Angolo teologico (50)
Messaggi del 25 gennaio 20 e 2 febbraio 2019
Messaggio a Marija del 25 gennaio 2019
Cari figli! Oggi, come madre vi invito alla conversione. Questo tempo è per voi, figlioli, il tempo del silenzio e della preghiera. Perciò, nel calore del vostro cuore cresca il chicco della speranza e della fede e voi, figlioli, di giorno in giorno sentirete il bisogno di pregare di più. La vostra vita diventerà ordinata e responsabile. Comprenderete, figlioli, di essere passeggeri qui sulla terra e sentirete il bisogno di essere più vicini a Dio e con l’amore darete testimonianza della vostra esperienza dell’incontro con Dio, che condividerete con gli altri. Io sono con voi e prego per voi ma non posso senza il vostro Si. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
Commento teologico
Il messaggio è presentato in un riquadro con due cornici, una all’inizio e l’altra alla fine, dentro le quali prende significato il messaggio, che si può dividere in due parti: la prima riguarda il nostro tempo da dedicare al silenzio e alla preghiera; la seconda indica la testimonianza della nostra sincera e profonda unione con Dio da fare verso gli altri.
1. Cornice iniziale e finale. Si vede bene che la Vergine segue un discorso ben articolato. Ella inizia ricordando il suo atteggiamento materno e, senza tanti preamboli, indica subito lo scopo delle sue parole, che è la nostra conversione: “Cari figli, come madre vi invito alla conversione”. Ciò significa che le sta a cuore che noi, suoi figli e apostoli, dobbiamo costantemente impegnarci per attuare la nostra conversione, che non si fa una volta soltanto nella vita, ma va riproposta e rinnovata ogni giorno. Si sa che la conversione non è altro che cambiare rotta quotidianamente, perché siamo sospinti e tentati di ricadere nella situazione e nella mentalità materialista ed edonistica del mondo. In effetti è molto facile, alle volte senza rendercene conto, ad essere sopraffatti dagli affari e problemi terreni, che pur ci sono, ma a causa dei quali purtroppo ci lasciamo prendere da una così forte ansia e preoccupazione da perdere la serenità e la fiducia, allontanandoci dalla preghiera e dalla comunione con Dio, e sprofondando in agitazione e tensione, che poi produce nervosismo, conflittualità con noi stessi e con i nostri vicini. In certo modo veniamo meno al nostro equilibrio interiore e restiamo oppressi dal disorientamento e dalla confusione, nonché dalla rabbia o dalla depressione, alle volte fino alla disperazione.
Si perde il ben dell’intelletto e ci si lascia trascinare e travolgere da gesti e parole dissennate e aggressive. Da qui il richiamo della Vergine a cambiare rotta, vale a dire convertirci, cioè a ricuperare, alzando lo sguardo al Cielo, la comunione con Dio, con alcuni momenti di sosta e di raccoglimento, per ritrovare le linee maestre del nostro cammino cristiano. Pertanto la nostra Madre vigile e attenta fa tornare alla mente e nel cuore la necessità di risvegliarci e di ritrovare la luce che promana da Cristo e dalla sua santa Parola e dalla sua grazia. Senza di Lui non possiamo fare nulla, anzi le forze avverse ci sovrastano e ci schiacciano.
Alla fine, nelle ultime parole del messaggio, la Vergine conclude con accenti di incoraggiamento e di sostegno, dicendo che sta con noi e prega per noi: “Io sono con voi e prego per voi ma non posso senza il vostro sì”. Questa frase ci offre un grande conforto e riapre la speranza per rinnovare la nostra conversione, cioè la nostra adesione totale al suo materno volere. In effetti le sue parole cadono nel vuoto se non sono corrisposte dalla nostra corrispondenza piena con un sì: vogliamo renderci docili al tuo richiamo, nella disponibilità concreta ad essere fedeli e docili tuoi figli. Come sono importanti tali suggerimenti materni per noi, che spesso siamo in attesa dei suoi messaggi, li divulghiamo celermente su WhatsApp. Ma poi li lasciamo morire lì, sul cellulare, senza farli calare nel nostro intimo e soprattutto nella nostra vita. Che figli siamo?
