Angolo teologico (42)
Messaggi del 25 maggio e 2 giugno 2018
Messaggio a Marija del 25 maggio 2018
“Cari figli! In questo tempo inquieto vi invito ad avere più fiducia in Dio che è il Padre vostro nei cieli e che mi ha mandato per condurvi a Lui. Voi, aprite i vostri cuori ai doni che Lui desidera darvi e nel silenzio del cuore adorate mio Figlio Gesù, che ha dato la Sua vita affinché viviate nell’eternità dove desidera condurvi. La vostra speranza sia la gioia dell’incontro con l’Altissimo nella vita quotidiana. Per questo vi invito: non trascurate la preghiera perché la preghiera fa miracoli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Commento teologico
Il tema centrale questa volta sta nell’apertura del cuore quale fatto fondamentale di tutta la nostra esistenza cristiana. In effetti se il nostro animo non si apre all’amore che viene dal cielo e si riversa sulla terra; se rimaniamo chiusi e irrigiditi in noi stessi, il nostro io rimane il riferimento unico e assoluto, allora la vita cristiana si riduce a compiere qualche buona azione, a frequentare ogni tanto i sacramenti, a pregare quando c’è tempo e voglia…Al contrario se siamo ricolmati e ravvivati dall’amore di Gesù e di Maria, il nostro cuore arde d’amore per il Signore e per i fratelli. La Vergine ci sollecita su questa traiettoria: “Cari figli! In questo tempo inquieto vi invito ad avere più fiducia in Dio che è il Padre vostro nei cieli e che mi ha mandato per condurvi a Lui”.
Le parole della Vergine mettono in evidenza tre cose: la prima è quella di avere piena fiducia in Dio, rimettendo la nostra volontà umana alla sua volontà divina e alla sua santa Parola; la secondasta nel renderci conto interiormente che Dio è nostro Padre celeste, un Padre amabilissimo che ci abbraccia come suoi figli amatissimi, nonostante le nostre miserie. Il brutto è che noi invece non ci buttiamo tra le sue braccia, volendo camminare con le sole nostre forze, molto deboli, allora il cammino è corto e ben presto ci stanchiamo e ci disorientiamo, facendo scelte e azioni inconsistenti e anche dannose, che certamente non portano frutto né su questa terra né in quella eterna. Pertanto abbiamo bisogno estremo e urgente di riscoprire e far vivere in noi l’atteggiamento filiale, confidenziale, pieno di disponibilità verso questo meraviglioso Padre, che è Dio l’onnipotente e che può difenderci da ogni male e avvolgerci della sua grazia. Siamo figli amati, perdonati, rigenerati dall’amore del Padre; eppure viviamo piuttosto da servi, scontenti e sempre inquieti o arrabbiati, rattristati, privi del trasporto filiale verso Dio nostro Padre, come faceva Gesù su questa terra. Sovente Dio lo sentiamo lontano e ne abbiamo paura, oppure non lo pensiamo affatto, anzi lo giudichiamo e non ci fidiamo di Lui, ritenendolo severo e punitore nei nostri confronti. La terza cosa è che la Vergine stessa è inviata a noi dal Padre, quale gesto paterno di infinita bontà e delicatezza. Il Padre, vedendo i nostri cuori induriti e angosciati, manda a noi Maria quale Madre premurosa, affinché con la sua dolcezza materna possa muovere più intensamente il nostro cuore e disporlo ad accogliere pienamente la grazia divina. Mirabile paterna pedagogia! Il Padre si serve della Madre di suo Figlio e nostra per scuoterci nello spirito e aprirci al suo amore.
