Omelia della santa Messa – Medjugorje 19 ottobre 2019
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Parola del Signore.
Cari cristiani, abbiamo sentito la Parola di Dio.
Gesù ci invita a perseverare nella preghiera. Ci porta l’esempio di una vedova e di un giudice iniquo. La vedova è perseverante nella preghiera che il giudice faccia giustizia. Ma il giudice è malvagio. Non le da retta, perchè la cosa non gli interessa, ma alla fine deve avere pietà delle sue preghiere, solamente per non essere più tormentato. Ha esaudito la sua richiesta solamente per liberarsi di lei.
Gesù dice: “Guardate questo giudice. Anche se disonesto ha esaudito la richiesta della vedova. Quanto più il Padre nostro che è nei cieli ci esaudirà”.
Questa sera tutti noi abbiamo l’occasione di riflettere sulla nostra preghiera.
Prego spesso? Cosa chiedo a Dio? Chiedo o ringrazio? Posso pregare meglio? Posso essere più raccolto? Credo che Dio esaudirà la mia preghiera?
Tutti noi che siamo venuti alla santa Messa apparteniamo ad un gruppo di persone che prega.
Magari qualche volta avete pensato: “Più prego e peggio sto”. Oppure avete pensato: “Prego, ma non cambio mai”. Alcune volte pensiamo anche: “Signore prego, ma è come se Tu non mi ascoltassi”. Addirittura a volte pensiamo che stiano meglio coloro che non pregano e che si sono allontanati dalla vita sacramentale.
Dopo queste domande ci chiediamo: conviene pregare? Come farlo? Qual è quella più esaudita?
Tante volte non abbiamo malattie o necessità, ma ci sentiamo vuoti. Non abbiamo voglia di fare nulla. E’ come se una certa difficoltà fosse entrata in noi. Non possiamo riempire questo vuoto con il cibo, perchè l’anima si riempie di spirito. Dio è Spirito. La via per giungere a Dio è la preghiera. La preghiera è il cibo per la nostra anima.
Solo nel profondo del nostro cuore possiamo sentire, se siamo in preghiera, la Presenza del Signore. Solo così possiamo conoscere noi stessi e capire chi siamo e di cosa abbiamo bisogno. Se vogliamo cambiare e allontanare un peccato dobbiamo prendere una decisione e questa viene dal profondo del nostro cuore.
Solo Dio può toccare il nostro cuore in profondità. Solo con l’aiuto di Dio, attraverso la preghiera, possiamo convertirci e cambiare la nostra vita. Tutti i cambiamenti che avvengono senza Dio rimangono in superficie.
Gesù si ritirava in luoghi deserti e silenziosi per pregare e vivere la Volontà del Suo Padre Celeste.
Tanto più noi che siamo mortali abbiamo bisogno di ritirarci in preghiera. Ma non è sufficiente dire “ho pregato e adesso sono in pace”. No.
Gesù non ha detto: “Fai una preghiera e starai meglio”. Gesù ha detto: “Prega. Bussa. Cerca. Chiedi”. Si tratta di un’azione continua. Dio vuole che noi perseveriamo. Questa nostra preghiera e la nostra conversione sono una cosa quotidiana. Finchè viviamo dobbiamo convertirci. Non saremo mai abbastanza convertiti.
Per questo Gesù dice in un altro punto: “Solo coloro che perseverano si salveranno”.
All’inizio della santa Messa vi ho detto che domani è la domenica delle missioni. Abbiamo incluso i missionari nelle nostre preghiere.
Adesso vi racconto un episodio capitato al nostro primo missionario dell’Erzegovina. Ha passato quasi 30 anni nella repubblica del Congo. E’ andato nel 1968 in una tribù Luba. Si tratta di circa 6 milioni di persone. La prima cosa che ha fatto è stata imparare la loro lingua. Si è trovato subito di fronte a tanti problemi, perchè quella lingua non ha nessun legame con la lingua croata o con una lingua europea. Il modo di vedere la vita di quella tribù era completamente diverso dal nostro.
