Omelia della santa Messa – Medjugorje, 6 agosto 2020
Trasfigurazione del Signore
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Parola del Signore.
Cari fratelli e sorelle, oggi meditiamo la Trasfigurazione del Signore. Al nord della nostra patria, proprio da dove vengo io, questa festa viene chiamata “Il Volto del Signore”. Sul Volto di Gesù si è manifestata la gloria divina.
Ha mostrato tale gloria ai Suoi discepoli più intimi: Pietro, da cui abbiamo appreso dalla seconda lettura che era testimone oculare dell’evento, e i due fratelli Giovanni e Giacomo, figli di Zebedeo.
Assieme a Gesù sono apparsi i due rappresentanti dell’Antica Alleanza: Mosè è il rappresentante della legge ed Elia è il rappresentante dei profeti. E’ stato manifestato che Mosè ed Elia Lo ammiravano e lo contemplavano già nello splendore divino.
Ricordiamo la lettera ai filippesi in cui san paolo dice che Gesù ha nascosto la gloria divina incarnandosi. Ha rinunciato a quello che era e a quello che è. Ha continuato ad essere Dio, ma ha nascosto la Sua Divinità, perchè è difficile per noi uomini guardare Dio Faccia a faccia.
Abbiamo sentito Pietro dire: “E’ bello stare qui. Facciamo tre capanne: una per Te, una per Mosè e una per Elia”. Egli voleva rimanere a godere di quel momento, ma bisognava scendere dal monte.
Anche noi quando viviamo qualcosa di bello vogliamo continuare a goderne, ma Dio ci dice “andate”. E’ sufficiente assaggiare la bellezza di Dio per fare ciò che Dio desidera da noi.
Sta mattina è finito il festival giovanile. Speriamo chei giovani abbiano potuto toccare la Divinità di Dio. Essi hanno guardato il Volto di Gesù.
Anche noi pellegrini abbiamo provato la gioia dell’incontro con Dio.
Da questo incontro con la Presenza Divina torniamo nella nostra vita quotidiana.
Dal nostro volto bisogna leggere la bellezza divina.
San Paolo dice che siamo come uno specchio: vediamo Cristo e Lo riflettiamo. Coloro che non vedono Faccia a faccia il Volto di Cristo potranno provare questa bellezza vedendo noi.
Dobbiamo sforzarci continuamente per permettere al Signore di Trasfigurarci e poter riflettere la Sua Immagine e per poter esprimere la Bellezza, la Bontà e l’Amore divino.
Preghiamo oggi il Signore e Sua Madre Maria per renderci sempre più consapevoli di essere Immagine del Signore e che dobbiamo far vedere sul nostro volto lo splendore del Volto Divino. Questo deve capitare nelle nostre opere, nel nostro comportamento, nelle nostre relazioni, nel nostro Amore verso il prossimo e verso coloro che sono nel bisogno.
Siamo grati al santo padre che per la prima volta ha mandato il suo messaggio al festival dei giovani. Egli ha cura dei più bisognosi. Possiamo dire che si tratta del papa dei poveri.
Il papa sente che Medjugorje è il luogo dell’incontro con Dio. Lo scorso anno ha permesso i pellegrinaggi. Ora i Vescovi e i sacerdoti possono venire anche in forma ufficiale. Sta aprendo la porta perchè Medjugorje possa essere riconosciuta come Santuario mariano. Così verranno sempre più pellegrini per poter incontrare il Signore e poter ripartire trasfigurati e portare il Signore nella vita quotidiana e tra gli amici.
Ieri abbiamo celebrato al mio paese il giorno della vittoria, ma oggi è il giorno della libertà, il giorno della Trasfigurazione. Dopo la guerra e le persecuzioni è arrivata la libertà. E’ come per gli Ebrei che per 400 anni erano sotto la schiavitù e per mezzo di Mosè sono stati salvati e sono tornati alla loro patria. Hanno camminato per 40 anni nel deserto, ma poi sono usciti dalla schiavitù. Questa è stata una grande gioia per loro e un’esperienza grandissima. Questo avviene anche in noi, ma spesso non ce ne accorgiamo, perchè i nostri occhi sono chiusi.
In realtà Gesù aveva questo splendore divino sia prima che dopo la Trasfigurazione, ma i discepoli non lo avevano visto, perchè avevano gli occhi chiusi. Gesù ha aperto loro gli occhi come anche ai discepoli che dopo la Resurrezione andavano verso Emmaus. In loro ardeva il cuore mentre Gesù insegnava, ma non hanno potuto riconoscerLo. Invece quando ha spezzato il pane gli si sono aperti gli occhi.
Gesù è sempre con noi. Egli è Dio che ci ama e ci salva, ma noi non Lo vediamo.
Vorrei concludere con le parole del beato Stepinac che diceva che noi cristiani non dobbiamo mai essere pessimisti. Dobbiamo guardare il mondo con occhi divini e vedere il futuro come l’eternità. Dobbiamo guardare gli altri come Dio guarda noi. Dobbiamo sempre ringraziare il Signore. Questa è la situazione necessaria per trasformare e accettare le nostre difficoltà.
Tanti santi padri hanno detto che Gesù si è trasfigurato davanti agli apostoli per incoraggiarli prima della Sua crocifissione e morte. In tal modo non sarebbero stati preda della paura e avrebbero potuto superare i grandi momenti di sofferenza.
Quando arrivano le croci dobbiamo saperle portare. Non dobbiamo mai disperare. Dalla croce dobbiamo giungere alla resurrezione.
Nella festa della Trasfigurazione chiediamo questa grazia per intercessione della Beata Vergine Maria.
Amen.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)