30° Mladifest – Catechesi dell’arcivescovo Enrik Hoser
Medjugorje, 5 agosto 2019 – Catechesi dell’arcivescovo Enrik Hoser
visitatore apostolico per la parrocchia di Medjugorje
Cari fratelli e sorelle, benediciamo il Signore.
Questa volta parlerò in francese.
Siamo venuti a Medjugorje come pellegrini. Siete venuti dai vostri paesi, dalle vostre città. Ciò che vi unisce è la via che avete percorso e il luogo in cui siete arrivati. Avete le guide che vi assistono e vi accompagnano.
Tutta la vita umana è come un pellegrinaggio. Conosciamo il nostro punto di partenza: la data di nascita, il luogo di nascita. Questi due dati si ripetono frequentemente nei nostri documenti. Questo punto di partenza è parte di ciò che siamo, della nostra identità. Poi abbiamo intrapreso il cammino della vita. All’inizio andava tutto bene o quasi.
I genitori ci guidano, ci nutrono, ci vestono, ci educano, ci mandano a scuola. Poi il cammino della vita inizia ad essere più difficile. Ogni giovane deve affrontare delle scelte: come fare, chi ascoltare, chi seguire. Sembra che l’autorità dei genitori diminuisca. Al loro posto vengono messi i giovani coetanei oppure i social media. Allo stesso tempo nei cuori dei giovani entra una certa ansia. Le domande si moltiplicano. Chi dice la verità? Chi è degno di fiducia? Quale rischio è nascosto dietro a ciò che ci viene proposto? Alcol, sesso, droghe, discoteche.
Ci sono anche scelte importanti da prendere: la scuola superiore, la professione. Qual’è il posto della fede nella vita quotidiana? Come vivere la vita familiare? Quando sposarsi? Oppure ci può essere venuta in mente una vocazione alla vita religiosa.
Non possiamo dimenticare il destino dei bambini che hanno perso i genitori, dei bambini senza scuola, di quelli soldato, di quelli sfruttati per il lavoro o per il turismo sessuale. Chi si occupa delle vittime della pedofilia?
Nella vita dei giovani le domande si moltiplicano, ma le buone risposte sono veramente rare.
La crisi dell’autorità si sta diffondendo sempre di più. Le ideologie contradittorie si stanno moltiplicando fino al punto che non si sa più chi è uomo e chi è donna.
Molti giovani sono rimasti soli e abbandonati davanti ai loro problemi. Ansia, depressione, bulimia, anoressia sono alcuni stati d’animo di molti giovani di oggi.
Le statistiche dimostrano che il numero dei suicidi dei giovani cresce sempre più. Questo ci dimostra la loro mancanza di speranza.
Dobbiamo essere coscenti della debolezza dei giovani d’oggi.
Quanti migranti che vengono in Europa o negli Stati Uniti sono giovani e hanno perso la prospettiva di una vita migliore in un luogo dove esisterebbe la garanzia della dignità di una vita professionale e familiare migliore.
Desidero parlare anche delle dipendenze. Di questo argomento se ne parla molto a Medjugorje, come avete visto ieri sera nello spettacolo della comunità Cenacolo.
Un giorno sono uscito dal mio ufficio e ho incontrato un sacerdote che aveva circa 40 anni. Abbiamo parlato in inglese e mi ha detto che veniva dall’Australia. Mi ha detto che vent’anni fa era venuto a Medjugorje. Era drogato e alcolizzato. Qui è guarito in un attimo. E’ stata un’esperienza così forte che si è convertito. Poi ha sentito la vocazione a diventare sacerdote. Mi ha detto: “Vede padre? Sono un sacerdote felice”.
Vi racconto un altro episodio. L’anno scorso dopo il festival è venuto da me una cantante di questo coro internazionale. Era una ragazza spagnola che abita a Londra. Mi ha detto una cosa che mi ha colpito molto: “Noi siamo una generazione che è ferita per tutta la vita. Porteremo tale ferita fino all’ultimo giorno della nostra vita”. Le ho chiesto: “Di che cosa si tratta?” “Si tratta del divorzio dei nostri genitori. Questa cosa ha stravolto il nostro mondo. Ha minato la nostra fiducia per poter creare una famiglia stabile in futuro”.
