OMELIA di P. Jozo Grbeš, Provinciale della Provincia Fracescana dell’Erzegovina, nel secondo giorno del Festival dei Giovani
Cari giovani amici, cari fratelli e sorelle. Lo stato del mondo è sempre caotico, così com’è il tempo in cui noi viviamo. E non ha valori, come se troppo spesso nessuno viene punito per aver detto una bugia. Ma le persone sono punite se dicono la verità? La cosiddetta Vogue cultura che demolisce aggressivamente, dice “basta creare avversari, avere seguaci”.
Basta essere contro, perché alcuni comincino a seguirvi. La scienza che negli ultimi due secoli è stata posta al solo piedistallo di tutta la vita umana, è diventata sempre di più la serva della politica. E così confonde le persone.
L’abbiamo provato molto bene, soprattutto negli ultimi tre anni.
Ciò che doveva essere seguito, le tracce della verità, seguono le tracce della politica nelle democrazie in cui noi viviamo oggi. La verità è spesso determinata dalla maggioranza dei voti e la maggioranza dei voti viene determinata dalla forza degli interessi. Ecco perché ci sono molte verità da parte di tutti e dovete scavare tanto.
Il mondo in cui viviamo oggi è pieno di disinformazioni. Spetta a ciascuno di voi fare i giudici, distinguendo la verità dalle bugie. Poco fa lo disse John Clauser, vincitore del premio Nobel per la fisica l’anno scorso. Anche in questi giorni proibiscono di parlare. Sì, cari amici, questo è il palcoscenico del mondo dove noi passiamo le nostre giornate. E ci chiediamo: e noi cristiani, dove siamo noi? Noi, che siamo battezzati nel nome di colui che determina la storia. Che dire di noi che professiamo fede in Cristo Salvatore, Cristo d’amore, Cristo di verità? Stasera io vorrei riflettere solo di Lui. Il mondo sarà sempre in caos. Questa è la natura del mondo. Ma ci domandiamo: cosa succede con noi?
Cristo parla e agisce nella persona stessa di Dio. Quando dice: avente inteso che fu detto, ma io vi dico. Il cielo e la terra passeranno, ma la mia parola non passerà. Gesù Cristo è il dono più bello, il più nobile per l’umanità. Non c’è nulla di meglio, dice un poeta. Non c’è nulla di meglio di un uomo che riscatta i peccati degli altri con la sua sofferenza. Questa è la più meravigliosa immagine morale del genere umano ed è rimasta chiara e pura nonostante tutte le deviazioni del cristianesimo e dei cristiani. Lui rimane il pilastro di verità, di purezza, evento di verità e rimane in eterno solo. Ci domandiamo: chi è quello? Se Lui è così, anch’io vorrei occuparmi nella mia vita, con la sua persona e domandarmi: com’è Lui?
Un autore ignoto del secolo 19°, dice che è nato in un villaggio sconosciuto come figlio di una contadina e cresciuto in un altro villaggio, sconosciuto come figlio di un falegname. Non si è mai allontanato di 200 km dal luogo in cui è nato, non aveva nessuna credibilità se non sé stesso. Mentre era ancora giovane, l’opinione pubblica si rivoltò contro di Lui. I suoi amici lo hanno lasciato solo nel momento più importante della sua vita. Fu inchiodato alla croce tra i malfattori e mentre stava morendo il suo mantello, l’unico pezzo di proprietà sulla terra, fu perso al gioco dai malfattori comuni, quotidiani. E quando è morto, grazie alla gentilezza dei suoi amici, è stato deposto nella tomba presa in prestito da qualcun altro. Venti secoli vanno e vengono e Lui rimane figura centrale per gran parte della razza umana. Tutti gli eserciti che hanno marciato, tutte le flotte che hanno mai navigato, tutti i parlamenti che sono mai stati eletti, tutti i re che hanno mai regnato, riuniti tutti insieme, non hanno toccato la vita dell’uomo sulla terra così potentemente come questa vita. Una vita sola, la vita di Gesù di Nazareth. Su di Lui sono stati scritti più testi che su chiunque altro nella storia dell’esistenza umana. Nessuno che lo incontra con l’anima in modo veritiero, rimane uguale. Nessuno ha mai riposto tanta fiducia in un uomo comune, piccolo quanto Gesù di Nazareth. Lui che parlava allora, parla anche oggi. Ora è qui, per coloro che sono lontani e noi che siamo vicini. Questo uomo di Nazareth ci ha insegnato che essere piccoli, umili, semplici, significa essere grandi. Non ha scelto persone potenti come i suoi predicatori. Ha iniziato con piccole persone e ha reso grandi quelle persone; erano pescatori e contadini, gente comune, ma con la forza del suo spirito giravano il mondo, predicando l’unica dimensione della sua e della nostra vita, per la quale vale la pena camminare: l’amore.
