Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 4 dicembre 2019


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Parola del Signore.


Sia lodato Gesù Cristo.

Cari fedeli, siamo qui perchè abbiamo bisogno di essere incoraggiati nel nostro cammino. Questo incoraggiamento viene dall’alto.
Sicuramente avrete iniziato la giornata con mille pensieri riguardanti le cose da fare, i problemi, gli impegni. Oggi chiunque fa qualcosa è pieno di preoccupazioni e oppressioni. Ogni giorno bisogna faticare per guadagnare il pane quotidiano per noi e per la nostra famniglia. Qualche volta bisogna fare più di un lavoro per mantenere la famiglia.

Oggi, però, abbiamo tante persone che con tristezza guardano le vetrine piene dei nostri negozi e non possono permettersi di comperare. Nello stesso tempo ci sono armadi pieni di mille cose inutili.
Oggi ci sono affamati di cose essenziali. La fame più profonda è quella del senso della vita. Uno dei problemi più grandi dell’uomo attuale è quello di scegliere i valori.
Come si può scegliere i valori? Dobbiamo avvicinarci a Colui che può aiutarci, cioè Gesù. Solo Lui ci può guidare verso la piena Verità.

Il brano che abbiamo appena sentito non è una parola qualsiasi. Nelle letture che leggiamo durante la Messa è Dio Stesso che ci parla.
La Parola di oggi ci esorta a riflettere sulla nostra vita.
Nella prima lettura abbiamo sentito il profeta Isaia. Lui è un profeta scelto da Dio per parlare nel Suo Nome, ma parla anche a te e a me e a tutti gli uomini del mondo.
Il profeta ci invita ad abbandonare il peccato e il Signore ci darà un grande premio già qui sulla terra. Il Signore ci libererà dalla morte.
Se l’uomo è conscio di essere immortale diventa felice. E’ pronto per opere grandi. La prospettiva dell’eternità dovrebbe cambiare negli uomini la mentalità.

Ovunque ci troviamo possiamo vedere che il male regna in questo mondo.
Perciò, cari fedeli, abbiamo bisogno di parole di incoraggiamento che ci invitano ad agire per avere più amore, perdono, affetto. Questa terra ha bisogno di uomini felici.
E il cuore umano quando sarà felice? Quando si libererà da ogni legame terreno.
L’uomo è bloccato. Su di lui regnano altri uomini, oggetti, cose materiali, sogni. Nella nostra realtà c’è troppa superficialità, troppo egoismo, troppa cupidigia.
I governanti sono gli ambasciatori della cupidigia. La cupidigia è la forza che distrugge la terra. Noi viviamo ancora sulla terra e non ancora in cielo.

Nel mondo la verità è relativa. La verità è tale se mi và bene, altrimenti non è così. Anche se è una verità oggettiva non vale per me.
Viviamo anche nella cultura della morte. Oggi non si è più capaci di vivere il sacrificio. Per chi oggi è modello colui che lotta in modo eroico per mandare avanti la famiglia, per promuovere i valori che elevano l’uomo?
La cultura dovrebbe modellare la coscenza dei valori. Dovrebbe mostrare gli uomini che non hanno paura di sacrificarsi o di avere famiglie numerose.
Invece noi viviamo in un mondo pagano. E questo mondo pagano cosa offre? Bisogna vivere i piaceri, l’egoismo e la famiglia non è importante.
Quanti siamo noi cristiani? Un miliardo e mezzo o forse più. E’ normale che i cristiani dovrebbero creare un’immagine per cui sia normale che un giovane di 20 o 30 anni si sposi e abbia più figli. Invece oggi è promossa una famiglia senza figli. I mass media insegnano che se non hai un cane o un gatto non sei moderno. Su facebook non si mettono i membri della famiglia, bensì il cane e il gatto.

Chi dovrebbe cambiare questa impostazione? Noi cristiani.
Purtroppo i mass media sono nelle mani dei pagani che modellano le coscenze.
Noi dobbiamo impegnarci a promuovere le famiglie numerose. Dobbiamo dire: “Bravi. Avete fatto qualcosa per il vostro popolo se avete 3 o 4 figli. Voi siete un valore!”
Ai giovani, invece, viene offerto il mondo dell’egoismo e dell’edonismo. I valori veri vengono derisi. I film in cui i valori sono calpestati ricevono i premi. E cosa succede? I giovani sono disorientati. La società non aiuta i giovani, ma li disorienta.
Oggi è minacciato il parere personale: tu non puoi direuna cosa diversa dall’opinione pubblica.

