Omelia della santa Messa Medjugorje, 13 giugno 2019
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la Parola con il prodigi che l’accompagnavano.
Parola del Signore
Cari fratelli e sorelle, oggi è la solennità di sant’Antonio, un santo particolarmente ricco. E’ un santo del mondo intero. In ogni chiesa, cappella o cattedrale del mondo si trova una statua di sant’Antonio. E’ un fenomeno particolare nella storia della Chiesa e dei santi. Ogni santo è un fenomeno. Ogni santo è una persona particolarmente ricca e si distingue da noi cristiani comuni per il suo stile di vita, per il rapporto con Dio e con gli altri, per la preghiera. Ciascuno dei santi deve possedere virtù straordinarie che noi uomini e cristiani semplici di solito non abbiamo. Loro le hanno in abbondanza e proprio per questo li veneriamo.
In modo particolare nel nostro territorio veneriamo sant’Antonio. Questa devozione è nata alla fine del 300 per opera dei frati di Padova. Sant’Antonio qui è di casa. Tutti lo conosciamo e lo preghiamo. Ma sant’Antonio non è come un negozio dove entriamo, esprimiamo una preghiera e veniamo esauditi. Egli è un santo che ha delle virtù: amore, pazienza, perdono , annuncio della Parola di Dio, disponibilità al sacrificio. Egli era anche un grande predicatore. Il Santo Padre Paolo VI ha detto che la Basilica di sant’Antonio a Padova è la “clinica dello spirito”. Nella clinica entrano i malati per essere guariti. Nella clinica arrivano giovani e anziani, credenti e non credenti. Tutti hanno bisogno di tornare in salute. Così succede anche alla Basilica di sant’Antonio. E’ una chiesa magnifica. Abbiamo tante basiliche magnifiche, attraenti, maestose, splendenti in tutto il mondo, ma in quelle chiese si prega poco. Ma nella chiesa di Padova c’è una processione continua. Ogni pellegrino si ferma davanti alla tomba del santo, appoggia la mano e pronuncia la propria preghiera. E’ un caso unico.
E’ vero che nella vita di sant’Antonio non possiamo sempre distinguere cosa è leggenda, cosa devozione popolare e cosa verità, ma una cosa è certa: nella sua vita sant’Antonio ha fatto ciò che ha fatto il Suo Maestro Gesù Cristo. Andava di luogo in luogo, annunciava la Parola di Dio, aiutava i bisognosi, guariva i malati. Con questo suo stile di vita e con la predicazione ha attirato le folle. Non era ignorante. E’ dottore della Chiesa. E’ uno dei santi più colti, ma era tanto semplice. Si interessava dei bisogni anche i più semplici, come faceva anche Gesù. Gesù si è chinato sul lebbroso e sul mendicante; ha dato a tutti la Sua Mano compassionevole. Ha guarito tanti e ha dato la speranza: “Tuo figlio vive. Basta che tu creda”. Sant’Antonio non faceva e non fa i miracoli per dare spettacolo, ma li fa dove c’è vera fede. Anche se confondiamo spesso le leggende con la verità se vediamo bene la sua vita capiamo che si è deciso coscentemente per Gesù Cristo.
Sant’Antonio è nato a Lisbona in Portogallo nel 1195 in una famiglia ricca. C’erano tutte le condizioni per vivere una vita in cui non mancasse nulla. Ma a 16 anni ha deciso di entrare nell’ordine degli Agostiniani nel convento di Coimbra. Lì trascorreva la vita nella preghiera, nella penitenza e nello studio. Nel 1219, all’arrivo dei figli di san Francesco d’Assisi, in lui è avvenuto un cambiamento. Erano inviati in nord Africa per annunciare il Vangelo. Ferdinando (nome di battesimo di sant’Antonio) ha conosciuto i francescani e ne è stato profondamente toccato e ha deciso: “Devo essere francescano e voglio essere martire”. Ha annunciato la sua decisione ai superiori ed è partito per annunciare il Vangelo dove sono morti i primi martiri. A causa della malattia è dovuto tornare, ma la barca, a causa del vento, al posto di tornare in Portogallo è arrivata in Sicilia. Era una terra straniera e non ne conosceva la lingua.