Maria lo ripete: “Voi, aprite i vostri cuori ai doni che il Padre desidera darvi”. Cosa significa “aprire i cuori”? Significa che la nostra anima, la nostra mente, i nostri sentimenti, tutto il nostro essere non sia soffocato da mille cose terrene e colmo di ansie e preoccupazioni, schiacciato dalla materialità e arroccato nel proprio egocentrismo, ma si svuoti di tutta questa zavorra e si renda disposto e spalancato per accogliere i doni o i talenti che il Padre celeste vuole riversare su di noi. Anche questo è un aspetto interessantissimo e toccante. Il Padre buono, nella sua generosità illimitata, intende colmare i suoi figli delle sue grazie e della tenerezza del suo amore. Noi invece non lo apprezziamo, preferendo gli affari terreni e gli interessi carnali, che ci portano agitazione, nervosismo e inquietudine assillante. Infatti Maria ci spinge a vivere momenti di silenzio, di distacco dai legacci della materialità, di raccoglimento interiore, per incontrare, conoscere e adorare il Figlio suo Gesù: “Nel silenzio del cuore adorate mio Figlio Gesù”. Ella ci ricorda che Cristo si è sacrificato sulla croce per la nostra salvezza e liberazione:“Gesù ha dato la sua vita affinché viviate nell’eternità dove desidera condurvi”. Perché non ascoltiamo queste sante parole? Impastati come siamo del fango della terra, facciamo fatica a riflettere sulle verità basilari dell’esistenza per ottenere la vita eterna, cioè la beatitudine del cielo per tutta l’eternità. Questo il senso e il valore essenziale che deve contare sopra ogni altro interesse. Siamo su questa terra propriamente con lo scopo di raggiungere la vita eterna; ricordarci che la vita terrena è solo un passaggio importante durante il quale dobbiamo conquistare la felicità del paradiso. Su tale prospettiva si deve muovere ogni passo che facciamo nel nostro cammino quotidiano, senza lasciarci ammaliare e ipnotizzare dalle cose sensibili e passeggere.
Alla fine la Vergine indica gli effetti benefici di tale apertura del cuore al Padre e al Figlio suo Gesù: “La vostra speranza sia la gioia dell’incontro con l’Altissimo nella vita quotidiana”. La gioia dell’incontro filiale e affettuoso con Dio spesse volte ci manca e restiamo prigionieri della tristezza, dell’angoscia e dello sconforto. Proprio la confidenza e la vicinanza di noi figli con il Padre celeste costituisce il segreto di una vita serena e coraggiosa. Di fatto se Dio l’onnipotente è nostro Padre amatissimo, perché ci lasciamo sopraffare dalle avversità del mondo per rimanerne oppressi e depressi? Con la preghiera, conclude Maria, possiamo sostare fiduciosi davanti al Padre in modo che Egli ci riempia della sua grazia e ci inondi del suo amore, affinché noi, a nostra volta, possiamo comunicare e manifestare lo stesso amore agli altri, fino al risultato straordinario di fare miracoli lasciando passare l’infinita potenza del Padre per guarire i cuori, allontanare i malanni, liberare dalle malvagità e diffondere sulla faccia della terra la gioia di essere i figli e apostoli del Signore e di Maria: “Per questo vi invito: non trascurate la preghiera perché la preghiera fa miracoli”.
Sembrano parole irreali da non poter credere, eppure sono vere ed efficaci. Per molti santi, attraverso la loro incessante preghiera, sono avvenuti straordinari miracoli, numerose conversioni di peccatori. Essi hanno capito che solo l’infinita potenza amorevole di Dio può salvare l’umanità da tanti pericoli minacciosi e da mali che l’attanagliano. Nel nostro piccolo, anche noi possiamo collaborare con il Signore e constatare che ogni giorno Egli ci manifesta la sua provvidenza con piccoli o grandi segni di prodigi e di favorevoli suoi interventi. Maria ce lo ripete, perché noi facciamo i sordi e le sue esortazioni ci passano oltre e non restano impresse nel nostro animo? Rendiamoci disponibili, sempre e ovunque, affinché scaturisca un immenso bene per noi e per i nostri familiari e amici, per tutta l’umanità bisognosa. Bellissima realtà! Perché tardiamo a credere e a viverla?
Messaggio a Mirjana del 2 giugno 2018
“Cari figli, vi invito ad accogliere con semplicità di cuore le mie parole, che vi dico come Madre affinché vi incamminiate sulla via della luce piena, della purezza, dell’amore unico di mio Figlio, uomo e Dio. Una gioia, una luce indescrivibile con parole umane penetrerà nella vostra anima, e verrete afferrati dalla pace e dall’amore di mio Figlio. Desidero questo per tutti i miei figli. Perciò voi, apostoli del mio amore, voi che sapete amare e perdonare, voi che non giudicate, voi che io esorto, siate un esempio per tutti quelli che non percorrono la via della luce e dell’amore o che hanno deviato da essa. Con la vostra vita mostrate loro la verità, mostrate loro l’amore, poiché l’amore supera tutte le difficoltà, e tutti i miei figli sono assetati d’amore. La vostra comunione nell’amore è un dono per mio Figlio e per me. Ma, figli miei, ricordate che amare vuol dire sia voler bene al prossimo che desiderare la conversione della sua anima. Mentre vi guardo riuniti attorno a me, il mio Cuore è triste perché vedo così poco amore fraterno, amore misericordioso. Figli miei, l’Eucaristia, mio Figlio vivo in mezzo a voi, e le sue parole vi aiuteranno a comprendere. La sua Parola, infatti, è vita, la sua Parola fa sì che l’anima respiri, la sua Parola vi fa conoscere l’amore. Cari figli, vi prego nuovamente, come Madre che vuol bene ai suoi figli: amate i vostri pastori, pregate per loro. Vi ringrazio!”
