Angolo teologico (37)
Messaggi del 25 dicembre 2017 e 2 gennaio 2018
Messaggio a Marija del 25 dicembre 2017
“Cari figli, oggi vi porto mio Figlio Gesù, affinché vi doni la Sua pace e la Sua benedizione. Figlioli, vi invito tutti a vivere e a testimoniare le grazie e i doni che avete ricevuto. Non temete! Pregate affinché lo Spirito Santo vi dia la forza di essere testimoni gioiosi e uomini di pace e di speranza. Figlioli, siate benedizione! Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Commento teologico
In questo breve messaggio possiamo ricavare tre aspetti fondamentali: il primo ci mostra la Vergine Cristofora, portatrice di Cristo; poi Maria ci invita alla riconoscenza per i doni ricevuti; infine ci suggerisce la continua preghiera allo Spirito Santo.
1. Il messaggio parte con l’annuncio gioioso del Natale di Gesù ed è proprio Lei, la Vergine Madre, che ce lo comunica con tanto ardore:“Cari figli! Oggi vi porto mio Figlio Gesù, affinché vi doni la sua pace e la sua benedizione”. D’altra parte si sa che la sua missione specifica è quella di portare il Verbo Incarnato nel mondo, donando a Lui la carne umana. Si potrebbe dire che Lei costituisca lo strumento o la porta attraverso la quale il Figlio Unigenito di Dio Padre si è fatto uomo, assumendo la natura umana perfetta, eccetto il peccato, dal grembo verginale di Maria. Senza la sua disponibilità il progetto dell’incarnazione del Figlio di Dio sarebbe stato impossibile. Da qui si capisce il valore straordinario e immenso di questa missione altissima di Maria! Dobbiamo essere debitori a Lei per avere un così eccelso Redentore e Salvatore. Il Natale di Gesù, senza Maria, la Madre di Dio, non sarebbe avvenuto e noi saremmo rimasti prigionieri del peccato, della morte e delle potenze maligne. Per questa ragione può essere chiamata giustamente: Cristofora, portatrice di Cristo.
Ella lo ripete affinché non ce ne scordiamo, ma restiamo ammirati e sorpresi ogni volta che pensiamo a Lei e al ruolo materno che ha svolto a favore della nostra salvezza. Il dono di suo Figlio è così prezioso che non si può pensare ad un altro dono più grande e meraviglioso. Ella ci invita ad accoglierlo pienamente e fedelmente, per avere da Lui la pace e la benedizione. Sono parole importanti: la pace indica la serenità dell’animo e la concordia tra gli uomini; la benedizione è la fonte di ogni bene per l’umanità. Cerchiamo di vivere il mistero del Natale sotto queste due luminose realtà, non solo il 25 dicembre, ma tutti i giorni del nuovo anno 2018. Infatti abbiamo bisogno della grazia divina in ogni momento e sotto la benedizione di Gesù si potrà vivere con amore di rinnovato vigore spirituale e ottenere la vera pace non solo per noi, per le nostre famiglie, ma per il mondo intero.
2. L’altro ammonimento, che ci rivolge la Vergine, riguarda il dovere e la gioia di considerare i doni meravigliosi ricevuti dal divino Bambino e rendere grazie a Lui con sincera gratitudine. E dietro di Lui si trova Lei, la Madre, che ce lo ha donato: “Figlioli, vi invito tutti a vivere e testimoniare le grazie e i doni che avete ricevuto”. Per conservare questi doni, calati dal cielo, non c’è altro modo più efficace che pregare lo Spirito Santo, il Dono dei doni che ha il compito specifico di ispirare la nostra mente e il nostro cuore all’amore verso Gesù: “Non temete! Pregate affinché lo Spirito Santo vi dia la forza di essere testimoni gioiosi e uomini di pace e di speranza”.
3. Lo Spirito Santo, che abita dentro di noi quale illustre e generoso ospite divino, non cessa di sollecitarci e sensibilizzarci per essere pronti ad accogliere l’amore di Gesù e la sua grazia redentrice. Purtroppo noi ci dimentichiamo concretamente di questo divino Ospite e viviamo nella dissipazione e dispersione esteriore. In effetti per percepire le sue movenze ed essere a Lui docili, occorre una profonda sensibilità interiore e soprattutto un atteggiamento di ascolto e di orazione, che consente di entrare in contatto con Lui e lasciarci guidare, illuminare e sostenere dal suo amore infinito. Maria è la sua sposa castissima e la creatura umana che, più di ogni altra, è stata santificata e plasmata dallo Spirito Santo, il quale l’ha resa sua icona vivente. Ella ci aiuta a seguire il suo esempio, in modo che, come Lei, anche noi diventiamo portatori di Cristo per aprirci agli altri formando una comunità più giusta e serena, diffondendo l’amore e la pace di Cristo.
