Angolo teologico

Angolo teologico (57)

Messaggi del 25 agosto e 2 settembre 2019

Messaggio a Marija del 25 agosto 2019

“Cari figli! Pregate, lavorate e testimoniate con amore il Regno dei Cieli affinché possiate stare bene qui sulla terra. Figlioli, Dio benedirà il centuplo il vostro sforzo e sarete testimoni tra i popoli, le anime dei non credenti sentiranno la grazia della conversione ed il Cielo sarà grato per le vostre fatiche ed i vostri sacrifici. Figlioli, testimoniate con il rosario nella mano che siete miei e decidetevi per la santità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Commento teologico

Il messaggio può essere letto sotto tre angolazioni: l’amore per il Regno dei cieli; la testimonianza nel mondo; la decisione per una vita santa.

1. L’amore per il Regno dei cieli. La Vergine avvia il suo discorso in tre verbi precisi e impegnativi: pregare – lavorare – testimoniare: “pregate, lavorate e testimoniate con amore il Regno dei cieli”. I tre verbi all’imperativo indicano un ordine autorevole di una maestra o guida di formazione e di vita per i propri discepoli. Il primo aspetto è quello della preghiera, che costituisce la fonte o la forza da cui scaturisce ogni altra cosa. Non si può fare nulla di buono per la costruzione del regno di Dio se non si comincia nella preghiera, la quale consente a noi, povere creature umane, di essere irrorare, vivificate e rinvigorite dalla potenza divina che dal cielo discende sulla terra.

In effetti solo con tale potenza a noi è consentito di compiere opere fruttuose e benefiche. Ciò dimostra che tutta la nostra esistenza e il nostro comportamento umano va sempre preordinato in senso assoluto da questa origine primaria e indispensabile per qualsiasi impresa a livello cristiano e umano.

Alla preghiera succede, conseguentemente, il lavoro assiduo e costante nel valore interiore di formazione e di maturazione della fede e della verità, che ci plasmano e ci educano a essere idonei per giungere al terzo aspetto, quello della testimonianza, che dev’essere chiara ed efficace. Il tutto si anima e si adorna di amore, perché tutto va fatto con la disponibilità del cuore e non come un semplice gesto formale di evangelizzazione. Solo l’amore dona sapore e gioia alla testimonianza del Vangelo.

Vi è un secondo elemento da sottolineare, che offre consolazione e soddisfazione: “affinché possiate stare bene qui sulla terra”. Con queste parole la Vergine fa capire che se uno vive di preghiera intensa e fedele, lavorando con impegno e generosità, trova un beneficio anche su questa terra, nel senso che l’unione con Dio e la nostra generosità di servire i fratelli non è solo una realtà che si riversa all’esterno verso gli altri, ma ritorna verso di noi e ci colma di pace e di vera gioia del cuore. Perciò ci si guadagna su tutti i fronti: fuori e dentro di noi. Che meraviglia! Di fatto tutti noi possiamo costatare tali benefici effetti, quando stiamo con Dio e camminiamo amorevolmente con i fratelli.

Si forma un flusso stupendo di scambio nel dare e ricevere, una specie di raccordo tra coloro che si donano e coloro che accolgono il dono. In fondo non si fa altro che anticipare già su questa terra quella felicità che si effettuerà nella vita eterna.

2. La testimonianza tra i popoli. Equipaggiati di preghiera e lavoro, noi siamo benedetti dal Signore, cioè veniamo ricolmati nelle sue grazie e in modo particolare del suo Santo Spirito. In tal modo si moltiplicano gli effetti e i frutti della nostra testimonianza, fino ad arrivare ad un risultato centuplicato. Veramente si può dire che l’evangelizzazione dei popoli raggiungerebbe tutta la faccia della terra e si attuerebbe una grande conversione a Cristo: “Figlioli, Dio benedirà il centuplo il vostro sforzo e sarete testimoni tra i popoli”. Ciò ci incoraggia e ci sprona a non fermarci e a non perdere la speranza. Tuttavia va ricordato che tutto il nostro impegno di testimoniare va fondato e sostenuto dalla preghiera e dalla crescita interiore di fede e di amore.

