Ero un medico di famiglia. Venni a Medjugorje in pellegrinaggio con i miei assistiti e poi…
Quegli abbondanti frutti di grazia a cui ha guardato papa Francesco per il suo pronunciamento sui pellegrinaggi sono le conversioni. A Medjugorje non si contano. Così come sono tante le chiamate a vivere la fede e la comunione con Dio attraverso la strada del sacerdozio.
E’ quello che è successo anche a don Primo.
d. P: Quando cominciarono le apparizioni a Medjugorje, il 24 giugno 1981, io non sapevo neppure che il Signore mi avrebbe successivamente chiamato a diventare sacerdote.
Ero un medico di famiglia, pur avendo la specializzazione in psichiatria.
Venni a sapere delle apparizioni di Medjugorje da un settimanale. Organizzai con i miei assistiti e il parroco del posto un pellegrinaggio a Medjugorje nel marzo 1983.
E poi che cosa è accaduto qui?
d. P: Lo Spirito Santo lavora nascostamente nei cuori. Qui lavora con una particolare intensità. Un anno dopo io ritornai ancora due volte qui a Medjugorje e cominciò a farsi strada nel mio cuore e nella mia mente il pensiero che il Signore mi chiamava a diventare sacerdote.
Ero disponibile a lasciare la professione ; ero disponibile a lasciare la mia famiglia; ero disponibile a lasciare il progetto di matrimonio che c’era in me e che stavo coltivando. Così poi è avvenuto.
Certamente ogni persona che viene qui si sente attratta da una forza d’Amore tutta speciale. Qui ciascuno riscopre il progetto di Dio o scopre il progetto di Dio per la propria vita che fino a quel momento non aveva capito.
Scoprendo il progetto di Dio si riscopre se stessi, i talenti che Lui ci ha dato. Si riscopre una pace che deriva dal sentirsi pienamente realizzati o comunque sulla strada giusta per poterci realizzare.
Quindi qui è cominciato questo cammino che L’ha portata al sacerdozio. Lei ha fondato questa associazione di vita apostolica di cui una delle case è qui a Medjugorje con una vocazione di tipo spirituale, ma anche di carità rivolta a tutti coloro che hanno bisogno nello spirito e nella mente.
D. P: la fede, quando è vera, si incarna in opere di carità. La fede senza le opere è morta. Teniamo presente che essendo io medico unisco scienza e fede.
In realtà noi abbiamo due associazioni. O meglio: un’associazione pubblica di fedeli in vista di diventare società di vita appostolica che ha una Caritas interna che si esprime attraverso un’associazione, che si chiama “Nuova creazione”, mediante la quale accogliamo le persone sofferenti da un punto di vista psichico. Le aiutiamo in una diagnosi in collaborazione con le strutture sanitarie pubbliche e private che si occupano della sofferenza psichica. In alcuni anni almeno 300 giovani hanno fatto l’esperienza della nostra accoglienza, di un approfondimento diagnostico della loro malattia psichica e di impostazione di una terapia sia farmacologica, che spirituale, con l’aiuto dei Sacramenti, e di reinserimento sociale.
Fonte: (Trascrizione a cura di A. Bianco)