Angolo teologico (15)
Messaggi del 25 febbraio e 2 marzo 2016
Messaggio a Mirija del 25 febbraio 2016
“Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito tutti alla conversione. Figlioli, amate poco, pregate ancora meno. Siete persi e non sapete qual’ è il vostro scopo. Prendete la croce, guardate Gesù e seguitelo. Lui si dona a voi fino alla morte in croce perché vi ama. Figlioli, vi invito a ritornare alla preghiera del cuore perché nella preghiera possiate trovare la speranza ed il senso della vostra esistenza. Io sono con voi e prego per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
Commento teologico
Il messaggio contiene un argomento essenziale proprio per il tempo quaresimale che stiamo vivendo: la conversione, “Vi invito alla conversione”. In che cosa consiste la conversione? Essa è un’idea centrale di tutta la Sacra Scrittura, sia dell’AT sia del NT. Soprattutto con Gesù la conversione è diventata la base e lo scopo della sua missione. Si tratta di cambiare rotta, cioè capovolgere l’orientamento della nostra mente e di conseguenza il nostro comportamento, passare da uno stato di freddezza o tiepidezza o trascuratezza spirituale ad un rinnovamento del cuore e della mente e delle azioni. Prima della conversione siamo rivolti e ripiegati su noi stessi (egoismo) o immersi nelle cose terrene (materialismo) o presi dalla esteriorità e vanità (dissipazione); con la conversione siamo rivolti verso Dio e verso Gesù quale valore fondamentale (cristocentrismo), siamo disponibili alla sua santa volontà e alla sua Parola (docilità ai comandamenti divini)), impegnati nel coltivare la vita interiore e nel seguire il cammino della crescita di fede, speranza e di amore puro (rigenerazione o rinnovamento spirituale). Nasce così una nuova vita autenticamente cristiana sotto tutti i punti di vista, personali, familiari, religiosi, sociali, professionali, caritativi.
Il messaggio infatti descrive tre momenti successivi e strettamente collegati tra loro: quali capisaldi della conversione: il primo momento sta nella constatazione della nostra fiacca spirituale e della debolezza morale, come ci fa notare la Vergine: “figlioli, amate poco, pregate anche di meno”. Sono parole forti e chiare, soprattutto assolutamente vere, se ben consideriamo il nostro vivere quotidiano così scialbo e pigro, privo di fervore e di slancio generoso. Tocca a noi fare un serio esame di coscienza per prendere atto della situazione misera in cui ci troviamo, considerando i punti deboli e più difettosi, la nostra miseria e pigrizia, tutto ciò che si collega ai peccati più o meno gravi. Il secondo momento riguarda la strada nuova da percorrere, ricuperando fiato ed energia interiori, lasciando il vecchio e polveroso sentiero per intraprendere un cammino più vero e radicale, che consiste nella sequela di Gesù: “prendete la croce, guardate Gesù e seguitelo”. Qui si racchiude tutto il senso della vita cristiana, non vi è altro da cercare o da indagare. Anzitutto si tratta di saper accettare la croce quotidiana con spirito di offerta e di amore generoso, evitando le lamentele, le arrabbiature, le inquietudini scontrose. In secondo luogo occorre fissare lo sguardo su Gesù, nostro modello e maestro, vedendo come egli ha saputo abbracciare la sua croce molto più pesante della nostra e lo ha fatto unicamente per aderire alla volontà del Padre e per la nostra redenzione. Non resta altro che mettersi sulle sue tracce docilmente, sapendo che lui porta con noi la croce e noi ci appoggiamo alla sua grazia e al suo sostegno efficace; dovremmo, quali suoi discepoli, rimanere fedeli a lui, senza rimpianti o nostalgie della mondanità o delle cose futili che alle volte attanagliano il nostro animo. Il terzo momento della conversione, ci dice la Vergine, avviene quando ritroviamo la gioia e l’entusiasmo per la preghiera intima, fatta col cuore. Per mezzo di essa ci mettiamo in collegamento diretto con Dio nostro Padre tenerissimo, con Gesù nostro salvatore e pastore buono, con lo Spirito Santo consolatore e santificatore assieme alla mediazione di Maria nostra Madre: “Io sono con voi e prego per voi”, ci assicura la Vergine. Niente di più confortevole e rassicurante. Lì, nella preghiera, si ricupera la speranza viva, “il senso della nostra esistenza”. Diventa la bussola con cui possiamo navigare speditamente senza perdere di vista l’unione con Cristo.
