Omelia della Santa Messa – Medjugorje, 2 dicembre 2020
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Parola del Signore.
Fratelli e sorelle, nel salmo 23 che abbiamo appena sentito si dice: “il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla”.
E’ veramente una bellissima immagine di Dio che Si prende cura delle proprie creature, soprattutto dell’uomo che è il culmine della Sua opera di creazione.
Lui ha creato il mondo in cui c’è abbastanza per l’uomo e per tutte le creature.
Ha mostrato, tramite il Suo popolo Israele, che è preoccupato per l’uomo in difficoltà, nel bisogno, nella persecuzione.
Si è mostrato vicino all’uomo nel Suo Figlio unigenito Gesù Cristo, il quale, nella pienezza dei tempi, è disceso nel nostro mondo umano ed è diventato uno di noi. Con la Sua Sofferenza e la Sua Morte ci ha riconciliati con Dio. Non siamo pecore nel senso di essere stupidi. Al contrario lo siamo, perchè siamo grati al Signore per tutti i doni che ci da quotidianamente. Desideriamo seguire il Suo esempio di Bontà, di Amore, di impegno per gli altri e per la natura.
Come Pastore Gesù ci fa comprendere il Vangelo di oggi.
Egli ha guarito tante persone dalle malattie tra la folla che Lo seguiva e ascoltava. Gli zoppi hanno iniziato a camminare, i ciechi a vedere, i muti a parlare. La folla era meravigliata.
Ha moltiplicato i pani in modo che tutti potessero mangiare. Nessuno è rimasto digiuno. Questo Suo miracolo fa capire ciò che accadrà il giorno del giovedì santo: Cristo ha trasformato il pane nel Suo Corpo e il vino nel Suo Sangue. Questo lo ha testimoniato il venerdì santo. E’ diventato nostro Cibo e nostro Farmaco per mezzo dell’Eucaristia.
Ha lasciato Se Stesso nelle specie del pane e del vino a tutti coloro che vogliono appartenere a Dio. Nutriti con questo Cibo celeste anche noi camminiamo con coraggio in questo mondo. Non siamo mai disperati, perchè questo Cibo ci fa assaporare l’eternità.
Questa mensa è stata preannunciata dal grande profeta Isaia quando ha parlato di
un banchetto di grasse vivande, di vini ecellenti e di cibi succulenti. Questa è la mensa del Corpo e del Sangue di Cristo.
Isaia dice che il Signore degli eserciti distruggerà la morte per sempre.
Con varie immagini il profeta descriveva la desolazione che opprimeva e opprimerà sempre l’uomo finchè il Signore non annienterà la morte.
Il Cibo e il Farmaco per l’immortalità eterna Lo riceviamo nell’Eucaristia.
Con l’Eucaristia si rinnova la prima venuta di Cristo e ci prepara per la Sua seconda venuta. La santa Comunione vuol dire assaporare l’eternità.
Ci presentiamo volentieri a ricevere questo cibo di vita eterna? Quanto spesso facciamo la santa Comunione?
E’ un gran peccato e una mancanza di gratitudine rifiutare questo dono grandissimo che dio ci fa.
Ritorniamo al grande profeta Isaia. Lo incontriamo quasi quotidianamente in questo tempo di Avvento e parla molto forte. Dice alla gente: “Non temete. Verrà la vittoria finale che Dio ha promesso a tutti i popoli e supererà tutte le nostre aspettative”.
Isaia non invita alla tristezza e alla disperazione, anzi all’allegria: “Esultiamo e gioiamo per la Sua salvezza”. Questa salvezza è già arrivata per mezzo di Gesù Cristo, come abbiamo sentito nel Vangelo di oggi. Tutti Lo lodavano e ammiravano.
La Sua missione non è finita. Lui guarisce anche oggi milioni di persone che Gli aprono il proprio cuore e lo invocano sinceramente in preghiera. Non bisogna ingannarsi pensando che Gesù guarirà tutti e che per tutti la vita sarà perfetta. Il fatto di essere cristiani non vuol dire che la vita sarà senza dolore, difficoltà o malattie. Noi stessi possiamo vederlo tutti i giorni.
Coloro che credono in Dio, per i quali Lui è veramente Maestro e Guida, non hanno paura di nessuna sfida della vita, nemmeno della morte. Noi cristiani crediamo profondamente che nelle nostre malattie e difficoltà ci avviciniamo alla Vita di Cristo e con la nostra morte ci avviciniamo alla Sua Morte per poter essere vicini alla Sua Resurrezione quando arriverà il momento della nostra resurrezione.
Lui è il nostro Buon Pastore. E’ sempre con noi anche quando arrivano i momenti difficili.
Dio manda la Madre di Suo Figlio proprio in questi momenti difficili, di disperazione, di allontanamento da Dio, di malattie del corpo come il corona virus, ma ancora di più le malattie dello spirito e dell’anima. Momenti di divisioni, problemi familiari, attacchi terroristici, soprattutto contro i cristiani. sono tempi in cui la vita umana vale poco o niente. Milioni di bambini vengono uccisi. Milioni di persone muoiono di fame o di malattia. Nel mondo ricco è diventato molto più importante il cane e il gatto del fratello.
La Madre di Dio, proprio qui a Medjugorje, ci invita a cambiare vita. Ci invita a pregare, a fare del bene, a vivere il Vangelo di gesù Cristo, non secondo la misura di questo mondo, ma per Dio e per il fratello.
Fratelli e sorelle, tutte le cose che Dio fa nella nostra vita attraverso la Madre Celeste siano esortazione per esprimere tutti i giorni la nostra gratitudine a Dio.
L’umiltà davanti alla grandezza di Dio e la gratitudine per i Suoi doni che riceviamo in abbondanza ogni giorno devono essere il nostro modo di pensare a Dio. Lui ci supera immensamente eppure è venuto nel nostro mondo umano e ci ha donato la Sua salvezza.
Signore, anche se vado per una valle oscura non temo alcun male, perchè Tu sei con me. Tu sei Dio che mi ama e Si prende cura del mondo intero.
Amen.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)