Omelia della Santa Messa – Medjugorje, 23 ottobre 2020
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Parola del Signore.
Cari fratelli e sorelle, cari pellegrini e voi tutti collegati via internet, “leggere i segni dei tempi” è il pensiero che Gesù ci offre questa sera nel Vangelo che abbiamo sentito.
Leggere i segni dei tempi significa aprirsi a Dio, affinchè Dio, per opera dello Spirito Santo, ci possa dare occhi tali da poter comprendere in quale clima viviamo.
Un uomo saggio ha detto: “Nulla di ciò che accade nel mondo ora è inaspettato”. Solo pochi hanno fatto i conti giusti e ora ci viene presentato il conto. Esso è il risultato del nostro comportamento, delle nostre vite, delle nostre decisioni, del nostro carattere.
Fratelli e sorelle, dobbiamo vedere con che cosa possiamo pagare questo conto che è arrivato, un debito che l’uomo ha accumulato per anni e anni. Nessuno aveva mai bussato alla porta dell’uomo superbo per dirgli: “E’ il tempo di fare i conti. E’ arrivato il tempo di metterti sulla bilancia della misura di Dio”.
Vedete, fratelli e sorelle, che Gesù dice: “Pagherete fino all’ultimo spicciolo”. Avete utilizzato tutte le vostre capacità per fare previsioni per la prosperità, ma è arrivato il conto.Tutte queste previsioni umane sono fallite.
Ieri sera ho guardato un film con la gioventù francescana. Si intitola “Dio non è morto. Dio è vivo”. In quel film uno studente del primo anno di università si alza davanti agli altri che approvavano facilmente la frase del professore che diceva “Dio è morto”. Il professore ha detto: “Scrivete ‘Dio è morto’ e non dovrete preoccuparvi dell’esame e dei voti. Non perdiamo tempo con la mitologia. Studiamo filosofia”. Il giovane studente ha detto: “No. Io non posso firmarlo”.
Il professore lo ha sfidato e ha detto: “Prova davanti agli studenti che Dio esiste”. Il giovane ha accettato la sfida.
Credo che il conto ci sia stato presentato, perchè noi abbiamo firmato tante volte la frase “Dio è morto”. Non abbiamo bisogno di Dio. Vogliamo creare un ordine civile senza Dio. Facilmente abbiamo firmato quella dichiarazione davanti a autorità e persone potenti.
Fratelli e sorelle, noi abbiamo bisogno di persone capaci di scrivere “Dio è vivo” e testimoniarlo con la vita.
Nel film lo studente ha testimoniato e al termine tutti gli studenti si sono alzati e hanno detto “Dio è vivo”. Questi sono i segni dei tempi che dobbiamo lasciare.
A noi non piacciono le diagnosi. Vogliamo subito il farmaco. Non vogliamo soffrire e passare per le prove.
In quel film il medico dice ad una giovane donna: “Tu hai il tumore con metastasi”. Lei risponde: “Io non ho tempo per il cancro. Dottore, di cosa sta parlando? Non ho tempo di essere ammalata”.
Questa è l’immagine della nostra società, dell’uomo d’ogi e del cristiano d’oggi.
Gesù è arrivato tante volte nella mia e tua vita, ha detto la diagnosi, ma noi non abbiamo tempo per essere guariti e convertirci. Non abbiamo tempo per iniziare nuovamente e firmiamo “Dio è morto”.
Noi ignoriamo la diagnosi.
Ciò che succede sulla scena mondiale è la diagnosi della nostra civiltà. La si potrebbe chiamare “metastasi”. Vi state distruggendo, perchè avete fatto tutto senza Dio. Non si può senza Dio. Senza Dio regna la paura. Senza Dio non si vede la via d’uscita. Senza Dio l’uomo è impotente.
Non dobbiamo tacere davanti alla diagnosi del nostro tempo. Essa ci è posta davanti agli occhi, ma dobbiamo aprire il cuore per comprendere che è arrivato il tempo per i farmaci, il tempo per Gesù nella mia e nella tua vita. E’ il momento di dire: “Io ho tempo per Gesù. Ho tempo per l’esame di coscienza. Ho tempo per guarire la mia anima ferita”.
Gesù è il farmaco, Gesù è il medico.
Fratelli e sorelle, in una delle lettere di san Paolo, la seconda lettera a Timoteo, si parla della mentalità delle persone quando verrà il segno dei tempi che dovremmo riconoscere. Egli dice: “Negli ultimi giorni ci saranno i tempi difficili. Le persone ameranno il denaro; saranno superbe, orgogliose, disubbidienti ai genitori, ingrate, non sante; diranno menzogne, calunnie. Ameranno di più i piaceri che Dio. Queste persone hanno una forma di devozione, ma hanno rinunciato alla forza di Dio. Allontanatevi da tali persone”.