Spesso dico agli sposi che il loro amore matrimoniale è lo schema su cui cresce un bambino. Non sono così importanti le parole che dite ogni giorno a lui, bensì il vostro amore reciproco è la cosa più importante. Questo è il cammino su cui andrà vostro figlio”.
Nella mia vita ho lavorato anche a Parigi. Durante l’Avvento mi hanno chiesto di andare a confessare in un liceo situato in un quartiere molto alla moda. Durante la confessione i ragazzi piangevano per molte ragioni, ma principalmente per il divorzio dei loro genitori.
La seconda cosa che mi dicevano era che non possono venire alla santa Messa domenicale, perchè fanno le gite durante il weekend. Nei villaggi dove vanno non hanno la possibilità di partecipare alla Messa.
Il contesto della vita è molto importante e bisogna fare di tutto per aiutare i giovani nella loro solitudine, debolezza e confusione.
Credo che la vostra venuta a Medjugorje vi aiuterà a scoprire una nuova prospettiva: non solo da dove venite, ma anche dove andate. Imparerete a discernere e a scegliere. Per poter discernere bisogna sapere cos’è il bene e cos’è il male.
Un’anziana professoressa canadese mi ha detto: “Quando si prendono le decisioni bisogna sapere a cosa rinunciamo per sapere cosa scegliere”. Se decidete di andare a destra vuol dire che rinunciate ad andare a sinistra e sapete il perchè. In questo modo le vostre scelte sono mature. Le decisioni che prendiamo sono importanti nella nostra vita.
Al termine di questo festival dovremo prendere delle decisioni. Sceglieremo qualcosa e rinunceremo alle cose opposte. Oppure possiamo essere come i bambini: se ad un bambino chiedi se vuole questa cosa o quell’altra risponde che le vuole tutte e due. Così non funziona nella vita. Non puoi avere tutto.
Cari amici, ho parlato di dipendenze e solitudine.
Quando ci ha creato Dio ha detto: “Non è buono che l’uomo sia solo”. Cosa fanno i giovani quando si sentono soli? Facilmente cadono nelle dipendenze. Recentemente si è manifestata una nuova dipendenza: quella dal cellulare. Uno dei veggenti ha detto che anche la Madonna l’ha citata una volta. Attraverso i cellulari si entra nei social media e i giovani hanno il senso di sicurezza perchè hanno l’impressione di poter controllare i rapporti. Ho notato che i giovani spesso hanno difficoltà a creare rapporti reali. Non quelli virtuali, ma quelli reali. Perdono la capacità di condurre una conversazione profonda o di avere uno scambio di idee. Questa dipendenza spinge sempre più verso la morte. Quante persone hanno perso la vita per fare un selfie in luoghi pericolosi. Quanti giovani sono morti in incidenti, perchè guidavano la macchina guardando il cellulare. Una ragazza è morta in bagno, perchè caricava il telefonino a contatto con l’acqua.
Questa si chiama fonodipendenza.
Desideriamo liberarci da tutte queste dipendenze che limitano la nostra libertà.
Guardiamo adesso il Vangelo. Un giovane incontra Gesù. Un giovane della vostra età. Un candidato per il festival dei giovani. Quel giovane pensa che Gesù sia solo un rabbì che ha autorità. Niente di più. Il ragazzo cerca di porGli delle domande importanti. Quel giovane, israelita credente, sente il desiderio di vivere la perfezione. La prima domanda che pone è la seguente: “Cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?” La domanda ha senso, perchè mira all’obiettivo finale di un credente. Questo giovane percorre il pellegrinaggio della sua vita e già percepisce il punto di arrivo. Gesù gli risponde puntualizzando la domanda: “Perchè Mi chiedi cosa è buono? Uno solo è buono”. Prima di rispondere alla domanda Gesù vuole che il giovane chiarisca a se stesso cosa sta cercando.
