Omelia della santa Messa – Medjugorje, 6 aprile 2020
Dal Vangelo secondo Giovanni
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Parola del Signore.
Cari fratelli e sorelle, in questi giorni santi ci viene mostrata la figura del Servo del Signore per guidarci nel mistero della Pasqua.
La sua missione e sofferenza sono una profezia di Cristo. Dio Stesso presenta il Suo Servo. Lo ha scelto per una missione di grande importanza. Lo segue e Lo supporta.
Consacrato dallo Spirito profetico il Servo estenderà a tutte le nazioni il diritto, cioè la conoscenza dei giudizi di Dio.
La missione del Servo del Signore è descritta dall’immagine del messaggero del grande re. Secondo l’usanza babilonese era suo compito annunciare le condanne a morte nelle piazze della città. Se alla fine del suo giro nessun testimone si fosse alzato in difesa del detenuto avrebbe spezzato la canna e spento la lampada che portava per mostrare che la sentenza era irrevocabile.
Il Servo dell’unico vero Re, Dio, non spezza la canna. Colui che porta il Suo giudizio non viene per condannare, ma per salvare con il potere della Sua Dolcezza e Verità.
Le estremità più lontane del mondo aspettano la Sua dottrina.
In Cristo questo personaggio diventa realtà. Lui è il Servo sofferente, il vero Liberatore dell’umanità dalla prigione del peccato. Egli è scelto ed inviato per portare la salvezza.
Gesù è la Luce venuta sulla terra per illuminare tutte le nazioni. Il mediatore di una nuova ed eterna alleanza, confermata nel Suo Corpo donato e nel Suo Sangue versato.
La cena a Betania è un preannuncio dell’ultima cena. Nella mentalità dell’epoca il cibo, specialmente quello preso assieme, aveva il carattere del sacro, perchè espressione della gratitudine della vita.
Questa gratitudine è ancora maggiore a causa della presenza di Lazzaro che Gesù aveva resuscitato da morte.
Ma è il carattere di Maria che è in primo piano a causa del suo atto d’amore compiuto senza calcolo. L’unguento che versa sui Piedi di Gesù è davvero prezioso. 300 denari equivalevano alla paga di 10 mesi di lavoro di un operaio. L’evangelista osserva che l’intera casa è pieno dell’odore di quell’unguento.
Giovanni ci mostra due discepoli di Gesù: Maria e Giuda. L’amore apre il cuore della prima, mentre l’afflizione chiude in modo irreversibile il cuore del secondo.
Anche noi siamo invitati a stare a cena a Betania con Gesù in un’atmosfera di amore e amicizia. Ci fermiamo per scoprire il sentiero della salvezza che ci ha preparato Gesù che porta dalla morte alla vita, come è successo con Lazzaro. Possiamo scoprire la cura premurosa che diventa servizio quotidiano al Maestro e ai Suoi discepoli, come ha fatto Marta. Possiamo scoprire l’amore profondo che cresce di giorno in giorno, come per Maria, oppure i limiti e i calcoli sempre più miserabili che ci soffocano, come per Giuda. Questi due discepoli di Gesù ci vengono ppresentati come esempi contrastanti.
E’ decisivvo riconoscere ed accettare l’Amore che Gesù dona. Lui Stesso è l’Amore.
Giuda non Lo ha accettato. Per questo condanna lo spreco di Maria. Fa i suoi calcoli utilizzando la scusa dei poveri.
Sul suo amore maria ha basato la sua vita. Senza calcolo. Con intuizione raffinata ha capito l’essenziale: Gesù è un Uomo povero che dona tutto.
Lei non può più aspettare e vuole fare un gesto eloquente al Maestro. Sui Suoi Piedi che hanno aperto il cammino riversa il suo amore.
Signore Gesù, Figlio di Dio, che sei venuto nel mondo per diventare l’Uomo più vicino a noi vieni questa sera e ogni sera da noi per una cena in amicizia. Rendi ognuno di noi la Tua Betania, dove i Tuoi segreti nascosti si riversano nel nostro cuore, in modo che possiamo vivere con Te.
Tu hai vissuto per noi e sei morto per noi.
Cari fratelli e sorelle, Maria ha riversato su Gesù il profumo. Il profumo era simbolo d’amore.
In questa settimana anche noi come Maria di Betania doniamo il tempo e il nostro cuore al Signore. Nulla sarà come prima.
Nel libro del “Piccolo principe” troviamo questa conversazione: “Buongiorno”, disse il piccolo principe. “Buongiorno”, rispose il commerciante. Vendeva perle perfette. Ingerita una di queste non si sarebbe più sentita sete per una settimana. “perchè le stai vendendo?” “E’ un grande risparmio di tempo. Gli esperti hanno calcolato che si risparmiano 53 minuti alla settimana”. “E cosa fai in questi 53 minuti?” “Puoi fare quello che vuoi”. “Se io avessi 53 minuti di tempo libero andrei lentamente verso qualche sorgente”.
Cari fratelli e sorelle, in questa settimana santa camminiamo lentamente verso Gesù e verso la Sua Resurrezione.
Se ci sembra di non aver vissuto bene il periodo quaresimale ci rimane ancora questo tempo: breve, ma sufficiente per accettare l’Amore. Sufficiente per darGli la nostra fiducia e la nostra lealtà.
Amen.
fra Dragan Ružić
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)