Omelia della santa Messa – Medjugorje, 27 settembre 2019
Omelia della santa Messa – Medjugorje, 27 settembre 2019
Cari fedeli, oggi la liturgia ci ricorda san Vincenzo de Paoli del quale si dice che era un vero eroe della vita cristiana.
E’ nato nel 1581 da una famiglia di contadini. Era un pastore. Dopo la scuola è stato mandato a Tolosa a studiare teologia. E’ diventato cappellano e assisteva gli schiavi. Questo lo ha aiutato a divulgare l’attività caritativa in Francia.
Nel 1621 ha fondato la congregazione dei Lazaristi che hanno operato in Francia, ma anche all’estero, soprattutto in Africa. Con santa Luisa nel 1633 ha fondato le Figlie della carità.
Questo santo è diventato protettore dei poveri, dei malati, dei prigionieri, di coloro che operano nella carità e dei volontari. Dobbiamo ringraziare questo eroe dell’amore cristiano anche per quello che ha fatto per l’educazione del clero. Ha fondato seminari e ha tenuto conferenze per i sacerdoti.
E’ morto nella data odierna nel 1660 a Parigi all’età di 69 anni.
Il suo corpo è rimasto intatto.
E’ stato proclamato santo da Clemente XII nel 1737, 175 anni dopo la sua morte. Nel 1845 le suore di san Vincenzo sono venute a Zagabria sull’invito del Vescovo locale.
A differenza delle altre religioni in cui gli uomini cercano di arrivare a Dio, nella nostra il nostro Dio sà benissimo che non saremmo mai potuti arrivare a Lui e quindi è Lui Stesso che è sceso fino a noi in un modo inaspettato. Ha preso il nostro corpo umano. Non è venuto come uno spirito, ma si è incarnato. Ha dimorato tra i poveri e gli ammalati.
Per questa ragione Gesù ha spiegato che ci sono solo due Comandamenti che riassumono tutta la Legge e tutti i profeti: “Ama il tuo Dio con tutto il tuo cuore, tutta l’anima e il tuo prossimo come te stesso”.
Le opere e la spiritualità di san Vincenzo e di santa Luisa possiamo comprenderle solamente alla luce delle Parole di Gesù.
Erano due grandi pensatori, ma anche due grandi mistici che hanno scoperto il Volto del Signore in quello dei bisognosi che il Signore ha posto davanti a loro.
L’amore verso Dio e verso l’uomo viene realizzato nella loro vita. Questa è l’eredità che hanno lasciato alla Chiesa, da loro amata con tutto il cuore.
Dalla fedeltà dei loro seguaci e di noi stessi dipende se questa eredità continua a vivere.
Nel Vangelo di questa sera Gesù è salito al monte dove aveva detto: “Beati i poveri in spirito, perchè di essi è il Regno dei Cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perchè saranno consolati. Beati i miti, perchè erediteranno la terra”.
Con queste Parole Gesù spiega che è giunto il momento di dare determinate norme e di ordinare dei capi che le spiegheranno.
Gesù si rivolge alle persone che soffrono e che lottano con le preoccupazioni quotidiane. Parla a coloro che vivono l’ingiustizia e non hanno mezzi per tutelarsi.
Le Sue Beatitudini sono state pronunciate ai poveri, agli oppressi, agli umiliati e sono state d’aiuto per milioni di cristiani nelle turbolenze della storia.
Nell’anno della Misericordia Papa Francesco ci ha invitati a fare opere di carità e ci ha ricordato i nostri doveri verso il prossimo. Non solo dobbiamo ricordarli, ma dobbiamo viverli nella vita quotidiana.
Non possiamo non ricordarci di questi doveri questa sera in cui ricordiamo il santo che li ha incarnati nella sua vita. Addirittura è diventato il “Buon Samaritano “ dei suoi tempi.
Egli diceva: “Se 10 volte incontri un malato 10 volte hai incontrato Dio”.
I problemi delle persone vanno risolti con la bontà e con il servizio. Questa era la strategia di Gesù, ma anche di san Vincenzo. In tal modo ha conquistato il cuore degli uomini.
La teologia di san Vincenzo è concreta: regnare significa servire.
Cari fratelli e sorelle, con una vita attiva e apostolica san Vincenzo ci ha fatto vedere come servire l’uomo nei suoi bisogni corporali e spirituali. Ha dato un esempio concreto e ha invitato gli altri a fare lo stesso.
Anche noi questa sera cerchiamo di vivere le sue parole e preghiamo: “Signore Dio, Padre dei poveri, accresci oggi la nostra fede. Facci umili. Come san Vincenzo facci diventare segno della speranza per gli uomini di oggi. Aiutaci a non cadere davanti alle difficoltà quotidiane, ma ad essere sempre disposti a servire i poveri, cioè i nostri veri padroni”.
Il Signore ci aiuti.
Amen
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)
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