Conferenze e catechesi

Conferenze e catechesi (2)

« L’attesa dello Spirito Santo con Maria »

Questa catechesi si è tenuta il 3 giugno 2017 nel pellegrinaggio a Medjugorje quando il Gruppo di Preghiera “Regina della Pace” era ospite del parroco don Krešo Puljić nella sua Parrocchia di San Tommaso apostolo.

Essa è servita a preparare i partecipanti al pellegrinaggio per la grande Festa della Pentecoste.

1. La vigilia di Pentecoste. Vogliamo prepararci con attenzione alla grande effusione dello Spirito di domani, Festa della Pentecoste. Ma se non siamo disponibili, lo Spirito scende e passa via, se invece siamo vigilanti e attenti, Egli entra, effonde in noi il suo Amore infinito e ci colma dei suoi doni, purificandoci con il suo fuoco bruciante. Quindi per il nostro bene è importante essere attenti, oranti, generosi, sereni, per accogliere lo Spirito in pienezza; se invece siamo distratti, chiacchieroni e fuori dal contesto di raccoglimento e apertura allo Spirito, allora lo Spirito passa come su un impermeabile, non pene in noi né resta con noi, pur scendendo sulla Chiesa. Questo è grave e chi ci rimette siamo noi, non Lui. Quindi siamo santamente furbi, cerchiamo di volerci bene, nel senso di essere ricolmi dello Spirito. A tale scopo preghiamo il nostro angelo custode che ci aiuti e ci sorregga.

Recita della preghiera: Angelo di Dio che sei il mio custode …

Inoltre recitiamo un Angelo di Dio per coloro tra di noi, che sono ancora un po’ frastornati, che non vedo molto sereni: Angelo di Dio che sei il loro custode, illuminali, perché ne hanno bisogno. Tutti ne abbiamo bisogno, però alcuni si trovano in una situazione confusa e disorientata.

Ricordiamo anche gli Angeli dei nostri cari familiari rimasti nei loro paesi, affinché il Signore, lo Spirito, l’Angelo li renda partecipi, sebbene lontani, di questa grande giornata di Pentecoste.

Recita della preghiera: Angelo di Dio che sei il loro custode….

Pensiamo anche ai nostri cari morti, che lo Spirito dia loro la piena purificazione per la beatitudine eterna.

Recita: Eterno Riposo…

Recita: Atto di Fede…

Recita: Atto di Speranza…

Recita: Atto di Carità …

Adesso diciamo tre Ave Maria alla Madonna perché ci prepari all’atto di Consacrazione che faremo oggi al termine della Santa Messa.

Recita di 3 Ave Maria …

Recita Cuore Immacolato di Maria (3 volte)

Canto Regina Coeli …

2. La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Da un punto di vista spirituale la consacrazione e affidamento totale a Maria ci preparano a ricevere lo Spirito Santo, in quanto Lei si trova nel Cenacolo con gli Apostoli e adesso è qui in mezzo a noi nella vigilia della Pentecoste. Lei con noi, ci stringe a sé come Madre buona e pietosa e contemporaneamente con Lei invochiamo domani l’effusione profondissima dello Spirito Santo. In tale contesto il nostro cuore deve aprirsi affinché tutto questo si compia. Da qui l’importanza che anche in questi giorni di passaggio da un luogo ad un altro da una situazione all’altra, non ci divaghiamo ma restiamo in silenzioso raccoglimento.  Questa vigilia di Pentecoste la chiamerei“La giornata del silenzio”, il silenzio può essere esteriore e interiore. Il silenzio esteriore si attua quando vi è un ambiente raccolto, dove non c’è chiasso, non ci sono chiacchiere inutili, non ci sono grida ecc. … e si rimane nel clima di profondo raccoglimento. Soprattutto è importante il silenzio interiore. Noi possiamo stare tutti zitti, buoni e tranquilli, ma dentro di noi esplodono pensieri tumultuosi, agitazioni, preoccupazioni e tante realtà che ci turbano; allora nella nostra mente si scatena chiasso enorme, che non consente alcuna concentrazione, anzi procura un travaglio assordante e distratto. Quindi è urgente coltivare il silenzio interiore, quello principale.

