« Date tutte le vostre preoccupazioni al Signore »
Messaggio dell’ 11 ottobre 1984
“Il Signore, mettendovi alla prova, vi ama. Quando siete nelle preoccupazioni, offrite sempre al Signore tutto e non dovete preoccuparvi di nulla”
L’ultimo messaggio di giovedì scorso era questo: «Vi ringrazio cari figli perché avete offerto tutte le preoccupazioni che avete avuto raccogliendo la frutta; il Signore provandovi vi ama. Fate sempre così quando siete nelle preoccupazioni: offrite sempre al Signore tutto». E ha detto: «Vi ringrazio perché avete seguito la mia voce».
Dal punto di vista teologico e per noi anche pratico, in questo messaggio sono dette tre cose importanti.
La Madonna ci conduce al Signore, a Gesù, dicendo: «Il Signore vi ama». Ha ripetuto tante volte «io vi amo». In un messaggio per Jelena ha detto: «Se voi sapeste quanto vi amo piangereste per la gioia». Allora questi piccoli messaggi mostrano una mariologia pura. La Madonna dice: «Il Signore vi ama anche quando vi prova; date tutte le vostre preoccupazioni al Signore».
Questa cosa è detta proprio per i sacerdoti che si domandano cosa succede a Medjugorje e forse sono scettici. Allora questo è per me come sacerdote anche un criterio dell’autenticità, perché l’unico dovere della Madonna è di condurci a Gesù, al Signore. E si comporta in tutti i messaggi come a Cana di Galilea, dove dice: «Fate tutto quello che Lui vi dirà». Ella si mostra sempre come una serva umile.
Ma ha detto un’altra cosa più importante per la nostra gente: «Vi ringrazio perché raccogliendo la frutta avete offerto tutte le preoccupazioni al Signore». Raccogliendo la frutta in questi giorni la gente aveva tanta ragione di avere preoccupazioni, perché le vigne e tante altre cose, per la molta pioggia, sono distrutte. Il Signore vede. Vede anche la Madre e ci consola: non abbiate preoccupazioni. E questo lo ha ripetuto.
A marzo la Madonna tramite Jelena ha detto: «Ogni giovedì durante l’adorazione meditate il brano evangelico Matteo 6, 24 fino alla fine del capitolo». In questo brano si dice: «Non si può servire a due padroni». Allora occorre una decisione, una scelta. Un altro pensiero è questo: guardate gli uccelli del cielo, l’erba del campo… con le vostre preoccupazioni non potete prolungare la vostra vita. Allora abbandonatevi al Signore e lui guiderà tutto. E la terza cosa è: cercate prima il Regno dei cieli. Padre Laurentin ha detto in questo senso: la Madonna si è adattata nelle cose più piccole alla situazione nostra e dice: non preoccupatevi, so che le vigne sono distrutte per la pioggia, ma guardate che il Signore vi ama anche quando siete nelle prove. Questo è come un esempio: avete fatto bene, perché avete dato le preoccupazioni al Signore; fate sempre così quando vengono simili situazioni.
Sabato c’erano qui più di duecento sacerdoti, 152 hanno concelebrato, era una grande assemblea e tramite Marija Pavlovic hanno domandato se c’era qualche messaggio per i sacerdoti. La Madonna ha detto: «Carissimi figli, il Signore mi ha permesso di raccogliervi qui; lavorate sempre nello Spirito Santo e pregate sempre prima di ogni lavoro».
La Madonna alla fine di settembre ha detto in un messaggio: «Vi ringrazio perché mi avete aiutato con le vostre preghiere e con i vostri digiuni, perché si realizzino i miei piani, i miei progetti; ma continuate a pregare, perché tutti i piani siano realizzati». Io ho parlato con i veggenti – parlo ogni settimana – ed ho domandato se essi sanno qualcosa su questi progetti e se possono dire qualche cosa. Hanno detto: «Sappiamo, ma non possiamo dire». Se la Madonna dice in un altro messaggio: «Il Signore mi ha permesso di raccogliervi qui», vuol dire che è un piano della Madonna. Allora si può dire e spiegare che in ogni messaggio, anche in questo messaggio, si vede che la Madonna conta, che ha nel suo piano anche la nostra venuta, la mia venuta qui a Medjugorje, e anche la vostra e anche quella di Padre Tomislav. Perché c’è un piano grande, ma noi non possiamo vedere tutto. E per me, che sto lavorando qui, adesso c’è una sola cosa importante: fare tutto quello che posso fare oggi. Ho imparato cosa significa abbandonarsi e lasciarsi guidare, perché tante volte quando noi abbiamo guardato alla situazione ci siamo trovati come in una strada senza uscita. Ma poi abbiamo visto che c’è un’uscita, che c’è per noi un atteggiamento nuovo da imparare: l’abbandono. Alcune volte abbiamo ricevuto il messaggio proprio trovandoci in una situazione difficile: «Perché vi preoccupate? Voi pregate, digiunate; io guido le cose». Anche se naturalmente esiste una resistenza. Due volte quest’estate ha ripetuto: «Pregate perché il diavolo vuole distruggere i miei piani». E sempre, quando ha detto questo, dopo alcuni giorni abbiamo sentito degli attacchi, ma molto forti. Questa è la direzione nella quale la Madonna guida. Dobbiamo imparare da una parte proprio a pregare, digiunare, e dall’altra parte abbandonare tutto al Signore tutte le difficoltà, perché il Signore proprio sa tutto. La Madonna ce l’ha detto tante volte che Egli sa, che conosce la nostra via e che ci vuole bene; solo ci chiede che noi permettiamo al Signore che faccia tutto quello che vuole con noi. In questo senso vediamo un po’ che cosa significa conversione.