Dobbiamo rimanere fedeli al nostro Dio anche quando ci perseguitano. Anche se la nostra esistenza sulla terra non è più garantita. Dobbiamo rimanere fedeli a Dio rispettando le Sue leggi.  
Di cosa vive un cristiano? Della Presenza di Dio. Cosa può dare la forza, la salute e il coraggio? Solo la vicinanza di Dio.
Nel Vangelo abbiamo sentito che molti portavano gli ammalati da Gesù e Lui li guariva. Tutti lodavano Dio. Erano pieni di stupore.

Anche noi che siamo venuti alla santa Messa abbiamo portato nel nostro cuore ciechi, sordi, zoppi e storpi. Li abbiamo portati da Gesù.
Dov’è il problema? Noi crediamo che Gesù sia vivo oggi? Lui ha bisogno di uomini che portino i malati ai Suoi Piedi. Gesù ha bisogno della nostra fede. Fede vera che crede che Lui è onnipotente e che può guarire tutte le malattie e tutto ciò che ci blocca.
Ci sono tante persone che hanno bisogno dell’intervento di Cristo per essere guarite. Noi stessi spesso ci troviamo in questa categoria.

Se guardiamo il Vangelo di oggi vediamo che Gesù nutre coloro che ha guarito. Questo è interessante. Prima li ha guariti e poi ha parlato loro. Era con loro tre giorni. Ha fatto loro un ritiro e ha parlato della Buona Novella. Tutti erano entusiasti. Sono rimasti tre giorni nel deserto. Quando Gesù ha visto che i presenti non avevano più forze è intervenuto.
Cosa ha fatto? Ha rimproverato i discepoli, perchè non avevano visto che tutta quella folla era senza mangiare.
Cari fedeli, noi notiamo con fatica i bisogni degli altri.

Il Vangelo di questa sera è pieno di simboli.
Sulla terra siamo tutti in cammino. Sulla nostra via spesso ci sono i deserti. Il deserto senza niente e noi senza pane nelle nostre borse. Tutti noi abbiamo fame. Alcuni del pane quotidiano, ma tutti di Dio. Siamo una grande processione di affamati. Ciascuno di noi porta la sua fame nell’anima. Nessun’anima deve morire di fame.
A tutti noi viene offerto il Cibo per la vita eterna. Tutti abbiamo il Corpo di Cristo sull’altare.
Abbiamo visto che Gesù ha spezzato il pane, lo ha dato ai discepoli e loro lo hanno dato agli altri.
Ciò che abbiamo letto nel Vangelo lo vediamo qui questa sera con i nostri occhi. Noi crediamo che Gesù è qui presente. Per non tornare a casa digiuni Gesù ci dona Se Stesso. Noi viviamo di Lui e non dei nostri progetti.

Un’altra cosa è importante: Gesù rende i Suoi discepoli capaci di compiere l’opera apostolica. Egli ha voluto mettere nei loro cuori la conoscenza di Chi è Lui.
Questo brano del Vangelo desidera insegnarci che l’Eucaristia è il Dono più grande di Dio. Dono d’Amore all’umanità.
Gesù è quel Dono e noi siamo coloro che Lo accolgono. Perciò dobbiamo ringraziare sempre Dio per questo Dono.
Nel momento della santa Comunione il cielo tocca la terra. Tocca me e te. I cristiani dovrebbero rispondere molto di più alla grazia di Dio con una vita responsabile. Non dobbiamo abituarci all’Eucaristia. Andiamo a fare la Comunione e poi torniamo a sederci guardandoci attorno…
Se i cattolici potessero comprendere Chi ricevono nella santa Comunione non credo che guarderebbero più attorno a sè. Credo che si raccoglierebbero nel proprio cuore stando in amicizia intima con Gesù.
Il Cibo Celeste ci rafforza nella lotta contro il male che è in noi e attorno a noi. Ci dona la forza per impegnarci per i valori che ci guidano verso l’eternità.

Preghiamo il cielo, affinchè aiuti il nostro popolo e tutti gli altri popoli a diventare portatori di fede, di pace, di umanità. Diventiamo il popolo di Dio, il popolo del futuro.
Credo che la maggior parte di noi non sia affamata fisicamente. Di questo siamo grati a Dio.
Siamo pronti a condividere il nostro pane con chi ne ha di meno? Siamo pronti a dare il pane che spesso è superfluo a chi è affamato? Queste sono domande che ci dobbiamo porre in tempo di Avvento.
Cristo ci aiuti, affinchè in noi possa operare il Dono del cielo e affinchè, per mezzo di Maria, possiamo essere uomini del futuro, uomini d’amore reciproco.

Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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