Per questa ragione oggi occorre evitare parole inutili, facciamo una giornata di silenzio, il silenzio Mariano: la Madonna è Colei che ha taciuto e ha detto soltanto “Eccomi, sono la tua serva, avvenga di me secondo la tua parola”.

Bene, se vegliamo con Lei in questa vigilia pentecostale, con lo spirito di raccoglimento, di attenzione, di sensibilità, vedrete quante grazie piovono dal cielo su tutti noi, sulle nostre famiglie, sui nostri figlioli, sulle persone a noi care, le persone malate. Gesù costituisce una fonte, come lui stesso dice: “chi crede in me accoglierà lo Spirito e sgorgheranno acque zampillanti per la vita eterna”. La fontana principale è Lui, il Risorto asceso al Cielo, che siede alla destra del Padre, che manda acqua salutare e vivificante sulla comunità cristiana, su di noi.

Maria riversa su di noi, a sua volta, quest’acqua salutare e noi, a nostra volta, la trasmettiamo ai nostri fratelli, alle persone che incontriamo, con cui viviamo ogni giorno, con cui anche lottiamo, soffriamo, gioiamo. A questo momento nasce e si diffonde la vita nuova nello Spirito, che cambia la faccia della terra e la società umana.

Domani, Pentecoste, tutto questo si effettuerà se noi ci prepariamo con Spirito Mariano. Oggi la preparazione più propizia è data dalla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, che coinvolge tutto il nostro essere. La consacrazione non può limitarsi a un formalismo inutile o a ripetizione di parole vuote. La bellissima formula di consacrazione coinvolge il nostro cuore che non deve restare assente, lontano, è distratto e divagato, dissipato, privo di intima totale partecipazione e coinvolgimento.

Abbiamo bisogno che il Cuore Immacolato di Maria ci riempia di quel suo amore, di quella sua pienezza di grazia, affinché anche noi possiamo amare suo Figlio, come lo ha amato Lei, perché amando suo Figlio amiamo noi stessi e amando noi stessi amiamo gli altri. Perché il comandamento di Gesù dice: “amate il prossimo come voi stessi”. Da qui nasce la domanda di fondo: quale rapporto ho instaurato con me stesso? Quale sentimento provo nei miei confronti? Che cosa penso di me? Chi sono io per me stesso?

3. La guarigione del cuore. Spesso ci preoccupiamo al pensiero di che cosa sono io di fronte agli altri o anche di fronte a Dio, ma di fronte a me stesso? Sta qui il punto radicale e molti fanno fatica a riconoscere sé stessi. Infatti si cade in due eccessi: o chi si esalta più di quello che è, diventando un orgoglioso, un pallone gonfiato che fa paura, oppure chi si deprezza considerandosi molto meno di quello che è. Sono due errori tremendi, che portano soltanto tensioni, scontentezza, inquietudine, agitazione, che poi si riversa sugli altri. Si diventa nevrotici e ossessivi con gli altri. Perché succede questo comportamento sconvolgente? Perché non siamo sereni, o meglio, contenti di noi stessi, vogliamo essere diversi da quello che siamo. Invece la verità e l’accettazione della nostra persona costituisce il primo passo verso la vera vita cristiana, vissuta con sapienza, con il timore di Dio e con la veritiera conoscenza di noi stessi. Siamo tutti creati ad immagine e somiglianza di Dio, tutti, nessuno escluso. Partiamo dunque da una positività, in quanto Dio non fa le cose brutte, Dio fa solo cose belle, quindi noi siamo dei capolavori della divina Sapienza. È questo che dobbiamo capire, apprezzare, accogliere, per lodare il Signore e non per la nostra superbia. La sapienza di Dio è infinita, ci ha fatto a sua immagine e somiglianza, le creature più alte e dignitose del creato. A questo punto superiamo anche gli Angeli, i quali sono stati fatti a servizio di Dio, invece noi siamo stati fatti a immagine di Dio. Questa la ragione per cui gli Angeli hanno rispetto verso di noi, perché noi riproduciamo in qualche modo l’immagine di Dio.

