Angolo teologico (41)
Messaggi del 25 aprile e 2 maggio 2018
Messaggio a Marija del 25 aprile 2018
“Cari figli, anche oggi vi invito a vivere con Gesù la vostra nuova vita. Che il Risorto vi doni la forza affinché siate sempre forti nelle prove della vita, fedeli e perseveranti nella preghiera, perché Gesù vi ha salvati con le Sue ferite e con la Sua resurrezione vi ha dato una vita nuova. Pregate, figlioli, e non perdete la speranza. Nei vostri cuori ci siano gioia e pace, testimoniate la gioia di essere miei. Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Commento teologico
Il messaggio si può dividere in due parti: la prima parte tratta della risurrezione di Gesù e del suo dono della vita nuova; nella seconda parte vi è l’invito alla pace, alla gioia, alla speranza nei nostri cuori.
1. Gesù il Risorto fonte della vita nuova. La Vergine torna e riflettere sul grande evento della risurrezione di Cristo, indicando l’effetto che essa ha prodotto in noi, poiché ci ha donato la vita nuova: “Vi invito a vivere con Gesù la vostra nuova vita”. Ci si chiede che cosa significhi “la vita nuova”, in che cosa essa consista. In effetti abbiamo in noi una duplice esistenza, come abbiamo avuto una duplice nascita: una è la vita naturale, comunicata a noi con il concepimento e la nascita su questa terra da parte dei nostri genitori. Questo è un meraviglioso dono della benevolenza del Signore, di cui dobbiamo essere sempre grati e sentirne la gioia profonda dentro di noi. A questo dono primordiale della vita terrena subentra un altro più grande sorprendente dono, che è la vita soprannaturale e la nascita quali figli di Dio con il sacramento del battesimo, l’atto generatore che il Padre compie per mezzo dello Spirito Santo, in forza dell’opera redentrice di Cristo con la sua passione, morte e risurrezione. La prima vita era destinata alla morte e alla schiavitù del peccato, del male e della disperazione; la seconda vita invece ha risanato la ferita del peccato originale e della cattiveria, rendendoci creature nuove rigenerate dall’amore di Dio in figli suoi, perdonati, benedetti, liberati dalla schiavitù servile e inseriti nella sua santissima Famiglia, cioè nel suo Regno di amore, pace e beatitudine immortale.
Questa seconda vita si chiama ”vita nuova” rispetto a quella fisica, in quanto è stata rinnovata, abbellita, vivificata dalla potenza del Soffio Divino, lo Spirito Santo, effuso in noi nel giorno del nostro battesimo, quale effetto liberatorio e risanante della grazia redentrice di Cristo nostro Salvatore. Questa vita nuova va accolta, compresa nella sua stupenda bellezza e bontà, va apprezzata e soprattutto vissuta. Per questa ragione noi siamo creature umane in quanto apparteniamo alla specie umana trasmessa dai genitori, ma contemporaneamente siamo stati elevati ad una nuova generazione spirituale, che ci ha resi partecipi della natura divina, rendendoci figli adottivi di Dio quale nostro vero Padre. Da quella nuova nascita battesimale possiamo chiamarci ed essere creature umane e insieme divine, in quanto rigenerati dalla bontà divina, portando impressa in noi l’immagine del suo Figlio santissimo Gesù Cristo. Che meraviglia!
Purtroppo noi siamo così immersi nella nostra vecchia vita terrena e caduca, sottomessi alla corruzione e alla morte, mentre trascuriamo e non riconosciamo la grandezza e nobiltà della seconda vita, la vita nuova, scaturita precisamente dalla risurrezione di Cristo. La Vergine santa ce ne fa un ricordo e un richiamo importante. Cerchiamo di ascoltare attentamente le sue parole e incarnarle nella nostra vita quotidiana, rendendoci conto che siamo figli del Padre celeste, con cui entriamo in un rapporto dolcissimo di creature predilette, abbandonandoci docilmente alla sua volontà e lasciandoci guidare, abbracciare, perdonare dalla sua generosità paterna.
