Angolo teologico

Angolo teologico (44)

Messaggi del 25 luglio e 2 agosto 2018

Messaggio a Marija del 25 luglio 2018
Cari figli! Dio mi ha chiamata per condurvi a Lui, perché Lui è la vostra forza. Perciò vi invito a pregarLo e a fidarvi di Lui, perché Lui è il vostro rifugio da ogni male che sta in agguato e porta le anime lontano dalla grazia e dalla gioia alla quale siete chiamati. Figlioli vivete il Paradiso qui sulla terra affinché stiate bene e i comandamenti di Dio siano la luce sul vostro cammino. Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Commento teologico

Il messaggio pone dinanzi alla nostra mente e al nostro cuore due aspetti, di cui il primo riguarda la fede in Dio quale unico valido riferimento per un’autentica vita cristiana; il secondo ci ricorda che il paradiso va vissuto già su questa terra. Vediamo l’uno e l’altro aspetto.

1. Dio unico valido riferimento. La Vergine sottolinea che la sua missione non è stata una sua iniziativa personale, ma più precisamente essa è una vera e propria vocazione da parte di Dio per essere inviata a ricuperare i suoi figli per condurli a l’unico vero ed efficace sostegno, che è lo stesso nostro Dio Signore e Padre: “Cari figli! Dio mi ha chiamata per condurvi a Lui, perché Lui è la vostra forza”. Queste parole indicano chiaramente che nel cammino che dobbiamo fare ogni giorno vi è un faro luminoso che ci indica il giusto sentiero e che non dobbiamo mai perdere di vista. Questa luce o fonte di energia vitale è propriamente Lui, il Signore nostro Dio e non vi è altro valore o persona più importante di Lui. Questa verità assoluta deve albergare costantemente nel nostro animo ed essa si fa la bussola di orientamento per poter vivere ogni giorno un’esistenza giusta, buona, fruttuosa, santa.

Questo primato del volto divino del Padre purtroppo non sta al suo posto e spesso, nelle nostre giornate, esso non solo viene messo in disparte, ma anche può essere perso di vista. Ne segue che noi, suoi figli, restiamo impigliati nelle tenebre, nell’angoscia, nell’inquietudine e insoddisfazione. Il richiamo della Vergine perciò assume un valore primario a cui non possiamo rinunciare. Se lo trascuriamo, tutto ricade su di noi come un peso insopportabile rendendoci eternamente scontenti, nervosi, stressati. Accogliamo dunque con grande apertura di animo il richiamo della Vergine. Altrimenti, Ella lo ripete, restiamo schiavi del malessere e dell’insoddisfazione e perdiamo la gioia di vivere e di amare.

Infatti: “perciò vi invito a pregarlo e a fidarvi di Lui, perché Lui è il vostro rifugio da ogni male”. Devono risuonare fortemente in noi queste sagge parole della Vergine. Credo che tutti noi sperimentiamo il disordine e la malvagità con cui il male si diffonde nel mondo e fa strage dei cuori e delle famiglie, causando ovunque malessere, tensioni, avversità di ogni genere. Perché siamo così stolti da lasciarci sedurre dal maligno e dalle sue seduzioni da cui siamo ingannati miseramente? Ciò viene detto: “il male sta in agguato e porta le anime lontano dalla grazia e dalla gioia alla quale siete chiamati”.

2. Vivere il paradiso sulla terra. Anche questo aspetto assume un valore fondamentale, perché noi ci dimentichiamo facilmente di essere sulla terra non in modo stabile e imperituro, ma soltanto di passaggio verso la nostra vera patria che è la felicità eterna del paradiso. Ciò non significa che dobbiamo trascurare le vicende e gli affari di questo mondo, piuttosto è un invito a saperli affrontare nella luce divina e secondo il suo santo volere, con la gioia del suo amore infinito: “Figlioli, vivete il paradiso qui sulla terra affinché stiate bene”. È certo che non si tratta di una impresa facile e di comodo, ma di un impegno serio e sereno di vivere sulla terra con gli occhi sempre rivolti al cielo, in modo che non ci lasciamo sopraffare e schiavizzare dalle realtà terrene. In tal modo ogni nostra azione, pensiero, desiderio, affetto non sono circoscritti al solo orizzonte di questo mondo, ma si aprono giustamente verso la meta del nostro pellegrinaggio che sta unicamente là, in paradiso, dove troveremo per sempre quella pace, quella comunione e quella ricchezza di beni che non si lasciano contaminare dalla tignola e dalla ruggine. La terra stessa diventa un trampolino per slanciarci alla conquista della beatitudine eterna, in cui consiste lo scopo del nostro vivere adesso quaggiù con la speranza di raggiungere lassù la vita senza fine.