Coltivare la preghiera, che sgorga dall’intimo con sincerità e fede, costituisce la base che ci consente di convertirci ogni giorno con lena e serenità, sapendo ritrovare ogni volta la via giusta e salutare per vivere fino in fondo la nostra sequela dietro a Gesù e ricolmarci della sua grazia e del suo amore infinito, che si è rivelato in modo eminente nel sacrificio della croce: “Lui si dona a voi fino alla morte in croce, perché vi ama”. Fissando lo sguardo sul Crocifisso, potremo scorgere uno sprazzo di luce che riempie il cuore di pace e di forza. Aggrappati a Lui, potremo vivere veramente una perfetta e totale conversione per oltrepassare la porta che ci conduce nel suo regno di vita e di beatitudine. Lui, Gesù, è il nostro unico punto di riferimento e di rinvigorimento. Lui, lui solo, dobbiamo costantemente contemplare, ascoltare e seguire. Grazie, o Vergine Madre, che ce lo ricordi e ci inviti con dolcezza materna ad essere discepoli diligenti di tuo Figlio santissimo, per essere trasfigurati in Lui quali tuoi figli anche noi.
Messaggio a Mirjana del 2 marzo 2016
“Cari figli, la mia venuta a voi è per voi un dono del Padre Celeste. Per mezzo del suo amore vengo per aiutarvi a trovare la via verso la verità, a trovare la via verso mio Figlio. Vengo a confermarvi la verità. Desidero ricordarvi le parole di mio Figlio. Egli ha pronunciato parole di salvezza per il mondo intero, parole d’amore per tutti, l’amore che ha mostrato col suo sacrificio. Anche oggi però molti miei figli non lo conoscono, non vogliono conoscerlo, sono indifferenti. A causa della loro indifferenza, il mio Cuore soffre amaramente. Mio Figlio è sempre stato nel Padre. Nascendo sulla terra, ha portato la Divinità, mentre da me ha assunto l’umanità. Con lui la Parola è giunta in mezzo a noi. Con lui è giunta la Luce del mondo, che penetra nei cuori, li illumina, li ricolma d’amore e di consolazione. Figli miei, possono vedere mio Figlio tutti quelli che lo amano, poiché il suo volto è visibile attraverso le anime che sono ricolme d’amore verso di lui. Perciò, figli miei, apostoli miei: ascoltatemi! Lasciate la vanità e l’egoismo. Non vivete soltanto per ciò che è terreno, materiale. Amate mio Figlio e fate sì che gli altri vedano il suo volto attraverso il vostro amore verso di lui. Io vi aiuterò a conoscerlo il più possibile. Io vi parlerò di lui. Vi ringrazio”.
Commento teologico
L’avvio del messaggio riguarda la missione di Maria di venire in mezzo a noi in quanto mandata dal Padre, come aveva già detto altre volte. Ma ora aggiunge un elemento nuovo sottolineando che ciò è frutto di “un dono del Padre celeste”. La sottolineatura è illuminante facendoci capire che tutto procede dalla generosità paterna di Dio, dal suo volersi donare alle creature umane precisamente inviando la sua amatissima figlia e serva, Madre verginale del Figlio, sposa castissima dello Spirito Santo. Maria dunque è un “dono prezioso” che il Padre ha riservato per noi suoi figli al fine di assisterci e sorreggerci nel cammino quotidiano della fede e della carità. Da qui la nostra gratitudine filiale a tanto amore del Padre celeste e insieme il nostro impegno di accogliere amorevolmente un simile dono e farne tesoro.
