Davanti al Papa Elena racconta la sua conversione avuta a Medjugorje
Io dico sempre che ho toccato il mio inferno all’età di 21 anni.
Oggi mi sento proprio Cuore a cuore con Gesù a raccontare questa cosa. Ho conosciuto un ragazzo ad una festa in spiaggia. Neanche me ne ricordo il nome. In seguito ad un rapporto sessuale, ceercato per rispondere ad un bisogno momentaneo e poi ero ubriaca, per cui non avevo neanche la forza di scegliere se avere quel rapporto o meno, dopo qualche mese mi sono accorta che aspettavo un bambino.
Chiara dice che le ferite rimangono e sono difficili da guarire.
E’ ancora forte l’immagine di me seduta per terra in bagno col test di gravidanza in mano, senza forze. Una voce mi diceva: “Ecco, te lo sei meritato. E’ quello che ti sei meritata per ciò che hai fatto in tutta la tua vita”.
Subito dentro di me ho pensato che dovevo risolvere questo problema. Per me si trattava di un problema. Dicevano che fino ai tre mesi non si trattava di vita. Io ci credevo. Dicevano che si poteva abortire; era un diritto di una ragazza.
Così dopo poco tempo da sola, senza dire niente a nessuno, sono andata in ospedale e ho praticato l’aborto. Ricordo che quando mi sono svegliata ho visto una luce dalla finestra. Quella è stata una giornata stranissima: non ho ricordo di colori, di odori, di niente. Tutto era indifferente. Però quando mi sono svegliata ho visto questa luce che entrava dalla finestra e mi ricordo il mio sospiro. Voleva essere un sospiro di sollievo e in realtà era pesante come la morte.
Pensavo che tutto fosse finito lì. In realtà era tutto iniziato.
Sono tornata a casa e ho pensato di poter riprendere la mia vita, l’università, il lavoro, le amicizie, i ragazzi. In realtà più niente mi bastava. Si era creata dentro di me una voragine.
Non me ne stavo rendendo conto, ma una parte di me davvero era morta per sempre in quel momento. Non era morto solo il mio bambino.
Mi sono chiusa in casa. Ho passato due anni terribili. Il rapporto malato con il cibo è diventata la mia malattia. Ho cominciato a smettere di mangiare. Sono dimagrita tantissimo. Da una parte volevo che gli altri mi guardassero con sguardo compatito. Volevo urlare il mio dolore con il corpo, perchè con le parole non riuscivo. Nessuno lo sapeva, però avevo bisogno di buttarlo fuori.
La mia era una lotta col mio corpo: meno mangiavo e più sentivo che stavo vincendo. Ma vincendo cosa? Non lo so. Questa lotta contro il mio corpo mi faceva sentire forte.
Mi ricordo che sempre di più passavo le notti sotto le coperte. Piangevo. Piangevo disperata. Mi dicevo: “Che senso ha vivere così?”
Da tutto questo i miei genitori sono stati esclusi da me. Poi ho saputo che in realtà essi pregavano ogni giorno per me, perchè io potessi un giorno cambiare.
Un giorno, dopo un pianto, dopo essere stata tuta la notte a piangere, mi sono svegliata che avevo una sensazione di dolore che mi soffocava il cuore. Mio padre mi ha proposto di andare a Medjugorje. Io l’ho colta come un’occasione. Un pò per farli felici, per fare un regalo ai miei genitori e un pò perchè speravo di trovare a Medjugorje la soluzione. Era l’ultima spiaggia.
Sono partita per Medjugorje,
Quando sono arrivata ho detto: “Ho proprio sbagliato tutto a venire qua. Questi sono tutti matti!”
Tutte queste persone che pregavano. Io non sapevo neanche cosa volesse dire pregare col cuore.
Però la prima sera è venuto un gruppo di ragazzi della comunità “Nuovi Orizzonti” e un ragazzo ha fatto la sua testimonianza. Una testimonianza di una vita di inferno e di rinascita da quella situazione. Io sono stata subito rapita. Non tanto dalle parole, ma dalla luce che questo ragazzo aveva negli occhi.
Ho detto: “E’ quella la luce che io voglio. E’ quella la cosa che ho sempre cercato. La voglio. La voglio in tutti i modi”
Chiesi a Marco come potessi anch’io avere questa luce e lui mi disse: “Devi pregare”.
Pregare? Non sapevo cosa volesse dire. Non avevo mai pregato col cuore.
Il giorno dopo, però, sono salita sul Podbrdo, il monte delle apparizioni. Lì è avvenuto il mio incontro con Dio. Sono convinta di aver sperimentato un pezzo di Paradiso. Non conoscevo Dio. Non sapevo come si potesse manifestare nella vita di una persona.