Messaggio a Mirjana del 2 gennaio 2018
“Cari figli, quando sulla terra viene a mancare l’amore, quando non si trova la via della salvezza, io, la Madre, vengo ad aiutarvi a conoscere la vera fede, viva e profonda; ad aiutarvi ad amare davvero. Come Madre, anelo al vostro amore reciproco, alla bontà e alla purezza. È mio desiderio che siate giusti e che vi amiate. Figli miei, siate gioiosi nell’animo, siate puri, siate bambini! Mio Figlio ha detto che ama stare tra i cuori puri, perché i cuori puri sono sempre giovani e lieti. Mio Figlio vi ha detto di perdonare e di amarvi. So che non è sempre facile: la sofferenza fa sì che cresciate nello spirito. Per crescere il più possibile spiritualmente, dovete perdonare ed amare sinceramente e veramente. Molti miei figli sulla terra non conoscono mio Figlio, non lo amano. Ma voi, che amate mio Figlio e lo portate in cuore, pregate, pregate e, pregando, percepite mio Figlio accanto a voi: la vostra anima respiri il suo Spirito! Io sono in mezzo a voi e parlo di piccole e grandi cose. Non mi stancherò di parlarvi di mio Figlio, amore vero. Perciò, figli miei, apritemi i vostri cuori, permettetemi di guidarvi maternamente. Siate apostoli dell’amore di mio Figlio e del mio. Come Madre vi prego: non dimenticate coloro che mio Figlio ha chiamato a guidarvi. Portateli nel cuore e pregate per loro. Vi ringrazio!”.
Commento teologico
Il messaggio comprende quattro punti o frutti o doni formidabili per la nostra vita spirituale. Il primo è l’invito a conoscere la fede profonda e l’amore vero; il secondo fa capire il legame vitale tra il perdonare, l’amare e il soffrire; il terzo si sofferma sul respiro dello Spirito di Gesù nella nostra anima; il quarto rivela la guida materna di Maria verso il Figlio suo.
1. La fede profonda e l’amore vero. Questo primo avvertimento fa capire che senza l’amore non si può vivere e spesso si smarrisce la via per ritrovare e recuperare l’amore vero che porta in sé la salvezza redentrice di Cristo. A questo punto di smarrimento e di perdita dei valori fondamentali, Lei è pronta per soccorrerci in modo che troviamo la via, cioè la fede concreta, forte e praticante, che ci conduce all’amore fraterno e alla comunione tra i suoi figli, frutto del vero e autentico cristiano: “Cari figli, quando sulla terra viene a mancare l’amore, quando non si trova la via della salvezza, Io la Madre, vengo ad aiutarvi a conoscere la vera fede, viva e profonda; ad aiutarvi ad amare davvero”.
Si capisce in tal modo la ragione della sua presenza in mezzo a noi, che ha l’unico scopo di farci infondere in noi quell’amore sincero e puro, che deriva in concreto dall’incontro con Gesù e dall’accoglienza del suo amore infinito: “Come Madre anelo al vostro amore reciproco, alla bontà e alla purezza”.
2. Perdonare – amare – soffrire. Nelle successive parole, la Vergine mostra il suo forte desiderio di volerci inculcare l’amore e, per ottenerlo, occorre essere semplici, puri, umili e generosi, soprattutto conservare un cuore semplice e infantile, come bimbi sostenuti sulle sue braccia. In tal modo possiamo essere vicini a suo Figlio che predilige i cuori puri, i quali mantengono uno spirito giovanile, gioioso e generoso: “È mio desiderio che siate giusti e che vi amiate. Figli miei, siate gioiosi nell’animo, siate puri, siate bambini! Mio Figlio ha detto che ama stare tra i cuori puri perché i cuori puri sono sempre giovani e lieti”.
In effetti Gesù stesso ci ha invitati a saperci perdonare l’uno con l’altro e conservare e ravvivare l’amore fraterno. Quando si tratta del perdono, la nostra mente si cruccia e si inasprisce, perché non riesce a perdonare, ma spesso conserva intimamente rancore, voglia di vendetta e si chiude concretamente alla comunione, perdendo il saluto verso i fratelli che hanno fatto sgarbi o sono dispettosi. Ciò causa non solo una durezza di cuore, che lo rende pietrificato, ma anche un’amarezza interiore, che fa perdere il sorriso, la letizia e la cortesia. Concretamente restiamo prigionieri del nostro egoismo e ci allontaniamo dall’amore. La Vergine si dimostra comprensiva di tale difficoltà, tuttavia sospinge a saper superare gli ostacoli, a sciogliere il cuore e aprirlo alla comunione. Ciò costituisce un vero sacrificio, che tuttavia ha risvolti molto positivi, in quanto con la sofferenza si cresce nella vita spirituale e si conquista la corona di gloria e della felicità su questa terra e nell’eternità: “Mio Figlio vi ha detto di perdonarvi e di amarvi. So che non è sempre facile: la sofferenza fa sì che cresciate nello spirito. Per crescere più possibile spiritualmente, dovete perdonare ed amare sinceramente e veramente”.