A questo Gesù di Nazareth servono meglio, a volte, i poeti che i predicatori. E gli servono. Sempre gli servono bene, sempre coloro che lo conoscono. Ci dice Paolo, ebreo e Santo ribelle e predicatore, colui che ha incontrato Cristo e poi ha capito chi era. E per questo Paolo scrisse a noi e a tutti, per tutti i secoli: Lui Cristo, svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini, dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome. Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sottoterra. E ogni lingua proclami, dice Paolo, Gesù Cristo, il Signore. Sì, cari amici, è Lui davanti al quale pieghiamo le nostre ginocchia. Quando ci inchiniamo davanti a Lui allora non ci inchiniamo a niente e a nessun altro. E la verità è anche contraria. Quando ci inchiniamo e adoriamo qualcun altro e qualcos’altro, non adoriamo Lui, non possiamo stare da tutte e due le parti. Ci ha insegnato che niente e nessuno è al di sopra dell’amore. L’amore, la legge Suprema, il senso dell’esistenza. Seguire Cristo significa amare, non giudicare mai, mai. L’amore perdona, guarisce, solleva, crea e quando sei nel dubbio, al bivio della scelta, quando non sappiamo che decisione prendere, scegliendo l’amore non possiamo sbagliare. L’amore vince l’indifferenza e la disperazione, l’amore è la bellezza pura del mondo, è l’unica che può salvare il mondo, come dice Paolo: la carità, l’unica, non avrà mai fine. Per amore ed a causa dell’amore, Cristo ci insegna che ogni Santo ha un passato, qualsiasi sia. Ma anche ogni peccatore, ogni peccatore, ha un futuro.
Questo è il suo testamento, tanto semplice, ma magnifico. Cari amici, ci ha insegnato che le grandi realtà avvengono. Grandi incontri, grandi pensieri, grande divino nell’uomo. Avviene tutto questo nel silenzio dell’ignoto, lontano dal bagliore del mondo. Questo nostro Gesù di Nazareth poteva camminare sull’acqua, ci dice il Vangelo. Ma lo fece una volta sola.
Non gli piacevano gli spettacoli, è nato nella carne ed è risorto da quel corpo in silenzio, lontano dal palcoscenico di questo mondo. In modo che nessuno lo vedesse.
Ci ha insegnato, cari amici, a differenza di tutti i filosofi d’Oriente ed Occidente, che da secoli cercano la verità. E hanno scritto tonnellate di libri, tonnellate di versioni. E Lui ci dice che Lui stesso è la verità. In altre parole: conosci me, troverai, conoscerai la verità. Come disse un saggio, nessuna verità vale lo sforzo, se non quella che tende all’amore.
Se Lui dice che Lui è l’amore, ha un senso perfetto. Perciò coloro che amano sé stessi più della verità diventano suoi non-amici. Si, Giuda non fu l’ultimo a tradirlo. Non certo il più famoso.
Lui è l’inizio, il senso della parola che si chiama verità. Quel Nazareno ci ha insegnato di incontrarlo nei bisognosi, nei poveri, nei rifiutati, negli estranei, in coloro che non interessano a nessuno. E quindi, poiché non possiamo donare a Lui direttamente, ha dato il potere ai poveri di essere destinatari dei suoi doni, sono diventati i suoi ambasciatori, il suo volto su tutta la terra. Così diventano per noi nostra madre, nostri fratelli. Nei bisognosi è diventato riconoscibile, visibile in ogni luogo. In ogni nazione ci pone costantemente le sue sei domande che sono alla base degli atti d’amore, fisici e spirituali: ho fame, ho sete, sono nudo, sono straniero, sono malato, non ho nessuno, sono prigioniero.