2. Il tempo del silenzio e della preghiera. Nella parte centrale del messaggio, Maria spiega, in maniera didattica molto chiara e semplice, cosa dobbiamo fare per realizzare ogni volta la nostra conversione. Ci dice di trovare, pur in mezzo al lavoro e agli impegni, un tempo e un luogo di raccoglimento e di intimità col Signore:“Questo tempo è per voi, figlioli, il tempo del silenzio e della preghiera”. Come sono necessari e vitali questi due aspetti, che formano la condizione indispensabile per non lasciarci travolgere dal chiasso, dal trambusto e dalla mondanità della società odierna! Il silenzio comporta la forza di far tacere ogni rumore che ci assorbe e ci disturba così profondamente da lasciarci sempre nella distrazione e dissipazione, che fa male non solo allo spirito ma anche alla psiche e al fisico, distruggendo la salute e la quiete del cuore. Tuttavia il silenzio non deve rimanere vuoto e insignificante, tanto fa farci paura, ma va riempito con la preghiera, cioè con la unione interiore e forte con Gesù, che ci calma e ci acquieta, colmandoci del suo amore e della sua luce veritiera. In tal modo noi restiamo saldi e lucidi per affrontare ogni situazione, rimanendo avvinti alla sua grazia e forza. Non si dica, come spesso avviene, che non abbiamo il tempo di fermarci e raccoglierci, quando lo troviamo per ogni altra cosa più futile e anche dannosa. Perché siamo così ipocriti e dissennati?
Inoltre Ella elenca i frutti benefici e salutari prodotti dal raccoglimento e dalla unione con Dio: “Perciò nel calore del vostro cuore cresca il chicco della speranza e della fede e voi, figlioli, di giorno in giorno sentirete il bisogno di pregare di più”. I frutti sono molto preziosi: anzitutto il cuore riprende calore e vigore, entusiasmo e vitalità; poi cresce il seme della speranza, spalancando davanti alla nostra mente orizzonti luminosi e vasti, che ci rincuorano e ci donano la gioia di vivere e di andare avanti nel nome del Signore; accanto alla speranza fiorisce la fede, cioè l’affidamento filiale al Padre celeste e alla sua potenza e sapienza, per essere sorretti e rafforzati sia nel fisico sia nello spirito. Per questa ragione di giorno in giorno sentiamo sempre più il bisogno di silenzio e di preghiera. Un cristiano che non prega è destinato alla perdita di ogni spiraglio di entusiasmo e di incitamento per il futuro. Invece con la preghiera otterremo una vita armoniosa e gioiosa: “La vostra vita diventerà ordinata e responsabile”.In tal modo raggiungiamo una vera maturazione umana e spirituale, diventando persone stabili e vigorose, senza essere più sballottate dai venti marosi e turbolenti ma saldamente ancorate a Cristo.
3. La testimonianza agli altri dell’incontro con Dio. Nella seconda parte del messaggio, anch’essa molto significativa, sono considerate le conseguenze pratiche della nostra conversione quotidiana. Anzitutto la Vergine ci richiama a renderci conto che siamo pellegrini su questa terra e non possiamo restare prigionieri di questo mondo caduco. “Comprenderete, figlioli, di essere passeggeri qui sulla terra e sentirete il bisogno di essere più vicini a Dio“. Occorre un certo distacco dai beni materiali e fugaci per essere maggiormente avvinti ai valori celesti ed eterni, cioè a Dio stesso, nel suo mistero di amore e di verità. Ancorati a Lui non ci perdiamo nella confusione di pensieri, sentimenti e azioni malvagie e stolte, ma saremo irrorati dalla grazia divina. E ricolmi di tale pienezza di vita e di bontà, potremo diventare noi stessi trasmettitori e strumenti, affinché l’amore di Dio possa essere effuso nel cuore di tanti nostri fratelli e sorelle: “Con l’amore darete testimonianza della vostra esperienza dell’incontro con Dio, che condividerete con gli altri”.
Possiamo constatare con evidenza come la vita odierna, a tutti i livelli e a tutte le età e condizioni, sia intrisa di sofferenza, di solitudine e amarezza, sia nelle malattie fisiche sia nei disagi interiori. Non basta il denaro, il lusso, le comodità, i divertimenti…a soddisfare tutte le esigenze del nostro essere, anzi ci accorgiamo che proprio essi alla fine ci rendono insicuri, insoddisfatti e scontenti. Da qui la necessità che le creature umane trovino altre persone che sappiano comunicare la quiete del cuore, la pienezza dell’amore e la luce della verità, per offrire la certezza che anche le più atroci sofferenze, se vissute nella fede e nell’offerta a Gesù, diventano portatrici di bene per tutti e acquistano il valore incommensurabile di serenità, nella crescita e maturazione per una vita migliore sotto tutti i punti di vista e soprattutto una vita immortale e beata, non più soggetta alla morte e al male.
