Omelia del 24 dicembre 2020 (padre Luigi Lorusso)
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».
Parola del Signore.
Carissimi fratelli e sorelle, siamo proprio alla soglia del santo Natale.
Siamo lì davanti alla grotta. Stiamo per contemplare il Dono più grande che l’umanità possa mai immaginare: Dio Stesso che Si fa nostro compagno di viaggio. Dio Stesso che Si fa nostro Padre e nostro Signore anche nella Carne. Dio Stesso che condivide con noi ogni aspetto della nostra umanità, eccetto il peccato.
Questo contempleremo questa notte. Questo contempleremo nel giorno di Natale.
Ma come possiamo partecipare anche noi a tutto questo? Come far sì che l’eterno Pensiero del Padre, il Verbo, Suo Figlio, il Sole di giustizia nasca anche in noi? Come può trovare anche in noi la dimora nella quale possa immergerSi per operare la salvezza anche oggi?
Ci viene in aiuto la prima lettura. Ci viene riproposta quella di domenica scorsa.
Davide vuole costruire un tempio all’arca dell’alleanza e quindi a Dio. Natan il profeta è d’accordo con questo progetto che lui ha. Ma ad un certo punto di notte Dio Stesso dice a Natan che non vuole che Davide Gli faccia una casa. Lui Stesso farà una casa a Davide attraverso un Suo Discendente, quindi attraverso Cristo.
Viene profetizzato a Davide che il Messia Si farà Carne proprio attraverso la sua discendenza.
E’ importante sottolineare un aspetto. Dio dice: “Non sei tu che fai qualcosa per Me, ma sono Io che faccio qualcosa per te. Sono Io che ti faccio una casa. Sono Io che ti rendo stabile. Sono Io che ti innalzo tra i più grandi della terra”.
Questo è l’atteggiamento che dobbiamo comprendere. Dobbiamo capire bene che la vita cristiana non è fare qualcosa per Dio. Amare Dio non significa fare qualcosa per Lui, per quanto grandi possano essere le idee che abbiamo per corrispondere l’Amore di Dio. Per quanto grandi possano essere i nostri desideri. Noi non amiamo Dio se facciamo qualcosa per Lui. Noi non potremmo mai diventare la dimora di Cristo se vogliamo fare qualcosa per Lui.
Lo diventiamo soltanto quando siamo disposti che Lui faccia in noi, che Lui faccia qualcosa per noi, che Lui realizzi il Suo Progetto d’Amore nella nostra vita.
Questo significa veramente fare il Natale. Lasciare che Dio compia la Sua Opera dentro di noi.
Ecco perchè è importante l’atteggiamento di umiltà nel quale noi riconosciamo di essere niente, di essere come un libro bianco sulle cui pagine Dio Stesso scrive. Il Suo Amore scrive la storia di salvezza.
Amare Dio, fare il Natale, permettere a Gesù di nascere in noi anche oggi. Tutto questo è possibile se noi ci rendiamo disponibili a Lui, se siamo veramente quella pagina bianca, quel contenitore vuoto nel quale Dio può riversare Se Stesso.
Gesù Stesso ce lo ricorda: “Chi è che Mi ama? Colui che fa ciò che Io gli chiedo”. E’ quello che noi diciamo nel Padre Nostro: “Padre, si faccia la Tua Volontà. Si compia il Tuo Volere come in cielo così sulla terra”. Non diciamo “fa che noi facciamo la Tua Volontà”, no, ma che “il Tuo Volere si compia in noi, come in cielo così in terra”.
Questo è l’atteggiamento giusto. Questo è l’atteggiamento più bello per poter fare Natale. Fare spazio a Dio. Lasciarci amare da Lui. Lasciare che il Suo Volere ogni giorno in noi trovi quella disponibilità, quello spazio nel quale Lui possa realizzare Se Stesso.
Così amiamo veramente il Signore, non facendo qualcosa per Lui, ma lasciando che Lui faccia tutto per noi.
Davvero ogni giorno chiediamo alla Madonna e a san Giuseppe che ci facciano render conto dell’importanza e della grandezza della nostra vita quando ci rendiamo disponibili a Dio. Il vero Amore è lì. La vera realizzazione dell’essere umano è lì. Nella frase che Maria dirà: “EccoMi. Sono la Schiava del Signore. Dentro la Mia Vita Si compia la Parola che hai pronunciato”. La Madonna non dice: “Sì. Io voglio. Io faccio. Faccio quello che Mi hai detto”. No. Lei dice: “Io sono disponibile. Sono totalmente disponibile a Dio. Compia Lui in Me quello che ha detto”.
Sia lodato Gesù Cristo.
padre Luigi Lorusso
Fonte: (Trascrizione a cura di A. Bianco)