Nel 1221 sant’Antonio era presente al Capitolo di Pentecoste ed ha incontrato il serafico padre Francesco. Durante questo Capitolo Francesco ha inviato i suoi confratelli in tutto il mondo per annunciare il Vangelo come ha detto Gesù: “Non portate nulla con voi. Nè sandali nè bisaccia. Ovunque andiate dite: ‘pace a questa casa’.” I figli di san Francesco si sono sparsi in tutta Europa e sono arrivati anche dalle nostre parti per annunciare la Buona Novella di salvezza. Il giovane frate Antonio non sapeva dove andare. Per compassione lo ha preso il provinciale di Bologna e lo ha inviato nel convento di Montepaola, tra Bologna e Padova per celebrare la santa Messa ai confratelli. In quel luogo ha trascorso un periodo di solitudine nella preghiera, penitenza e studio delle Sacre Scritture. Siccome mancava un predicatore per una santa Messa di ordinazione hanno chiamato sant’Antonio. Ha talmente entusiasmato che i presenti non potevano credere che un giovane sacerdote, appena arrivato e che conosceva poco la lingua, potesse fare una predica così bella. Da quel momento inizia la sua missione. Ha girato tutta l’Italia e la Francia. Aveva tanti avversari come capita in tutti i tempi quando si annuncia la Parola di Dio. Ma aveva anche tanti ascoltatori e lo invitavano a predicare ovunque. Sant’Antonio non portava vesti pompose e non mangiava nei ristoranti. Dalla sua cella francescana, dove c’erano solo la croce e il letto, traeva la sua forza e con quella convinzione andava in ogni luogo annunciando il Vangelo e facendo tanti miracoli.
Cosa ci direbbe oggi sant’Antonio? Ci direbbe quello che ha detto 800 anni fa: “Annunciate il Vangelo, perchè è quello che salva l’uomo. Annunciatelo con la vostra vita, con il vostro rapporto verso Dio e verso gli uomini”.Forse mai come oggi la fede è stata in crisi. In ogni luogo, ma sopratutto nei paesi ricchi dell’occidente. Non c’è più bisogno di Dio. L’uomo può fare tutto da solo. Dio ci da fastidio. Dio lega l’uomo e con le Sue leggi non gli permette di fare ciò che vuole. Questa è la mentalità del nostro tempo, ma non è così. Alla fine dei tempi, quando si faranno i calcoli, veddremo che senza Dio tutto è vano. Abbiamo bisogno di Dio. Abbiamo bisogno di Sua Madre che sant’Antonio venerava tanto. Ne abbiamo bisogno per poter vivere non in qualsiasi libertà, ma nella libertà dei figli di Dio. Per poter avere la pace. Non qualsiasi pace. Non la pace del mondo, ma quella pace che Gesù ha annunciato quando è Risorto dicendo: “Vi lascio la pace. Vi do la Mia pace”. E’ la pace che tranquillizza il cuore umano e lo guida verso Dio.
I nostri santi sono le nostre guide. Anche sant’Antonio lo è. E’ un santo tanto caro e venerato nel mondo intero come intercessore anche nei bisogni più piccoli. Tra i croati lo si prega anche se si perdono le cose come per esempio le chiavi. E chi lo fa trova gli oggetti, perchè sant’Antonio ci tiene ad ogni cosa della nostra vita. Attraverso queste cose semplici prendiamo coscenza di ciò che veramente siamo, cioè figli di Dio. Per l’intercessione di sant’Antonio, per mezzo delle sue virtù, delle sue parole e predicazioni, per mezzo della sua penitenza, cerchiamo anche noi di essere ciò che Dio vuole, cioè figli di Dio. Potremo comprendere sant’Antonio, tutti i santi e tutte le Parole di Gesù. Potremo dire assieme a Lui: “Veramente il Mio giogo è leggero”.Così sia.Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.
Trascrizione: A. Bianco