Omelia della santa Messa – Medjugorje, 13 aprile 2020
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
Parola del Signore.
Cari fratelli e sorelle, nel celebrare la Solennità della Resurrezione di Cristo la Chiesa celebra il più grande mistero della sua fede.
Con la domenica di Pasqua inizia il tempo pasquale della durata di 50 giorni, così la celebrazione della Pasqua viene estesa per l’intero periodo. Un giorno è troppo poco per commemorare questo evento.
Questi giorni dovrebbero essere caratterizzati dalla gioia, perchè la Chiesa celebra la vittoria di Cristo, il Suo passaggio dalla morte alla vita.
L’ottava di Pasqua riveste un’importanza particolare. Negli 8 giorni successivi alla Pasqua il Gloria risuona sollennemente nelle chiese, mentre vengono letti i racconti delle apparizioni di Gesù Risorto.
Uno di questi eventi lo abbiamo sentito oggi nel Vangelo.
L’evangelista Matteo ci riporta il racconto di due donne che hanno incontrato Gesù Risorto. Le donne sono andate al sepolcro dove Lo avevano deposto. Sono andate per fare ciò che i cristiani fanno spesso: visitare le tombe dei propri cari. Ma questa visita, che non è speciale, diventa una cosa inaspettata.
Arrivate al sepolcro è avvenuto un forte terremoto, perchè un angelo è sceso in terra per spostare la pietra del sepolcro.
Queste due donne diventano le prime testimoni del sepolcro vuoto e le prime annunciatrici della Buona Novella. L’angelo dice loro di andare dai discepoli a raccontare ciò che è successo.
Lungo il cammino del ritorno avviene un altro evento: l’incontro con Gesù Risorto. Per la grande gioia le donne Gli abbracciano i Piedi e Lo adorano. Fanno un gesto che dobbiamo fare anche noi in segno di gratitudine nei confronti del Padrone della vita e della morte. Egli ci ha permesso di entrare nella vita eterna che possiamo e dobbiamo vivere già qui sulla terra.
Il Risorto ordina alle donne di dire ai Suoi discepoli che lo avrebbero incontrato in Galilea.
E’ interessante che Gesù, che è risorto a Gerusalemme, il centro della spiritualità per gli ebrei, dica che Lo avrebbero visto in Galilea. Perchè proprio in questo posto? Non avrebbe potuto incontrarli a Gerusalemme, dove magari si erano nascosti dopo la Sua Passione e Morte? Perchè percorrere 100 chilometri verso nord per incontrarsi? Non c’era un posto più vicino?
La risposta la possiamo trovare se leggiamo con attenzione il Vangelo di Matteo. Matteo colloca la maggior parte dell’opera di Gesù proprio in Galilea. Qui ha trascorso la maggior parte del tempo con i Suoi discepoli. Qui è cresciuto e probabilmente ha iniziato la Sua opera pubblica. Probabilmente sono cresciuti qui anche i Suoi discepoli.
Gesù invita i Suoi discepoli a tornare in Galilea, perchè è lì la loro vita quotidiana. Non vuole incontrarli in un posto speciale, ma in un ambiente ordinario.
Fratelli e sorelle, spesso cerchiamo croci straordinarie o luoghi straordinari in cui incontrare Dio. Quando cerchiamo le cose straordinarie spesso ci dimentichiamo di quelle ordinarie o quotidiane. Dimentichiamo gli impegni o gli incontri con le persone che non ci sembrano speciali.
Se osserviamo più attentamente la Persona di Gesù Cristo vediamo che Egli sceglie la nostra routine quotidiana per manifestarci l’Amore divino.
Un autore ha scritto un libro dal titolo interessante: “L’arte di vivere. La vita quotidiana nella bellezza”. Per noi cristiani la vita di tutti i giorni dovrebbe diventare un luogo dove incontrare Cristo Risorto. E’ il luogo dove siamo chiamati a vivere la nostra identità cristiana, cioè la novità della vita che ci ha promesso con la Sua Resurrezione dai morti.
Rifiutiamo spesso una croce, perchè non la consideriamo importante. Perchè non crediamo che con quella croce possano verificarsi grandi cambiamenti. Non pensiamo di poter fare grandi cose con tale croce. Ma nelle piccole cose, negli incontri quotidiani con le persone e con i nostri cari, siamo chiamati a vivere la nostra vita cristiana che ha come fondamento la Resurrezione di Gesù.
Come Gesù aspettava i Suoi discepoli in galilea, così ci aspetta nella nostra vita quotidiana, perchè è lì che siamo chiamati ad incontrarLo e amarLo.
Ai tempi di Gesù la Galilea era il luogo dove vivevano le persone rifiutate, cioè quelle che non vivevano secondo la legge. Si pensava che nessunb profeta potesse venire dalla Galilea, perchè era un luogo senza valore.
Gesù Risorto dice ai discepoli di tornare da Gerusalemme in un posto così indegno per testimoniare la speranza che viene dalla Sua Resurrezione.
Fratelli e sorelle, è un invito a tutti noi. In modo speciale in questo momento in cui molti sono rifiutati, emarginati e hanno bisogno del nostro aiuto, affetti da malattie o da varie difficoltà. Questo tempo è un’opportunità per mostrare loro la nostra identità cristiana che è chiamata a servire gli altri come ha fatto Gesù.
Questo è il luogo in cui siamo chiamati a proclamare la Resurrezione. Se lo facciamo diventerà la nostra Galilea, il luogo del nostro incontro con il Signore Risorto. Diventerà un’opportunità per gli altri per conoscere Gesù Cristo. Diventerà un sepolcro dal quale sarà possibile inviare la Buona Novella della Resurrezione di Gesù.
Sia lodato Gesù Cristo.
fra Perica Ostojić
Omelia del diacono fra Renato Galić
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)