O Vergine, donaci la tua materna protezione e allontana da noi il disordine del peccato e di ogni male che possa allontanarci da Te, o Madre buona, a cui vogliamo donare tutto il nostro amore filiale e il nostro impegno di esserti fedeli. Ti siamo grati della instancabile pazienza e benevolenza con cui ci ammaestri e ci accompagni. Grazie per essere in mezzo a noi.
Messaggio a Mirjana del 2 febbraio 2019
“Cari figli, l’amore e la bontà del Padre Celeste danno delle rivelazioni che fanno sì che la fede cresca, venga spiegata, porti pace, sicurezza e speranza. Così anch’io, figli miei, per l’amore misericordioso del Padre Celeste, vi mostro sempre di nuovo la via a mio Figlio, all’eterna salvezza; purtroppo, però, molti miei figli non vogliono ascoltarmi. Molti miei figli esitano. Ma io, io, nel tempo ed oltre il tempo, ho sempre magnificato il Signore per tutto quello che ha fatto in me e per mezzo di me. Mio Figlio si dà a voi, spezza il pane con voi, vi dice parole di vita eterna perché le portiate a tutti. E voi, figli miei, apostoli del mio amore, di cosa avete paura, se mio Figlio è con voi? Mostrategli le vostre anime, affinché egli possa essere in esse e possa rendervi strumenti di fede, strumenti d’amore. Figli miei, vivete il Vangelo, vivete l’amore misericordioso verso il prossimo; ma soprattutto vivete l’amore verso il Padre Celeste. Figli miei, non siete uniti per caso. Il Padre Celeste non unisce nessuno per caso. Mio Figlio parla alle vostre anime, io vi parlo al cuore. Come Madre vi dico: incamminatevi con me! Amatevi gli uni gli altri, testimoniate! Non dovete temere di difendere col vostro esempio la verità, la Parola di Dio, che è eterna e non cambia mai. Figli miei, chi opera nella luce dell’amore misericordioso e della verità, è sempre aiutato dal Cielo e non è solo. Apostoli del mio amore, vi riconoscano sempre fra tutti gli altri per il vostro nascondimento, l’amore e la serenità. Io sono con voi. Vi ringrazio.”
Commento teologico
Il messaggio contiene un tema centrale che può essere indicato con questi termini: Il cammino cristiano con Maria. Esso abbraccia quattro parti: 1. L’amore e la bontà del Padre celeste; 2. La missione materna di Maria; 3. Vivere il Vangelo con il cuore; 4. Difendere e testimoniare la verità.
1. L’amore e la bontà del Padre celeste. La Vergine inizia rivolgendo il suo sguardo e il suo pensiero a Dio Padre: “Cari figli, l’amore e la bontà del Padre celeste danno delle rivelazioni che fanno sì che la fede cresca, venga spiegata, porti pace, sicurezza e speranza”. Con queste parole Ella indica che la fonte di ogni vero bene, a qualsiasi livello, sta proprio nel cuore del Padre, che effonde il suo amore verso di noi suoi piccoli e deboli figli. Il suo grande e potente amore costituisce la sorgente che porta guarigione alle ferite del nostro cuore e ci apre l’animo verso una speranza viva e soprattutto dona un rafforzamento della fede. Sapere che un tale benevolo e provvidente Padre ci accoglie e ci ama teneramente come suoi figli, offre alla nostra debolezza un forte sostegno e una sicurezza psichica e spirituale che si estende poi ai nostri rapporti verso gli altri in una libera e benefica espansione sociale e fraterna.
La Vergine inoltre ricorda che lei segue gli stessi passi del Padre, mostrandosi a noi quale Madre premurosa e generosa: “Così anch’io, figli miei, per l’amore misericordioso del Padre celeste, vi mostro sempre di nuovo la via a mio Figlio, all’eterna salvezza”. L’aspetto di rilievo è dato dal fatto che Ella fa capire a noi suoi figli che la strada da percorrere è una sola: seguire fedelmente e docilmente il Figlio, la sua Parola vitale, fissando il nostro sguardo, particolarmente il nostro cuore, su di Lui che ci rivela precisamente la verità e l’amore dolcissimo di suo e nostro Padre. Per questa ragione non dobbiamo mai distaccarci da Gesù, ma essere sempre avvinti a Lui, come i tralci alla vite, i rami all’albero. Questo pensiero ritorna insistentemente nei messaggi mariani, come fosse l’assillo del suo Cuore materno. Ma noi ascoltiamo le sue pressanti parole? Le facciamo nostre? Le viviamo in modo che divengano anima della nostra anima? E Gesù è veramente la persona a cui mostriamo tutto il nostro affetto e nelle cui braccia ci abbandoniamo fiduciosamente? Purtroppo noi dobbiamo riconoscere sinceramente che non ce ne curiamo e andiamo dietro ai nostri progetti meschini, immersi come siamo nella mentalità mondana: “Purtroppo, però, molti miei figli non vogliono ascoltarmi. Molti miei figli esitano”. Parole amare e deludenti per la Madre nostra!