Per fare tutto ciò il Signore ci ha lasciato dei segnali sulla strada, al fine di non smarrirci, ma seguire il giusto sentiero: “I comandamenti di Dio siano la luce sul vostro cammino”. Se seguiamo tali indicazioni, che sono espressione della divina volontà, noi veramente e felicemente potremmo godere per sempre la felicità, a cui aneliamo profondamente. Perciò non possiamo sbagliarci o essere abbagliati dalle seduzioni del male, se gli occhi restano puntati verso i fari sparsi sul sentiero di ogni giorno, che sono i divini comandamenti. Come si vede, siamo bene equipaggiati per non andare fuori strada. L’importante è che ci impegniamo a mettere al primo posto il Signore nostro Dio e seguire le sue sagge indicazioni. Questo è il segreto di una vita fruttuosa già su questa terra e una anticipazione di quello che sarà il mondo futuro.

In ultimo la Vergine aggiunge, come suo solito, parole di dolce tenerezza per sostenere i nostri intenti e lasciarci condurre da Lei, nostra madre e maestra: “Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno”. Che questi suggerimenti materni di Maria ci donino quella pace interiore, quella quiete rasserenante dello Spirito, che ci consentono di riscoprire ogni volta lo slancio di un cammino cristiano luminoso e portatore di vita sulla terra e nei cieli. Niente di più consolante e confortevole.

Messaggio a Mirjana del 2 agosto 2018 
Cari figli con materno amore vi invito ad aprire i cuori alla pace, ad aprire i cuori a mio Figlio, affinché nei vostri cuori canti l’amore verso mio Figlio. Solo da quell’amore, infatti, nell’anima giunge la pace. Figli miei, so che avete la bontà, so che avete l’amore, un amore misericordioso. Molti miei figli, però, hanno ancora il cuore chiuso. Pensano di poter agire senza rivolgere i loro pensieri verso il Padre Celeste che illumina, verso mio Figlio, che è sempre nuovamente con voi nell’Eucaristia e desidera ascoltarvi. Figli miei, perché non gli parlate? La vita di ognuno di voi è importante e preziosa, perché è un dono del Padre Celeste per l’eternità. Perciò non dimenticate mai di ringraziarlo. Parlategli! So, figli miei, che vi è sconosciuto ciò che verrà dopo ma, quando verrà il vostro dopo, riceverete tutte le risposte. Il mio amore materno desidera che siate pronti. Figli miei, con la vostra vita mettete nel cuore delle persone che incontrate dei buoni sentimenti: sentimenti di pace, di bontà, d’amore e di perdono. Attraverso la preghiera, ascoltate quello che vi dice mio Figlio ed agite in quel modo. Vi invito nuovamente alla preghiera per i vostri pastori, per coloro che mio Figlio ha chiamato. Ricordate che hanno bisogno di preghiera e d’amore. Vi ringrazio”.

Commento teologico

Questo messaggio, con rinnovato vigore e approfondimento, ripropone la centralità di Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, nostro redentore e salvatore, nostro pastore e Signore, affinché ne facciamo il fulcro essenziale del nostro essere cristiani, cioè suoi discepoli chiamati alla sua sequela. L’argomento può essere diviso in tre momenti: il primo pone l’accento nei canti di amore per Gesù; il secondo sottolinea il colloquio con Gesù; il terzo indica l’attesa e l’ascolto di Gesù. Ci soffermiamo su ciascuno in silenziosa e intima meditazione.