Fra Blago aveva veramente grande difficoltà ad imparare quella lingua, ma è stato perseverante. Un giorno imparava dieci parole e le scriveva sul diario. Il giorno seguente le aveva già dimenticate tutte. Questo dramma è durato 6 mesi. Per lui era impossibile fare una frase.
Dopo sei mesi ha scritto sul suo diario: “Ho deciso di tornare in Europa. Non riesco ad imparare la lingua Kiluba. Penso di essere fuori di testa”. In quel momento non aveva soldi e non ha trovato un passaggio. Così è dovuto rimanere ancora. Ma proprio in quel momento è accaduto ciò che non si aspettava.
Di seguito quel sacerdote ha tradotto nella lingua del Congo tutta la Bibbia e i libri liturgici.
Dio non ci ha creati per essere pigri, ma per lottare e perseverare.
Adesso vorrei spiegarvi tre inganni nella preghiera che dobbiamo evitare.
Prima cosa. Nella preghiera dobbiamo stare attenti ai riti di preghiera. Il nostro Dio non è un ragioniere. Non guarda come formuliamo la preghiera. L’importante è che essa venga dal nostro cuore. Non è che devo fare questo tipo di preghiera piuttosto che l’altro, questa novena al tal giorno… No.
Questo è il pericolo di sprecare le parole Si rischia di diventare come i farisei dei tempi di Gesù.
La seconda cosa è che non dobbiamo essere legati ai luoghi per pregare. Non è giusto limitarsi solamente alla chiesa o a qualche cappella. Gesù ha pregato poco nella sinagoga o nel tempio di Gerusalemme. Eghi ha pregato ovunque.
Così anche noi possiamo pregare in macchina, sul posto di lavoro, in ufficio. In qualsiasi luogo abbiamo la possibilità di rivolgerci a Dio.
Questo l’ha fatto bene san Francesco. In ogni situazione, in ogni persona, in ogni creatura vedeva l’Impronta di Dio. Questa è preghiera.
Un altro problema è quello di non essere legati al tempo per la preghiera. Quando un sacerdote confessa chiede se il penitente prega al mattino o alla sera. Và bene… Ma queste sono le basi della preghiera. Ma possiamo pregare a mezzogiorno, al pomeriggio, la notte quando non riusciamo a dormire. In qualsiasi momento.
Fratelli e sorelle, Gesù ci invita alla preghiera. Maria, in questo luogo di grazia, già da tanti anni ci invita alla conversione e alla preghiera.
Noi che preghiamo, e soprattutto noi sacerdoti, corriamo il grande pericolo che la preghiera diventi un’abitudine. Dio diventa il nostro servitore. Quando và tutto bene nella vita non abbiamo bisogno di Lui. Quando, invece, abbiamo difficoltà Dio ci serve.
Al termine del Vangelo di questa sera Gesù pone una domanda che preoccupa: “Ma il Figlio dell’Uomo quando verrà troverà la fede sulla terra?” Ci sarà qualcuno che crede?
Oggi abbiamo tanti sacerdoti, ma abbiamo poche persone che pregano, di spirito.
Rivolgiamoci all’intercessione della Beata Vergine Maria per diventare uomini di spirito, per essere uomini che testimoniano per Chi vivono e per cosa vivono.
In ogni momento della nostra vita possiamo sentire l’Amore di Dio. E’ bello e facile sentirLo quando Dio esaudisce la nostra preghiera, ma dobbiamo sentirLo anche quando siamo rattristati o abbiamo subito un oltraggio.
La cosa peggiore che possiamo provare è quella di non sentirci figli di Dio.
Nel messale sta scritto: “Tu Signore non hai bisogno delle nostre preghiere, ma noi siamo grati a Te per Tuo dono”. Per le nostre preghiere Dio non è nè più piccolo nè più grande. Ma è un grandissimo dono quando, indipendentemente da tutto ciò che possa accaderti nella vita, tu puoi dire: “Dio, grazie. Aiutami. Sii con me”.
Amen
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)