Omelia della santa Messa – Medjugorje, 16 novembre 2020
Dal Vangelo secondo Luca
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Parola del Signore.
Cari fedeli, credo che tutti siamo stanchi delle tante parole che ascoltiamo nella vita. Spesso sono parole pesanti: notizie di violenze, di un futuro buio, giudizi. Più un uomo si nutre di tali notizie e più si abitua ad esse. La paura e l’inquietudine entrano nella vita.
Facciamo fatica a comprendere che non dobbiamo ascoltare questo, ma dobbiamo ricorrere alle sorgenti sane e veritiere. Facciamo fatica a vedere questa realtà come la vede il cielo e a farci istruire da Dio. Il motivo per cui non facciamo questo è perchè è difficile. Preferiamo scegliere ciò che è facile e fa comodo.
Uno scrittore tedesco ha detto cento anni fa: “Il vero pericolo nell’ambito spirituale è la noia terribile. Non mi riferisco al riposo necessario in cui stai davanti al camino o giochi a carte, ma alla noia pericolosa, nervosa, aggressiva. Una tale noia cerca sempre nuovi mezzi per accontentare le passioni dei sensi. Questo perchè tali mezzi riempiono la mediocrità, danno un piacere senza sforzo. La forza di questi mezzi è nel fatto che è molto comodo. Io, personalmente, non credo nel piacere senza lo sforzo”.
Se ci fermiamo a riflettere su queste parole comprendiamo quanto siano attuali. Prima crediamo a ciò che non richiede sforzo, alle notizie del giornale che non sono verificate. E’ facile ascoltare queste cose e crederci. Si crede a ciò che è facile raggiungere. La gente descritta nel Vangelo di oggi forse soffriva della stessa malattia. Spesso erano rimasti in superficie, anche se erano vicino a Gesù. La Sua Misericordia verso i bisognosi forse non era arrivata alle loro orecchie. Volevano sentire quello che faceva loro piacere.
Essi cercano di far tacere il cieco che invoca il Nome di Gesù. Egli è da solo di fronte al suo popolo. Lui non ascolta le loro parole e non si è scoraggiato. Aspetta qualcosa che ancora non si sente e non si vede. Il cieco riesce a riconoscere la realtà nascosta molto più del popolo che accompagnava Gesù. Le persone che avevano gli occhi sani non riconoscevano la realtà, mentre lui che non vedeva con gli occhi vedeva meglio di loro. Forse la sofferenza lo aveva purificato. Sentiva chiaramente che Gesù lo avrebbe aiutato.
La sofferenza ci mette sempre punti interrogativi davanti. La sofferenza non è una maledizione, ma qualcosa che purifica il nostro cuore. Tutti noi fuggiamo dalla sofferenza e scegliamo ciò che è più facile, ma ciò che consideriamo una tragedia ci può aiutare molto di più di quanto pensiamo.
Da questo evento capitato a Gerico vediamo che bisogna utilizzare gli occhi del cuore. Quelli del corpo non bastano. Gli occhi del cuore diventano più limpidi attraverso le croci della vita. Quell’uomo ha sofferto tanto. Viveva una situazione che non aveva scelto. Ma tutto ciò ha reso più bella la sua interiorità.
Cari fedeli, forse anche noi potremo incontrare tali persone nella vita o forse noi stessi, nelle nostre sofferenze, potremmo essere luce per gli altri. Abbiamo Persone che con certezza portano luce nella nostra vita. A Medjugorje troviamo il Volto della Madonna. Nell’incontro con Lei ci insegna a vedere la realtà e a non accontentarci delle cose false e superficiali, ma a cercare sempre la verità. Anche noi portiamo le nostre croci, ma l’importante è fare ciò che ha fatto quel cieco: portare le sofferenze in dialogo con Gesù. I nostri cuori, spesso addormentati, hanno bisogno della croce. Dovremmo accettarla. Preghiamo il Signore di poterla accettare e portare nella preghiera davanti a Gesù. Forse ciò che è doloroso e incomprensibile nell’incontro con Gesù cambierà e potrà diventare una croce salvifica sia per noi che per i nostri fratelli.
Amen.
fra Stanko Ćosić
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)