Da qui derivano gli effetti benefici che ci donano forza, gioia, serenità e speranza per affrontare e superare le prove anche più pesanti dell’umana esistenza: “Che il Risorto vi doni la forza affinché siate sempre forti nelle prove della vita”. Per rimanere saldi nella nuova esistenza cristiana occorre la perseveranza nella preghiera come dichiara la Vergine: “Siate fedeli e perseveranti nella preghiera”. La preghiera è il legame con la fonte divina della vita e dell’amore. Se ce ne distacchiamo siamo perduti. In effetti non è sempre facile vivere coerentemente da figli di Dio, a lui obbedienti, quando il mondo ci trascina costantemente e insistentemente nella nebbia e nelle tenebre del materialismo e della terrenità, facendoci perdere di vista la nuova vita dello Spirito, rimanendo schiacciati e soffocati. Davanti a questa grossa difficoltà la Madonna dice che si può superare ricordando che siamo stati rinnovati e irrobustiti dalla passione dolorosa di Cristo, dalle sue santissime piaghe e poi irrorati dalla vitalità della sua risurrezione: “Gesù vi ha salvati con le Sue ferite e con la Sua risurrezione vi ha dato una vita nuova”.Ciò significa che la forza di Gesù, la sua grazia, il suo amore, il suo conforto non ci abbandonano mai. L’importante che noi ce ne ricordiamo e ci lasciamo avvolgere dalla sua infinita bontà.
2. L’invito alla pace, alla gioia e alla speranza nei nostri cuori. La Vergine non fa altro che trarre le legittime conseguenze di quanto ha detto sopra: non perdere la speranza, se crediamo di essere figli amati di Dio Padre e redenti dal Cristo e rinnovati dalla potenza dello Spirito Santo; nei nostri cuori ci siano la gioia e la pace, dato che siamo sorretti e abbracciati dalle potenti mani divine, che ci difendono da ogni male e ci assicurano il loro prezioso intervento nei pericoli e nelle tentazioni; fare la testimonianza serena e convinta di appartenere alla Vergine e di essere da lei protetti quali figli amati; avere il coraggio di diffondere l’amore suo tra i fratelli con cui condividiamo la vita di ogni giorno: “Pregate, figlioli, e non perdete la speranza. Nei vostri cuori ci siano gioia e pace, testimoniate la gioia di essere miei”. Tutto dipende se siamo sicuri dentro il nostro animo di avere ricevuto il dono della nuova vita in Cristo. Se manca una tale certa consapevolezza, facilmente siamo travolti dal dubbio e dalla paura, vivendo un cristianesimo triste e angosciato anziché nella gioia e nell’entusiasmo dei figli rigenerati dall’amore del Padre celeste. Che cosa di più bello e salutare di essere realmente i figli di Dio?
Stupenda la conclusione: “Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno”. Mi chiedo: noi cristiani battezzati crediamo a queste toccanti espressioni del Cuore materno di Maria? Esse dovrebbero risuonare continuamente nel nostro animo ed essere impresse come sigillo indelebile che ci sostiene e ci conduce. Esse, dette da una Madre strepitosamente amabile, dovrebbero farci sobbalzare di felicità e di ardore. Non esiste un dono più fascinoso del dolcissimo e potentissimo amore materno di Maria.
Messaggio a Mirjana del 2 maggio 2018
“Cari figli, mio Figlio, che è luce d’amore, tutto ciò che ha fatto e fa, l’ha fatto e lo fa per amore. Così anche voi, figli miei, quando vivete nell’amore, amate il vostro prossimo e fate la volontà di mio Figlio. Apostoli del mio amore, fatevi piccoli! Aprite i vostri cuori puri a mio Figlio, affinché egli possa operare attraverso di voi. Con l’aiuto della fede, riempitevi d’amore. Però, figli miei, non dimenticate che è l’Eucaristia il cuore della fede: essa è mio Figlio che vi nutre col suo Corpo e vi fortifica col suo Sangue. Essa è il prodigio dell’amore: mio Figlio che viene sempre di nuovo vivente per vivificare le anime. Figli miei, vivendo nell’amore, voi fate la volontà di mio Figlio ed egli vive in voi. Figli miei, il mio desiderio materno è che lo amiate sempre più, poiché egli vi chiama col suo amore. Vi dona l’amore, in modo che voi lo diffondiate a tutti attorno a voi. Per mezzo del suo amore, come Madre sono con voi per dirvi parole d’amore e di speranza, per dirvi parole eterne e vittoriose sul tempo e sulla morte, per invitarvi ad essere miei apostoli d’amore. Vi ringrazio!”.
Commento teologico
Il messaggio è incentrato sull’amore, che costituisce il fulcro di tutto il discorso, come un cantico d’amore, colto nella sua pienezza e bellezza. L’amore vero e puro viene da Cristo sotto tre aspetti:
1. anzitutto è Gesù stesso che mostra il suo amore concreto per tutto ciò che fatto e fa per il nostro bene;
2. il culmine e la fonte di questo amore sta nella santa Eucaristia;
3. il desiderio della Vergine è che noi amiamo sempre di più Gesù suo Figlio.