Mi hai aiutato?
Caro amico, quando è stata l’ultima volta che hai aiutato la solitudine di qualcuno? Qualcuno che aveva fame, sete, era nudo, straniero, malato, era in prigione. Tutti questi sei tipi di bisognosi hanno una caratteristica in comune: sono tutti soli. E vi domando, quando è stata l’ultima volta che tu hai aiutato la solitudine di qualcuno? La risposta a queste sei domande di Gesù è la risposta alla domanda: se io e Lui ci conosciamo, se noi due ci conosciamo!
Ha mandato sua madre così tante volte ad aiutarci da Betlemme e Cana di Galilea, a questo luogo qui, tra questi due Monti. Se incontriamo Lei, incontreremo Lui. Come madre amorevole chiede e ci infastidisce con insistenza, ma non per sé stessa, ma per Lui. Da Cana ad oggi, non per sé stessa, ma per Lui! Cari amici, questo uomo di Nazareth che chiamano re, signore, arabì, amico, uomo del lutto, filosofo, Salvatore. Lui è diversa forza, le diverse persone, ma più spesso lo chiamano Maestro.
Nei Vangeli si nomina Maestro? Sì, Lui è il nostro maestro. Oggi ci domandiamo. Chi è Lui per te, amico? Lui ha promesso ai suoi discepoli, tre cose: vivranno senza paura, saranno stranamente felici e saranno nelle costanti difficoltà. Quando diventate suo amico in questo mondo, spesso vivrete solitudini e gli infermi, inferni. E vi domando, siete pronti a conoscerlo? Ha predicato sul Regno di Dio e ci ha detto di cambiare la nostra vita per diventare membri di questo Regno. Allora possiamo dire anche noi come moto di questo Festival: Ecco mia madre, i miei fratelli, mie sorelle.
Anch’io vorrei far parte di questo regno. Egli è venuto per rendere buoni i cattivi e santi i buoni. Stasera mi devo domandare, guardandomi negli occhi, io con me stesso, chi sono? Come sono io? Sono cattivo? Sono buono? E desidero essere Santo? Cari amici, noi abbiamo una vita sola, un solo, trattino tra nascita e morte, arrivo e partenza. Come vivere quell’unica e sola vita. Domanda di tutte le domande, di tutti i sensi, di tutte le filosofie, di tutte le spiritualità. Sempre questa domanda: come vivere quel trattino, cioè come vivere quell’unica e sola vita? Cristo è nostro maestro, scegliamo Lui e nessun altro. Ci sarà chiaro ciò che non è mai stato. Troveremo il senso della vita che non esiste da nessun’altra parte. L’amore diventerà la nostra via e la nostra vita ci sarà data, come ci dice oggi: a voi è dato conoscere i misteri del Regno dei cieli. Ci basterà, sarà abbastanza per una sola magnifica vita, ma soltanto con Lui e per mezzo di Lui. Perciò vi prego. Scegliamo Lui. Non permettiamo che la spiritualità diventi una forma di tradizione, una religione del secolo senza incontro. Permettiamo a noi stessi quest’incontro. Questo incontro ha cambiato la storia e può cambiare me e te.
Ma alla fine, voi giovani, vi prego, quando ritornate a casa in questi giorni, ritornerete nel caos di questo mondo.
Non vi vogliono bene perché siete cattolici o perché siete cristiani, non vi vogliono bene perché siete per il matrimonio, per la famiglia, per i valori che valgono. E rimangono. Non vi vogliono bene per mille cose, mille valori, ma per tutte queste cose siate grati quando vi calpestano, alzatevi quando vi attaccano, dite: Cristo, io vorrei continuare con te. Perché no? La scelta è chiara! Se scegliamo Lui, scegliamo ciò che rimane per sempre. In questo mondo e nell’altro scegliamo l’unica cosa che ha senso. Scegliamo ciò che dona al cuore umano la felicità continua. Scegliamo ciò che è l’unico suo comandamento: sceglieremo amore. Contro l’amore, nessuno vi può far nulla. Scegliete Lui.