Omelia della santa Messa – Medjugorje, 14 aprile 2020
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Parola del Signore.
Fratelli e sorelle, tutti abbiamo sentito il detto “bisogna saper leggere tra le righe”. Cosa significa? Non c’è nulla di scritto tra le righe del testo, ma alcuni testi ci danno l’impressione che la realtà di cui stanno parlando sia molto più profonda e complessa e che sia impossibile esprimerla in parole in modo esaustivo e convincente.
Leggendo tali testi ci pare che gli autori cerchino con impazienza la giusta espressione. Si ripetono o lasciano pensieri incompiuti.
Questo capita in modo particolare nelle descrizioni delle tribolazioni o catastrofi naturali che improvvisamente affliggono le persone e alterano il corso della vita e sconvolgono i piani umani.
Mentre ascoltiamo i testi del Vangelo in questi giorni dell’ottava di Pasqua che descrivono gli eventi relativi al sepolcro di Gesù abbiamo esattamente questa impressione.
I 4 evangelisti differiscono notevolmente nel loro tentativo di raccontare in modo convincente un evento indicibile e indescrivibile, poichè Gesù è risorto dalle tenebre. E’ passato dal sepolcro alla luce celeste. Ha sostituito la Sua Vita nella Carne con una spirituale che sfugge alla vista e al tatto umano. Tuttavia è rimasto indissolubilmente legato ai Suoi discepoli.
Nel tentativo di mostrare ai fedeli questo nel modo più convincente gli evangelisti agiscono ciascuno a modo proprio. Mentre uno sottolinea il fatto del sepolcro vuoto, per l’altro è importante il ruolo di un angelo che spiega ciò che è accaduto. Il terzo ricorda che tutto era previsto nelle Scritture. Il quarto sottolinea l’accompagnamento degli eventi in natura: eclissi solari, terremoti.
Però tutti hanno una cosa in comune: tutti danno l’impressione che sia impossibile dire a parole, in modo convincente e completo, ciò che è accaduto la mattina di Pasqua e nei giorni successivi. Questo ci rivela la vita che è andata avanti; la vita degli amici e dei nemici di Gesù.
Mentre gli amici, dopo lo shock del Calvario, testimoniano audacemente che Gesù – crocifisso e sepolto – è risorto dalla tomba ed è il vincitore, i suoi nemici – dopo un breve trionfo – sono ora in grossi guai per affrontare quella nuova realtà. Riconoscere il fatto significherebbe convertirsi, ma loro non lo vogliono fare. Ed è per questo che rimangono Suoi nemici. Essi volgono la loro rabbia verso i discepoli di Gesù, perchè testimoni della Sua Resurrezione.
Così succede ancora oggi. Mentre alcuni fanno di tutto per testimoniare Cristo altri fanno il loro meglio per zittirli e ostacolano il messaggio della Resurrezione di Cristo.
Nel libro “La guerra contro Gesù” viene riportato l’esempio toccante del martirio di un cattolico pakistano che era il ministro delle minoranze religiose nel governo di quel grande paese musulmano. E’ stato ucciso dagli estremisti musulmani solo perchè sosteneva costantemente il cambiamento delle condizioni di vita insopportabili della minoranza cristiana. Sembrava prevedere cosa gli sarebbe successo, così, poco prima della sua morte, ha scritto il suo testamento spirituale che diceva: “Mi hanno offerto alti incarichi nel governo e mi hanno chiesto di lasciare la mia battaglia, ma ho sempre rifiutato fino al punto di rischiare la mia vita. La mia risposta è sempre stata la stessa: ‘No. Io voglio servire Gesù. Voglio vivere con Cristo e morire con Lui. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno voluto uccidermi o imprigionarmi. Mi hanno minacciato, perseguitato e terrorizzato la mia famiglia. Finchè vivrò, fino all’ultimo respiro, servirò Gesù e questa povera umanità sofferente: i cristiani, i bisognosi, i poveri’”.
Fratelli e sorelle, dove ha trovato quest’uomo la forza per dare la sua coraggiosa testimonianza nelle condizioni difficili e pericolose della sua vita? Nel legame con Cristo Risorto. Attraverso la Sua Resurrezione ha illuminato la Sua croce, ma anche quella di tutti coloro che la portano pazientemente con Lui.
Torniamo alla prima lettura di oggi. La stessa cosa, forse, non è successa anche a Pietro? Lui, uno spaccone che dice che non avrebbe mai rinnegato il Maestro, Lo ha rinnegato appena avrebbe dovuto ammettere di essere uno dei Suoi discepoli.
Ma dopo la Resurrezione di Gesù e la discesa dello Spirito Santo Pietro è un uomo nuovo. E’ pieno di coraggio e determinazione nel dire la verità.
Come sono coraggiose le sue parole: “Sappia, dunque, con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso”.
Pietro sapeva che quella frase poteva essere sufficiente per porre fine alla sua vita e finire sulla croce come il suo Maestro, ma lui non ha più paura. Non ha paura, perchè ora è un uomo nuovo che con il potere della Resurrezione di Gesù è risorto dalla sua debolezza.
Trent’anni fa un sacerdote mio amico si trovava in Terrasanta per Pasqua. Si è ricordato di me e mi ha scritto una cartolina. Su questa vi era una frase insolita: “Non dimenticare: le resurrezioni sono possibili anche fuori da Gerusalemme”.
Fratelli e sorelle, non solo sono possibili, ma Gesù è risorto in modo che tutti noi possiamo già partecipare alla Sua Resurrezione e risorgere insieme a Lui. Come? Accettando sinceramente la conversione a cui Lui ci invita.
Vorrei ricordare che anche i testi biblici dovrebbero essere letti “tra le righe”.
Quando il figliol prodigo della parabola ha sprecato tutta la sua eredità in terra straniera e quando non gli era rimasta che la casa paterna e suo padre, ad un certo momento si incontra con se stesso e dice: “Mi leverò e andrò da mio padre”. Bastava dicesse: “Andrò da mio padre”. Invece lui dice: “Mi leverò”. Perchè? Nel testo originale in greco lo stesso verbo indica la Resurrezione di Gesù. Gesù si è levato dal sepolcro per andare dal Padre.
Quindi qual è il collegamento? Proprio come Gesù Si è levato ad una nuova Vita nella gloria del Padre, così il figliol prodigo, con la sua decisione di levarsi, esprime il suo intento di convertirsi e cambiare vita, di tornare da suo padre.
Questo significa che ogni conversione è una piccola resurrezione nelle condizioni della nostra vita terrena. E’ una garanzia della Resurrezione alla fine dei tempi.
Questo è il motivo per cui sempre cerchiamo assieme a Maria Maddalena l’incontro con il Signore Risorto, così da poter essere testimoni gioiosi della Sua Resurrezione e della nostra conversione.
Amen.
fra Ivan Dugandzic