Commento teologico
Il messaggio si può dividere in quattro momenti che si rapportano fra loro e insieme esprimono un vitale collegamento: il primo riguarda la via della luce, che è il Figlio suo Gesù; il secondo si sofferma sulla nostra testimonianza veritiera dell’amore; il terzo riprende il tema della finalità dell’amore, che è la conversione del cuore; il quarto, come conclusione, è un nuovo invito sull’importanza della Eucaristia e della Parola di Cristo, fonte di vita.
1. La via nella luce del Figlio suo. La Vergine ci fa capire che le sue parole hanno un solo scopo: indirizzare tutti noi verso la luce splendente che emana da Cristo suo Figlio e che salva il mondo:“Cari figli, vi invito ad accogliere con semplicità di cuore le mie parole, che vi dico come Madre affinché vi incamminiate sulla via della luce piena, della purezza, dell’amore unico di mio Figlio, uomo e Dio”. Si vede bene il ruolo materno di Maria, che non ci porta su strade effimere e disorientanti, ma ci spinge ad andare incontro unicamente e totalmente al Figlio suo. Rafforza poi le sue parole, dicendo che la luce, ricca di purezza e di amore, è soltanto quella di Gesù Cristo, il Verbo incarnato. Solamente Gesù, infatti, possiede la perfetta natura divina e la perfetta natura umana, in tutto uguale a Dio suo Padre e a noi creature umane, eccetto il peccato. Egli dunque possiede insieme il potere divino e la condizione esistenziale dell’umanità. Egli, in quanto Dio, rivela la Verità assoluta e totale, cioè la divina sapienza, di cui non esiste uno splendore maggiore; in quanto uomo, si inserisce concretamente nella nostra situazione storica, condividendo tutto ciò che ci appartiene, come la nascita da Maria e la morte sulla croce, i suoi contatti con le persone possedute, lebbrose, malate e anche i peccatori, le autorità religiose e politiche, indicando loro la verità per ottenere la vita eterna. Nessun altro è uguale a Lui, nessun altro essere umano può affermare di essere Dio e dimostrarlo con la potenza dei miracoli. Solo Gesù il Cristo vive e opera misteriosamente ma realmente con le due dimensioni: divina e umana.
Per questa ragione solo Lui costituisce la fonte unica e sicura della salvezza, di verità, di amore e di pace, in quanto il suo potere divino lo ha inserito nella realtà umana, risanandola dalle sue misere condizioni di tenebrosità, di peccato e di morte. Lui solo è l’unico e perfetto mediatore tra la sfera divina e quella umana; solo in Lui i due mondi, celeste e terreno, eterno e temporale, assoluto ed effimero, si trovano uniti nella persona unica di Gesù, il Verbo eterno fatto uomo, restando perfettamente Dio. In tal modo Egli ha potuto trasformare la nostra umanità peccatrice in figlia di Dio, tempio dello Spirito Santo, immagine di Cristo. Si è verificata una vera trasfigurazione del nostro essere povero e debole in essere pieno di luce e di amore, di verità e di immortalità. Di questa luce meravigliosa e travolgente, che risplende in Cristo e che si effonde in noi, dovremmo esserne consapevoli e felici, farne il tesoro prezioso, che portiamo dentro di noi per sempre e che ci offre la sicura àncora di salvezza in mezzo ad un mare tempestoso e ci assicura il raggiungimento del porto eterno della beatitudine celeste. Lui solo, Gesù, e il nostro unico e perfetto Salvatore. Perché cerchiamo altrove gli appoggi e le speranze, i desideri e la quiete del cuore?
