Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 31 agosto 2020


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore.


“Il Signore Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio”.
Fratelli e sorelle, Gesù ha pronunciato queste Parole all’inizio della Sua opera pubblica. E’ come se volesse dire: “Questa è la Mia missione”.

Quando qualcuno viene eletto in qualche ruolo all’inizio del suo mandato presenta il programma. Gesù presenta il Suo programma e dice di essere Colui che porta il lieto annuncio, che guarisce e libera.
Gesù non vuole soddisfare le gioie umane, ma vuole svelarci il mistero della gioia profonda.
Dentro di noi c’è una radice di immortalità. Ognuno di noi è figlio di Dio.

Fratelli e sorelle, Dio è la radice della nostra felicità e beatitudine. Questo ha messo nel mio cuore.
Gesù ci mostra la bellezza divina che non si può comprare. Si può solo ricevere come un dono.
San Paolo dice che la nostra fede non è basata sulla sapienza umana, ma sulla potenza divina.
Questo è difficile da comprendere. Mentre gli ebrei attendevano il Messia che li avrebbe dovuti salvare dai romani Gesù annuncia un altro tipo di libertà. La libertà dei figli di Dio.
San Paolo dice: “Avete ricevuto lo spirito di libertà per mezzo del quale possiamo chiamare Dio ‘Padre’”. In questa libertà l’uomo non è più schiavo delle proprie concupiiscenze e dipendenze che lo umiliano.
Dio ci libera da queste cose e se davvero siamo liberi sentiamo Dio come Padre. Se Dio è Padre allora tutti gli uomini sono fratelli e non dobbiamo avere paura di loro.

Gesù viene a liberare gli oppressi. Non ruba la libertà a nessuno. Tante volte gli uomini si imprigionano a vicenda. Spesso costringiamo le persone con cui viviamo ad accettare la nostra opinione e ad adeguarsi alle nostre abitudini, altrimenti si arriva al litigio.
Gesù invita anche noi a non imprigionare nessuno e di non riversare su nessuno il nostro egoismo, odio e amarezza. Nè i cittadini di Gesù nè noi siamo capaci di liberarci da queste tendenze. Questo ci viene raccontato dal Vangelo di oggi.
I nazareni dicevano che Gesù era figlio di Giuseppe. Siccome era uno di loro doveva dimostrare con i miracoli di essere effettivamente Figlio di Dio. Gesù non voleva e non poteva accettare questa logica, perchè non era secondo il piano di Dio. Dio cerca la fede, invece loro, come anche noi oggi, volevano segni e miracoli. Dio voleva salvare tutti, invece loro volevano il Messia per la liberazione politica. Anche noi oggi vogliamo Dio per i nostri scopi.

Per spiegare la logica divina Gesù ha portato gli esempi di Elia e Eliseo, profeti che Dio ha mandato a salvare gli altri popoli e non gli ebrei. Ha salvato coloro che si fidavano della Parola di Dio. I nazareni sono diventati violenti davanti alla proposta di aprire il cuore e alla salvezza offerta a tutti non solamente agli ebrei. Hanno condotto Gesù fuori dalla città per gettarLo giù dal monte. L’entusiasmo che avevano all’inizio si è trasformato in odio contro Gesù.

Fratelli e sorelle, il Vangelo ci fa vedere che l’opera pubblica di Gesù è iniziata con il rifiiuto, addirittura con la minaccia di morte. Questo è il prezzo che un profeta deve pagare. L’uomo è prigioniero e non permette che Dio lo liberi. Tutti noi sappiamo che quando cerchi di aiutare qualcuno che è imprigionato dall’alcol questo reagisce con violenza, addirittura minacciando di morte. Non vuole essere liberato.
Ma Gesù non si è scoraggiato davanti a questa minaccia. E’ andato avanti per la Sua via, credendo nell’Amore di Dio.

Quando cerchiamo di aiutare qualcuno e ci sentiamo rifiutati può capitare che pensiamo che Dio sia lontano.
Un discepolo chiese al suo maestro: “Come è possibile che una persona che segue Dio possa sentirLo lontano?” Il maestro rispose: “Quando un padre vuole insegnare a suo figlio a camminare cosa fa? Lo mette dinnanzi a sè e lo tiene con tutte e due le mani per non farlo cadere.Ma mentre il bimbo si avvicina al padre egli allarga le mani per provare a farlo camminare da solo. Se il padre lo tenesse sempre con le mani il bambino non avrebbe mai imparato a camminare”.
La gente pensava in passato, e spesso lo pensa ancora oggi, che l’uomo debba sforzarsi tanto per giungere a Dio. Noi cristiani, invece, pensiamo che Dio Stesso si avvicini a noi e ci parli. E’ come il padre di questa storia che cerca di insegnare a suo figlio a camminare ed è attento che il bambino non cada.

Fratelli e sorelle, i Vangeli spesso dicono che Gesù si ritirava in disparte per vivere nel silenzio il Suo rapporto con Dio. Anche il Vangelo di oggi ci sprona ad imparare ad ascoltare per sentire il prossimo e Dio.
La radice della gioia umana è nel cuore . E’ la radice dell’immortalità.
Io sono figlio di Dio. Se comprendo questo divento libero.

Amen.

fra Hrvoje Miletić

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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