Omelia della santa Messa – Medjugorje, 10 luglio 2020
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore.
Fratelli e sorelle, in questi giorni la Chiesa ci propone il decimo capitolo del Vangelo di Matteo. Si tratta di un capitolo che parla della scelta degli apostoli, della loro missione e di ciò che troveranno lungo il loro cammino.
Nel Vangelo di questa sera abbiamo sentito che Gesù non promette loro un futuro facile, sicuro e quieto. “Ecco, Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi”.Questa è una conferma di ciò che Gesù aveva detto nel Discorso della montagna quando ha elencato le Beatitudini. L’ultima dice: “Beati voi quando vi perseguiteranno a causa Mia e diranno ogni male di voi. Gioite, perchè grande è la vostra ricompensa in cielo”. Ciò che ha detto all’inizio della Sua opera pubblica vale anche per i Suoi apostoli e per coloro che verranno dopo di loro. Non può essere diverso, perchè anche Lui ha vissuto queste cose. Egli ha avuto ammirazioni, ma anche rifiuti. Hanno parlato male di Lui ed è stato condannato a morte. E’ morto tra i malfattori, rifiutato e dimenticato da tutti. Chi continua l’opera di Gesù e si dedica alla predicazione non avrà un trattamento diverso di quello che è stato serbato al suo Maestro. Se guardiamo la vita degli apostoli e dei santi vediamo che tutti hanno passato difficoltà. Tutti sono stati disprezzati e rifiutati.
Nelle icone dipinte nel mondo ortodosso possiamo vedere che quando si rappresentano Gesù e i santi si vede la gloria e la pace, ma anche le ombre, cioè le difficoltà che hanno vissuto. Chi vuole seguire Gesù deve mettere in conto queste difficoltà. Ma Gesù dice anche: “Siate prudenti come serpenti e semplici come colombe”. Indipendentemente dal fatto di essere accolti o meno gli apostoli devono comportarsi in maniera diversa dagli altri. Non devono seguire la logica del mondo, ma una diversa. Gesù fa l’esempio del serpente. Il serpente cambia la pelle. Lascia la vecchia per prenderne una nuova. Anche i cristiani dovrebbero lasciare l’uomo vecchio per indossare un abito celeste per andare a predicare e operare in questo mondo. San Geronimo quando spiega questo brano dice che il serpente non è piacevole nè da vedere nè da incontrare. Il serpente, però, si difende con la testa. Così anche il cristiano dovrebbe difendersi con la ragione che viene da Dio e in nessun caso con le logiche terrene, con mezzi umani o con cose fisiche. Semplici come colombe significa piacere a tutti, perchè non si fa del male a nessuno. Gli apostoli dovrebbero essere come loro, perchè portatori di pace e della logica divina.
Gesù promette anche le persecuzioni e tradimenti, ma invita gli apostoli a non confidare nella propria forza, ma di abbandonarsi a Dio. Lo Spirito del Padre difenderà gli apostoli da coloro che li perseguitano. In quei momenti non saranno gli apostoli a parlare, ma Dio Stesso attraverso di loro. Di questo dobbiamo essere consapevoli tutti noi, perchè nulla di buono avviene senza Dio, senza la Sua grazia e senza i Suoi doni. Gesù dice un’altra cosa importante che non dobbiamo dimenticare: “Chi persevererà fino alla fine sarà salvato”. Non è sufficiente incamminarsi dietro a Gesù, ma è necessaria la perseveranza.
Lo scrittore russo Dostoevskij dice: “E’ facile essere eroi in un certo momento, ma è difficile essere perseveranti ogni giorno”. Quando non sei esposto agli sguardi della gente bisogna dimostrare la fedeltà a Dio. L’ordine francescano ha celebrato ieri san Nicola e i suoi compagni martiri morti nel 1566. Quando i calvinisti sono entrati nel convento il superiore dei frati è andato da ogni confratello ad incoraggiarlo e ricordando ciò che Gesù ha promesso a colui che persevera fino alla fine. Ha promesso la salvezza, la gioia eterna e la vita con Lui. I frati, prima di essere uccisi hanno detto: “Rimaniamo fedeli e perseveranti, perchè se Dio è morto per noi anche noi possiamo morire per Lui. Possiamo testimoniare che Gesù Cristo è veramente Dio, perchè per noi è entrato in questo mondo, ha sofferto ed è risorto”. Nessuno di essi ha rinunciato a Cristo e tutti sono stati martirizzati. Questo vuol dire perseverare fino alla fine. Negli anni 50 del secolo scorso uno scrittore cristiano Giapponese ha scritto un romanzo chiamato “Silenzio”. Esso parla della vita dei missionari cristiani in Giappone durante le persecuzioni. Ad un certo momento il religioso responsabile dei missionari si allea con i persecutori. Si allontana da Cristo e cerca di convincere tutti coloro che lui ha battezzato a lasciare la Chiesa Cattolica. Ci sono state tante situazioni nella storia dove persone non hanno perseverato fino alla fine.
Fratelli e sorelle, il Vangelo di questa sera dovrebbe far capire un’altra realtà a noi religiosi e a tutti voi fedeli, cioè che non esiste Cristianesimo senza la croce, non c’è vita cristiana senza sofferenza. Abbiamo la tentazione di vivere il Cristianesimo senza problemi o croci. Se ci capitano protestiamo con Dio e ci chiediamo perchè stiamo soffrendo. Questa logica non ha a che fare con il Vangelo. Guardiamo cosa dice Gesù questa sera quando invia gli apostoli. Parla di difficoltà e croci. La soluzione non è cercare il colpevole. La soluzione è prendere la propria croce e seguire Gesù. Dio non ci darà croci più pesanti di quelle che possiamo portare. Non è sempre facile. Qualche volta ci fermiamo e qualche altra cadiamo sotto la croce, ma anche questo fa parte della nostra vita.
Cerchiamo dal Signore la grazia e l’aiuto per andare avanti per perseverare fino alla fine. In questo modo salveremo noi stessi e godremo la vita eterna nella gioia con il nostro Dio che è morto per noi e per la nostra salvezza.
Amen.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)