«Ero omosessuale e a Medjugorje volevo trovare l'inganno»
Testimonianza di Emanuela Perrone al festival giovanile 2019
Buon pomeriggio a tutti, cari giovani.
Volevo ringraziare innanzitutto l’organizzazione del festival per avermi dato questa possibilità di condividere con voi quello che Gesù, per mezzo di Maria, ha fatto nella mia vita.
Inizio con questo aneddoto.
Un giorno una mia amica mi disse: “Sono incinta. Che cosa devo fare? Sto lavorando e ho una grande carriera davanti”. Io le dissi con molta tranquillità: “Semplice: devi abortire”. Lo dissi perchè credevo veramente in quello che viene chiamato “diritto all’aborto”. Perchè pensavo che fosse nell’interesse della donna. Io mi battevo per questo. Facevo parte di movimenti a favore dell’aborto.
Però quel giorno accadde qualcosa. Un buco nel cuore iniziò a divorarmi dentro.
Quella mia amica aveva abortito, perchè io le avevo consigliato di fare così. E allora come mai iniziai ad avere un forte senso di angoscia, di depressione di morte? Questo perchè una donna quando è a favore dell’aborto, pratica l’aborto, la sua anima viene ferita profondamente. E’ come se togliesse le radici alla propria femminilità. Per cercare di superare questi sensi di angoscia, di depressione e di morte mi concentrai solo sul lavoro e sulla carriera e non pensai più a quello che avevo fatto. Continuai a lavorare e continuai ad avere una certa avversione verso la Chiesa, cosa che già avevo prima.
Ero fortemente contro il Papa e i sacerdoti. Combattevo la religione cattolica. Per me la religione era un passatempo per vecchiette. Vedevo la religione cattolica come qualcosa che opprimeva la libertà della donna e quindi doveva essere combattuta.
Ero anche contro la famiglia composta da uomo e donna. Non credevo più alla relazione uomo – donna, perchè la donna veniva schiacciata dall’uomo. Invece cominciai ad avere molta simpatia per le nuove forme di famiglia. Quelle tra uomo e uomo, donna e donna. Io stessa ero stanca di relazioni con uomini che erano come bambini impauriti, che non volevano assumersi delle responsabilità.
Per il lavoro che facevo – mi occupavo di scienze sociali – iniziai a frequentare ambienti culturali dove venivano promosse attività a favore dell’omosessualità. Per me quella era la piena realizzazione della mia persona. Iniziai a nutrire non solo affetto verso alcune donne, ma qualcosa di più che si trasformò poi in una relazione omosessuale. Così ebbi alcune relazioni e mi sembrò di essere veramente finalmente completa. Ma era un grande inganno, perchè quella apparente felicità durò molto poco.
Quando iniziai a vedere la sofferenza di queste donne che chiedevano aiuto e non sapevano come fare ad uscire da questa ferita dell’anima ero molto confusa, perchè credevo nei diritti. Mi battevo per i diritti. Tutta la mia vita era fondata su queste ideologie. Se le avessi tolte di me cosa sarebbe rimasto?
In realtà io nelle donne, nelle relazioni omosessuali, cercavo me stessa. Perchè a causa di quel buco nel cuore, di quella forte angoscia interiore, a causa della femminilità ferita dalla propaganda dell’borto, io cercavo nelle altre donne quella femminilità che mi mancava.
E in questo momento di grande confusione arrivò una chiamata. Era un pellegrinaggio qui a Medjugorje. Me lo aveva proposto mia sorella che era come me molto lontana dalla Chiesa, ma dopo quel viaggio lei era cambiata completamente. Io non volevo assolutamente andare, perchè per me Medjugorje era solamente un inganno. Anzi: credevo che mia sorella con quel cambiamento fosse stata plagiata.
Allora accettai questo invito, perchè volevo trovare l’inganno. Volevo dimostrare che non era vero niente.