Non possiamo riconoscere in noi queste caratteristiche elencate da san Paolo? Non possiamo dire che questo mondo, al quale è stato presentato il conto, ami più il piacere che Dio? Tutto si è trasformato in piacere. E’ diventato il programma dei sogni umani. Evitiamo la croce, la sofferenza, la responsabilità e il sacrificio per gli altri. Non c’è più spazio per l’Amore come Gesù lo ha pensato e vissuto.
Non c’è tempo e spazio per ciò. Forse siamo rimasti devoti, ma abbiamo rinunciato alla forza di Dio.
In questo tempo è come se noi cristiani aspettassimo che qualcun altro risolva i problemi di questo mondo e non Colui che può veramente stabilizzare la barca che è nella tempesta dicendo: “Gente di poca fede. Perchè avete paura? Dov’è la vostra fede?”
Carissimi fratelli e sorelle, i segni dei tempi non sono forse le vite umane dove regna la carriera e si è perso il servizio agli altri a tutti i livelli?
Siamo diventati talmente egoisti che ci sono tantissimi anziani che muoiono senza i loro cari. Hanno pagato qualcuno per loro e li hanno abbandonati.
Cresce la magia e l’esoterismo. I secolaristi ci predicano che non serve la religione e Dio. In questo periodo di corona virus si moltiplicano i maghi e le sette che promettono di risolvere i problemi, le pene d’amore, le varie situazioni.
Sapete in quale tempo ci troviamo? Nel tempo in cui ci domandiamo come sopravvivere. Non solo qui, ma anche come arrivare all’eternità. I cristiani quando parlano di vita pensano soprattutto all’eternità, alla salvezza dell’anima.
Attendiamo di stare bene e non leggiamo i segni dei tempi.
San Paolo dice: “Accettiamo gli inganni degli spiriti e l’insegnamento diabolico trasformato anche in simboli cristiani, che portano angoscia e tenebre ai cuori umani”.
Cosa dobbiamo fare?
Carissimi fratelli e sorelle, carissimi amici, dobbiamo ritornare a Noè, il quale ha costruito l’arca. Veniva deriso per questo, soprattutto da quelli che erano nel peccato di lussuria. Gli dicevano: “Ma a cosa ti serve questa barca?” Ha costruito l’arca, perchè era l’unico mezzo per salvarsi.
Dio dice a me e a te: “Costruisci la tua arca. Costruisci il tuo santuario nella tua famiglia. Riscopri la forza della preghiera, del digiuno”. Questi sono i mezzi per superare tutte le malattie di questo mondo.
La gente ti deriderà come hanno driso Lot e la sua famiglia. Non hanno accolto i segni dei tempi. Non hanno ascoltato quando veniva annunciato che la città sarebbe stata distrutta a causa della lussuria. San Paolo dice: “Il piacere che esclude Dio dalle nostre vite”.
Padre Rufin Scilic, un grande francescano dell’Erzegovina defunto, ha scritto parole profetiche: “Nelle nostre case avviene una strana trasformazione. Il vino dell’Amore si trasforma nell’acqua dei baci. Il seno materno viene sostituito nei biberon. I grembi materni sono stati trasformati in sepolcri. L’anello del matrimonio è diventato una catena. Signore entra nelle nostre case. Parliamo continuamente d’amore e non ascoltiamo il grido dei maltrattati. Redentore del mondo, vieni anche sul nostro Golgota. Le nostre labbra sono chiuse a causa delle bugie. Purifica la terra dal sangue di Abele con il Tuo Sangue. Noi siamo in agonia. L’uomo muore. Signore, donaci la Tua Vita. Vieni e salva l’uomo dall’uomo”.
Fratelli e sorelle, se vogliamo veramente leggere i segni dei tempi rivolgiamoci alla speranza. Credere significa sperare. Credere significa non cadere nel mondo della paura che ci viene predicato attraverso i mass media. Il credente poggia la sua vita su Dio. Il credente crede che tutto volgerà al bene. Affidiamo a Dio la nostra vita. Non conduciamo noi Dio, ma lasciamoci guidare da Lui.
Iniziamo l’evangelizzazione. Essa è morta attraverso tante conferenze e congressi. Tutto è rimasto nelle cuffie dei traduttori di quei congressi e poche cose si sono realizzate.
E’ il tempo che Gesù entri sulla scena della mia e della tua vita. Tralasciamo i congressi, le previsioni e i modelli.
Gesù è il modello, la strategia, il programma e la soluzione. LasciamoLo entrare nella nostra vita.
Viviamo ciò che oggi Paolo dice nella lettera agli efesini: “Fratelli, io prigioniero vi esorto con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, sopportandovi a vicenda nell’Amore. Avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace”.
Questo sia il nostro desiderio.
Fratelli e sorelle, viviamo in maniera degna della chiamata che abbiamo ricevuto. Questa è la Volontà di Dio. Questo è il segno e il farmaco per il nostro tempo.
Amen.
fra Mario Knezović
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)