Angolo teologico (28)
Messaggi del 25 marzo e 2 aprile 2017
Messaggio a Marija del 25 marzo 2017
“Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito tutti ad aprire i vostri cuori alla misericordia di Dio affinché attraverso la preghiera, la penitenza e la decisione per la santità iniziate una vita nuova. Questo tempo primaverile vi esorta, nei vostri pensieri e nei vostri cuori, alla vita nuova, al rinnovamento. Perciò, figlioli, io sono con voi per aiutarvi affinché nella determinazione diciate SI a Dio e ai comandamenti di Dio. Non siete soli, io sono con voi per mezzo della grazia che l’Altissimo mi dona per voi e per i vostri discendenti. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Commento teologico
Dopo l’invito pressante ad essere accoglienti e aperti alla divina misericordia, la Vergine espone due grandi luminose indicazioni: la prima riguarda la nostra vita cristiana e la seconda il nostro atteggiamento interiore verso Dio. Vediamone una alla volta:
1. La vita nuova nel rinnovamento di santità. Quando si parla di “vita nuova” non si intende il modo di vivere terreno e materiale, ma una esistenza rinnovata nello spirito e nell’animo. Si tratta cioè di ricuperare e fare riemergere in noi gli aspetti più alti e nobili della nostra maniera di esistere, in modo da distaccarci dalla usuale mediocrità, o meglio, da un compromesso costante tra le esigenze forti e luminose della fede cristiana e il nostro comodo personale e il nostro egoismo ed edonismo. La Vergine ci scuote per essere consapevoli che, oggi, nei tempi difficili in cui ci troviamo, non è sufficiente una vita cristiana superficiale a fior di pelle e piuttosto esteriore, priva di entusiasmo e di impegno costante. Occorre fare il salto o passaggio dalla mediocrità alla santità quale atteggiamento di totale riferimento a Dio e al suo amore, che deve riempire il nostro animo e renderci svegli e dinamici nel seguire i suoi insegnamenti. Maria SS.ma allude alla “stagione primaverile” e al “tempo di grazia” della Pasqua ormai prossima per sollecitare l’anima a uscire da un torpore spirituale e da una sonnolenza insignificante: “questo tempo primaverile vi esorta, nei vostri pensieri e nei vostri cuori, alla vita nuova, al rinnovamento”.
Ella ci elenca le strade da percorrere o i mezzi da usare: “attraverso la preghiera, la penitenza e la decisione per la santità iniziate una vita nuova”. Sono i tre armamenti che ci consentono di risollevarci e riprendere un cammino vigoroso, coraggioso e fruttuoso … Con “la preghiera” ardente e sincera si ravviva il nostro atteggiamento verso Dio, facendolo il centro e la fonte di tutte le nostre movenze: pensieri, sentimenti, azioni. Si riaccende la lampada fulgida del primato del Signore, cioè del primo sommo comandamento: «amerai il Signore tuo Dio con tutte le tue forze». Se ci poniamo in tale disposizione verticale, avremo la luce, la forza, la guida sicura per camminare sui sentieri della santità, che non è altro se non vivere in costante unione con Dio e muoversi sotto le sue mozioni e indicazioni. Vi è poi “la penitenza” quale impegno concreto di manifestare il nostro amore al Signore con il sacrificio e le sofferenze che accettiamo e affrontiamo nel suo nome santissimo. In effetti la preghiera si fa vita se è accompagnata dal sacrificio, come questo si fa strumento di bene se sostenuto e vivificato dalla preghiera. Infine occorre un forte scossone che ci fa “decidere per la santità”. Ciò significa che non possiamo attuare un autentico cammino di santità se la nostra volontà non si decide in modo radicale e totalizzante ad essere sempre conformi al divino volere ed eseguire i suoi santi amabili comandamenti. Dalla volontà e dai buoni propositi nasce il nuovo modo di pensare e di agire che ci porta sui sentieri in cui troveremo i segni di una realtà più bella e buona, più sana e benefica per noi e per l’umanità. È quanto ci insegna la nostra Madre e Regina. Ascoltiamola ed eseguiamo le sue indicazioni.
