Omelia della Santa Messa – Medjugorje, 28 ottobre 2020
Santi Simone e Giuda
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Parola del Signore.
Fratelli e sorelle, la frase con cui inizia il brano del Vangelo di oggi è breve, ma molto ricca di significato. “In quei giorni Gesù se ne andò sul monte a pregare”.
Il monte nell’Antico e Nuovo Testamento ha un significato particolare.
Secondo gli scrittori biblici Dio Si fa vedere sul monte. Dio ha parlato a Mosè sul monte Oreb e gli ha annunciato la sua missione di portare fuori il popolo dall’Egitto.
Durante l’uscita dall’Egitto Dio di nuovo invita Mosè a salire sul monte, sul Sinai, dove gli ha affidato i dieci Comandamenti.
Leggendo ancora l’Antico Testamento vediamo che l’opera del profeta Elia è legata al monte Carmelo.
Troviamo anche altri passi in cui si parla di incontri importanti avvenuti proprio sul monte.
Il monte è un luogo dove ritirarsi dalla vita quotidiana per incontrare Dio.
Leggendo il Vangelo vediamo che tanti eventi importanti della Vita di Gesù sono avvenuti proprio sul monte.
Ricordiamoci il discorso più noto di Gesù che si chiama proprio “discorso della montagna”.
Ricordiamoci dell’evento a cui hanno assistito Pietro, Giacomo e Giovanni, in cui Gesù Si è trasfigurato sul monte.
Sul monte degli ulivi Gesù prega prima della Sua Passione e Morte.
Dal monte è anche asceso in cielo dopo la Resurrezione.
Tanti eventi della Vita di Gesù sono avvenuti sul monte.
Fratelli e sorelle, tutti noi siamo saliti su un monte, magari anche molto alto. Abbiamo provato che quella salita ci apre nuovi sguardi. Da lì abbiamo una visione migliore.
In senso spirituale salire sul monte significa uscire dalla propria quotidianità per vedere tutto con lo sguardo della fede. Possiamo vedere meglio cosa accade nella nostra vita e capire in cosa dobbiamo perseverare e cosa bisogna cambiare.
Il monte rappresenta un luogo più vicino al cielo. Essere sul monte significa essere più vicini a Dio.
Medjugorje significa “tra i monti”. E’ il territorio che si trova tra il Podbrdo, la collina delle apparizioni, e il Krizevac, il monte della croce.
Salendo e pregando il Rosario o la Via Crucis abbiamo compreso che questi monti sono un grande dono del Signore. Salendo in preghiera abbiamo scoperto la gioia della vita, la pace di Dio, abbiamo riscoperto i Sacramenti come mezzo per tornare a Gesù.
Tante volte abbiamo provato qui che mentre saliamo in preghiera il cuore si apre al Signore. Tante ferite del nostro cuore vengono guarite. Nel nostro cuore portiamo il Rosario detto sul Podbrdo o le stazioni della Via Crucis. Quando non è possibile, come ora, venire su questi monti facciamo spiritualmente il nostro pellegrinaggio pregando il Rosario a casa nostra.
L’evangelista specifica che Gesù è salito sul monte per pregare. Lì ha trascorso tutta la notte in preghiera. Gesù và sul monte con un motivo specifico: per essere in dialogo col Padre Celeste.
Cerchiamo anche noi sempre il tempo per salire e incontrare il nostro Signore. Questo incontro ci trasforma, non ci lascia mai come prima. Trasforma il nostro cuore secondo quello del Signore.
Nei Vangeli troviamo tante volte Gesù che Si ritira in preghiera. Gli evangelisti hanno trascritto alcune Sue preghiere che ci possono aiutare nella nostra vita spirituale. Egli ci insegna cos’è la preghiera e come pregare. La preghiera non è nè un monologo nè un dialogo con noi stessi, ma un dialogo col Padre Celeste al Quale apriamo il nostro cuore.
E’ importante che la preghiera sia costante e quotidiana.
Se guardiamo la preghiera di Gesù vediamo nei Vangeli che essa era molto lunga e intensa prima degli avvenimenti importanti. Nel Vangelo di oggi Gesù Si prepara per la scelta dei Suoi apostoli, che saranno i Suoi primi collaboratori. Gesù passa tutta la notte in dialogo col Suo Padre Celeste.
Questo esempio ci insegna che anche noi siamo invitati a fermarci davanti al Signore nei momenti di particolare importanza della nostra vita, in modo che Lui possa preparare i nostri cuori per ciò che ci sta attendendo.
Fratelli e sorelle, vediamo questa santa Messa come la nostra salita al monte per incontrarci con il Padre Celeste, ascoltare la sua Parola nella Sacra Scrittura e ricevere la Sua forza. Nell’incontro con Lui troviamo sempre consolazione.
Dopo aver passato la notte in dialogo col Padre Celeste Gesù scende dal monte. Torna nella vita quotidiana per realizzare la missione che il Padre Gli ha affidato, cioè alla scelta degli apostoli e alla guarigione dei malati. Al monte non è legata solo la salita, ma anche la discesa.
In un’occasione papa Francesco ha detto: “Abbiamo bisogno di salire sul monte per un momento di silenzio, per trovare noi stessi e per sentire meglio la Voce del Signore. Ma l’incontro nella preghiera ci sprona a scendere per tornare nella valle dove incontriamo fratelli e sorelle con malattie, difficoltà, con povertà materiali e spirituali. Siamo invitati a portare i frutti della nostra esperienza con Dio, dividendo con loro la grazia ricevuta”.
Fratelli e sorelle, anche noi torneremo nella nostra vita quotidiana dopo questa santa Messa. E’ più facile andare incontro alla vita incoraggiati dalla Parola di Dio e con la forza spirituale ricevuta dalla santa Comunione.
Adesso saliamo e scendiamo dal monte, ma la nostra vita finirà con una salita al monte, dove per sempre saremo col Signore.
Nel Cuore di Gesù c’è posto per tutti, ma ne sceglie 12 per seguirLo da più vicino. Tra di loro c’erano anche i santi di oggi: Simone e Giuda Taddeo.
Fratelli e sorelle, come allora ha scelto loro oggi manda noi. Ognuno a modo proprio. Ci manda per essere Suoi apostoli, coloro che annunciano la Buona Novella.
Per poterlo essere abbiamo bisogno della Sua grazia, della Sua forza.
Preghiamo in questa santa Messa e chiediamo l’intercessione dei suoi santi apostoli e della Beata Vergine Maria, Regina degli apostoli.
Apriamo al nostro cuore e permettiamo al Signore di guarire la nostra vita, di trasformarla. Preghiamo per la guarigione dei nostri tempi e di tutti i malati che hanno bisogno della Sua grazia e della Sua forza.
Il Signore volga su di noi il Suo Sguardo, abbia pietà di noi e ci doni la ricchezza del Suo Cuore misericordioso.
Amen.
fra Ivan Landeka
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)