Riflessione di fra Stanko Ćosić – Medjugorje, 13 giugno 2020
Una donna delle pulizie lavorava in una ricca casa. Colui che aveva costruito la casa e aveva creato l’opportunità di vita agiata per figli e nipoti non viveva più. Sua moglie, una donna anziana, viveva a letto e aveva bisogno di cure tutto il giorno.
Mentre faceva il suo dovere la donna delle pulizie ha notato che la stanza della signora anziana era poco pulita. Nascosta è entrata nella stanza e l’ha messa in ordine. Più si avvicinava all’anziana e più notava che aveva bisogno di essere curata meglio. Per non ferire la famiglia la donna si preoccupava per lei quando gli altri non vedevano. Più stava con lei e più cercava di rispondere ai suoi bisogni.
Dopo un pò la signora anziana è morta. I suoi beni li ha lasciati alla donna delle pulizie con la motivazione che le aveva dedicato tanto tempo prodigandosi in cure.
Questo esempio ci aiuta a riflettere sul brano del Vangelo in cui Gesù ha inviato gli apostoli in missione. La parola “apostolo” in semitico significa “colui che ha la procura”.
Gesù ha conferito ad alcuni discepoli la procura. Salito al monte ha chiamato a Sè i discepoli e ne ha scelti 12 per stare con Lui, per mandarli a predicare e per dare loro il potere di scacciare i demoni.
Gesù li ha scelti per ragioni note soltanto a Lui. La prima cosa che ha chiesto loro è di stare con Lui.
La donna delle pulizie che era con l’anziana era attenta alle sue parole, aperta ai suoi bisogni e ai suoi desideri. Gli apostoli, se vogliono essere vicini al Signore, devono stare con Lui, ascoltare i Suoi desideri, essere attenti alle Sue Parole. Quando questo è al primo posto tutto il resto andrà bene. E’ difficile riconoscermi come apostolo se non conosco Colui che mi manda. E’ molto importante per noi cristiani, specialmente per i religiosi, tenerlo presente.
La cappella è un luogo di ritiro e di cura del rapporto con Lui. Può essere la cappella della tua stanza, del tuo cuore o specialmente della chiesa. Il lavoro quotidiano sarà efficace se inizia nella tua cappella.
Gesù, guardando la gente, ha avuto pietà di loro e ha voluto aiutarli: guarire le malattie, scacciare i demoni, rinforzare i deboli. Ha bisogno delle mani dei Suoi missionari. Ecco perchè sceglie coloro che vogliono continuare quell’opera assieme a Lui. Attraverso il tempo passato con il Signore la nostra attenzione per i bisogni delle persone aumenterà.
Gesù ha visto la fame del popolo e ne è rimasto dispiaciuto. Ha sofferto con loro e ha dato loro il farmaco. Questa è l’opera dei Suoi missionari.
E’ bello notare che Gesù non manda i Suoi discepoli nelle città pagane. Certamente non lo fa perchè non vuole aiutare tali città, ma perchè quel compito era troppo difficile per gli apostoli in quel momento. Prima li manda tra il loro popolo. Il primo luogo di azione sono i loro cari. E’ importante occuparsi prima della propria comunità. Quando mostriamo calore e cura qui saremo pronti per essere inviati ad altri.
Non posso andare tra gli estranei se sono straniero in casa mia. Forse sarebbe una via di fuga. E’ triste sentire quando una persona è elogiata da tutti e nella sua famiglia si comporta da dittatore o da sconosciuto. E’ meglio adempiere i propri doveri e dare prima amore al nostro prossimo. Stare con il Signore e poi andare dagli altri per rispondere al dolore del prossimo è un bel programma di vita.
Non abbiamo bisogno di sforzarci ulteriormente. Si tratta di un compito che ci richiederà di cambiare il nostro modo di pensare, di cambiare i valori, di convertirci completamente.
Possa il Signore, che ci incontra in ogni luogo, ma in modo particolare nelle cappelle del mondo, darci pazienza e apertura per ascoltare la Sua Parola. Lui è la Luce che porteremo ai nostri cari.
Amen.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)