Omelia della santa Messa – Medjugorje, 25 gennaio 2020
Dal Vangelo secondo Matteo
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
Parola del Signore.
“Chi non conosce la Sacra Scrittura non conosce Cristo”. Queste sono parole di san Geronimo dalmata, un personaggio innamorato della Parola del Signore. Egli ha tradotto la Parola di Dio in latino e l’ha spiegata con gioia per renderla comprensibile a tutti.
A 1600 anni dalla morte di san Geronimo Papa Francesco ha proclamato questa terza domenica dell’anno “domenica della Parola di Dio”.
San Gregorio Magno dice: “Chi conosce la Sacra Scrittura conosce il Cuore del Signore”. Sant’Agostino dice che la Sacra Scrittura è una lettera d’Amore che Dio ha mandato all’umanità.
Queste bellissime espressioni provvengono dall’esperienza vissuta nella Parola di Dio. Esse sono un chiaro monito che nessuno può dichiararsi cattolico se non ha un quotidiano rapporto con la Parola che Dio ha lasciato a me e a te. Per san Francesco la Parola di Dio era come un Sacramento. In essa vedeva Gesù Cristo che si dona a noi. Aveva un grande rispetto per Essa.
San Francesco insegnava ai suoi confratelli di conservare ogni pezzo di carta, anche pagine di qualche libro, che riportassero frasi della Parola di Dio e di metterle in un luogo adatto.
La Parola di Dio è diventata il programma della sua vita e di quella del suo ordine.
La prima regola che è giunta a Papa Innocenzo era composta dalle parole della Sacra Scrittura.
Quando san Francesco doveva compiere qualcosa di importante la Parola di Dio era la Saggezza a cui attingere.
Cari fratelli e sorelle, tutti questi esempi confermano l’esperienza di Emmaus che Papa Francesco cita nella premessa della lettera che proclama la “Domenica della Parola di Dio”. Il cammino verso Emmaus è la strada che Gesù fa percorrere ai due discepoli per portarli alla vera fede. Egli spiega loro il senso profondo della Parola di Dio e fa comprendere loro le scritture. I discepoli pregano i Risorto di rimanere con loro. Egli prega, benedice il pane e lo spezza. In quel momento i discepoli Lo riconoscono.
Per mezzo di questo brano capiamo che la Sacra Scrittura e l’Eucaristia hanno un legame inseparabile.
Come dice la costituzione Dei Verbum del Concilio Vaticano II, la Chiesa ha sempre venerato le letture come il corpo del Signore. Nella Santa Messa viene offerto ai fedeli la Parola del Signore e il Suo Corpo nell’Eucaristia. La Parola di Dio è inseparabile dai Sacramenti, perchè ci fa capire il loro senso profondo.
Il popolo cristiano è forte, perchè ogni giorno il Signore ci parla e ci nutre nella Sacra Scrittura.
Il Papa dice: “E’ urgente che diventiamo familiari con la Sacra Scrittura e con Cristo Risorto che continua a spezzare il pane della Parola nella comunione dei fedeli”.
Dobbiamo essere sempre più vicini alla Sacra Scrittura, altrimenti il nostro cuore rimane freddo e i nostri occhi chiusi.
San Paolo, nella lettera a Timoteo, dice che la lettura della scrittura è necessaria per riparare, allevare, educare nella giustizia.
La Sacra Scrittura non è solo una raccolta di libri storici, la cronaca di un popolo o la vita di certe persone, ma ci indica la via per la salvezza dell’uomo.
La Sacra Scrittura non è un libro per studiosi o per un circolo ristretto di persone, non è un souvenir, ma un libro vivo e reale. Non è stata scritta per qualcun altro, ma riguarda me, te e ciascuno di noi. La Parola di Dio chiede la mia e la tua risposta. Essa può avvenire solamente nel nostro quotidiano. Dobbiamo modellare la nostra vita secondo il Suo consiglio.
Essa ci rinfresca, ci guida; per mezzo di essa alleviamo i nostri figli. Essa sia per noi consolazione e forza per la vita.
Questo per noi è importante proprio in un tempo in cui i mass media dicono troppe parole. Si tratta solamente di parole umane che spesso portano l’uomo in confusione e lo fanno andare fuori dalla via retta.
Dovstojevsky, il grande scrittore, testimonia che nei suoi 4 anni di prigionia ha avuto con sè un solo libro: la Sacra Scrittura. La teneva sotto il cuscino, la leggeva ogni giorno e ne meditava ogni parola. L’ha imparata a memoria e in Essa ha trovato consolazione e aiuto in quei momenti così pesanti.
Fratelli e sorelle, poco fa abbiamo sentito Gesù iniziare la Sua Opera pubblica con la frase: “Convertitevi. Il Regno dei Cieli è vicino”. Si tratta di una tale conversione e trasformazione in modo da pensare, desiderare e operare in maniera diversa.
L’uomo deve rinunciare ad ogni male nei pensieri e nelle azioni. Dobbiamo vivere secondo i 10 Comandamenti.
Gesù dice che il Regno dei cieli è vicino, perchè è lì, è presente. Allora mi devo domandare: quando inizio a dedicare più tempo a mia moglie,al mio bambino, alla mia famiglia, ai genitori? L’unica risposta giusta è “oggi”.
Quando smetterò di fare del male, quando comincerò a perdonare come gli altri dovrebbero fare a me? La risposta è sempre la stessa: oggi.
Questo “oggi” conferma la sincerità della mia decisione.
Abbiamo sentito che Gesù ha chiamato i pescatori Pietro, Andrea, Giovanni e Giacomo. Rispondono immediatamente alla chiamata di Gesù. Lasciano le reti, le barche, i loro padri e Lo seguono. Così dovrebbe fare ognuno di noi. Senza indugio.
Quando prendere questa decisione? Oggi. Noi non siamo i padroni del domani. Nessuno ci garantisce che domani saremo ancora in vita o che faremo ciò che abbiamo pensato oggi.
A noi è stato donato il giorno di oggi. Oggi possiamo e dobbiamo fare qualcosa. Magari si tratta di una cosa piccola, ma qualsiasi cosa fatta con amore è grande.
Il grande scrittore Oregel ci ammonisce: “Voi che prendete parte ai misteri del Signore quando ricevete l’Eucaristia tenetela con tutto il rispetto. Nessuna briciola cada per terra!. Sarebbe un peccato lasciar cadere qualche briciola.
Cari fratelli e sorelle, ogni giorno il Signore ci dona la Sua Parola.
Per mezzo di questa domenica la Chiesa vuole che tra il popolo cresca la vicinanza alla Sacra Scrittura.
Il Deuteronomio dice: “La Parola sia sempre vicino a noi: nella nostra bocca e nel nostro cuore, così che La mettiamo in pratica”.
La Beata Vergine Maria ci aiuti a leggere la Parola, a vivere in Essa, a metterLa in pratica, in modo da diventare testimoni dell’Amore di Dio e coloro che portano la Buona Novella ad ogni uomo.
Amen.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)