Meditazione di padre Luigi sul martirio di santo Stefano
Carissimi fratelli e sorelle, in questo secondo giorno del Natale – perchè per una settimana celebriamo ogni giorno il Natale – ci viene proposto dalla liturgia qualcosa che a prima vista sembra non aver nulla a che fare con il Natale, ossia: il martirio di santo Stefano, primo martire della cristianità.
Uno dei primi 7 diaconii fatti dagli apostoli e primo a testimoniare con la vita e con il sangue la sua appartenenza a Cristo.
Che senso ha mettere subito dopo la Nascita di Gesù un fatto così cruento e presentarci Stefano, primo martire della cristianità?
Stiamo ancora celebrando la Nascita, l’eterno Figlio del Padre che viene nella carne umana e Si fa uomo per Amore nostro.
Che senso ha?
Ebbene, possiamo affermare con tutta certezza che ha senso, anzi: che è veramente appropriato. Questo accostamento è appropriato. Perchè?
Cosa significa il Natale? Cosa significa che Gesù nasce? Lui è sempre Colui che nasce continuamente. Non solo è nato 2000 anni fa, ma nasce ogni giorno nel cuore di ogni uomo che Lo accoglie e riconosce come Salvatore.
Cosa significa nascere in noi? Significa che Gesù entra nella nostra vita e ne prende pieno possesso. Naturalmente se noi Gli diamo pieno possesso. Naturalmente se noi facciamo spazio a Lui e se Lo riconosciamo come nostro Signore e Salvatore.
Lui prende le redini della nostra vita e ne fa un capolavoro. Cosa significa farne un capolavoro? Non è certo uno di quegli slogan sdolcinati della modernità. Questo capolavoro che sembra chissà quale vita debba essere, chissà con quale accento di avventura, di chissà quale amore romantico o successo. No. Fare un capolavoro significa trasformare la vita di un essere umano nella Vita Stessa di Dio. Questo è il capolavoro.
Gesù ci porta da essere uomini a essere Dio, da essere figli degli uomini a essere figli di Dio.
Farne un capolavoro significa che fa della nostra vita la Sua perfetta Immagine e somiglianza. Nascere in noi per trasformarci in Lui. Questo è il Natale.
Allora ha senso Stefano e il suo martirio. Nel martirio di Stefano noi possiamo veramente vedere l’Immagine e la somiglianza di Gesù. Prima di tutto nella testimonianza. Non ha paura di testimoniare Gesù come Salvatore. Non ha paura di testimoniare l’Amore di Dio per gli uomini. Non ha paura di testimoniare la verità di Dio. Dio è non solo Colui che crea ogni essere vivente, ma colui che lo ama salvandolo, facendoSi uno di noi e portandoci a Lui. Morendo per noi. Risorgendo per noi. Facendoci partecipi della Sua Vita divina.
Questo testimonia Stefano quando parla con i farisei, quando avviene quella disputa, quando dice che contempla “i cieli dei cieli e il Figlio dell’uomo assiso alla destra del Padre”. Sta dicendo questo.
Quindi non solo Gli assomiglia nella testimonianza… Gesù ha testimoniato la Verità del Padre. Gesù ha detto: “Io sono venuto per dare testimonianza alla Verità. Chiunque Mi fa nascere in Lui ascolta quello che ho da dire e quello che ho vissuto”. Allora Stefano Lo testimonia nella Verità, senza nessuna paura di perdere la vita per dare la testimonianza a Gesù.
Nello stesso tempo diventa Sua Immagine e somiglianza nell’Amore. Nella sua morte contempliamo l’Amore di Gesù realizzato in lui. “Non c’è Amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici, per chi si ama”.
Gesù ha compiuto questo capolavoro nella vita di Stefano. Ha reso il cuore di Stefano come il Suo Cuore.
Stefano Gli ha lasciato talmente spazio che Gesù ha fatto questo trapianto meraviglioso. Ha preso il cuore di Stefano e gli ha dato il Suo Stesso Cuore. Tant’è che mentre lo stanno uccidendo con livore in bocca, con odio sfrenato tanto da far loro digrignare i denti, Stefano piega le ginocchia e dice: “Gesù, non imputare loro questo peccato, ma perdonali”.
Cosa significa perdonare? Significa che “io li amo, che li voglio vedere con me in cielo, che non devono avere nessun debito dinnanzi a Te, perchè io in questo momento li sto amando. Anzi: li ringrazio per ciò che stanno facendo nella mia vita, perchè mi stanno per far incontrare Te. Mi stanno dando l’opportunità di amare come ami Tu”. Questo sta dicendo Stefano.
L’immagine e la somiglianza nell’Amore. L’Amore di Dio in lui è perfetto. Ecco la trasfigurazione di Stefano: da essere un figlio d’uomo eccolo che splende come figlio di Dio nella pienezza della sua testimonianza.
Come è avvenuta questa cosa? Perchè Stefano è un uomo del Natale. Perchè Stefano ha fatto il Natale. Perchè Cristo è nato in lui. Perchè Cristo è cresciuto in Stefano. Perchè Cristo ha realizzato la Sua Vita in Stefano.
Ecco dove porta il Natale.
Permettere a Gesù di nascere in noi significa dare spazio alla Sua Vita e permettere a Gesù di trasformarci in Lui. Lui nasce in noi e noi nasciamo in Lui.
Lui nasce nella nostra vita mortale e noi nasciamo nella Sua Vita divina fino alla piena maturità di Cristo, fino a dare piena testimonianza come Lui ha fatto per il Padre. Fino a sedere alla destra del Padre, sul Suo Stesso Trono. Come Gesù è seduto sul Trono del Padre.
Ecco Stefano: un uomo che ha celebrato il Natale.
Chiediamo davvero alla Madonna e a san Giuseppe che ci aiutino a celebrare anche noi il Natale. Ci aiutino a far spazio a Gesù, perchè nascendo in noi possiamo nascere in Lui, perchè crescendo in noi possiamo crescere in Lui, perchè offrendoSi in noi possiamo avere accesso alla gioia che non avrà mai fine, alla contemplazione del Padre, quella comunione immensa con Lui attraverso Suo Figlio nella gioia dello Spirito.
Sia lodato Gesù Cristo.
padre Luigi Lorusso
Fonte: (Trascrizione a cura di A. Bianco)