Quello che sorprende è la frase successiva: “Le anime dei non credenti sentiranno la grazia della conversione e il Cielo sarà grato per le vostre fatiche e i vostri sacrifici”. Si parla di gratitudine da parte di Dio verso di noi. Si rimane sorpresi e perplessi. Noi pensavamo che il nostro lavoro fosse un dovere e una conseguenza della nostra testimonianza dell’amore di Maria. Invece ella dice che il Cielo, cioè tutto l’ambito celeste divino del regno, cominciando dalla Trinità santissima fino agli angeli e ai santi, si china su di noi per ringraziarci di quanto facciamo su questa terra. Una cosa impensata e grandiosa, che solo la divina bontà può giustificare. Ne segue che non possiamo esimerci dal nostro impegno generoso e fedele.

3. La decisione per una vita santa. Alla fine la Vergine raccoglie il suo insegnamento in due frasi lapidarie: una è quella di sottolineare che lo strumento migliore per una testimonianza verace è il rosario. Bella è l’immagine di descrivere i suoi discepoli portatori del rosario nelle proprie mani, come un’arma spirituale e una catena di amore che giunge vitalmente e felicemente a Maria: “Figlioli, testimoniate con il rosario nella mano che siete miei, e decidetevi per la santità”. Non ci sono altre soluzioni più fulgide e radiose. Tutti siamo chiamati a diventare santi, cioè a configurarci a Cristo e immergerci nella divina volontà. Il mezzo più idoneo è precisamente quello di tenere il rosario in mano, nel significato di recitarlo, meditarlo e viverlo pienamente e totalmente.

Va detto che tutto questo comporta fatiche e sacrifici, ma la nostra forza non sta nella nostra debolezza, ma nell’onnipotenza della preghiera e in specifico nell’attaccamento alla Vergine Madre, con il rosario, perché siamo suoi figli e solo una madre santa e sapiente come lei ne può essere il sigillo di sicurezza e di validità. Ciò avviene in quanto siamo suoi apostoli, perché le apparteniamo in un rapporto di vero filiale amore tra noi e Maria.

O Vergine cara, ti esprimiamo tutta la nostra gratitudine e principalmente il nostro filiale amore. È vero che siamo figli tuoi e tali vogliamo essere per sempre, già su questa terra e poi nell’eternità felice del cielo. Aiutaci a rafforzare ogni giorno sempre più il legame che si stabilisce tra noi, tuoi figli pellegrini sulla terra in mezzo a un mondo angosciato, e la tua materna protezione. Ciò avviene attraverso la preghiera del rosario che dobbiamo portare sempre con noi e recitarlo con devozione. Siamo certi che, accolti nel tuo Cuore Immacolato, noi potremo attraversare tempi burrascosi e difficili, ma con te non temiamo di nulla e ci appressiamo a vivere in perfetta e totale unione con te. Vogliamo darti un abbraccio che ci unisce per tutti i secoli dei secoli. Amen

Messaggio a Mirjana del 2 settembre 2019

“Cari figli, pregate! Pregate ogni giorno il Rosario, quella corona di fiori che mi lega direttamente quale Madre ai vostri dolori, sofferenze, desideri e speranze. Apostoli del mio amore, sono con voi mediante la grazia e l’amore di mio Figlio, e da voi chiedo preghiere. Le vostre preghiere sono così necessarie al mondo, affinché le anime si convertano! Aprite con completa fiducia i vostri cuori a mio Figlio, ed egli scriverà in essi il compendio della sua Parola, cioè l’amore. Vivete un legame inscindibile con il Sacratissimo Cuore di mio Figlio! Figli miei, come Madre vi dico che non c’è tempo per esitare ad inginocchiarvi dinanzi a mio Figlio, a riconoscerlo vostro Dio, centro della vostra vita. Offritegli dei doni, ciò che lui più ama, ossia l’amore verso il prossimo, la misericordia e cuori puri. Apostoli del mio amore, molti miei figli ancora non riconoscono mio Figlio come loro Dio, ancora non hanno conosciuto il suo amore. Ma voi, con la vostra preghiera detta a partire da un cuore puro ed aperto, e con i doni che offrite a mio Figlio, farete sì che anche i cuori più duri si aprano. Apostoli del mio amore, la forza della preghiera detta a partire dal cuore, di una preghiera potente e colma d’amore, cambia il mondo. Perciò, figli miei, pregate, pregate, pregate! Io sono con voi. Vi ringrazio!”.

