inno e Lo benedice.
Fratelli e sorelle, essere fedeli agli ideali e alle promesse nella vita, sia matrimoniali che familiari o sacerdotali o religiose, non è facile per niente.
Spesso questo significa essere incompresi e derisi dagli altri. Il vecchio Simeone, con la forza dello Spirito di Dio, và con perseveranza controcorrente e alla fine tiene tra le sue braccia il Figlio di Dio.
Bisogna crescere nella fedeltà ogni giorno, attraverso le cose piccole. Bisogna appoggiarsi all’aiuto di Dio, perchè l’uomo, con le sue forze, non ci può riuscire.
Questa Celebrazione Eucaristica, in questo tempo natalizio, ci doni la forza per continuare il nostro cammino di fedeltà.
Sia lodato gesù Cristo.
fra Renato Galić
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)