Omelia della santa Messa – Medjugorje, 10 ottobre 2020
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Parola del Signore.
Fratelli e sorelle, Gesù, Dio Rivelato, è annunciatore della Buona Novella riguardo al Regno di Dio.
Gesù usa parabole e immagini per rivelare chi è l’uomo agli Occhi di Dio. Tuttavia corriamo il pericolo di spiegare in modo sbagliato le parabole di Gesù. Le adattiamo a noi stessi. Molti predicatori le spiegano soltanto da un punto di vista morale.
La parabola che abbiamo appena sentito a prima vista non sembra reale. Immaginate che esista un re che prepara una festa di nozze in onore del figlio. Tutto è gratuito. Invita tanta gente e questa non risponde. Chi non verrebbe se tutto è gratuito? Molti vorrebbero venire solo per vedere cosa succede. Altri verrebbero per mangiare e bere. Ma questa gente ha da fare e non viene alla festa di nozze. A queste persone non interessa nè la festa nè il re. Alcuni deridono e uccidono gli inviati del re.
Che cosa succede? Siccome il re aveva preparato tutto e nessuno è venuto ordina ai servi di chiamare alle nozze tutte le persone che troveranno ai crocicchi delle strade. Così la sala si riempie all’improvviso di commensali.
Entrato il re vede un uomo che non indossa l’abito nuziale. Lo caccia fuori.
Ma perchè il re ha chiamato tutti e poi ne caccia fuori uno? Non è giusto. Se ha chiamato tutti senza condizioni il re doveva lasciare quell’uomo alla festa a mangiare e bere.
Gesù dice: “Molti sono chiamati, ma pochi eletti”.
Fratelli e sorelle, ciò che ho dato è una spiegazione letterale, ma sbagliata.
Quando Gesù parla del Regno dei Cieli usa immagini. Parla in modo di farci capire.
Questo re è Dio Padre che è nei cieli. Il figlio per il quale prepara la festa è Gesù Cristo. Quei servi che il re manda sono i profeti e portavoce della Buona Novella. Le persone che hanno rifiutato perchè avevano da fare sono i giudei, il popolo di Israele, che ancora oggi aspetta il Messia. Quelli invitati dalle strade e dai crocicchi sono tutti gli altri. Tra di loro ci sono giovani e adulti. Siamo noi.
Che cos’è l’abito nuziale? Che cosa simbolizza? Rappresenta l’anima dell’uomo, il suo cuore. Se qualcuno ha in sè l’Amore l’uomo è rivestito d’Amore. Per questa ragione Dio lo accoglierà, perchè Lui guarda esclusivamente il cuore umano. L’abito nuziale è l’abito d’Amore. Questo uomo senza abito nuziale non aveva Amore. Ecco perchè Dio lo caccia.
Con questo Vangelo Gesù Si rivolge a me e a te. Questa parabola è forte.
Dio ci invita tutti al banchetto: sani e malati, giovani e anziani, delusi e entusiasti. Dobbiamo essere pronti e aperti alla Mensa. Non dobbiamo temere l’Amore di Dio. Il nostro compito è comprendere che siamo invitati a questo banchetto e capire che siamo figli amati da Dio. Non dobbiamo presentarci in modo falso. Dio conosce tutte le nostre debolezze e Si offre a tutti gratuitamente.
Ricordiamo due domeniche fa gli operai che hanno lavorato nella vigna del Signore. Tutti hanno ricevuto lo stesso salario. Alcuni hanno lavorato 12 ore, altri solo 1 ora e non si sono nemmeno sporcati.
Noi non meritiamo il cielo per le nostre opere buone, ma perchè Dio ci riconosce come Suoi figli amati. Essere cosciente che sono figlio di Dio e che Lui mi ama mi può cambiare.
Quando una madre da alla luce un bambino gli da tutto ciò che gli è necessario e non quello che ha meritato. Un neonato non può meritare nulla.
Le Mani di Dio sono sempre tese verso di noi e Lui ci ama continuamente. Dio non giudica mai l’uomo. L’unica cosa che condanna è il peccato, ma da sempre all’uomo una possibilità nuova.
Ricordiamo l’Amore divino di Gesù quando dice dalla croce: “Perdonali perchè non sanno quello che fanno. Sono accecati. Io li amo”.
San Paolo dice: “Proprio quando siamo deboli siamo forti”. Offriamo a Dio i nostri cuori feriti e impauriti. OffriamoGli le nostre delusioni, angoscie, tristezze, invidie, insoddisfazioni, fallimenti. Il nostro Dio è potente. Solo Lui può e desidera guarirci. Ridona la vita, perciò non dobbiamo avere paura.
Noi cristiani abbiamo la Madre Celeste, la Donna più santa dell’umanità. Lei serve Dio e desidera raccomandarci a Suo Figlio Gesù.
Medjugorje testimonia l’Amore Divino. Qui l’Amore si è diffuso negli anni. Proprio qui avvengono conversioni forti. A Medjugorje ricarichiamo le nostre batterie, perchè sentiamo l’Amore di Dio.
Fratelli e sorelle, viviamo in tempi difficili. La paura è stata seminata nel mondo intero. La paura è il nemico più grande della nostra fede. Non dobbiamo permettere che la paura regni nei nostri cuori.
Teniamo sempre davanti agli occhi il Cuore Misericordioso di Gesù, il Cuore di Maria, il Cuore del nostro Padre Celeste pieno d’Amore. Egli desidera salvarci. Non dobbiamo permettere alla paura di governarci.
In questa santa Messa offriamo al Signore le paure che ci opprimono. Offriamo le nostre preoccupazioni per la famiglia, per i figli, per la situazione generale. Offriamo i nostri desideri e i nostri bisogni in questa mensa d’Amore di Dio, affinchè l’Amore di Dio ci trasformi in persone coraggiose.
Viviamo la nostra vita come figli di Dio sapendo per chi vivere e come vivere. Siamo solo viandanti in questo mondo. La nostra vita è come un ponte. La nostra vita è come una corsa: 5 anni, 50 o 100, non ha importanza. La nostra patria è il Regno dei Cieli.
Questo per me è già iniziato con il mio concepimento. Perciò aprofittiamo della vita per raggiungere la salvezza spirituale per poter vivere un giorno nella Casa di Dio per la Sua maggior Gloria.
Amen.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)