2. La missione materna di Maria. La Vergine, a questo punto, apre il suo animo e dichiara il suo stile di vita spirituale: “Ma io, io, nel tempo ed oltre il tempo, ho sempre magnificato il Signore per quello che ha fatto in me e per mezzo di me”. La sua caratteristica fondamentale sta precisamente nel volgere il suo sguardo filiale e umile verso il Padre celeste, glorificando la bontà di Dio nei suoi confronti. Veramente Lei è la creatura che, più di ogni altro, è stata avvolta e ricolmata dalla grazia divina in pienezza, per essere resa degna di diventare la Madre del Figlio di Dio incarnato. Ciò Ella lo dice per stimolare il nostro modo di procedere nel cammino cristiano: la prima cosa da mettere nei nostri impegni quotidiani sta nella lode e nel ringraziamento al Padre misericordioso, che riversa su di noi il suo amore immenso e sconfinato. Noi però siamo così distratti e figli ingrati che facciamo fatica ad esprimere con semplicità filiale il nostro grazie al Padre buono e pietoso. In fondo, anziché vivere la sua presenza paterna in noi, lo consideriamo un essere lontano e distaccato, riverso su sé stesso e dimentico dei suoi figli abbandonati nelle loro difficoltà. Come siamo insensibili e duri di cuore! Poi ci lamentiamo che Egli non ci ascolta e ci lascia da soli a tribolare, mentre siamo noi che ci dimentichiamo di Lui e viviamo non come figli amorevoli e affettuosi ma sbadati ed egoisti, irriconoscenti e irriverenti.
La Vergine continua a ricordare gli interventi divini per farci comprendere le azioni che suo Figlio compie a totale nostro vantaggio e per il nostro bene: “Mio Figlio si dà a voi, spezza il pane con voi, vi dice parole di vita eterna perché la portiate a tutti”. Lui ci nutre del suo corpo e del suo sangue versato sulla croce, ci conforta e ci illumina con la sua Parola di vita e di luce eterna, per renderci testimoni veraci del suo amore e della sua verità. Ma anche in questo caso restiamo ingrati e chiusi nel nostro egoismo, privi di affetto e docilità nei suoi confronti: “E voi, figli miei, apostoli del mio amore, di cosa avete paura, se mio Figlio è con voi? Mostrategli le vostre anime. Affinché Egli possa essere in esse e possa rendervi strumenti di fede, strumenti di amore”. Di nuovo la Madre ci richiama a svolgere i nostri compiti di cristiani, per essere ricolmi dell’amore verso il Figlio e di una estrema gratitudine verso di Lui. Noi invece abbiamo paura, nel senso che ci sentiamo soli, privi del suo aiuto e della sua grazia, mentre Lui è sempre con noi. Dove sta la nostra fede e fiducia in Gesù? La Vergine non ha torto a farci riflettere seriamente e serenamente sul nostro modo di essere e vivere da veri e convinti cristiani.
3. Vivere il Vangelo con il cuore. La Vergine si esprime in modo semplice ma profondo, con un linguaggio vivo e incisivo: “Figli miei, vivete il Vangelo vivete l’amore misericordioso verso il prossimo; ma soprattutto vivete l’amore verso il Padre celeste”. Cosa significa vivere il Vangelo? In senso generico vuol dire: mettere in pratica quello che è scritto nel Vangelo. Più specificamente occorre tener presenti due aspetti essenziali: anzitutto per praticare il Vangelo si richiede che esso sia ascoltato, accolto dentro di noi, meditato, compreso nel suo valore più vero e giusto. In altre parole, significa farlo proprio, assimilarlo in maniera integrale e non prendere solo alcuni elementi che mi fanno comodo e trascurare altri che sono più scomodi. Invece tutto il Vangelo diventa vita della mia vita, nutrimento del mio essere, della mia mente e della mia volontà. Da qui deriva il secondo aspetto che consiste nel travasare il Vangelo meditato nelle azioni quotidiane della nostra esistenza, sia per quello che facciamo per noi sia per quanto facciamo agli altri e anzitutto a Dio il Padre. In fondo il Vangelo non è altro che la Parola di Dio incarnata, cioè Cristo Signore in persona.