La Madonna ha detto, quando ha domandato il Rosario intero, di pregare con il cuore. Che significa pregare con il cuore? Significa questo: lasciare che la Parola incominci a parlarci e, quando succede questo, è cominciata la nostra conversione o è continuata. Guardate, noi sappiamo il messaggio. La Madonna non è venuta per dirci un messaggio nuovo: Pace – Conversione – Fede Preghiera – Digiuno, tutto è nel Vangelo. La prima parola di Gesù era: «Convertitevi!». Ma allora sul livello della rivelazione, delle nuove verità, non abbiamo bisogno delle apparizioni, ma le apparizioni sono per vedere in questo senso pratico, per darci un impulso. Cioè, il problema non è che noi non conosciamo che cosa dobbiamo fare, ma il problema è farlo. «Tanti hanno incominciato a pregare – ha detto in questo messaggio la Madonna – ma pregate con il cuore. Non lasciate che la preghiera e il digiuno diventino un costume, una routine per voi. Tanti hanno incominciato a pregare e a digiunare solo perché gli altri lo fanno». E alla Parrocchia ha detto: «Ringraziate il Signore perché mi ha permesso di restare tanto tempo con voi». Quando abbiamo incominciato a pregare, abbiamo seguito la voce della Madonna; ma pregando si deve approfondire la preghiera. Se si resta sul livello delle labbra, delle parole, allora non si fa la volontà del Signore e non si segue l’invito alla preghiera; perché la Madonna ha detto «col cuore». Significa: lasciate che ogni parola e ogni segno vi parli, vi muova. Per esempio, in ogni famiglia cristiana esiste una Croce e la Croce è parola sul perdono, sull’amore, sul sacrificio, sulla vita eterna, sull’assoluto abbandono al Signore; ma tante volte noi nelle nostre case e nelle nostre comunità litighiamo, non perdoniamo, non cerchiamo la riconciliazione, ci comportiamo come egoisti. Domandiamoci: che significa allora la Croce per noi? La Croce è. una Parola, ma se noi ci siamo abituati a guardare la Croce senza sentire nel cuore che cosa significa, noi abbiamo interrotto la nostra via della conversione. La conversione comincia quando di nuovo comincia a parlarci la Parola. Domandando il Rosario, la Madonna domanda non solo che noi preghiamo centocinquanta Ave Maria in mezz’ora, quaranta minuti, ma vuole che noi ci avviciniamo ai misteri della Redenzione, ai misteri della vita di Maria e di Gesù. E avvicinarsi ai misteri significa trovare in ogni mistero un impulso concreto per la mia vita concreta.
Un altro esempio. Se vi trovate oggi in una situazione difficile o se vi troverete domani e se perdete la pazienza, perché non fermarvi dieci minuti e meditare per esempio come Gesù portava la sua croce? Allora una situazione concreta può portarci e deve parlarci del. Signore. Se perdiamo la pazienza perché è una croce difficile o una situazione difficile, si dovrebbe trovare un po’ di tempo per la preghiera, per guardare e meditare come Gesù si comporta o lasciare che, pregando i misteri, troviamo noi la soluzione alla nostra situazione. Per esempio, se contempliamo come la Madonna ha visitato la sua cugina Elisabetta, che significa questo? La Madonna vede la situazione, vede i bisogni, va e aiuta, porta la gioia. Allora se io, contemplando questo mistero, trovo quale è la volontà del Signore per me (per esempio, visitare qualche malato o fare qualche cosa d’altro), significa che io continuo a pregare, che ho pregato, che la Parola mi ha parlato, mi ha mosso, e io vado e faccio. La preghiera allora non è solo una parola al Signore, ma è la vita: la preghiera deve diventare vita e la vita deve diventare preghiera. La preghiera diventa una preghiera permanente. Se noi colleghiamo il nostro lavoro con la preghiera e la preghiera con il nostro lavoro, allora riceviamo le ispirazioni nella preghiera e il lavoro ci ispira alla preghiera. Questo è possibile. Se non possiamo oggi, non significa che non possiamo in un mese, ma si deve incominciare come si può. Mangiando viene l’appetito, anche pregando viene la preghiera. Domandando all’inizio i sette Padre nostro, la Madonna ha mostrato che vuole da noi una preghiera permanente.
La Madonna non fa la teoria sulla preghiera, ma dà concreti avvisi adatti al popolo a cui parla. Per il nostro popolo dire «avvicinatevi ai misteri della Redenzione», non significa niente, ma dire «pregate il Rosario» significa tanto. E così si può pregare il Rosario tutta la giornata, si comincia una preghiera permanente; perciò ho detto non di trovare in un giorno trenta minuti per dire centocinquanta Ave Maria, ma pregare tutta la giornata. Io dico qualche volta che ogni buon fumatore trova ogni tanto il tempo per la sua sigaretta: perché ogni buon cristiano nelle situazioni e durante la giornata non trova il tempo per pregare? Guardate, questa è la preghiera che è connessa con la mia vita attiva, ma la preghiera ha un’altra dimensione, ha anche una dimensione interiore, come la mia vita col Signore. E così ricevo la pace, la pace più profonda che il Signore mi vuol dare, la pace per abbandono, come ha domandato nel Vangelo che ho detto, Matteo 6,24-34.
(P. Slavko Barbaric – Medjugorje 17 ottobre 1984)