Ma quando arrivai qua la prima cosa che pensai fu: “Sono veramente ignorante” Nel senso che ignoravo veramente quello che ci fosse qui a Medjugorje. Una moltitudine oceanica di persone che accorrevano ai confessionali e alla santa Messa…
Io dissi: “Come può una menzogna stare in piedi per più di 30 anni? Qui c’è qualcosa di vero!” E quindi iniziaia pormi delle domande su me stessa. Iniziai a chiedermi “Cos’è il bene?”, “cos’è il male?”.
Non ero più convinta che tutto il mondo in cui credevo prima fosse per il mio bene. Ero vittima del modernismo che mette l’uomo al posto di Dio.
Con queste domande ritornai a casa e lì iniziò la vera battaglia.
Certi ambienti non ti lasciano andare via con molta facilità. Ma io, tornata a casa, avevo fame. Fame della Parola di Dio e quindi andavo a Messa tutti i giorni. Io che non ero mai entrata in una chiesa. Sentivo questo richiamo fortissimo ad andare a Messa tutti i giorni. Non mi accostavo all’Eucaristia, perchè sapevo e sentivo che dentro avevo un disordine interiore. Quel disordine andava sistemato con la Confessione.
Quando andavo a Messa sentivo le letture, i salmi, il Vangelo. La Parola di Dio mi parlava. Mi sentivo chiamata per nome. E lì iniziai a capire che l’idea che avevo di Dio era completamente sbagliata.
Quello che avevo visto a Medjugorje erano persone che avevano fatto esperienza dell’Amore di Dio, del vero Amore Misericordioso. Quello che mi mancava era l’esperienza dell’Amore di Dio, quell’esperienza che chi era venuto a Medjugorje aveva fatto.
Un poco alla volta la Madonna mi ha veramente guidato ad avvicinarmi al sacramento della Riconciliazione e a troncare ogni relazione che danneggiasse la mia anima. Quando ho iniziato a ricevere l’Eucaristia nella santa Messa la mia vita è completamente cambiata. Sono stata rigenerata in Cristo. Tutte quelle ferite e quelle sofferenze che portavo con senso di angoscia hanno trovato un senso. Avevo capito che ero stata ingannata dai messaggi che il mondo vuole passare.
L’omosessualità non è una questione biologica, non è un gene. Questo è un dato scientifico.
Quando parliamo di eterosesuale o omosessuale sono etichette scritte dall’uomo che negano il dato biologico che si nasce maschi e femmine. Fede e scienza vanno insieme. L’unica verità: “Maschio e femmina Dio li creò”.
Se neghiamo questa verità neghiamo noi stessi. Vivremmo per un progetto ideologico e non per il progetto che Dio Padre ha pensato per ciascuno di noi.
Nel frattempo la Madonna continuava a lavorare nel mio cuore. Mi ha messo sul mio cammino alcune persone che mi hanno aiutata veramente ad avviarmi verso la mia vera identità.
Proprio qui a Medjugorje, infatti, trovai un libro scritto da un ragazzo che si chiama Luca di Tolve. Questo ragazzo aveva vissuto la mia stessa storia e nel suo libro “Ero gay, a Medjugorje ho ritrovato me stesso” lui parlava anche della mia storia. La storia di chi non sa di essere figlio amato di Dio.
E quando io, vivendo poco alla volta i sacramenti dell’Eucaristia e della Confessione, ho scoperto la bellezza di essere figlia di Dio ogni progetto ideologico è completamente crollato e Dio ha manifestato la Sua potenza nella mia vita attraverso la vocazione al matrimonio. Mi ha messo affianco Gianluca, colui che è diventato mio marito da quasi 6 anni e ci ha donato due figli. Uno è nato al cielo e l’altro è Tommaso Maria che è qui con noi.
Concludo con due cose.
Sul sito Reginadellapace.eu trovate quello che vi ho detto e le verità che purtroppo vengono omesse.
Concludo con la Parola di Dio: “Ecco l’Opera del Signore. Una meraviglia ai nostri occhi”.
Grazie.
Fonte: YouTube
(Trascrizione a cura di A. Bianco)