Omelia della santa Messa – Medjugorje, 20 luglio 2020
Sant’Elia profeta, patrono della Bosnia
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Parola del Signore
Sant’Elia ha vissuto in un tempo molto difficile per il popolo di Israele. Gli israeliti, in gran numero, si erano allontanati da Dio. Il primo a far del male è stato Acab che aveva sposato una donna di un popolo pagano. Sotto il suo influsso il re Acab ha costruito templi agli dei pagani e ha cominciato a servire e ad adorare Baal. Molto presto il popolo è stato infettato dal paganesimo e dalla lussuria. I profeti di Jahwè hanno alzato la voce contro l’incredulità del popolo e sono stati tutti uccisi.
Proprio in quel tempo è sorto il profeta Elia. Egli ha cercato coraggiosamente di convincere il popolo di Israele a tornare a Jahwè. Ha predicato in modo instancabile e ha compiuto prodigi. In un’occasione il re Acab ha convocato i profeti per sacrificare a Baal. Elia si è avvicinato e ha sfidato i sacerdoti. Egli voleva sacrificare a Jahwè. I sacerdoti di Baal hanno posto il giovenco sul loro altare e hanno pregato il loro dio. Secondo loro sarebbe dovuto venire il fuoco dal cielo per bruciare l’olocausto. Essi hanno pregato a lungo il loro dio, ma senza frutto. Poi è stata la volta di Elia. Con preghiera piena di fiducia a Jahwè ha invocato il fuoco dal cielo. Questo è sceso e ha bruciato l’olocausto, l’acqua attorno all’altare e le pietre. Questo era il segno per indicare quale fosse il vero Dio.
Il re Acab e la regina malvagia hanno visto che Elia era veramente l’uomo di Dio e perciò hanno voluto ucciderlo, perchè non fosse di intralcio nella loro vita falsa. Durante tutta la vita Elia è stato perseguitato ed è dovuto fuggire per salvarsi. Ha sofferto tantissimo, ma è sempre rimasto fedele a Dio.
Fratelli e sorelle, sant’Elia è il protettore della Bosnia – Erzegovina. Come Elia anche i cattolici di questa zona hanno sempre difeso con coraggio la loro fede. Il coraggio e la lealtà di questo popolo mi hanno fatto provare entusiasmo quando ho conosciuto questa regione per la prima volta, quando sono venuto proprio qui, a Medjugorje. Ero un giovane pellegrino dalla lontana Australia. Sapevo pochissimo del popolo croato cattolico di questa zona. Quello che avevo sentito fino a quel momento non erano cose belle acausa della propaganda falsa jugoslava e comunista. Anche di sant’Elia dicevano che era un uomo selvaggio che bruciava ogni cosa e uccideva. E invece non era così. Elia era uno che lottava per la fede, per la giustizia.
Negli anni 90 ho visto che la maggior parte della gente non voleva la guerra, ma ha voluto difendere il proprio diritto di resistere in questa zona. I cattolici di Bosnia- Erzegovina avevano il desiderio grande di vivere con gli altri di altre religioni. Adesso, anche se non c’è la guerra, tutti possiamo vedere che l’atmosfera non è delle migliori. Dall’occidente, verso il quale i cattolici tendevano, non sentiamo sostegno. La Croazia è entrata nella comunità europea e noi croati in Bosnia – Erzegovina ci sentiamo come se fossimo esclusi, come se l’Europa ci stesse ignorando. In questo stato la situazione economica è difficile e quella politica poco chiara. Questo dura da tempo.La tradizione la possiamo vedere nelle processioni e nelle manifestazioni culturali, ma l’opera morale è sempre meno. L’egoismo e la malvagità del nostro stesso popolo delude spesso tante persone. Si stanno creando due strati in questa società. Il primo sono i pochissimi che hanno il potere e i grandi imprenditori. L’altro è composto dalle tantissime persone che fanno fatica a giungere a fine mese. Proprio per questo negli ultimi anni molti sono andati via da queste zone. Coloro che sono rimasti si sentono oppressi. Se questa situazione non cambia pochi croati cattolici rimarranno in queste zone della Bosnia – Erzegovina. Il prima possibile dobbiamo trovare la soluzione.
Fratelli e sorelle, come tanti buoni cattolici di questa zona anche sant’Elia era perseguitato. Lottava per il suo popolo e per la sua fede. Elia era l’uomo del digiuno e della preghiera. Ha vissuto una gran parte della sua vita da solo nel deserto. Una volta si è trovato in una grande difficoltà. E’ fuggito dai suoi nemici e si è rifugiato nel deserto. Era stanco di tutto. Lì, in una brezza leggera, Elia ha sentito la santa Presenza di Dio. Con grande gioia ha esclamato: “Ho lottato per il Dio degli eserciti”. Egli ha lottato fino alla fine per il suo popolo e per questo è stato premiato da Dio. E’ stato assunto in cielo su un carro di fuoco.
Fratelli e sorelle, è arrivato il tempo che anche noi, come il nostro protettore sant’Elia, entriamo nella preghiera cercando Dio e il Suo aiuto. Con la santa Eucaristia e la preghiera familiare sentiremo la Presenza di Gesù tra di noi. Sicuramente riceveremo la forza necessaria per uscire da questa situazione difficile, per vivere bene e nella pace con tutti i nostri compaesani, gente di buona volontà.Qui in Bosnia abbiamo la fede, abbiamo il nostro protettore sant’Elia, abbiamo Dio, il nostro Signore Gesù Cristo.
Amen.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)