Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 21 marzo 2020


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».
Parola del Signore.


Carissimi fratelli e sorelle, abbiamo sentito la Parola di Dio della 4. domenica di Quaresima.
Il Vangelo parla di un uomo nato cieco e di come Gesù gli ha aperto gli occhi.

Da una parte vediamo il cieco che recupera la vista e dall’altra parte le persone che hanno occhi sani, ma sono ciechi nello spirito.
In questo testo incontriamo i farisei che hanno visto ciò che Gesù ha fatto, ma non lo accettano. Il loro cuore è chiuso e indurito. Non vogliono vedere la Verità.

La Quaresima è il tempo in cui Gesù desidera aprire i nostri occhi. La maggior parte di noi ha gli occhi sani. Vediamo con gli occhi del corpo ma domandiamoci: “I miei occhi del cuore forse sono ciechi? Sono cieco nello spirito? Forse io credo di vedere e di pensare in modo giusto…”

Io posso essere cieco e non vedere le opere buone degli altri e le caratteristiche buone delle altre persone. Il nostro cuore si può chiudere verso qualche persona. Il nostro cuore può essere duro.
Non vedo o non voglio vedere ciò che è buono negli uomini.
Posso essere cieco verso i miei peccati.
Alla fine del Vangelo Gesù dice ai farisei: “Se foste ciechi non avreste alcun peccato, ma siccome dite ‘noi vediamo’ il vostro peccato rimane”.
Io credo di non avere peccati. Io credo di essere completamente giusto. Proprio in questo sta il peccato. E’ il peccato del fariseo che prega nel tempio. Crede di essere giusto e di non avere peccati. Pensa che gli altri abbiano peccati. Vede i peccati degli altri e dice: “Grazie, Signore, perchè non sono come quei peccatori”.
Il suo peccato è il fatto di non porsi domande su se stesso. Non si domanda neppure se lui possa essere un peccatore. Il suo cuore è chiuso. Non vede se stesso.

Le persone che hanno preso pietre per lapidare la donna trovata in adulterio l’hanno portata da Gesù, affinchè Lui la giudicasse e condannasse. Ma Gesù dice loro: “Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”.
Queste persone non pensano sia sbagliato prendere la pietra per lapidarla. Pensano: “Noi siamo giusti e lei ha sbagliato. Lei merita di essere condannata, mentre noi siamo buoni”.
Gesù li invita alla conversione, al cambiamento. Chiede: “Chi di voi è senza peccato?”

Cari fratelli e sorelle, anche noi senz’altro spesso commettiamo l’errore di vedere soltanto i peccati degli altri, la pagliuzza nel loro occhio e non vediamo le loro opere buone.
Noi dobbiamo vedere l’errore dell’altro, ma importante è seguire l’indicazione di Gesù: quando vedi l’errore dell’altro non reagire subito. Fermati e rivolgi il tuo sguardo verso te stesso. In quel momento entra nel tuo cuore per scoprire la trave che c’è in esso. Ciò che è sbagliato in te. Liberati da questo.
“Beati i puri di cuore, perchè vedranno Dio”.

Quando ho la trave nel mio cuore non vedo bene. Vedo la pagliuzza nell’occhio dell’altro e lo giudico. Sono pronto a cancellare una persona per una pagliuzza. Per una piccolezza cancello tutta la persona. Se quella persona ha detto qualcosa di sbagliato io giudico la persona intera.
Sì, devo vedere gli errori, ma devo fare anche un’altra cosa: devo liberare il mio cuore per vedere come vede Gesù.

Gesù entra nella casa di Zaccheo. La gente giudica questo atto. Gli dicono: “Tu non devi entrare nella casa di Zaccheo, perchè è un peccatore”.
Gesù guarda in modo diverso. Vede Zaccheo, il suo peccato, le sue debolezze, ma vede anche qualcos’altro: vede che è figlio di Abramo. Il fatto che Zaccheo sia un peccatore è il motivo per andare da lui. Deve andare da lui, perchè bisogna salvare chi ha bisogno.

Cari fratelli e sorelle, Gesù ha guarito questo cieco nato.
Anche noi possiamo essere ciechi e per questa ragione ci invita a Lui. Gesù desidera liberarci dalla cecità.
Desidera che recuperiamo la vista per vedere bene Lui e gli altri.
Preghiamo il Signore, affinchè ci doni il Suo Santo Spirito. Il Suo Santo Spirito ci guidi verso la Verità e apra i nostri occhi per poter vedere tutto con gli Occhi di Gesù: noi stessi e il mondo.

Fratelli e sorelle, ci troviamo nella pandemia di corona virus. Dopo sole poche settimane la gente pensa in modo diverso. Dicono: “Il corona virus mi ha aperto gli occhi. Mi ha aiutato a comprendere certe cose. Adesso posso vedere come ho sprecato inutilmente il mio tempo. Ho sprecato le mie energie in cose inutili. Questa situazione mi ha aiutato a scoprire l’unica cosa importante nella vita. Mi si sono aperti gli occhi per la preghiera e per Dio. Sono stato riportato a Gesù. Il corona virus mi ha buttato in ginocchio. Ora prego col cuore e comprendo ciò che la Madonna ci dice da 39 anni. Lo comprendo appena adesso”.

Cari fratelli e sorelle, questa Quaresima sia il tempo di apertura dei nostri occhi. Pregherò Gesù di aprire i miei occhi e di purificare il mio cuore per recuperare la vera vista.

Amen.

fra Marinko Sakota

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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