Omelia della santa Messa – Festa di san Marco – Medjugorje, 25 aprile 2020
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Parola del Signore.
Fratelli e sorelle, nella nostra vita tante cose dipendono dai consigli, dall’incoraggiamento e dagli ordini che riceviamo dai nostri anziani e dai nostri superiori.
I bambini dai genitori; gli alunni dagli insegnanti; gli operai dai datori di lavoro.
Se ignoriamo i suggerimenti e i comandi le cose vanno male. Diventiamo responsabili e colpevoli di questo. Il peggio è che le conseguenze della nostra mancanza vengono pagate anche da altri.
Possiamo parlare di relazioni di causa ed effetto nella nostra vita.
Tutto ciò che accade ha una causa. Tutto ciò che facciamo ha conseguenze positive o negative.
Abbiamo appena sentito la più grande relazione causa/effetto che si sia mai incontrata. Gesù affida la Sua missione sulla terra ai Suoi discepoli che la devono continuare.
“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”. Indica loro le conseguenze di questa missione: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato”.
La salvezza del mondo dipende da come.i discepoli capiscono e realizzano la missione a loro affidata.
Proviamo ad approfondire la situazione in cui si trovavano Gesù e quelli che stava inviando nel Suo Nome. Su quale base poteva affidare il destino di tutto il mondo ad un gruppo di pescatori e contadini ignoranti della Galilea? Come potevano garantire il successo di questa missione?
L’evangelista Luca ci dice che prima di scegliere i 12 fra un numeroso gruppo di discepoli Gesù ha trascorso tutta la notte in preghiera. Ciò che ha affidato a loro è un’opera divina. Loro sono semplicemente gli esecutori obbedienti dell’opera di Dio.
Sant’Agostino prega Dio dicendo: “Il Tuo migliore amico è colui che non pensa di sentire da Te ciò che vorrebbe sentire, ma che è disposto a desiderare ciò che sente da Te”.
I discepoli erano pronti ad identificarsi con il desiderio del loro Maestro. Per Gesù questo era sufficiente. Hanno dimostrato la loro fedeltà pagando con il loro sangue.
Chi era Marco che oggi celebriamo? Non era uno dei 12, ma era nelle immediate vicinanze di Gesù.
Luca, negli Atti degli apostoli, dice che la prima comunità cristiana a Gerusalemme, dopo la Morte e la Resurrezione di Gesù, si radunava per pregare nella casa di una certa Maria che aveva un figlio di nome Marco. Non è escluso che in questa stessa casa Gesù abbia tenuto la Sua ultima cena con i discepoli.
Luca ci rivela inoltre che Marco era il nipote di Barnaba e che loro due accompagnano Paolo nel suo primo viaggio missionario a Cipro. Luca non nasconde nemmeno il fatto che a Cipro Marco si sia bruscamente separato da Paolo e Barnaba e sia tornato a Gerusalemme. Possiamo solo ipotizzare i motivi di questa separazione.
Nel secondo viaggio missionario di Paolo non và nemmeno Barnaba.
Barnaba và assieme a Marco, mentre Paolo porta con sè altri collaboratori.
Tutto ciò ci dice che gli apostoli sono umani e non andavano sempre d’accordo. Ma tutti erano fedeli al Signore e alla missione ricevuta.
Successivamente troviamo Marco assieme a Pietro a Roma, dove l’apostolo scrive la lettera che abbiamo sentito.
Come Marco sia stato leale ed utile a proclamare il Vangelo nell’impero romano si può vedere dal fatto che Pietro lo definisce “suo figlio spirituale”. Hanno vissuto assieme a Roma durante la persecuzione dei cristiani ad opera dell’imperatore Nerone.
Potrebbe essere che Marco sia stato in compagnia di Pietro anche quando Pietro, per paura di perdere la vita, ha deciso di lasciare Roma.
Secondo una leggenda riportata nel romanzo Quo Vadis mentre Pietro lascia Roma camminando per la via Appia gli sarebbe apparso Gesù. Pietro ha detto stupito: “Quo vadis, Domine?” (Dove stai andando. Signore?) E Gesù ha risposto: “Sto andando a Roma per morire di nuovo, mentre tu la stai abbandonando”.
Dopo questa parola Pietro perde la paura. Ritorna dai cristiani romani e poco tempo dopo subisce il martirio, come anche Paolo.
Secondo la leggenda Marco è andato ad Alessandria. Qui ha fondato una comunità cristiana e qui è morto martire.
Marco ha scritto il Vangelo in cui ha interpretato ciò che ha sentito da Pietro.
Fratelli e sorelle, il Signore non ha smesso di inviare testimoni e missionari anche oggi. Non sceglie persone perfette, perchè non esistono. Sceglie quelli che sono obbedienti e fedeli a Lui e che mettono i propri doni e le proprie capacità al servizio del Vangelo.
Essi saranno i Suoi amici. Nel Vangelo di GiovanniGesù dice: “Vi ho chiamato amici, perchè tutto ciò che ho sentito dal padre l’ho fatto conoscere a voi”.
Henry Ford, il padre dell’industria automobilistica mondiale, ha confermato l’espressione precedente di sant’Agostino. Ad un banchetto improvvisamente Ford ha chiesto al suo vicino a tavola: “Chi è il tuo migliore amico?” Dopo che la persona ha elencato alcuni nomi Ford ha preso un foglio e una penna e ha scritto: “Il tuo migliore amico è colui che sa come sviluppare le tue qualità”. Quindi non colui da cui ti aspetti doni e favori, ma chi ti aiuta a sviluppare in modo giusto i doni che Dio ti ha dato.
Nessuno lo capiva meglio di Gesù. Solo Lui sapeva i motivi per cui aveva scelto i Suoi discepoli. Solo Lui conosceva le loro migliori qualità e sapeva come svilupparle e metterle al proprio servizio.
Oggi chiama tanti missionari che sono disposti ad andare tra i più poveri e testimoniare loro il Suo Amore.
Gesù non ha mai detto che i Suoi discepoli avrebbero avuto successo, ma ha parlato dei frutti che devono essere portati nella fedeltà e nella pazienza.
E’ sufficiente credere alla Sua promessa e contare seriamente su di essa.
Negli anni ’70 un vescovo inglese ha chiesto al suo amico, il famoso attore Anthony Queen: “Come mai noi abbiamo scarso successo con il pubblico anche se predichiamo cose sublimi e voi attori riuscite ad affascinare le masse con le vostre invenzioni?” Queen ha risposto: “Perchè parliamo di cose immaginarie con tutta serietà e voi delle cose sublimi come se fossero inventate”.
Fratelli e sorelle, si tratta di una risposta che deve far pensare ogni cristiano.
Anche oggi Gesù Si aspetta che i cristiani siano il sale della terra e la luce del mondo. Questo significa essere responsabili non solo della propria salvezza, ma anche di quella del mondo.
I primi cristiani, a partire dagli apostoli e dagli evangelisti, erano così. Per questo il Cristianesimo si è diffuso in tutto il mondo.
Per l’intercessione di san Marco il Signore ispiri anche oggi annunciatori e sviluppi in loro i Suoi doni per il bene della Chiesa e del mondo intero.
Amen.
fra Ivan Dugandzic
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)