Omelia della Santa Messa – Medjugorje, 22 ottobre 2020
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Parola del Signore.
Cari fratelli e sorelle in Cristo, cari pellegrini e tutti collegati via internet, ascoltando il Vangelo di oggi ci possiamo domandare: “Ma si tratta del Gesù mite che porta l’agnello sulle spalle come il Buon Pastore? E’ Colui che dice ‘vi do la Mia pace, vi lascio la Mia pace’. E’ lo Stesso Gesù?”
Nel Vangelo di oggi dice che non è venuto a portare la pace, ma la divisione.
A prima vista Gesù è in contraddizione con Se Stesso. In un’occasione parla come Colui che porta la pace e nell’altra come Colui che porta inquietudine.
Mai comprenderemo fino in fondo le Parole di Gesù, perchè Lui è troppo grande per la nostra mente troppo stretta, ma leggendo tutto il Suo Vangelo possiamo comprendere tante cose.
Questo discorso di “sacra inquietudine” è collegato in maniera stretta con il Suo discorso della pace. Si tratta di un’inquietudine sacra che mi spinge a vegliare nell’Amore, mi spinge a bruciare completamente per il mio Signore. Un’inquietudine santa che non và d’accordo con la tiepidezza, l’indifferenza e mi spinge a prendere una decisione radicale per Cristo. Non mi lascia in pace per quanto riguarda l’imitazione di Cristo.
Quando Gesù parla di divisione lo dice per quanto riguarda la decisione. Egli dice chiaramente: “Quando ti decidi per Me allora nella tua vita ci saranno tante grazie e tante gioie. Verrà la pace nel tuo cuore. Assieme alle promesse ci saranno persecuzioni e divisioni”.
Un nostro missionario croato in Africa ci ha raccontato la storia di un ragazzo che era cresciuto nello spirito musulmano. Frequentava la quinta elementare. E’ arrivato nella missione due anni fa. Voleva frequentare il catechismo della Chiesa Cattolica. E’ cominciato anche a venire alla santa Messa. Il padre non voleva sentirne di Cristianesimo, tanto meno di suo figlio che volesse diventare cattolico. Davanti a tutti ha minacciato il figlio e gli ha detto che lo avrebbe ucciso se fosse diventato cristiano. Gli ha vietato ogni rapporto con la Chiesa. Ma di nascosto il ragazzino veniva nonostante le minacce del padre. Prima di essere battezzato i suoi familiari sono usciti tutti di casa. Il ragazzino è rimasto da solo con suo padre. Ha preso il coltello e lo ha dato al genitore dicendo: “Padre mio, se non mi permetti di essere cristiano in modo pubblico eccoti il coltello. Uccidimi come mi hai minacciato. Ma sappi: anche se non divento cristiano per il Battesimo con acqua lo diventerò per il mio martirio con la forza dello Spirito Santo. Se mi uccidi diventerò martire di Gesù Cristo e membro della Chiesa Cattolica e sulla mia tomba ci sarà la croce”.
Il papà è rimasto sorpreso dalla decisione del figlio. Ha permesso che il figlio fosse battezzato. Il ragazzino è stato battezzato quest’anno nella notte di Pasqua. E’ chirichetto. Vuole fare il seminario e diventare sacerdote.
Questo missionario dice che esistono ancora esempi del genere nella diocesi di Monogoro in Africa.
Il cuore di quel ragazzo non era diviso, bensì deciso. Non ha smesso di amare suo padre, ma ora lo ama in modo diverso, più profondo. Lo ama come ama Cristo.
Gesù ci ha amati fino a morire per noi. Questo è l’unico vero Amore. Se non siamo pronti per ciò che amiamo dobbiamo vedere se veramente lo amiamo.
Decidersi per Cristo significa essere pronti a distaccarsi dalla vita.
Se guardiamo la nostra fede ci pare che l’uomo desideri credere in Dio, ma in modo che non costi tanto. Cerchiamo di rimanere ad una distanza che ci fa comodo dal Signore. Basta essere fedeli, credenti, essere stati battezzati, aver ricevuto la Comunione e la Cresima e da un punto di vista legale siamo a posto. Pensiamo che il nostro Dio debba essere contento di noi. Non và bene se ci viene chiesto qualcosa di ulteriore. Realizziamo una forma di religiosità tiepida.
Gesù la pensa diversamente, soprattutto quando parla del fuoco del Vangelo di oggi.
Nel Suo tempo c’erano delle persone che servivano benissimo la legge, ma questo non bastava a Gesù. Lui voleva qualcosa di più. Invitava continuamente le persone che si radunavano attorno a Lui a fare di più.
Satana, quando desidera prendere la nostra anima, non ci schiaccia, ma ci schiaccia a metà, in modo da rimanere tiepidi, senza forza e entusiasmo. A Gesù non piacciono le persone tiepide.
Nel libro dell’Apocalisse leggiamo: “Siccome sei tiepido ti vomiterò dalla Mia Bocca”.
Gesù nel vangelo d’oggi dice chiaramente: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra”. Egli era stuffo della tiepidezza e di una devozione pallida.
Gesù desidera dai Suoi discepoli una fede forte che sposta le montagne e che può cambiare il volto della terra.
Gesù non ha bisogno di credenti tradizionali, ma di veri discepoli, testimoni d’Amore e di fede.
Santa Caterina da Siena dice: “Se diventate ciò che Dio vuole da voi, se permettete che il fuoco della Parola di Dio arrivi al vostro cuore, voi incendierete il mondo”.
Gesù dice: “Sono venuto a gettare il fuoco sulla terra”. Egli usa l’immagine del fuoco quando manda Lo Spirito Santo sui discepoli. Il fuoco purifica, rinnova, brucia ciò che è imperfetto. L’oro viene purificato nel fuoco. Tutto ciò che è impuro brucia, affinchè rimanga l’oro.
Il fuoco dello Spirito Santo desidera bruciare in noi tutto ciò che ci impedisce di vivere. In noi ci sono amarezze, insoddisfazioni, ferite a causa delle offese. Tutte queste cose ci impediscono di vivere. Non possiamo deciderci a causa di egoismo, ira.
Permettiamo allo Spirito Santo di toccare il nostro cuore, affinchè in noi bruci tutto ciò che ci opprime e non permette di prendere una decisione forte per Dio.
E’ bellissimo essere purificati nella fiamma del Signore. La paura è il freno più forte. Essa non è in conformità con la fede. E’ come se avessimo paura di rinunciare a qualcosa. Abbiamo paura che le persone non ci comprenderanno. Penseranno che siamo strani se vogliamo seguire Gesù con entusiasmo.
Abbiamo paura che ci saranno scontri nel nostro ambiente, tra i parenti, se si riaccende la nostra preghiera e la nostra partecipazione alla Messa.
Nessuno si meraviglia se una persona si innamora. Nessuno si meraviglia se uno è tifoso di una squadra o se spende i soldi per le sue abitudini. E’ ciò che desidera con passione. Ma molti si meravigliano quando l’uomo ama Dio come una Persona concreta e non come un essere astratto nel cielo lontano.
La gente si meraviglia delle persone che pregano, lodano col cuore.
Nell’invocazione allo Spirito Santo preghiamo: “Luce d’eterna Sapienza svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio”. Sciogli il ghiaccio del nostro cuore che ci lega nell’Amore e nella fede verso di Te, Signore.
Amen.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)