2. Decisione per un SI totale a Dio. Questo secondo elemento sta a compimento e sostegno del precedente, come si è accennato. Non può esserci vera santità senza una vera interiore determinazione di aderire in tutto e per tutto a nostro Signore e alla sua Parola a cui siamo commisurati. Ma come è possibile fare una cosa del genere per noi che siamo così deboli, incostanti, pigri, immersi nelle realtà mondane? La Vergine ci viene maternamente in soccorso: “perciò, figlioli, Io sono con voi per aiutarvi affinché nella determinazione diciate SI a Dio e ai comandamenti di Dio”. Tale soccorso è molto prezioso, in quanto ci sostiene nel nostro cammino quotidiano, dove spesso siamo sommersi e distratti da mille incombenze e disimpegni, venendone come schiacciati … La consapevolezza che Ella è al nostro fianco ci offre sollievo e ci sprona a non lasciarci sopraffare dalle numerose e travolgenti faccende mondane. Da qui si capisce il motivo della sua presenza continua in mezzo a noi e del suo generoso impegno di sottrarci al male per farci ritornare al bene vero: costruire una vita santa in Cristo Signore.
Quale meraviglia! Sapere e constatare concretamente di essere protetti, abbracciati, guidati da una così sapiente e dolcissima Madre! Lasciamo che il nostro cuore e i nostri sentimenti, i nostri atteggiamenti e le nostre azioni quotidiane siano sostenute e inebriate da un tale grande amore. Veramente in questo contesto è possibile e fattibile diventare santi. Non possiamo pensare di essere soli nell’affrontare un così rigoroso e rigoglioso cammino di santità. Ella ci assicura del suo appoggio indefesso: “non siete soli, Io sono con voi per mezzo della grazia che l’Altissimo mi dona per voi”. Che cosa di più suadente e incoraggiante? Forse, l’unica condizione necessaria è decidersi di dire il nostro SI o dare il nostro assenso pieno a Gesù per vivere una tale stupenda avventura di santificazione con Maria e per Maria sempre.
Messaggio a Mirjana del 2 aprile 2017
“Cari figli, apostoli del mio amore, spetta a voi diffondere l’amore di mio Figlio a tutti coloro che non l’hanno conosciuto. A voi, piccole luci del mondo, che io istruisco con materno amore perché splendano chiaramente di uno splendore pieno. La preghiera vi aiuterà, perché la preghiera salva voi, la preghiera salva il mondo. Perciò, figli miei, pregate con le parole, con i sentimenti, con l’amore misericordioso e col sacrificio. Mio Figlio vi ha mostrato la via: Lui, che si è incarnato ed ha fatto di me il primo calice; Lui, che col suo sublime sacrificio vi ha mostrato come bisogna amare. Perciò, figli miei, non abbiate paura di dire la verità. Non abbiate paura di cambiare voi stessi ed il mondo diffondendo l’amore, facendo in modo che mio Figlio sia conosciuto ed amato amando gli altri in Lui. Io, come Madre, sono sempre con voi. Prego mio Figlio che vi aiuti affinché nella vostra vita regni l’amore: l’amore che vive, l’amore che attrae, l’amore che dà vita. Questo è l’amore che io vi insegno, l’amore puro. Spetta a voi, apostoli miei, riconoscerlo, viverlo e diffonderlo. Pregate per i vostri pastori con sentimento, affinché possano testimoniare mio Figlio con amore. Vi ringrazio!”
Commento teologico
Si possono notare tre passaggi logicamente concatenati: nel primo Maria torna sul concetto che i figli suoi sono le piccole luci del mondo per diffondere la verità e l’amore di Cristo; il secondo indica l’esemplarità della grande Luce che è Gesù, il Crocifisso, dove si contempla il suo amore sconfinato; nel terzo viene esposto il senso più vero e forte dell’amore di Cristo e dei cristiani.