1. Ci si chiede particolarmente in che cosa consista la missione mariana di venire fra di noi. Ella lo spiega molto bene: “vengo per aiutarci a trovare la via verso la Verità, a trovare la via verso mio Figlio”. Qui si intravede luminosamente come al suo amore materno stia a cuore che noi ci orientiamo verso il Figlio suo, ci uniamo a Gesù, per poterci accogliere così tra le sue braccia, come ha fatto con Gesù. Non esiste altro scopo più bello e avvincente di questo! Ella ci indirizza non a sé stessa ma a suo Figlio, perché Lui è la verità e la luce del mondo. Non c’è altra verità o altro valore più vitale e immortale di quella Verità che è Gesù in persona, il Figlio di Maria e Figlio di Dio, il Verbo incarnato. Su questo aspetto dovremmo riflettere a fondo per essere autentici discepoli di Gesù, innamorati della sua bontà e bellezza, della sua santità e del suo amore infinito. Lo dice espressamente sua Madre: “Egli ha pronunciato parole di salvezza per il mondo intero, parole di amore per tutti, l’amore che ha mostrato col suo sacrificio”. Maria ci prende per mano e ci conduce da Gesù, perché solo Lui è il vero e totale Salvatore dell’umanità desolata e peccatrice, schiava della morte e del maligno. Non dovremmo perdere mai di vista il primato che spetta a Cristo. Purtroppo, e qui trapela l’amarezza del cuore materno: “molti miei figli non lo conoscono, né vogliono conoscerlo, sono indifferenti” Perché succede questo? Perché tanta ingratitudine e durezza di cuore? Non basta pensare a coloro che hanno rifiutato la fede e che sono stati traviati sulle strade dell’egoismo e della corruzione, ma anche ai suoi figli più vicini. Quante volte noi stessi ci allontaniamo dal fervore della fede, dalla pratica religiosa convinta, dall’ascolto attento della Parola di Dio, chiudendoci nel nostro piccolo mondo personale e lasciandoci assorbire dai nostri problemi quotidiani, illusi di poter risolvere ogni cosa con le sole forze umane così deboli e inefficaci. Ci dimentichiamo che Lui solo ci dona la grazia e la luce di superare ogni volta le contrarietà anche più gravi, rendendoci conto che siamo i suoi prediletti e che per noi ha donato la vita sulla croce. Perché Gesù resta alle volte così lontano dal nostro cuore e dalla nostra mente? Di fatto Egli non sta più al primo posto nella nostra vita e nelle nostre faccende convulse e agitate, lo emarginiamo al di fuori, nell’isolamento come fosse un estraneo, mentre dovrebbe essere la persona più importante per noi in quanto è il nostro Redentore e Salvatore. Povero Gesù! E povera Madre sua! Il richiamo deve scuotere tutto il nostro essere da cima a fondo, tutte le nostre capacità e virtualità per intraprendere un cristianesimo più vivo, più totalizzante, più generoso. Si tratta in fondo di un’unica cosa: basilare: lasciarci avvolgere dal suo amore ed effondere su di Lui tutto il nostro amore, il trasporto interiore di entusiasmo e di affidamento. Uniti a Lui veramente l’esistenza umana assume un sapore diverso, molto più soave e sereno, prende un colore più luminoso e piacevole, portando nel nostro cuore la fiducia e la gioia della sua presenza e delle sue carezze. Con Gesù si vive meglio e stando accanto a Maria se ne capisce e se ne apprezza tutto il valore e la bellezza.