Sono salita sul monte. Davanti alla statua di Maria mi sono inginocchiata e ho sentito queste parole: “Ti amo così come sei. Ti amo ora e ti amo sempre”.
Questo “ti amo” era quel “ti amo” che io avevo cercato da sempre. Era quell’amore che io avevo cercato da sempre in tutta quella mia ricerca affannosa nei divertimenti, nei ragazzi, nello sballo. Io avevo bisogno di quel “ti amo” lì.
E’ come se improvvisamente avessi capito che Dio c’era sempre stato e mi avesse sempre amato. Ero io che non avevo gli occhi per vederLo.
Quel “ti amo così come sei” ha cambiato la mia vita.
Sono tornata da Medjugorje che non ero più la stessa. Sono entrata in Nuovi Orizzonti e ho cominciato il percorso di conoscenza di sè e di guarigione del cuore proposto da Chiara.
E’ stata tosta, perchè guardare certe ferite, dare loro un nome – tradimenti, abbandoni, anoressia, aborto – è impossibile senza Dio. Ogni volta ho trovato la risposta in quel “tu sei preziosa ai Miei Occhi; ti stimo; ti amo nonostante tutto quello che hai fatto; togliamolo insieme quel ‘nonostante’”. Sentivo Dio che mi diceva proprio questo. “non importa se hai detto di no alla tua vita; oggi voglio che tu le dica di sì”. Sentivo che Gesù mi diceva questo. Voleva che dicessi sì alla mia vita.
Ho fatto questo percorso a Nuovi Orizzonti. La cosa più difficile è stato il perdono verso me stessa. Gesù era lì che voleva perdonarmi. Perdonare quello che avevo fatto non era semplice. Soprattutto quando sono nati i miei due figli e ho preso in braccio la prima bimba mi sono resa conto veramente di quello che avevo fatto.
Non è vero che passa. Non passa. Quando ho stretto tra le braccia Sofia ho capito che avevo troncato una vita col mio egoismo, con la mia paura, col mio non amore. Avevo impedito ad una vita di vivere. Però c’era Gesù con me. Oggi sono certa che mentre ero seduta in quel bagno in terra senza forze, c’era Gesù accasciato come me, vicino a me e che mi guardava con quegli Occhi pieni di Amore come io guardo i miei figli. Pieni di Amore impotenti e che ti amano lo stesso.
Ho sentito tutto questo Amore di Gesù. Quando L’ho sentito ho sentito anche il Suo Perdono e sono riuscita a dirmi: “Sì, Elena; ti perdono”.
Certe ferite restano nel cuore. Ho sperimentato anche Gesù che è entrato con me nel mio grido, fino in fondo nel mio dolore. Egli mi ha reso gloriose le ferite. Lo sperimento tutte le volte che racconto la mia storia.
Incontro tanti giovani per lavoro e non solo. Anche in tante attività di evangelizzazione che faccio in Nuovi Orizzonti. Ogni volta che racconto la mia storia, che dono con tanto dolore le mie ferite, sento veramente che queste si trasformano in gioia. Sembra impossibile, ma è così.
Ogni volta per me è una guarigione in più.
Quindi penso che ogni volta che racconterò la mia storia scenderanno delle lacrime. Sarà così sempre. Però oggi sono le Lacrime di quel Gesù che mi guarda con quegli Occhi pieni di Amore e mi dice: “Ti amo lo stesso. Ti amo immensamente così come sei”.
Oggi sono moglie. Mio marito è lì in seconda fila. Sono mamma di due bambini. Sono una “piccola della gioia”. Cerco di spendere la mia vita senza perdere neanche un secondo a testimoniare l’esperienza d’Amore che ho avuto. Lo faccio nel lavoro, nell’evangelizzazione, nella prevenzione verso i giovani che incontro quotidianamente.
Testimonio loro che l’Amore di Dio è veramente la risposta ad ogni grido che abita nei loro cuori.
Fonte: (Trascrizione a cura di A. Bianco)
One Comment
Patrizia Angelini
Purtroppo sono co se sono cose che capitano senza volerlo quando alziamo un po il gomito questo lo abbiamo fatto un po tutti di bere in po troppo ma poi importante che con l aiuto del Signore e Dio con la mamma celeste Siamo usciti fuori dal incubo e ci hanno sempre aiutato con la loro potenza perché ci stanno sempre vicino ogni giorno che Dio ti benedica e ti protegga sempre con lo spirito Santo scenda su di te ciao