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“Da vescovo a Medjugorje ho capito la mia vocazione e cos’è la Misericordia di Dio”


Il mio nome è Ottavio. Non appartengo alla stirpe dei Cesari, ma sono l’ottavo di famiglia e anche l’ultimo.
Sono da 27 anni in Albania come missionario dei padri rogazionisti e da 14 anni sono vescovo.
Da vescovo ho avuto la conversione. Vi sembrerà strano, ma non basta diventare preti o vescovi per essere di Dio.

Comincio dalla mia esperienza a Medjugorje, perchè veramente lì ho capito qual era la mia vocazione episcopale e sacerdotale.
Nel 2000 per la prima volta vado a Medjugorje su invito di un sacerdote che mi ha chiesto di accompagnarlo per portare alcuni ragazzi. Non c’ero mai stato. Ne avevo sentito parlare , ma la cosa non mi interessava più di tanto. Non ci credevo.
Vado a Medjugorje il giorno di capodanno. Gli altri erano andati alla croce blu. Io non sapevo neppure cosa fosse. Pensavo: “Sarà una croce dipinta di blu”.
Dopo andiamo ad una catechesi. Incontriamo una delle veggenti. Non importa quale. Le dico: “Io sono venuto a Medjugorje per accompagnare alcuni ragazzi, ma francamente io non ci credo”. Lei mi dice: “La Madonna ci penserà”. Basta. E’ finito tutto lì.

Poi sono passati altri anni. Sentivo parlare di Medjugorje. Ho cominciato ad apprezzarla per quello che accadeva. Tante conversioni; tanta preghiera; persone che sentivo che andavano e tornavano contente. Ma rimanevo nella mia indifferenza. Se qualcuno mi chiedeva “tu credi a Medjugorje’” la mia risposta era sempre questa: “Io credo che quello è un luogo bello dove tanta gente và a pregare, si converte, ma non credo altro. Se ci sono apparizioni o non ci sono non mi interessa. A me personalmente non dice nulla”.

Qualche anno fa, in occasione del mio 25. di sacerdozio, decido di andare a Medjugorje con qualche altra persona. Mi dico: “Festeggio in maniera diversa i miei 25 anni di sacerdozio”.
Siamo andati e mi invitano ad andare al podbrdo. Era una parola strana che non riuscivo neanche a pronunciare. Che cos’è questo Podbrdo?
Poi “andiamo alla croce”. “Ma cosa si fa alla croce?” “C’è la via crucis”. “Và bene. Facciamo la via crucis”.
Andiamo. Appena arriviamo sotto la montagna mi rendo conto di quale fosse la strada. “Cosa? Io devo fare questa strada? No. Voi siete matti! Non la farò assolutamente”. Mi hanno costretto. Io sono salito borbottando. Arriviamo su continuando a borbottare. Non ero affatto contento. Torniamo di ritorno continuando a borbottare. Mi dicevo: “Questa sarà la prima ed ultima volta che vengo qui”.
Poi c’è stata l’apparizione del 2 del mese con Mirjana. Anche lì ho partecipato rimanendo indifferente.
Torno a casa e lì cominciano i guai. Non i guai, ma cose belle. Un poco alla volta cominciavo ad avvertire dentro di me che c’era qualcosa che stava cambiando.

Medjugorje era sempre presente nella mia mente, ma il mio orgoglio cercava di porre un freno. Non volevo assolutamente credere. Quando sentivo tante persone raccontare delle esperienze belle che facevano a Medjugorje io ero infastidito. Sentivo che la Madonna stava lavorando con me, ma io non lo accettavo. Non accettavo la Sua pazienza – Lei ne ha avuta tanta con me – quella Sua Misericordia con me.

Torno un’altra volta a Medjugorje a distanza di pochi mesi. Anche questa volta vado all’apparizione, ma non più stando vicino al bar e prendendomi il caffè mentre c’era l’apparizione, ma stando vicino a Mirjana. Durante l’apparizione mi sono sentito un pò di pugni addosso.. Era come se qualcuno mi dicesse: “Svegliati. Apri il tuo cuore che la Madonna c’è”.
Mi sono sentito particolarmente provato spiritualmente. Non erano emozioni. Ero provato dal fatto che fino ad allora avevo chiuso il mio cuore e che non era bastato essere diventato prete e vescovo per dire che sono un uomo di Dio. Lì mi sono reso conto che ancora non amavo Dio e Gesù. Non amavo la Madonna. Per me erano il Figlio di Dio e la Madre di Dio, ma ancora non erano entrati nel mio cuore.