1. Voi piccole luci del mondo. La preoccupazione di Maria è rivolta su due fronti: l’uno riguarda le persone che ancora non hanno conosciuto il Figlio suo Gesù, cioè l’umanità non cristiana o i cristiani scristianizzati; l’altro si posa sui suoi figli che sono considerati quali strumenti più adatti per effondere l’amore di Gesù nel mondo e suscitare le conversioni a Cristo. I due intenti si collegano uno all’altro nel senso che la diffusione del Vangelo si deve effettuare in maniera sincera ed efficace. Ciò spetta propriamente a coloro che hanno devozione per Maria e ascoltano i suoi insegnamenti. I figli suoi perciò diventano l’oggetto centrale delle sue esortazioni. Essi devono essere le fiaccole ardenti che fanno risplendere la luce suprema di Cristo: “voi, piccole luci del mondo, io istruisco con materno amore perché splendano chiaramente di uno splendore pieno”. Il compito è assai impegnativo e non possiamo esonerarci dal compierlo e portarlo avanti con perseveranza. A tale scopo viene riproposta l’importanza della preghiera quale mezzo indispensabile e anche il più semplice e accessibile per effettuare la missione che la Vergine ci propone. Lo dice espressamente: “la preghiera vi aiuterà, perché la preghiera salva voi, la preghiera salva il mondo”.
Fa impressione l’insistenza sulla preghiera e l’indicazione del suo valore insostituibile, in quanto essa precisamente è adatta a portare l’amore nei cuori. In effetti la preghiera, che si eleva a Dio a favore dei peccatori, costituisce un filo robusto che fa scendere la potenza e l’amore divini dentro la creatura umana, sciogliendo la sua durezza e facendo sentire la delicatezza e la soavità dell’amore salvifico di Gesù. Non esiste altro mezzo ugualmente potente. Di ciò dovremmo prendere coscienza e non pensare che la preghiera non serva a nulla e ciò che conta è soltanto l’azione esteriore verso i poveri e i bisognosi. Non è giusto. Le creature umane hanno bisogno anzitutto di guarire le ferite del cuore, la carenza d’amore, l’inquietudine e l’amarezza, la solitudine e depressione. Sono situazioni talmente delicate e complesse che solo l’intervento divino può sanare e questo avviene in forza della preghiera che consente a Dio di scendere, toccare e guarire i malanni dell’anima e le sofferenze interiori.
La Vergine dichiara che una preghiera autentica ed efficace deve avvolgere, accompagnare e sostenere tutta l’esistenza umana nei suoi molteplici aspetti come viene detto: “perciò, figli miei, pregate con le parole, con i sentimenti, con l’amore misericordioso e con il sacrificio”. Bisogna fare attenzione alla frase colta nei singoli termini che descrivono la modalità di una preghiera intensa anche come vita, pensiero e azione. Si dice anzitutto che la preghiera contiene parole ovvero è un modo di esprimersi nei confronti del Signore, ma non si può fermare solo alle parole, essa implica anche i sentimenti, nel senso che deve sgorgare dal profondo dell’animo. Inoltre comporta l’amore misericordioso, in quanto deve tradursi in opere e gesti di compassione e di pietà per i poveri e diseredati; infine la preghiera abbraccia anche il sacrificio, cioè deve essere intrisa di compunzioni e di penitenza con l’accettazione e la sopportazione di sofferenze e di prove dovute sia all’esistenza umana sia alla stessa vita cristiana.
2. Gesù, la via e la fonte della salvezza. Con questo secondo elemento si ricava il punto centrale per due ragioni: la prima è quella che la Chiesa vede in Cristo l’unico perfetto esemplare per una vera opera evangelizzatrice; la seconda sprigiona da questo tempo di Quaresima che stiamo vivendo e in cui si ricorda e si rivive la passione e la morte di Gesù sulla croce: “Lui, che col suo sublime sacrificio vi ha mostrato come bisogna amare”. Per il cristiano Gesù crocifisso costituisce il libro più bello e completo e incisivo che sia mai stato scritto e vissuto, per manifestare l’amore assoluto e infinito. Ne segue che ogni discepolo non può non seguire le tracce del suo Maestro. Da qui nasce l’importanza e la vitalità del sacrificio quale compartecipazione alla passione di Cristo e insieme condivisione della Sua opera salvifica. Ma la cosa più significativa sta nel fatto che proprio lei, la Madonna, si fa espressione totale e originaria di tale amore sacrificale: “mio Figlio vi ha mostrato la via: Lui, che si è incarnato e ha fatto di me il primo calice”. Ella è “il primo calice” cioè il primo fondamentale contenitore del sangue di Cristo versato sulla croce, volendo indicare che Ella è stata prescelta, al di sopra di tutte le creature umane, per essere vicinissima al Figlio, in quanto sua Madre e cooperatrice all’evento dell’incarnazione e della salvezza attuata dal Figlio suo. Lei si definisce il calice. Sorprendente espressione per manifestare la disponibilità e la generosità con cui ha partecipato all’immolazione redentrice del Figlio. E noi, piccoli suoi figli e discepoli del Figlio, ci inseriamo in questo mirabile mistero di dolore e di amore, per diventare anche noi collaboratori e strumento per la diffusione dell’amore immenso del Crocifisso. Niente di più affascinante e coinvolgente! Dobbiamo rendercene conto per vivere e offrire ogni nostra sofferenza con l’amore a Cristo e ai nostri fratelli più lontani e peccatori.