La Vergine ci invita insistentemente a capire il mistero del Figlio e metterlo al centro di tutta la nostra vita, dei nostri pensieri, sentimenti, dei nostri affetti e delle nostre azioni, quale anima della nostra anima e sostegno dei nostri passi alle volte vacillanti e cadenti. Per questo Ella ci dice che solo Lui è la verità, la luce, l’amore, da cui scaturisce ogni bene. Le sue esortazioni hanno costantemente l’intento di scalfire in noi questa certezza incrollabile. Accogliamola e facciamola nostra: “Una gioia, una luce indescrivibile con parole umane penetrerà nella vostra anima, e verrete afferrati dalla pace e dall’amore di mio Figlio. Desidero questo per tutti i miei figli”.
2. La testimonianza veritiera dell’amore. Subito la Vergine ci scuote dalla nostra sonnolenza spirituale e ci esorta ad essere pronti e coraggiosi nel testimoniare l’amore di Gesù nel mondo, soprattutto verso le persone ancora lontane che non hanno conosciuto la bellezza e la soavità dell’amore del nostro Redentore: “Voi, apostoli del mio amore, voi che sapete amare e perdonare, voi che non giudicate, voi che io esorto, siate un esempio per tutti quelli che non percorrono la via della luce e dell’amore o che hanno deviato da essa”. Occorre meditare a fondo queste sagge esortazioni che consentono di vivere la nostra fede e il nostro amore cristiano in mezzo a una umanità sbandata e sofferente. Spesso noi pensiamo molto a noi stessi, al nostro cammino spirituale, ai nostri doveri cristiani, dimenticando che questi tesori non vanno nascosti dentro di noi, come il talento posto sottoterra, ma vanno esercitati attivamente e con grande entusiasmo. Maria soprattutto ci fa intendere che la verità e l’amore non sono soltanto belle idee da esporre con saccenti parole e suggestioni, bensì sono concrete realtà che anzitutto dobbiamo vivere noi stessi, nel nostro intimo, e di conseguenza comunicarle agli altri non con lunghe prediche, ma sinceramente e cordialmente, con il cuore in mano, come si suol dire, con tutto il nostro essere che si dona senza risparmiarsi.
Noi dobbiamo essere strumenti idonei a una tale trasparenza dell’amore senza intromettere i nostri interessi e i nostri condizionamenti soggettivi: da Cristo, la fonte pura e cristallina, l’amore si effonde in noi e da noi, con la stessa purezza e generosità, si riversa sugli altri che hanno la necessità di accoglierlo e risanarsi. Noi siamo semplici e limpidi strumenti, attraverso i quali deve passare unicamente l’amore salvifico di Gesù. Non è facile amare in questa misura totalizzante, ma è la strada più sicura e feconda che arriva al cuore assetato dei nostri fratelli sofferenti, soli e sfiduciati. Si tratta di una nobile missione che Maria ci chiama a svolgere e noi, per primi, dobbiamo essere ricolmi di quell’acqua che zampilla dal Cuore di Cristo e che deve irrigare le anime inaridite e stremate dal dolore: “Con la vostra vita mostrate loro la verità, mostrate loro l’amore, poiché l’amore supera tutte le difficoltà, e tutti i miei figli sono assetati d’amore. La vostra comunione nell’amore è un dono per mio Figlio e per me”. Quest’ultima frase indica la compiacenza di Gesù e di Maria verso la nostra disponibilità alla testimonianza del loro amore tra le creature umane.
3. Lo scopo dell’amore salvifico: la conversione dei cuori.La Vergine approfondisce il suo discorso, facendo capire quale sia il senso più vero dell’amore divino portatore di salvezza, quello che raggiunge il cuore dei fratelli. Si tratta di un’azione delicata e complessa, perché dobbiamo oltrepassare le apparenze e i gesti esteriori, per penetrare nell’animo altrui. Ciò richiede sensibilità, per capire quali sono i bisogni e le necessità più impellenti nell’intimo dell’altro; richiede anche delicatezza, in quanto dobbiamo muoverci e agire in conformità delle aspettative altrui e non imporre i nostri modi di dire e di fare; occorre tanta pazienza, per accettare l’altro nella sua personalità, diversa dalla nostra, il suo carattere particolare, che alle volte resta difficile da decifrare ed esce fuori dalla consuetudine. Ogni persona è un essere unico e irripetibile. Noi dobbiamo rendercene conto e relazionarci a lei adeguandoci alla sua situazione e non imponendo i nostri gusti. Lo dice chiaramente Maria: “Figli miei, ricordate che amare vuol dire sia voler bene al prossimo che desiderare la conversione della sua anima”.