Commento teologico

Il messaggio contiene tre elementi fondamentali, legati da un unico filo vitale che li raccoglie assieme e ne fa un intreccio ineguagliabile. Essi sono IL CUORE DI GESÙ – IL CUORE DI MARIA – IL CUORE NOSTRO. Ne risulta una magnifica sintonia di AMORE.

1. Il rosario quale preghiera del cuore. Il rosario viene descritto come una corona di fiori profumati che partono dal nostro cuore e arrivano al cuore di Maria, in modo che ella possa congiungersi alla nostra vita e ai nostri problemi in uno stretto legame di amore e di compassione: “Cari figli, pregate! Pregate ogni giorno il rosario, quella corona di fiori che mi lega direttamente quale Madre ai vostri dolori, sofferenze, desideri e speranze”. Si afferma perciò un legame tra due cuori: quello del figlio – apostolo e quello della Madre – Maestra. Da questa congiunzione nasce una sintonia tra i due cuori, in modo che il palpito dell’uno si riflette e si unisce a quello dell’altro. Ne segue che il nostro cuore si fa sempre più docile e obbediente alla Vergine, come una crescita spirituale di grande valore presso Dio e presso gli uomini; d’altra parte il cuore di Maria si fa sempre più vicino e sensibile a tutte le nostre movenze interiori, affinché ella possa intervenire, aiutare e confortare il più presto possibile e nel modo più adeguato alle nostre esigenze. Alcuni quadri di pittori famosi fanno vedere questo rapporto di reciproco trasporto del Figlio Gesù verso la Madre e di Maria verso il Figlio suo. Similmente si verifica per noi tale rapporto se rafforziamo ogni giorno, con il rosario, il legame fra noi e lei.

Subito dopo, il messaggio aggiunge il terzo Cuore, che viene coinvolto, quello del Figlio: “Apostoli del mio amore, sono con voi mediante la grazia e l’amore di mio Figlio, e da voi chiedo preghiere”. Il compito di Maria sta precisamente nel mostrare che il suo cuore è unito a quello del Figlio, cosicché trasmette a noi i battiti dolcissimi dell’amore di suo Figlio. Infatti lo dice espressamente che il suo amore verso i suoi apostoli è in perfetta sintonia con Gesù, in quanto è lui che concede alla Madre di portare aiuto a noi figli suoi. Si attua così un primo mirabile intreccio fra i tre cuori: quello di Maria con quello del Figlio e con quello nostro. Così i nostri cuori, assieme a quello di Maria, si conformano al cuore di Gesù e si aprono al suo amore: “Aprite con completa fiducia i vostri cuori a mio Figlio, ed egli scriverà in essi il compendio della sua Parola, cioè l’amore. Vivete un legame inscindibile con il sacratissimo Cuore di mio Figlio”. Da qui l’invito a vivere nell’unione indistruttibile tra il nostro cuore e quello di Cristo. Ella così mostra di essere la mediatrice tra i due cuori di Cristo e noi, ambedue figli suoi, al fine di tenerli saldamente uniti e mai più separarli. Il suo ruolo si compie proprio nel momento che vede realizzato il suo desiderio che noi suoi apostoli siamo congiunti al Figlio suo. Solo in questo profondo legame possiamo dirci apostoli suoi e testimoni credibili. Veramente le sue parole calano nel nostro intimo per sviluppare in esso le linee maestre di un’autentica vita cristiana: essere, vivere, operare, in ogni momento, in ogni situazione, in perfetta simbiosi con suo Figlio.