1. Canti di amore per Gesù. La Vergine ci sprona ad aprire i cuori al Figlio suo, per essere irrorati, vivificati, rasserenati dal suo amore infinito. Per questo ci invita a cantare con tutto il trasporto il nostro amore verso di lui, quale risposta generosa e cordiale: “Cari figli, con materno amore vi invito ad aprire i cuori alla pace, ad aprire i cuori a mio Figlio, affinché nei vostri cuori canti l’amore verso mio Figlio”. Non si tratta solo di un atteggiamento di cortesia e di gratitudine, ma, più profondamente, viene indicato uno slancio di amore che si fa canto e giubilo e nasce da un cuore infiammato e innamorato. Si stabilisce così tra noi e Gesù un rapporto intimo di effusione e di amore, come fossimo due soggetti uniti in un unico abbraccio di reciproca donazione nell’amore. Sono espressioni che non possono considerarsi esagerazioni o fanatismi, quanto piuttosto indicazioni di autentica effusione tra lui, che ci ha redenti, e noi, piccole creature da lui salvate, rigenerate e trasfigurate a sua immagine. Come non sentire in noi un palpito di vera sintonia tra Lui e noi, noi e Lui, come due esseri, pur sempre distinti, che si comunicano la reciproca effusione. Da questo stato sorge il canto di amore come una sinfonia di due voci, che si sintonizzano e si effondono in un unico cantico di armonia e di gioia.

La Vergine aggiunge, come sigillo indelebile, che quell’effusione diventa la sorgente della vera pace del cuore, della sua beatitudine:“Solo da quell’amore, infatti, nell’animo giunge la pace”.Come sono vere queste parole! Come dovremmo farle nostre, se vogliamo vivere con la interiore serenità di un amore che ci rende fiduciosi, pur in mezzo alle tempeste della vita. Quest’amore è più forte di ogni dolore, che viene trasformato in un atto di rafforzamento e stabilità dello stesso unico amore che Cristo dona a noi e da noi ritorna a Cristo. Ella ci fa capire che per questa sorgente di amore noi possediamo la bontà e la misericordia non solo verso noi stessi, ma anche verso i nostri fratelli. Per cui quel flusso di amore si espande, come l’acqua zampillante che scroscia dall’alto verso il basso e si espande sulla faccia della terra, affinché dalla terra si innalzi questo canto dolcissimo e ineffabile di unione tra cielo e terra, in una unica sinfonia: “Figli miei, so che avete la bontà, so che avete l’amore, un amore misericordioso”.

2. Colloquio con Gesù. La concezione si illumina con ulteriori approfondimenti che accentuano il rapporto di unione fra noi e Gesù. La Vergine si lamenta, da buona madre, che non tutti i suoi figli sono avvolti da questo amore e purtroppo hanno ancora il cuore diviso e restano aridi e rattristati in sé stessi; sono incapaci di stabilire un colloquio con Gesù: “Molti miei figli, però, hanno ancora il cuore chiuso, pensano di poter agire senza rivolgere i loro pensieri verso il Padre celeste che illumina, verso mio Figlio che è sempre nuovamente con voi nell’Eucaristia e desidera ascoltarvi. Figli miei, perché non gli parlate?”.Queste parole ci dovrebbero far riflettere per vedere se noi stessi siamo tra questi figli, che pur si dicono cristiani, ma sono privi dell’amore di Cristo. In particolare nostra Madre rivela come questi figli si illudano di poter vivere e agire senza tale forza di amore. Ma ciò costituisce un inganno e una illusione. Di fatto essi restano prigionieri del proprio egoismo e si racchiudono come una lumaca nel proprio guscio, senza la possibilità di colloquiare con il Padre e con il Figlio. Essi così diventano orfani, cioè privi dell’amore paterno, isolati e separati dall’abbraccio fraterno. Tanto più che Gesù è presente nell’Eucaristia ed è lì che lo possiamo incontrare personalmente ed essere avvolti dalla sua grazia. Quando egli entra in noi come cibo di vita eterna, noi possiamo ospitarlo con vera gioia e lì, nel nostro intimo, possiamo intavolare con lui un sincero discorso, dove noi gli parliamo e insieme lo ascoltiamo in uno scambio di reciproca comprensione. È lì che Lui ci trasforma in Lui e noi veniamo avvolti dal suo amore per essere ogni volta sempre più simili a Lui e con Lui congiunti. Per questo Ella ci rimprovera: perché non gli parlate? È un richiamo ad essere discepoli di suo Figlio, per diventare anche noi come Lui, ricolmati dell’amore materno di Maria. Ella non desidera altro che ciascuno di noi divenga sempre più simile a Gesù, così che in noi possa vedere l’immagine del suo Figlio amatissimo. Per questo ci invita a parlargli in modo da condividere con Lui tutto il nostro modo di essere e di vivere.