1. Gesù è luce di amore e nel suo amore noi diventiamo strumenti e testimoni di questo amore infinito nel mondo. Solo nell’amore totale e veritiero viene compiuta la volontà del Figlio di Maria e di riflesso del Padre celeste. La cosa più importante è capire che il vero amore proviene soltanto da Gesù: “Mio Figlio, che è luce di amore, tutto ciò che ha fatto e fa, lo ha fatto e lo fa per amore”. Contempliamo Gesù sotto questa luce folgorante e consolante, che è il suo amore infinito. Se analizziamo la sua vita, dalla nascita fino alla passione e morte, ogni evento, ogni suo gesto, ogni sua parola, ogni sua opera rivelano l’amore che alberga nel suo Cuore e che forma l’essenza del suo essere e del suo agire. Si pone la necessità per tutti noi di comprendere tale amore divino e umano, irrorando il nostro essere di quell’amore che guarisce ogni nostra ferita del cuore sofferente e avvilito, scontento e insoddisfatto. Da qui derivano tutte le difficoltà, le agitazioni, le conflittualità, le aggressività, le morbosità che inaspriscono l’animo e l’esistenza quotidiana. Ora l’amore incondizionato e assoluto di Gesù, iniettato in noi, risana ogni ferita e libera il nostro organismo, fisico, psichico, spirituale, da ogni egoismo e ci rigenera di una nuova energia vitale. Questa proviene propriamente dalla sorgente da cui scaturisce un’acqua inesauribile di amore, che giunge fino a noi e da noi si riversa sugli altri, in modo da formare una cascata di acqua fresca ed energetica, che si diffonde, come un grande fiume, sulla umanità sofferente e bisognosa di ristoro e di risanazione, di purificazione e di vivificazione. È quanto dice la Vergine: “Così anche voi, figli miei, quando vivete nell’amore, amate il vostro prossimo e fate la volontà di mio Figlio”.
Per questa ragione ci chiama “apostoli del mio amore”, nel senso che l’amore di Maria, sgorgante da quello di suo Figlio, scende in noi e ci rende idonei a nostra volta di spargerlo sulla faccia della terra, soprattutto nelle zone più aride e secche, più sofferenti e malate. Quale grande missione è dunque la nostra, ma non dimentichiamo che possiamo compiere una tale nobile missione solo se noi, per primi, ci ricolmiamo e rimaniamo nel suo amore. Altrimenti siamo solo cembali sonanti ed esibizionisti, che parlano di amore senza viverlo; compiono gesti di carità senza metterci la tenerezza del cuore e la compassione: “Apostoli del mio amore, fatevi piccoli! Aprite i vostri cuori puri a mio Figlio, affinché egli possa operare attraverso di voi”
2. La santa Eucaristia è culmine e fonte dell’amore di Gesù.L’affermazione richiede una breve spiegazione per poterla capire e vivere concretamente nella nostra vita cristiana: “Figli miei, non dimenticate che è l’Eucaristia il cuore della fede”. Le parole della Vergine comprendono due aspetti: uno è la fede nella Eucaristia, in quanto occorre saper sostenere, giustamente con la luce della fede, l’adesione piena e totale alle parole di Cristo, che egli è realmente presente in corpo sangue anima e divinità nelle specie del pane e del vino. Questi sono i segni visibili per mezzo dei quali vediamo l’Invisibile, cioè Gesù Cristo nostro Signore, il quale, con la sua potenza divina, prima di patire e morire, ha lasciato questo stesso potere agli apostoli e ai successori degli apostoli fino a noi e dopo di noi fino alla fine dei tempi ininterrottamente. Con gli occhi fisici si vede soltanto il pane e il vino, ma con lo sguardo della fede sappiamo che essi sono stati trasformati miracolosamente nel corpo e nel sangue di Gesù, in forza della consacrazione che avviene nella celebrazione della santa Messa. Siccome Gesù è la fonte dell’amore, ne segue coerentemente che là dove Lui è presente, vi è la sorgente da cui scaturisce l’amore, a cui possiamo attingere per esserne ricolmati: “Con l’aiuto della fede riempitevi dell’amore”. Anzi quel corpo e sangue di Gesù divengono nostro cibo e nutrimento della grazia divina. Quando noi ci nutriamo di esso, veniamo a ingerire dentro di noi Gesù stesso, che ci trasforma con la sua divina potenza in lui, in modo che lui rimane in noi e noi rimaniamo in lui, come un solo Spirito di comunione e di vita. Per questo la Vergine ci dice: “Mio Figlio vi nutre col suo Corpo e vi fortifica col suo Sangue”.