A questo punto sorge spontanea una domanda: ma noi, figli e apostoli, siamo consapevoli di tale intensa vibrazione dei due cuori, il nostro e quello di Cristo? Soprattutto lo viviamo e lo mettiamo in pratica? Va detto che siamo ben lontani da compiere questo connubio di cuori in perfetta assonanza. La maggior parte della nostra vita la viviamo da soli, con il nostro cuore straziato, addolorato, inaridito, privo di ardore. Siamo come pietrificati. Ciò dipende dal fatto che abbiamo staccato la spina della fede, dell’amore e della vita, che scaturiscono dal Cuore sacratissimo di Gesù.                     

2. Accogliere l’amore di Gesù nel nostro cuore. In questo secondo punto la Vergine ritorna con evidente insistenza sulla centralità da dare a suo Figlio, quale vero Dio e Salvatore: “Figli miei, come Madre vi dico che non c’è tempo per esitare ad inginocchiarvi dinanzi a mio Figlio, a riconoscerlo vostro Dio, centro della vostra vita”. Si vede bene come questa verità le stia a cuore e costituisca l’essenza del cristianesimo. Ella sottolinea l’urgenza, in quanto non bisogna aspettare altro tempo, ma questo è ormai il tempo ultimo in cui dobbiamo porre la nostra adesione a Cristo. Non vi è altro valore o altro scopo o altre realtà che possano superare l’opera redentrice di Gesù. Lui ci ha salvati dal peccato e dalla morte; lui ci dona la pienezza del suo amore, che guarisce ogni nostra ferita di carenza affettiva; lui ci colma della sua grazia per superare ogni avversità; soprattutto lui ci apre la porta che conduce alla vita eterna. Su questo non dovremo mai mollare la nostra convinzione e fede ardente. Spesso ci lasciamo illudere mettendo al primo posto nel nostro animo le cose mondane, le attese umane, le speranze frivole di una vita terrena migliore. Ciò facendo, riduciamo la salvezza di Cristo a qualcosa di secondario e meno importante, come fosse un affare complementare e non strettamente necessario né tantomeno così centrale da oltrepassare tutti gli altri aspetti esistenziali. Si tratta di una distorsione grave che pesa fortemente su di noi, nelle famiglie, nella Chiesa e sulla società. Facciamo fatica a capirlo. Eppure la Vergine ce lo ripete costantemente.

Ella dice anche di stabilire con suo Figlio un rapporto di reciproca donazione: “Offritegli dei doni, ciò che più lui ama, ossia l’amore verso il prossimo, la misericordia e cuori puri”. Si tratta di un salutare scambio tra la nostra dedizione a Cristo e la sua retribuzione di amore e di forza per diffondere il vangelo. Quali sono i doni che possiamo offrire a Gesù? Qui occorre che ciascuno sia organizzi secondo le proprie capacità e situazioni concrete; la cosa più importante è che tutti devono offrire con amore e generosità. Più che calcolare l’entità materiale del dono, occorre vedere l’animo e la disposizione interiore con cui lo facciamo. Si pone l’urgenza di fare un serio esame di coscienza per analizzare i nostri sentimenti e le nostre aspirazioni. Si possono fare doni di diverso genere: i più preziosi sono quelli derivati dalla carità verso il prossimo e dalle nostre sofferenze di ogni tipo, che noi accogliamo e offriamo al nostro Redentore per compartecipare alla sua dolorosa passione e morte.

Spesso invece ci lamentiamo, ci ribelliamo e anche imprechiamo. La Vergine ci incita a fare un capovolgimento di valori: il dolore non va vissuto passivamente e con amara rassegnazione, ma va capito quale evento di grazia, di purificazione, di crescita nell’amore per Gesù e i fratelli. Vi sono poi i sacrifici che sono scelti liberamente quali doni da offrire al Signore come il digiuno, l’astinenza dai cibi succulenti, la privazione della televisione e di internet, la sopportazione delle persone moleste, l’accettazione serena dei vari problemi e afflizioni di ogni giorno. Sono anche questi doni bene accetti da Gesù e diventano una ricchezza spirituale per noi e per le persone bisognose di conforto e di solidarietà. Come si vede, vi è un vasto campo in cui possiamo e dobbiamo trovare il modo per essere donatori generosi e lieti di ogni sofferenza. Da qui sgorgano le grazie per intenerire molti che hanno il cuore indurito e ancora non conoscono Gesù: “Apostoli del mio amore, molti miei figli ancora non conoscono mio Figlio come loro Dio, ancora non hanno conosciuto il suo amore”.          