3. Attesa e ascolto di Gesù. Questo è l’ultimo aspetto, anch’esso di grande importanza. Ella apre uno squarcio sul mondo futuro, dicendo che non possiamo conoscere le sue caratteristiche, ma che esso esiste ed è il luogo dove ci troveremo per sempre. Esso resta sconosciuto, tuttavia ci attrae, perché là vedremo le cose così come sono e potremo conoscere il mistero infinito dell’essere di Dio, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo: “So, figli miei, che vi è sconosciuto ciò che verrà dopo, ma, quando verrà il vostro dopo, riceverete tutte le risposte”. Là devono dirigersi i nostri pensieri e intenti, le nostre più intime aspirazioni, in modo da essere pronti al momento della venuta ultima del Signore. Ella ci vuole tutti là, in paradiso; desidera che tutti i suoi figli giungano alla meta della beatitudine senza fine: “La vita di ognuno di voi è importante e preziosa, perché è un dono del Padre celeste per l’eternità. Perciò non dimenticate di ringraziarlo”.

Da qui nasce la preoccupazione di Maria, affinché noi siamo pronti nell’ultima ora della nostra esistenza che ci apre alla vita celeste: “Il mio amore materno desidera che siate pronti”. Ella ha ragione, perché quella è la realtà che supera tutte le altre; anzi le altre realtà diventano del tutto secondarie e motivo per cui possono aiutarci ad arrivare lassù dove ella ci attende.

Se così facciamo, diventiamo strumenti sulla terra affinché il suo amore si diffonda ovunque e ogni creatura umana possa trovare la via che conduce alla salvezza eterna: “Figli miei, con la vostra vita mettete nel cuore delle persone che incontrate dei buoni sentimenti: sentimenti di pace, di bontà, d’amore e di perdono”. A tale scopo intende inculcare e rafforzare l’animo dei suoi figli per Gesù, affinché questo amore possa risanare e guarire tante ferite dell’essere umano e condurlo alla pienezza della vita. Veramente, quale madre, Maria non si stanca di richiamare tutti i suoi figli ad essere avvolti dal suo manto materno e condotti, sotto la sua protezione alla patria eterna.

Cara Madre, grazie della tua squisita tenerezza e premura materne, che ci sollecitano ad alzare il nostro volto, immerso nelle cose terrene e materiali, verso le altezze del cielo, dove vivono in perfetto amore il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Come tu stessa ci avverti, noi siamo tardi a credere e ad essere pronti e vigilanti. Siamo discepoli di tuo Figlio, ma ciò che ci interessa sta piuttosto nelle faccende terrene e nei travagli del mondo. Abbi pietà di noi, che ti ringraziamo dei tuoi pensieri e richiami alla vita cristiana autentica e alle aspirazioni più salutari ed elevate verso Dio. O Vergine Madre, accoglici sotto il tuo manto e facci sentire la tua dolcissima presenza, che ci dona vigoria, tanta serenità e soprattutto ci apre il cuore all’amore pieno e beatificante, quello verso tuo Figlio Gesù. Amen.

don Renzo Lavatori

Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.


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