La conclusione è stupenda: Gesù sta sempre in mezzo a noi, non ci lascia mai soli. Questa certezza ci offre una grande forza interiore e ci accompagna giorno dopo giorno, in tutte le situazioni in cui ci troviamo, belle o brutte. In quelle gioiose dobbiamo condividere la nostra gioia con Gesù, che vive in noi e con noi; in quelle tristi egli ci sorregge e consola, ci guarisce. Se Gesù è con noi, chi può essere contro di noi? Non dobbiamo né temere né scoraggiarci, solo credere, credere, credere. La Vergine ci vuole aiutare per ravvivare la nostra fede, alle volte debole e vacillante: “L’Eucaristia è il prodigio dell’amore: mio Figlio che viene sempre di nuovo vivente per vivificare le anime”. In questa sintonia di amore tra noi e Gesù scaturisce una vita ricca di frutti e di bontà, in quanto la nostra volontà si unisce a quella di Cristo e così camminiamo insieme serenamente e fiduciosamente, anche Lui pellegrino con noi e noi forti e coraggiosi con Lui: “Figli miei, vivendo nell’amore, voi fate la volontà di mio Figlio ed egli vive in voi”.
La cosa fondamentale è che noi crediamo, ci accostiamo, adoriamo, ci nutriamo della fonte divina presente nell’Eucaristia, se possibile, non solo la domenica ma ogni giorno. Fra tante faccende materiali, lasciamo il posto a quella principale, l’Eucaristia, perché ci conviene e guadagneremo i meriti su questa terra e soprattutto il bene eterno del Paradiso.
3. Il desiderio della Vergine è che noi amiamo sempre più intensamente il Figlio suo: “Figli miei, il mio desiderio materno è che lo amiate sempre più, poiché Egli vi chiama col suo amore”. Facciamo in modo che tale desiderio della nostra amata Madre sia effettuato dalla nostra personale disponibilità a vivere con Gesù, in Gesù e per Gesù, cioè a fare di Cristo il punto di forza di tutta la nostra esistenza terrena ed eterna. Non dobbiamo mai distaccarci da questa fonte di vita e di luce. Altrimenti ricadiamo nella nostra debolezza e miseria, nella nostra povera desolazione e la vita si fa veramente dura e impervia. Anche l’amore materno di Maria nei nostri confronti non ha altra origine che la sorgente inesauribile dell’amore, che è suo Figlio e suo Dio. Ella per prima ha attinto a quella fonte, che portava nel suo grembo fino alla nascita, e ne è stata ricolmata e inebriata. Pertanto continua a venirci incontro, affinché anche noi, come lei, restiamo avvolti, coinvolti e travolti da quel medesimo infinito soavissimo amore: “Per mezzo del suo amore, come Madre, sono con voi per dirvi parole d’amore e di speranza”.
Perché facciamo i sordi e i duri di cuore, perché restiamo indifferenti e freddi, come se quelle parole non fossero rivolte a noi e non ci toccassero l’intimo del nostro essere? Perché ce ne andiamo lontani dal suo abbraccio materno? Risvegliamoci, apriamo le orecchie e la mente e il flusso amorevole del suo Cuore Immacolato scenderà a riscaldare, risanare e ravvivare il nostro tiepido e fiacco cuore malato e insoddisfatto. Accogliamo dunque le sue ultime meravigliose esortazioni: “Per dirvi parole eterne e vittoriose sul tempo e sulla morte, per invitarvi ad essere miei apostoli d’amore”.Queste parole stupende danno sapore e vigore alla nostra vita passeggera, ma soprattutto ci indirizzano verso la meta ultima della beatitudine eterna. Questo è il vero scopo del nostro nascere, vivere, soffrire, gioire, amare e morire in Cristo Gesù, vittorioso sulla morte e sul peccato, per condividere la sua immortalità felice.
O Vergine Maria, Madre amorevolissima e tenerissima, siamo qui non solo per ringraziarti del tuo amore sconfinato, ma anche per dirti con tutto il nostro cuore filiale che ti vogliamo bene, ti preghiamo, ti vogliamo obbedire e seguire le tue sagge indicazioni. Purtroppo ci troviamo ancora legati da tanti interessi terreni, che come legacci ci tengono infossati nella mondanità e ci impediscono di aprirci generosamente e totalmente al tuo amore materno. Liberaci dal male, sciogli la nostra durezza e sordità, guarisci le nostre ferite e allontana gli attacchi malvagi che vogliono distaccarci da te e dal tuo Figlio amatissimo. Ci rifugiamo umilmente nel tuo Cuore Immacolato, dove troveremo quella pace interiore e quella difesa sicura da ogni pericolo. Stringendoci al tuo Cuore, noi siamo sereni e tu, maternamente, ci conduci ad assaporare la dolcezza, la generosità, la potenza del Cuore Sacratissimo di tuo Figlio. Il nostro piccolo cuore, unito al tuo, fa tutt’uno con il Cuore di Gesù, come un solo immenso beatificante battito di amore per il mondo intero. A te, Madre cara, la nostra incondizionata adesione filiale per sempre. Amen! Alleluia!
Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.