Omelia della santa Messa – Medjugorje, 8 novembre 2020
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.
Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
Parola del Signore.
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, le nozze sono occasioni speciali di gioia.
Gesù le prende spesso come immagine del Regno dei Cieli. Questa domenica leggiamo la parabola di Gesù delle dieci vergini alle nozze. Vuole parlarci della vera Sapienza che si manifesta nella veglia, perchè Lui, il vero Sposo delle nostre anime, sta venendo.
Qui viene sottolineata la preparazione e la veglia.
E’ interessante notare che le settimane che precedono il tempo d’Avvento ci incoraggiano a confrontarci con ciò che verrà. Parliamo delle ultime cose. I temi escatologici ci vengono presentati in queste settimane fino alla fine dell’anno liturgico.
La parabola di oggi è radicata nelle usanze nuziali della terra di Gesù. Lo sposo è andato con la scorta a prendere la fidanzata a casa sua. Non si sapeva mai l’ora in cui sarebbe tornato, perchè i festeggiamenti a casa della giovane erano più o meno lunghi.
Il ritorno dei festeggiati subiva diverse deviazioni, in modo che la gente del posto potesse condividere la gioia dei fidanzati. Un gruppo di ragazze, di solito amiche della sposa, andavano incontro alla coppia portando la luce delle lampade accese.
Gesù ha preso spunto da questa usanza per dare un insegnamento.
Troviamo dieci di queste vergini nella parabola odierna. Le prime 5 sono definite stolte, perchè pensavano di avere abbastanza olio nelle lampade e non ne avrebbero avuto bisogno di ulteriore. Esse erano stolte, perchè pensavano di sapere quando sarebbe arrivato lo sposo. Le sagge, invece, si erano preparate alla possibilità del ritardo. Le sagge avevano olio di riserva per le lampade, mentre le stolte no.
E’ interessante notare che si sono addormentate tutte.
La parabola dice che bisogna vegliare, ma tutte si sono addormentate. Erano pronte, però, a riprendere il loro ruolo anche quando la sonnolenza le aveva sopraffatte.
Qui comprendiamo la vigilanza a cui Gesù ci chiama. La vigilanza non è solamente lo stato esteriore della persona, ma lo stato del cuore che è pronto in ogni momento.
Dio ci viene incontro, non solamente nei momenti in cui siamo di buon umore e riposati, ma quando vuole Lui.
A volte è difficile capire la differenza tra uno che è sveglio e pronto e uno che è sveglio, ma è del tutto impreparato. Uno può vegliare anche durante il sonno e l’altro semplicemente può non dormire. Si tratta di una differenza essenziale. Possiamo dormire e permettere che Dio entri nei nostri cuori e li cambi. Il salmo 127 dice che Dio dona la Sua Grazia anche in sogno ai Suoi eletti. Il salmista sottolinea il potere della benedizione e della grazia divina che imprime perseveranza e valore all’azione umana a chi confida in Lui anche quando dorme.
Dall’altra parte ci potrebbero essere alcuni che sono svegli, ma perdono ogni opportunità di cambiamento. Non rispondono alle chiamate fatte da Dio.
Vegliamo, dunque, con saggezza. Prepariamoci in ogni momento alla venuta dello Sposo. Siamo pronti ad accoglierLo, ma non solo per l’ultima visita, ma per ogni visita nella nostra vita quotidiana. Così saremo sempre con il Signore, come abbiamo sentito nella lettera di san Paolo ai tessalonicesi.
Ci sono, però, anche gli ostacoli. Lo spirito del tempo in cui viviamo chiede a ciascuno di raggiungere il successo nella vita il più rapidamente possibile e senza riguardo per Dio. Questi rapidi successi sono classificati come l’apice dell’ingegno e dell’intelligenza. Molti sono intrappolati nel pensiero di come raggiungere l’obbiettivo prefissato il prima possibile, ma il Vangelo ci invita a non essere stolti.
Cosa abbiamo ottenuto nella vita se non abbiamo l’olio della Saggezza?
Gesù dice: “Che vantaggio ha un uomo se guadagna il mondo intero e perde la sua anima?”
Gesù ci invita a porci una domanda: : Sono attratto dalle cose del mondo, come successo, popolarità, fama, guadagno?
Lui ci invita a guardare più in profondità. Queste sono le cose che portano la vera felicità e pace nella nostra vita.
Siamo chiamati a vivere con saggezza e responsabilità. Questo significa essere costantemente consapevoli del significato della nostra vita.
Stiamo assistendo a tanta depressione e disperazione che a volte porta al suicidio. Il motivo sta nella perdita di speranza e di significato.
La saggezza è l’olio che sta nella lampada che deve essere così accesa da salutare l’incontro con il proprio Sposo. La Saggezza è il pieno significato della nostra vita. La vita umana è un processo che ci prepara ad incontrare lo Sposo. Ecco perchè dobbiamo guardare la vita con gli occhi della fede.
Si dovrebbe vegliare e pregare per l’olio della saggezza della vita.
Abbiamo ricevuto i doni dello Spirito Santo per usarli e per illuminare la nostra mente e il nostro cuore e per capire al momento giusto come incontrare il nostro Sposo nella gioia. Non dimentichiamo che non conosciamo nè il giorno nè l’ora in cui verrà.
Non si arriva in Paradiso senza sforzo. Per la pace e per il bene bisogna lottare e combattere. E’ un paradosso della fede. Non è sufficiente essere buoni, ma bisogna lottare affinchè la bontà vinca il male di questo tempo. Basiamoci sul potere della nostra fede in Gesù Cristo che è vincitore su ogni male.
L’uomo credente dovrebbe riflettere sulla sua vita terrena. Abbiamo bisogno di avere la lampada della fede, speranza e Amore sempre accesa.
Fratelli e sorelle, quale lezione possiamo imparare da questa parabola? Prima di tutto abbiamo capito che abbiamo bisogno dell’olio della Saggezza per entrare nel Regno. Il Signore mi sta aspettando, forse potrebbe anche essere proprio in questo momento.
Dobbiamo riconoscere tutte le nostre debolezze e chiedere allo Spirito santo di rinnovarci nella fede, nella speranza e nell’Amore.
Possiamo concludere con una preghiera.
“Signore Dio, stai pazientemente aspettando che ci convertiamo a Te e che accettiamo tutto ciò che ci offri per mezzo della forza dello Spirito Santo. Aiutaci a tenere accese le nostre lampade con l’olio della preghiera e a porre Te, bene più grande, al di sopra di ogni cosa nella vita. Con tale luce accesa aiutaci a fare del bene e a condividere il Tuo Amore con gli altri, per intercessione della nostra Madre Celeste, Regina della Pace”.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)