Ne segue che vivere il Vangelo comporta vivere Cristo, cioè in Cristo, con Cristo e per Cristo in ogni momento sia bello sia brutto, sia gioioso sia doloroso. Con ciò Gesù deve occupare tutto il nostro modo di comportarci, mettersi al nostro fianco e dentro di noi, cosicché Egli viva e operi in noi e attraverso di noi. Tra Lui e noi si stabilisce un rapporto così stretto e vitale, che Gesù e ciascuno di noi formiamo un solo Spirito di verità e di amore. Come Lui ha amato il Padre suo, così anche noi dobbiamo amare il Padre nostro; come Lui ha agito verso gli altri, così anche noi dobbiamo fare. Restiamo due persone distinte, io e Lui, ma uniti spiritualmente, in modo da condividere sentimenti, pensieri, atteggiamenti, intenzioni, progetti, scelte in perfetta sintonia. In questo consiste vivere il Vangelo, come la Madonna afferma: “Figli miei, non siete uniti per caso. Il Padre celeste non unisce per caso. Mio Figlio parla alle vostre anime, io vi parlo al cuore”.
Le ultime parole sono di una stupenda bellezza, facendo intendere che il nostro cuore viene irrorato e illuminato da Gesù e da Maria. Non siamo più da soli nel nostro esistere e operare, ma con noi ci sono sempre loro, il Figlio e sua Madre. Naturalmente si richiede una intensa comunione tra il mio piccolo e debole essere e il loro essere santo e luminoso. Una mirabile effusione tra il loro Cuore e il mio cuore. Che cosa di più affascinante e fruttuoso?
4. Diffondere e testimoniare la verità. Questo è l’ultimo aspetto del messaggio: “Come Madre vi dico: incamminatevi con me! Amatevi gli uni gli altri, testimoniate! Non dovete temere di difendere col vostro esempio la verità e la Parola di Dio, che è eterna e non cambia mai”. Ciò costituisce come il sigillo del suo discorso, la conclusione chiara e impegnativa, nel senso che stando assieme a Gesù e a Maria, noi ci incamminiamo sulle strade del mondo, sorretti e guidati da loro. Così soltanto possiamo essere testimoni efficaci, facendo presa nell’animo dei fratelli e sorelle che incontriamo ogni giorno e con i quali ci troviamo assieme. Per questa ragione non dobbiamo avere paura, ma essere coraggiosi e costanti nel porgere agli altri lo stesso amore e la stessa verità che è entrata in noi: “Figli miei, chi opera nella luce dell’amore misericordioso e della verità, è sempre aiutato dal Cielo r non è solo”.
Non siamo mai soli. Questa certezza ci dona un incentivo energetico per non cadere nella solitudine e mestizia, ma per essere fiduciosi e audaci nel relazionarci con il nostro prossimo. Con un tale equipaggiamento possiamo veramente non temere né restare confusi e inoperosi. In ultimo la Vergine si congeda con una delicata espressione di affetto nei nostri confronti: “Apostoli del mio amore, vi riconoscano sempre fra tutti gli altri per il vostro nascondimento, l’amore e la serenità. Io sono con voi”. Che vogliamo di più? A noi spetta il compito delicato e prezioso di trasfondere nell’umanità, così dolente e bisognosa di conforto e verità, quello stesso amore e quella stessa verità che il Vangelo ci ha donato e che la Vergine ci ricorda.
O Madre cara, quanto sei buona e provvida verso di noi, misere creature che tu chiami figli tuoi. Nelle tue parole hai ripetuto numerose volte questo appellativo dolcissimo “figli miei e miei apostoli”. Eppure ci hai fatto capire che noi siamo tardi a credere e duri di cuore. Perdonaci e abbi pietà di noi, o Madre clemente e pia! Spesse volte facciamo i sordi per non volerti ascoltare, e anche muti per non essere tuoi testimoni evangelizzatori. In forza delle tue parole giuste e sagge, per la tua presenza perseverante in mezzo a noi, noi restiamo sorpresi e meravigliati, insieme contenti e felici delle tue cure materne instancabili. Ci chiediamo per quale ragione Tu sia così premurosa e solerte nei nostri confronti. Non troviamo altra risposta che il tuo amore grandissimo per tuo Figlio Gesù e che tu vuoi inculcare al nostro cuore. Ebbene ti promettiamo con tutta la nostra forza di volerti ascoltare per essere anche noi colmi di amore verso di Lui assieme con te, Madre nostra, e con il tuo aiuto. A Cristo Gesù eleviamo con tutto il cuore la nostra gloria, onore e gratitudine, il nostro totale amore ora e sempre nei secoli. Amen
Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.