Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 19 agosto 2020


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo sorse una discussione fra gli apostoli: chi di loro poteva essere considerato il più grande. Egli disse: “I re delle nazioni le governano e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi, però, non sia così. Ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure Io sto in mezzo a voi come Colui che serve.
Voi siete quelli che avete perseverato con Me nelle Mie prove e Io preparo per voi un Regno, come il Padre Lo ha preparato per Me, perchè possiate mangiare e bere alla Mia Mensa nel Mio Regno e siederete in trono a giudicare le 12 tribù di Israele”.
Parola del Signore


Cari fratelli e sorelle, per comprendere questo brano del Vangelo di Luca che abbiamo sentito dobbiamo metterlo nel contesto, luogo e tempo in cui è avvenuto. Luca pone questo evento nell’Ultima Cena, subito dopo che l’Eucaristia è stata istituita.
L’Ultima Cena era l’ultimo modo per mostrare loro Amore. Giovanni dice: “Li ha amati fino alla fine”. Sappiamo che queste Parole sono una specie di testamento ai Suoi discepoli.
Luca non parla della lavanda dei piedi; ce l’abbiamo solo nel Vangelo secondo Giovanni. Se colleghiamo queste parole di Gesù sul servizio con la lavanda dei piedi possiamo comprenderle in pienezza. Queste parole possono risuonare nella nostra vita in modo corretto.

I discepoli si domandano chi tra loro 12 sia il più grande. Gesù, con il Suo esempio, fa comprendere loro che il più grande è colui che si fa più piccolo, colui che serve. Bisogna servire per Amore.
Questa cena è una cena d’Amore. Tutto ciò che avviene è un’immagine dell’Amore con cui Dio ama l’uomo.
Ogni Parola detta nell’Ultima Cena è un gesto d’Amore di Dio verso l’uomo.
Dio si umilia tanto davanti all’uomo al punto di lavargli i piedi per Amore.

Spesso pensiamo che pergli apostoli fosse più facile comprendere Gesù. Vivevano con Lui, ascoltavano la Sua Parola, erano alla Sua Presenza, osservavano le Sue opere e i Suoi prodigi. Pensiamo che potessero credere facilmente che Lui è il Messia. Ma vediamo che in realtà sono lontani dal comprenderLo, anche se hanno trascorso tre anni con Lui. Si domandano ancora chi di loro sia il più grande. Se avessero capito Gesù non si sarebbero posti questa domanda, ma avrebbero cercato di essere più umili. Si sarebbero chiesti: “Chi di noi è il più piccolo? Chi può servire di più gli altri?”

Con questo gesto Gesù desidera insegnarci come deve comportarsi un vero cristiano.
Potrei avere i miei desideri, i miei piani e potrei cercare di realizzarli, ma Cristo non mi insegna questo. Mi insegna di sottomettere la mia vita agli altri. La vita è troppo corta per viverla per se stessi. Devo viverla per gli altri. Devo servire i più piccoli.
Uno scrittore ha detto che la misura per entrare nel Regno dei Cieli sono proprio i più piccoli, i rifiutati, gli emarginati. Dobbiamo imparare a servire Cristo nei carcerati, ammalati, nei rifiutati, in coloro che non hanno nulla e hanno perso anche la loro dignità. In loro dovremmo riconoscere Cristo e servirLo con Amore.
Soltanto così il servizio avrà senso. Senza Amore sarà solamente una sofferenza per tutti. Se comprenderemo che serviamo Cristo nel prossimo lo faremo con grande gioia.

Come esempio abbiamo una grande santa: madre Teresa di Calcutta. In un’occasione un giornalista voleva vedere ciò che lei facesse. Lo ha portato a Calcutta e ha cominciato a pulire i bagni. Il giornalista ha esclamato: “Madre, io non lo farei neanche per tutti i soldi di questo mondo!” Lei ha risposto: “Neanch’io lo farei per tutti isoldi del mondo. Lo faccio per Amore verso Cristo. Lui mi ha mostrato il Suo Amore morendo sulla croce e io, con queste piccole opere, Gli mostro il mio Amore. Lo servo nei rifiutati e negli emarginati e così Gli manifesto il mio Amore”.
Madre Teresa ha così risposto a Cristo quando ha detto “ho sete”. Queste stesse Parole ler rivolge a tutti noi. Ha sete del nostro amore. Desidera che Lo riconosciamo in coloro che abbiamo emarginato e ferito. In tali persone dobbiamo servirLo con Amore.

Impariamo dall’esempio di madre Teresa di Calcutta e da san Ludovico che soltanto il cristiano che ama Dio sinceramente può servire. Colui che serve è aperto alla vita eterna.
Preghiamo il Signore che apra i nostri cuori all’umiltà per riconoscere in tutti Cristo Stesso.

Amen.

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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