Gesù, il Buon Maestro, mostra al Suo interlocutore e a tutti noi che la risposta alla domanda “cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?” può essere trovata solo se orientiamo la mente e il cuore verso Colui che è il vero bene. Nessuno è buono tranne Dio. Gesù lo ha detto anche in altri brani. Solo Dio può rispondere alla domanda sul bene, perchè Lui è il Bene, con la B maiuscola.
Tutti avete studiato la grammatica a scuola e sapete che esistono i nomi e gli aggettivi. Ciò che per noi è un aggettivo per Dio è un nome. Noi siamo buoni e Dio è la Bontà. Noi siamo più o meno giusti e Dio è la Giustizia. Noi possiamo amare e Dio.è l’Amore. Noi possiamo essere misericordiosi, ma Dio è la Misericordia.
Gesù risponde al giovane che l’unico che è buono è Dio. Questo Dio buono mostra a tutti noi come possiamo essere buoni. Noi sappiamo che qualche volta siamo buoni, ma non sempre. Dio è sempre buono, perchè Lui è la Bontà.
Gesù spiega al giovane che solo Dio merita di essere amato con tutto il cuore, tutta l’anima e con tutto lo spirito. Dio che è buono è la fonte della felicità di ogni uomo.
Gesù termina la Sua risposta dicendo: “Se vuoi entrare nella vita osserva i Miei Comandamenti”.
Il giovane pone la seconda domanda: “Quali?”
Segue la seconda risposta di Gesù: “Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dare falsa testimonianza; onora tuo padre e tua madre; ama il tuo prossimo come te stesso”. Noi abbiamo dieci Comandamenti che chiamiamo anche “Parole di vita” che sono stati scritti su due tavole di pietra. La pietra è un materiale che dura nel tempo. Per questa ragione sono stati scolpiti su pietra.
Nella prima tavola c’erano tre comandamenti che si riferiscono a Dio. Quando Gesù risponde al giovane non si riferisce alla prima tavola, bensì alla seconda, dove ci sono i Comandamenti che si rivolgono agli uomini.
Gesù gli dice: “Ciò che fai di buono agli altri è la via per la salvezza”. Il giovane credente Gli risponde: “Ho sempre osservato questi Comandamenti”.
Anche noi possiamo dire la stessa cosa? La cultura del mondo ha creato dei comandamenti del tutto opposti alle Parole di Gesù. Questa cultura ci dice: “Siete liberi di fare quello che volete. Potete uccidere, mentire, rubare, ingannare, commettere adulterio”.
La nostra fede in Dio è molto più difficile da attuare oggi che in passato. Questi Comandamenti di Dio rappresentano la condizione fondamentale dell’amore verso il prossimo. Noi possiamo verificare i nostri rapporti con gli altri sulla base di questi Comandamenti. Si tratta della prima tappa fondamentale verso la libertà.
Sant’Agostino scrive che la prima libertà consiste nel non commettere peccati gravi. Egli, che è l’intellettuale più grande della storia umana, tra i peccati gravi elenca l’omicidio, l’adulterio, la lussuria, il furto, l’inganno, il sacrilegio.
Sant’Agostino aggiunge che quando l’uomo decide di rinunciare a commettere questi peccati comincia a sollevare la testa verso la libertà. Ma si tratta solo dell’inizio. Non è la libertà perfetta.
Sabato scorso ho detto nell’omelia che i Comandamenti sono come i segnali stradali. Tutti voi che avete la patente sapete che esistono due tipi di segnali stradali: alcuni sono doveri e altri sono proibizioni. Seguendoli non sbagliamo strada e non danneggiamo gli altri causando incidenti.
Questo è anche il ruolo dei Comandamenti: ci fanno vedere la via che dobbiamo percorrere per arrivare sani e salvi alla meta della nostra vita.