Il segreto per superare la difficoltà del perdono sta nella consapevolezza che noi siamo stati perdonati dal Signore un’infinità di volte, per averlo offeso ed essendo stati ingrati con Lui. Se abbiamo sentito nel nostro intimo la gioia e la consolazione del suo perdono, perché non siamo ugualmente generosi verso i fratelli che ci hanno fatto dei torti e sgarberie? Se hai ricevuto il perdono dei tuoi numerosi peccati, il perdono devi riversarlo su coloro che ti hanno procurato del male, sapendo che questo male è molto meno grave di quello compiuto nei confronti di Dio. D’altra parte Gesù ci ha insegnato a pregare con queste parole: rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Lo ripetiamo spesso nella preghiera, ma purtroppo non ha il risvolto nel nostro cuore e non trova riscontro nella vita concreta.
3. Il respiro di Gesù nella nostra anima. La Vergine, ancora una volta sottolinea che molti non conoscono e non amano suo Figlio, con un senso di dispiacere e di amarezza: “Molti miei figli sulla terra non conoscono mio Figlio, non lo amano”. Allora invita i suoi figli, che lo conoscono e lo amano, a pregare in modo che Lui sia sempre accolto e amato. Proprio in questo contatto personale con Gesù, il cristiano vive l’intima comunione con Lui, assaporando e sentendo i battiti del suo Cuore, il respiro del suo Spirito, come una fonte di amore pieno e soave: “Ma voi, che amate mio Figlio e lo portate in cuore, pregate, pregate e, pregando, percepite mio Figlio accanto a voi: la vostra anima respiri il suo Spirito!”.
Bellissime e commuoventi espressioni che ci fanno capire come il nostro rapporto con Gesù dev’essere profondo, cuore a cuore, al fine di sentire tutta l’effusione del suo Spirito filiale, del suo slancio di offerta al Padre e di tenerissimo amore per le creature umane. In questo modo il cristiano vive, pensa, ama, soffre all’unisono con il suo Signore e Salvatore, Che meraviglia!
4. La guida materna verso suo Figlio. Con le ultime parole Maria torna a spiegare il suo compito materno verso di noi, come aveva iniziato questo messaggio: “Io sono in mezzo a voi e parlo di piccole e grandi cose. Non mi stancherò di parlarvi di mio Figlio, amore vero”. Ella dice di parlare come una madre affettuosa, che si piega anche sulla nostra piccolezza e insieme nella nostra abilità di fare grandi cose, se seguiremo fedelmente i suoi suggerimenti. Soprattutto Ella insiste che il suo scopo principale è quello di parlare di suo Figlio, senza stancarsi mai, perché soltanto suo Figlio è il portatore della vita, dell’amore e della gioia. Lui è la Via, la Verità e la Vita, quella vita che conduce al cielo e ci fa vivere serenamente su questa terra. Non vi è altra via o verità o vita che sia più incisiva e vera di quella detta e vissuta da Gesù, il quale vuole comunicarcela in pienezza. Lui è l’Amore vero, assoluto, perfetto e infinito. Non possiamo restare indifferenti o girare lo sguardo e il cuore su altri riferimenti umani, che non hanno uguali caratteristiche del suo amatissimo e santissimo Figlio.
A noi il compito di aprire il cuore, la mente, la volontà alle sue premure materne, che ci consentono di conservare la gioia giusta e preziosa in mezzo a tante tenebre e disorientamento. Lui, Gesù, il Signore è il nostro unico sostegno e conforto, la nostra unica forza vitale e l’unico amore risanante e guaritore. Solo in Lui possiamo trovare il senso più pieno e salutare nel nostro vivere su questa terra nell’attesa fiduciosa di incontrarlo nella vita eterna e nella felicità imperitura del paradiso.
O Vergine Maria, sappiamo quante persone ti offendono e ti bestemmiano vergognosamente, noi vogliamo riparare questa malvagità, mossa dal tuo acerrimo nemico, l’antico serpente, che tu schiacci con il tuo piede! Per questo ti vogliamo bene, Madre cara, e ci mettiamo nelle tue mani materne, per essere anche noi liberati da ogni spirito maligno e restare fermamente avvinti al tuo amatissimo Figlio, Gesù Cristo, nostro unico Salvatore e Redentore. I tempi sono oscuri e difficili, ma Tu ci doni quella luce necessaria per non sbagliare strada e rimanere intrappolati nella mentalità materialistica, egoistica di questo mondo. Grazie a Te, che ce lo ricordi insistentemente, per farci capire che senza di Lui non possiamo fare nulla di buono e meritevole. Tu non ti stanchi di ripetercelo e noi siamo così sordi e chiusi di cuore! Ma te lo diciamo filialmente e amorevolmente: mostrando le nostre miserie, noi amiamo immensamente tuo Figlio e con Lui ci affidiamo alle tue cure materne, per non essere mai allontanati o disorientati dalla Verità salutare che Lui ci ha donato e ci dona costantemente. A Lui onore e gloria nei secoli. Amen.
Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.