3. La preghiera e il sacrificio sono l’anima di ogni apostolato. L’ultimo aspetto, indicato dalla Vergine, consiste nella comprensione del valore eccelso della preghiera, in quanto essa diventa il mezzo più valido per convertire le anime a Cristo: “Ma voi, con la vostra preghiera detta a partire da un cuore puro ed aperto, e con i doni che offrite a mio Figlio, farete sì che anche i cuori più duri si aprano”. Anche i cuori più chiusi e induriti possono essere sciolti attraverso la nostra umile e sentita preghiera. Questo aspetto va evidenziato, perché spesso la nostra preghiera è molto personale o rivolta al bene dei familiari e amici, cioè si dirige per le persone che conosciamo. Invece essa si deve aprire sull’umanità e sulla Chiesa, per inglobare le persone che o hanno perso la fede o sono nel dubbio o alla ricerca della vita spirituale o sono ancora lontane da una scelta precisa. In tal modo il nostro animo si dilata per un amore che possa raggiungere ogni bisognoso e possa trasformare la faccia della terra in una comunità di cristiani. Si diffonde così il Regno di Dio in Cristo nella potenza dello Spirito.

La Vergine ritorna su questo concetto: “Apostoli del mio amore, la forza della preghiera detta a partire dal cuore, di una preghiera potente e colma d’amore, cambia il mondo”. Ella indica tre cose tra loro collegate: la prima riguarda una preghiera sincera che sgorga dal cuore, cioè mossa da una vibrante fede; la seconda precisazione fa vedere che tale preghiera comporta una grande forza spirituale, in quanto piena di amore, quell’amore non soltanto umano ma che proviene dalla fonte onnipotente del divino amore; infine, in terza cosa, dice che cambia il mondo. Si tratta di una affermazione impegnativa. Noi spesso vorremmo che la storia, la società e la Chiesa stessa trovassero il modo di rinnovarsi e rinvigorirsi con un sano cambiamento, che non si distacca dal passato, ma lo irrora e vivifica per un presente più vivo e maturo nella fede in Cristo. Ora ciò è possibile esattamente con la preghiera. Non occorre altro sforzo umano, che non a tutti è possibile attuare, mentre la preghiera è un dato di fatto a cui nessuno può sottrarsi. I malati stessi, come si è detto, con la loro sofferenza offerta per amore diventano preghiera vivente per la salvezza di tante creature umane. La preghiera dunque non è fatta mai invano, cioè senza portare alcun frutto. Da qui l’accorato appello: “Perciò, figli miei, pregate, pregate, pregate! Io sono con voi”.

O Madre nostra, davanti alle tue parole sempre ricche di significativi e vitali pensieri, noi restiamo in ascolto e desideriamo che quelle parole scendano nel nostro intimo e ci siano di luce, conforto, incoraggiamento. Te ne siamo immensamente grati. Ti voglio fare una confidenza, Madre cara. Dopo aver ascoltato e meditato i tuoi messaggi, il mio cuore si accresce ogni volta di affetto sincero verso di te. Ne seguono una filiale comunione e abbandono, fino a rendermi conto che senza di te la mia vita cristiana perderebbe non solo di slancio e vigore, ma di ogni valido sostegno e presto andrebbe nel vuoto e nel buio. Invece mi arricchisco di gioia e di luce, soprattutto perché tu non fai altro che portarmi al tuo Figlio Gesù e me lo fai contemplare e godere nel suo splendore. Grazie di tutto, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.

Don Renzo Lavatori  

don Renzo Lavatori

Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.

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