L’esortazione successiva risulta chiara e consequenziale: “perciò, figli miei, non abbiate paura di dire la Verità”. La Verità, come sappiamo, è Gesù stesso e quindi è Lui che dobbiamo affermare con fermezza davanti al mondo non credente, è Lui che dobbiamo testimoniare con coraggio e delicatezza, è Lui che dobbiamo amare sopra ogni cosa ed è Lui che risana e guarisce le ferite di numerose persone malate, assetate di amore e disperate: “non abbiate paura di cambiare voi stessi e il mondo diffondendo l’amore”. Perciò, carissimi cristiani, facciamoci animo per essere anzitutto noi stessi inebriati dall’amore di Cristo e poi pronti a trasformare il mondo da un ambiente avvilente e oscuro a un’abitazione nuova e luminosa. Così facendo, l’intento di Maria si attua e si potrà vedere un’umanità più felice e serena perché ha conosciuto e accolto l’amore di Gesù: “fate in modo che mio Figlio sia conosciuto ed amato amando gli altri in Lui”.
3. L’amore salvatore di Cristo e dei cristiani. L’ultimo elemento è come la conclusione che raccoglie quanto è stato detto, ponendovi un’ulteriore spinta di vitalità: “prego mio Figlio che vi aiuti affinché nella vostra vita regni l’amore: l’amore che vive, l’amore che attrae, l’amore che dà la vita”.Sembra una specie di inno all’amore vero e puro. Esso vive, nel senso che non muore mai e vive in eterno, ma insieme attrae, perché intenerisce ogni cuore, anche il più duro e pietrificato. Lo dice Gesù stesso che quando è innalzato sulla croce attira tutti a sé, in forza del suo amore totale e incondizionato. Per questa ragione l’amore dona la vita ed è fecondo per sua natura come dicevano gli antichi: «amor diffusivum sui», cioè l’amore si diffonde e si propaga da solo, per sua stessa energia vitale, per la sua costituzione di dolcezza e forza, di abbandono e di alacrità. Ne segue che noi, apostoli dell’amore, dobbiamo “riconoscerlo, viverlo e diffonderlo”. Si tratta di un meraviglioso programma di vita nel presente e nel futuro.
O Vergine Madre, dal nostro cuore dolente e avvilito si innalza a te la nostra filiale e fiduciosa preghiera. Il mio cuore non desidera altro che accogliere, possedere, far vibrare e comunicare quest’Amore infinito, che tu hai portato nel tuo grembo immacolato e che hai offerto nella croce al Padre celeste per la nostra redenzione. O Madre mia, ho sete ardente di tale amore e ti chiedo umilmente di intercedere, affinché esso scenda profondamente dentro il mio cuore e lo rinnovi, lo vivifichi, lo guarisca da ogni ferita. Soprattutto ti chiedo una cosa essenziale: aiutami ad innamorarmi dell’Amore, che è tuo Figlio, in modo che non possa mai più perderlo né separarmi da esso. Soltanto quell’amore mi dona serenità, coraggio, speranza e tanto tanto fuoco per ardere d’amore, cosicché possa inondare il mondo intero. Aiutami, o Vergine Madre. Il tuo Cuore immacolato diventi il mio rifugio e il mio tabernacolo dove possa palpitare del tuo stesso amore per tuo Figlio. Amen.
Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.