Quando padre Francesco mi ha chiesto di dare la mia testimonianza per un momento volevo dire di no, però poi ho detto: “No. La mia vita appartiene a Dio ed è giusto che io faccia dono della mia vita agli altri”.

Vado ancora sul Krizevac. questa volta salgo quasi correndo. Quella strada era magnifica. Che bello. Ogni volta che ci vado mi sembra di passeggiare su una strada asfaltata.
Vado su e lì ho avuto una grande prova. Il Signore mi stava chiamando a fare un ulteriore passo che ancora non avevo fatto. Mentre ero su anc’io ho avuto il piacere di farmi qualche foto. Sono ricordi.
Quando sono sceso ho osservato che nella foto vicino a me c’era come un’Ostia. Non era un raggio di luce. Era ben visibile quella forma che sembrava un’Ostia e che io non riuscivo ad attribuire a nulla.
In quell’Ostia c’erano delle macchie. Io pensavo potessero essere i famosi “5 sassi”. Ho cominciato ad essere un pò poetico. Poi ho visto che non erano 5, ma di più.

Tornando nella mia diocesi cercavo di vedere quella foto e capire. “Cosa vuole dirmi la Madonna? Cosa vuole dirmi Gesù?”
Un giorno abbiamo il ritiro spirituale con i sacerdoti della diocesi.
Facciamo l’adorazione e guardando l’Eucaristia mi viene in mente quella foto. Ho detto: “Quella è l’Eucaristia macchiata dai miei peccati che non ho ancora confessato bene”. Lì immediatamente ho un’ispirazione che mi dice: “Il primo sacerdote che incontrerai vai e confessati”.
Durante l’incontro individuo un sacerdote della mia diocesi. Vado da lui e dico: “Mi devi confessare”. Sono andato. Mi sono confessato da lui. Inginocchiandomi davanti a lui, piangendo davanti a lui, ho sentito una grande pace dentro di me. Non avevo mai sentito la Misericordia di Dio e della Madonna in un modo così grande nella mia vita. In quel momento ho capito cosa è la Misericordia di Dio e cosa vuol dire essere misericordiosi e quanto la Madonna mi amasse.

Ormai a Medjugorje ci torno sempre. Ho un rapporto particolare con Mirjana che incontro sempre il giorno dopo l’apparizione. Ho con lei dei coolloqui di alcune ore. Mi dice sempre che sono il suo vescovo. Questo non fa che darmi grande onore.
Quello che sento è che il Signore, pur avendo avuto pazienza con me, mi ha portato a quel punto di non ritorno dove ormai so qual è la strada che devo percorrere So che cosa rappresenta per me la Madonna.

Da quando vado a Medjugorje – sono ormai 4 anni – non vedo più la televisione. Prima mi toglieva un sacco di tempo. L’ho cancellata.
Dedico tanto tempo alla preghiera. Prima pensavo: “Essendo vescovo ho tante cose da fare. Non ho tempo per la preghiera”. Adesso non solo ho più cose da fare di prima, ma tolgo tempo al lavoro per dedicarlo alla preghiera dicendo tre o quattro Rosari al giorno, e non uno alla settimana come facevo prima. Mi pare che la giornata non sia più di 24 ore, ma mi pare di avere a disposizione 48 ore. Ho sempre tanto tempo a disposizione per pregare, meditare, fare adorazione. Bastava togliere quel tempo che io perdevo davanti alla televisione oppure in chiacchiere.
Questo è il vero miracolo che ha operato in me la Madonna a Medjugorje.

Vi ho fatto dono di questa testimonianza, perchè sento che questa fraternità, questo momento che stiamo condividendo, è veramente un momento di Dio.
La Madonna ci chiama anche qui, non soltanto a Medjugorje, ad essere Suoi apostoli. Io La ringrazio perchè ha chiamato anche me.

Fonte:  (Trascrizione a cura di A. Bianco)

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