Il giovane pone la terza domanda a Gesù: “Cosa mi manca per essere perfetto? Ho rispettato tutti i Comandamenti”. Gesù risponde: “Se vuoi essere perfetto và, vendi ciò che hai (era un giovane ricco), dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo”. Poi vieni e seguiMi”.
Siamo giunti al tema del nostro festival. La via della perfezione consiste nel seguire Cristo dopo aver rinunciato ai nostri beni e a noi stessi. Questa è la conclusione del dialogo tra Gesù e il giovane: “Vieni e seguiMi”.
La meravigliosa profondità di questo invito sarà pienamente compresa dai discepoli solo dopo la Resurrezione di Cristo, quando lo Spirito Santo li introdurrà a tutta la Verità.
Ora vi confido una cosa della mia vita personale.
Quando mi sono laureato in medicina avevo l’abitudine di leggere ogni sera un piccolo brano del Vangelo. Avevo sempre con me una copia dei Vangeli tascabili. Sono rimasto veramente affascinato dalla luce che usciva dalle pagine. Dentro di me cresceva la sicurezza che quella era la Verità con la V maiuscola.
Era come la conversione di Edyt Stein. Sapete che lei è stata una giudea atea che provveniva da una famiglia ortodossa che abitava in Germania. Era l’assistente di un grande filosofo. Era una donna molto colta.
Un giorno si trovava in casa degli amici che erano partiti per le vacanze. In quell’appartamento ha trovato l’autobiografia di santa Teresa d’Avila. Edyt ha letto quel libro tutta la notte e la mattina seguente ha detto: “Questo è tutta verità”.
E’ andata dai padri benedettini e ha detto: “Desidero ricevere il Battesimo. Sono una giudea”. Un padre ha risposto: “Prima si deve preparare”. Lei ha detto: “Fatemi delle domande sul vostro insegnamento”. Ascoltando le risposte il frate ha concluso che Edyt Stein conosceva la teologia meglio di lui.
Durante l’occupazione nazzista è stata deportata e uccisa con il gas. E’ lo stesso destino di san Massimiliano Kolbe.
Grazie alla lettura di quell’autobiografia non è solo stata canonizzata, ma è diventata patrona d’Europa.
Sono rimasto affascinato da ciò che ho letto nel Vangelo e non sapevo cosa fare. Avevo già fatto la specializzazione in pediatria, ma non sapevo ancora cosa fare della mia vita.
Dopo aver fatto la pratica di anatomia un giorno in autunno mi è venuta in mente l’idea di farmi sacerdote. Ho rifiutato subito quel pensiero credendo che si trattasse di una follia. “Sono un medico. Non posso fare il sacerdote”. Ma quell’idea mi tornava continuamente e ho cominciato a nutrire il desiderio di diventare veramente sacerdote.
Ed ecco dove sono arrivato. Oggi sono qui con voi.
Quindi non si tratta solo di ascoltare un messaggio e riceverlo in obbedienza. E’ una cosa molto più radicale. Si tratta di aderire alla Persona di Gesù Stesso, di condividere la Sua Vita, di condividere il Suo destino e di partecipare alla Sua obbedienza libera ed amorevole. Obbedienza alla Volontà del Padre.
Il dialogo tra Gesù e il giovane ricco finisce così. Il giovane non ha saputo rinunciare alla sua ricchezza. Dopo aver sentito le Parole “vendi tutto e seguiMi” se ne và triste, perchè possedeva tanti beni.
Non solo quel giovane ricco, ma anche i discepoli erano spaventati dalla chiamata di Gesù a seguirLo, perchè le esigenze andavano oltre alle loro forze umane.
Quando i discepoli hanno sentito il dialogo tra Gesù e il giovane sono rimasti sorpresi e hanno chiesto: “Allora chi può essere salvato?” E il Maestro ha risposto: “Impossibile per gli uomini, ma a Dio tutto è possibile”.
Oggi Gesù dice a noi: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Noi che siamo in pellegrinaggio verso il cielo dobbiamo seguirLo.
Amen.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)