E di questo bisogna esserne contenti, nell’umiltà e nella semplicità, perché la sapienza di Dio, facendoci a sua immagine e somiglianza, non ci ha fatti uguali a Lui, proprio perché saremmo caduti nella presunzione, ci ha impastati con un po’ di fango, su cui ha impresso il soffio della vita. Da una parte siamo a immagine e somiglianza di Dio, e questo ci rende dignitosi, nobili e belli, dall’altra parte siamo polvere corruttibile e fragile. La combinazione di questi due elementi ridimensiona il giusto concetto di noi stessi: siamo miseri e insieme meravigliosi, composti di limiti e difetti e insieme destinati ad essere figli di Dio nel Figlio Gesù. Tale consapevolezza ci impedisce di montare nella superbia, come ha fatto Lucifero, e d’altro verso non ci consente di cadere nella depressione e nel disprezzo di noi stessi. Ci accogliamo così come siamo, creature stupende fatte a immagine e somiglianza di Dio, ma anche deboli, fragili, peccatrici.

Questo è il mistero della Divina Sapienza e pertanto dobbiamo accettarci così come siamo, non come vorremo essere, perché molte volte la non accettazione di sé diventa uno stato tremendo, a radice di ogni agitazione, conflittualità interiore e difficoltà di rapportarsi agli altri. Diventa anche difficile l’amore verso il prossimo, perché lo giudichiamo anziché accoglierlo per quello che è, un misto di miseria e di magnificenza, come è ciascuno di noi. Infatti se siamo presuntuosi, diciamo che gli altri sono tutti stupidi, non capiscono niente e non valgono un soldo; siamo pronti solo a disprezzarli; invece se ci sminuiamo, considerandoci meno di quello che siamo, ci sentiamo giudicati dagli altri come poveri disgraziati, indegni di vivere e operare e così perdiamo ogni fiducia in noi stessi, negli altri, che ci emarginano, e in Dio, che ci poteva creare migliori. Sono errori tremendi, catastrofici, causa di grandissime tribolazioni e scontentezza.

4. Nelle braccia di Maria Madre nostra. Offrendoci alla Madonna, al suo Cuore Immacolato, ricordiamo che il suo Cuore ci dona una certa impronta di quelle caratteristiche che Lei porta dentro di sé: amore, sapienza e gioia. Infatti Lei dice: “Sono la serva del Signore”, con sincera umiltà; ma insieme proclama:“l’anima mia magnifica il Signore perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”, riconoscendo che la sua grandezza è opera di Dio. E così siamo noi, piccoli ma ricchi, ricchi del suo amore, della sua sapienza, piccoli perché siamo venuti dalla terra, dalla povera polvere che Dio ha nobilitato col suo soffio, rendendoci creature fatte a sua immagine e somiglianza. Noi siamo impastati in questo modo ed è la verità che ci libera da ogni inquietudine e guarisce le ferite del nostro cuore amareggiato. Da qui proviene la serenità di essere quello che siamo a gloria di Dio nostro Padre e del Figlio incarnato nostro Redentore e dello Spirito Santo nostro santificatore.

Carissimi fratelli, prepariamoci a questo incontro, molto personale, con la Vergine Maria, in cui noi dobbiamo riscoprire la gioia di essere e di vivere: “O Dio buono e misericordioso, ti ringrazio perché mi fai esistere, perché mi hai fatto così come sono, perché mi hai dato il cuore, l’intelligenza, il corpo, tutto”. A questo punto, la vita cambia, passando da una condizione di agitazione, di confusione, di nervosismo, di inquietudine, a uno stato di pace profonda, anche in mezzo alle situazioni più difficili che dobbiamo affrontare, perché la vita è una lotta. Ma se siamo sereni, vinciamo, perché la nostra forza è Cristo; se invece siamo agitati e scontenti, perdiamo perché confidiamo solo in noi stessi, e noi siamo deboli, fragili, incapaci. La presenza materna di Maria non solo ci conforta, ma ci sostiene e ci guida sul cammino quotidiano per conquistare la pienezza di vita immortale e beata. Ci aiuta a purificare ogni giorno il nostro cuore per colmarlo del divino amore.

Grazie. O Vergine Madre

Salve Regina …

Invocazione allo Spirito Santo … 

don Renzo Lavatori

Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.


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