Omelia della santa Messa – Medjugorje, 24 aprile 2020
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Parola del Signore.
Cari fratelli e sorelle, nei Vangeli la moltiplicazione dei pani si trova 6 volte.
E’ evidente che questo evento ha influenzato parecchio la prima comunità dei discepoli. La si trova in tutti i Vangeli
Queste pagine riassumono la completa missione di Gesù.
Siamo colpiti dalla tenerezza di Gesù per le persone che continuano a seguirLo
Questa volta, dopo aver preso la barca, si reca sull’altra riva del lago. Gesù vede davanti a Sè tutta quella folla. Essa è stanca e affamata. Essa è alla ricerca di qualcuno che si prenda cura di lei.
Il Cuore di Gesù non resiste davanti a questa commozione. Prima guarisce i malati e poi comincia a conversare con la folla.
Tutti Lo ascoltano. Le persone non sono solo senza pane, ma senza la Parola giusta per la propria vita. Infatti l’uomo non vive di solo pane, ma anche di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio.
Tuttavia il Signore sa che l’uomo ha bisogno anche del pane. Egli dice: “Non preocupatevi nella vita per cosa mangiare e bere. Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la Sua Giustizia. Tutto il resto Verrà dato in aggiunta”. Questo è ciò che accade nella scena della moltiplicazione dei pani.
I discepoli, pensando di essere più consapevoli di Gesù, Lo interrompono. “Il posto è deserto ed è già tardi. Lascia che la gente vada a casa a comperare del cibo”. E’ un comportamento normale. Abbastanza premuroso. Ma Gesù risponde: “Non bisogna farli andare via. Date voi loro da mangiare”.
Il Signore sa che i discepoli hanno poco cibo con sè; solo 5 pani e 2 pesci. Tuttavia devono rispondere al bisogno di quella folla.
Il miracolo comincia proprio dalla debolezza che i discepoli hanno messo con fiducia nelle Mani del Signore. Ecco come avviene la moltiplicazione: la povertà diventa abbondanza.
Spesso la titubanza blocca i miracoli, così tante persone soffrono la fame o muoiono.
Il Signore compie un miracolo, ma non senza l’aiuto dei discepoli. Il Signore ha bisogno delle nostre mani, sebbene siano deboli. Ha bisogno del nostro tesoro, sebbene sia modesto.
Egli rende forti le nostre debolezze e ricca la nostra povertà. Questo è il significato dei 12 cesti di pane avanzati. Ad ogni discepolo ne è stato affidato uno per sentire la responsabilità di distribuire quel pane che la Misericordia di Dio ha moltiplicato.
Ci chiediamo cosa debba fare l’uomo per avere un miracolo.
Il brano del Vangelo ci dà la risposta. Per nutrire quella folla Gesù poteva fare tutto da solo, ma Lui ha chiesto due cose: la generosità di un ragazzo. Egli aveva 5 pani e due pesci e li ha offerti generosamente. Si è privato di tutto. Gesù chiede anche la fede degli apostoli.
Ha avuto bisogno degli apostoli anche per distribuire i pani e i pesci.
Ricordiamoci anche del primo miracolo alle nozze di Cana. Anche in quell’occasione Gesù ha avuto bisogno dei servi. Essi hanno obbedito a Gesù. Hanno portato l’acqua e hanno ripreso il vino.
Ci sono oggi i miracoli? Sì, anche se spesso non sono noti. Non avvengono solo a Fatima, Lourdes o qui a Medjugorje, ma un pò ovunque. Potrebbero essercene di più se Gesù trovasse più generosità e fede. Non esistono solo miracoli materiali, ma anche quelli spirituali: perseveranza nella bontà, conversioni, generosità alla morte, resistenza alle tentazioni.
Cari fratelli e sorelle, viviamo in tempi difficili. Dio potrebbe trasformarli, ma cerca la nostra cooperazione.
Cosa chiede da noi? Chiede di essere la Provvidenza di Dio. Dio teme che non ci doniamo del tutto spiritualmente. Ecco perchè non interviene regolarmente in maniera materiale, ma piuttosto interviene all’interno dell’uomo.
Dio non fa ciò che dobbiamo fare noi. Non guida il progresso della storia umana lasciando da parte l’uomo. Dio vuole che siamo noi ad agire. Siamo responsabili dei nostri fratelli e degli eventi della nostra famiglia.
Stiamo morendo di fame, perchè non seminiamo, non sacrifichiamo noi stessi. Non diventiamo pane per gli altri. Non ci spezziamo come ha fatto Gesù per Amore.
Siamo noi che dobbiamo moltiplicare il pane. Non solo quello materiale. E’ vero che è importante dare il pane ai bambini, ma è importante anche insegnare loro come si può dividere quel pane.
La condivisione riassume l’intero Vangelo. La condivisione è al centro della Chiesa. La condivisione rende cristiani.
Una fiaba dei fratelli Grimm dice così: un contadino è morto povero, ma devoto e arriva alla porta del Paradiso. A quella porta arriva anche un ricco che vuole entrare. Arriva san Pietro e fa entrare il ricco e richiude la porta, come se non avesse visto neanche il povero. Dall’esterno il povero ascolta la musica e i canti in onore di quel ricco. Tutto torna a tacere e san Pietro si ripresenta alla porta e la spalanca al povero. Entra e si attende di avere anche lui una festa gioiosa. Gli angeli lo accolgono con gentilezza, ma senza festa. A quel punto chiede a san Pietro, perchè ci fosse differenza di trattamento tra lui e il ricco. San Pietro risponde: “Non è come tu pensi, caro mio. Tu sei infinitamente prezioso per noi. Come gli altri, anzi più degli altri, godrai il Paradiso. Ma i poveri come te arrivano da noi ogni giorno, mentre i ricchi ci arrivano raramente. Dobbiamo aspettare anni o secoli. Ecco perchè abbiamo festeggiato così l’arrivo di quel ricco”.
Davvero, come cantava la Beata Vergine Maria, Dio “rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili”.
Chiediamoci questa sera: da che parte stiamo noi?
Amen.
fra Dragan Ružić
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)