2. A questo punto il messaggio espone in maniera semplice ma profonda e veritiera il mistero cristologico, cioè l’evento della incarnazione del Verbo di Dio nel grembo verginale di Maria. Ella dichiara che suo Figlio anzitutto è Figlio eterno di Dio Padre, a lui consustanziale nella divinità e strettamente congiunto a Lui: “mio Figlio è sempre stato nel Padre”, non si è mai separato dal Padre, pur diventando uomo e condividendo l’esistenza umana. Maria è la creatura prescelta per donare la sua carne verginale affinché il Figlio di Dio potesse divenire perfettamente uomo e Figlio di Lei. Mirabile e insondabile mistero della divina onnipotenza e sapienza! Tutto si è potuto attuare in virtù dell’intervento dello Spirito santo, che ha adombrato la Vergine in modo che da Lei germogliasse il fiore più bello e santo sulla terra: il Figlio di Dio fatto uomo, Gesù Cristo. Da quel momento è totalmente cambiata la storia umana, si è capovolto il suo orizzonte e si è iniziato un cammino di liberazione e di guarigione per tutto il genere umano, affinché dalla schiavitù del peccato e della morte potesse godere della vita di grazia eterna e felice in partecipazione della vita stessa di Cristo. Da servo oppresso dall’angoscia e dalla cattiveria l’uomo è passato ad essere figlio amato e benedetto, perdonato e redento dal Padre celeste per mezzo del Verbo incarnato nella potenza dello Spirito Santo. Maria lo afferma con chiarezza: “la sua Parola è giunta in mezzo a noi” e noi l’abbiamo potuta ascoltare, accogliere nella mente e nel cuore per esserne inebriati. Ancora Ella dice: “con lui è giunta la Luce nel mondo”, in modo che l’umanità non fosse più sotto il potere delle tenebre e dell’oscurità, ma potesse essere illuminata nel bene e instradata verso la vita e la felicità eterne. Proprio Lui, Gesù, condividendo la nostra stessa esistenza terrena, ha trasformato l’umanità intera rendendola partecipe della sua stessa divinità e santità. Il volto della terra si è irrorato e abbellito, è tornato a risplendere e a rifiorire di fulgore. In ciascuno di noi rifrange la luce del volto stesso di Gesù, che si diffonde sulla faccia della terra, affinché ogni persona umana possa riconoscerlo e seguirlo per essere ricolmata del suo amore. Per questo dobbiamo anche noi riempirci di amore verso di Lui, senza compromessi o pregiudizi, ma semplicemente e totalmente diciamogli: ti voglio bene, mio dolcissimo e amabilissimo Salvatore! A te il mio amore e la mia adorazione, tutto lo slancio del mio animo. Senza di te non posso vivere né posso fare nulla di buono. Voglio restare avvinto a Te, mia gioia e mio conforto. In questo modo veniamo trasfigurati ogni giorno di più in Cristo per essere a nostra volta strumenti della sua luce tra gli uomini. Ascoltiamo attentamente le parole della Vergine: “figli miei, possono vedere mio Figlio tutti quelli che lo amano, poiché il suo volto è visibile attraverso le anime che sono ricolme d’amore verso di Lui”.
3. O Vergine madre, vorremmo essere noi i tuoi figli testimoni nel mondo della luce di tuo Figlio, affinché l’umanità, immersa ancora tra le tenebre e la malvagità di tanti malanni e sofferenze sia fisiche che spirituali, familiari e sociali, possa tornare a rivedere la luce che splende in Cristo tuo Figlio e costruire un mondo più giusto, buono e salutare. A Lui, il Signore e Salvatore, che unicamente può donare pace e speranza agli uomini, sia onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Tu, o Vergine santa, continua ad aiutarci perché si compia la venuta del regno di tuo Figlio, regno di amore e di verità. Di questo ti siamo infinitamente grati e ti diciamo con tutto lo slancio del cuore che ti vogliamo ascoltare ed essere figli tuoi docili e forti. Resta con noi in questi tempi difficili e sconvolti. Grazie per essere nostra Madre amorevole. Tu sei “il dono prezioso” che Dio nostro Padre ha fatto a noi poveri figli suoi e noi ti custodiamo gelosamente e ti stiamo sempre vicini. Con Te e dietro la tua guida, ci sentiamo al sicuro. Grazie, o clemente, o dolce Vergine Maria.
Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.