Davanti alla nostra durezza d’animo, alle nostre certezze egocentriche, alla nostra caparbietà, la Vergine mostra la sua tristezza e dispiacere, come dichiara espressamente: “Mentre vi guardo riuniti attorno a me, il mio Cuore è triste perché vedo così poco amore fraterno, amore misericordioso”.Poveri noi! Siamo sì figli suoi, suoi apostoli, ma lontani dal suo animo e dai suoi desideri di amore e di perdono. Ci vede privi di carità fraterna, di benevolenza e compassione; Ella, con lo sguardo penetrante della Madre, osserva il nostro mondo interiore e lo vede chiuso, freddo, egoista, vanitoso … Da qui segue che l’unica strada buona da percorrere è quella che Lei ci indica: metterci alla sequela di Cristo, sciogliere il nostro cuore e lasciarci guidare dalla sua Parola di verità e di vita, liberandoci dai nostri gusti personali. In tal modo potremo essere veramente testimoni credibili e portatori di pace, di amore e di salvezza come Gesù e come fa sua Madre. Impegniamoci a essere discepoli docili e obbedienti ai suoi materni richiami.
4. L’importanza centrale della Eucaristia e della Parola di Dio. In ultimo la Vergine suggerisce gli strumenti adatti per essere coerenti alla nostra missione: “Figli miei, l’Eucaristia, mio Figlio vivo in mezzo a voi, e le sue parole vi aiuteranno a comprendere. La sua Parola, infatti, è vita, la sua Parola fa sì che l’anima respiri, la sua Parola vi fa conoscere l’amore”. Di fatto l’Eucaristia, che ha il suo culmine nella S. Messa, costituisce il farmaco dell’immortalità, della liberazione, del rafforzamento, della guarigione. Abbiamo un segno meraviglioso del pane e del vino, in cui è realmente presente in corpo sangue anima e divinità Gesù stesso, vivo e operante, sorgente inesauribile di vitalità, di consolazione, di energia. Eppure noi non lo sappiamo valorizzare e servircene in modo serio e coscienzioso. Anche l’adorazione eucaristica è una fonte potente per ritrovare la serenità, la forza per affrontare la vita di ogni giorno, la luce che illumina le nostre scelte. Basta un’ora o anche mezz’ora davanti al tabernacolo, in raccoglimento e prostrazione, per essere irrorati dalla grazia efficace di Gesù, che sta lì in mezzo a noi, umilmente e in silenzio, tante volte solo e abbandonato dai suoi discepoli. Similmente si può dire della sua Parola, che va ascoltata attentamente, assimilata e vissuta con tutto il nostro slancio, per essere poi annunciata efficacemente agli altri e diffondere ovunque luce e vita, fede e speranza. Quella Parola ci rende liberi e gioiosi, forti e coraggiosi. Dunque questi due mezzi e doni di salvezza, Eucaristia e Parola di Dio, dovremmo maggiormente utilizzarli e farli nostri. I pastori, sacerdoti e vescovi, sono stati scelti da Gesù precisamente per attuare il sacramento dell’Eucaristia e insegnare autorevolmente la Parola del vangelo. Per questa ragione la Vergine ci ricorda di amare i pastori e pregare per loro: “Cari figli, vi prego nuovamente, come Madre che vuol bene ai suoi figli: amate i vostri pastori, pregate per loro”.
O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, accogli la nostra umile preghiera di figli che ti amano e che vogliono essere docili ai tuoi insegnamenti. Le tue parole scendono in noi come balsamo di luminosità e consolazione, affinché le nostre anime si aprano sempre più profondamente ad una vita cristiana modellata sulla tua, ricca di fede e di gesti d’amore. Non ti neghiamo che siamo duri e tardi di cuore, ma desideriamo sciogliere i nodi che ancora ci legano alla terra e al nostro egoismo. Vogliamo essere e vivere quali tuoi figli diletti, obbedienti e disponibili. Aiutaci, o Madre cara, con la tua materna intercessione presso tuo Figlio e nostro Signore. E se è necessario, data la nostra testardaggine e infedeltà, scuotici con forza dal nostro torpore spirituale e dalla nostra pigrizia. Svegliaci e spingici verso un pieno cammino di fede e di amore, dietro la sequela del tuo amabilissimo Figlio Gesù. Te ne siamo grati e confidiamo filialmente nella tua benevolenza e infinita pazienza. Grazie, o Vergine Madre, o clemente e pia, o dolcissima Vergine Maria!
Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.