Omelia della santa Messa – Medjugorje, 21 aprile 2020
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Parola del Signore.
Nel brano del Vangelo di oggi la conversazione tra Nicodemo e Gesù continua.
Abbiamo già conosciuto Nicodemo. Era un fariseo, quindi un ebreo colto per quanto riguarda le Scritture e la legge. Egli viene da Gesù di notte ed inizia un dialogo con Lui.
Gesù gli spiega cosa significa “nascere dall’alto”, cioè rinascere.
E’ chiaro che l’evangelista Giovanni e la sua comunità riportano questo testo nella fede postpasquale. Gesù è morto, risorto ed è asceso al cielo.
E’ rimasto con i Suoi nei Sacramenti e ha dato loro il Suo Spirito Santo.
Nel termine “nascita dall’alto” la comunità di Giovanni comprende la nascita spirituale, la nascita che avviene dalla potenza dello Spirito Santo attraverso il Sacramento del Battesimo. L’uomo rinasce, perchè in lui agisce la potenza trasformante delllo Spirito.
La comunità in cui è nato il Vangelo di Giovanni è una comunità di fede viva. Essa non vive una vita irreale, bensì reale e quotidiana. Proprio in questa vita la comunità vede e vive la Presenza di Cristo nei Sacramenti e la potenza dello Spirito Santo. per lei il discorso di Cristo è avvenuto 60 anni dopo l’Ascensione di Gesù al cielo. Il ricordo di Gesù è ancora fortemente presente. Ma la Sua Presenza nei Sacramenti supera il ricordo. In particolare i Sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia, che è un memoriale della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Non solo un ricordo, ma un memoriale in cui Cristo opera sempre nuovamente con il potere trasformante del Suo Spirito.
Dopo aver spiegato che l’uomo dovrebbe rinascere dall’alto Gesù usa un esempio per descrivere questa nascita invisibile. Dice: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene nè dove và. Così è con chiunque è nato dallo Spirito”.
Il vento è invisibile e misterioso, ma lo riconosciamo per i suoi effetti. Vediamo ciò che crea e compie quando è già presente nel nostro ambiente.
Lo stesso vale per coloro che sono nati dallo Spirito. Non possiamo vedere con i nostri occhi la nascita, la grazia del Sacramento del Battesimo, ma la riconosciamo dai suoi effetti.
Per questa ragione diciamo che non significa nulla il solo Battesimo sulla carta se una persona non permette alla grazia di Dio di operare in lei. Quando lo consente allora rinasce e tale rinascita è visibile dalle sue buone azioni.
Questo lo possiamo dire anche dell’Eucaristia, che viene discussa da molti oggi.
Cosa significa per noi l’Eucaristia? E’ una fonte di grazia per ogni battezzato che viene offerta nei doni del pane e del vino e viene trasformata dal potere dello Spirito Santo. Attraverso ogni celebrazione dell’Eucaristia dobbiamo diventare migliori. Questo dovrebbe essere visibile dalle nostre azioni.
Oggi molti cristiani stanno ripensando alle misure di protezione dal virus tra cui la celebrazione dell’Eucaristia con un minor numero di credenti. Molti chiedono di poter ricevere la Comunione. Ma in molti discorsi vediamo un vero fraintendimento della Stessa Eucaristia.
Dobbiamo sapere che l’Eucaristia non è un trucco o una bacchetta magica che ci rende immediatamente migliori. L’Eucaristia è sempre stata e sempre sarà la fonte della Chiesa. Da Essa attingiamo tutti forza, ristoro, nutrimento spirituale e vita.
Non ci sono media che possano trasferire l’Eucaristia nelle nostre case. Come Sacramento non è trasferibile. Possiamo partecipare pregando insieme a coloro che celebrano l’Eucaristia e quindi essere arricchiti spiritualmente.
Cosa dovremmo fare allora quando ci viene impedito di celebrare l’Eucaristia?
Oggi abbiamo letto il Vangelo di Giovanni. Lui non riporta le Parole dell’istituzione dell’Eucaristia come gli altri evangelisti quando si riferisce all’ultima cena. Piuttosto riporta il gesto della lavanda dei piedi ai discepoli.
“Se uno vuole essere il primo sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. Gesù ci spinge a lavarci i piedi gli uni gli altri e servirci a vicenda.
Giovanni comprende che questo è un elemento essenziale della Comunione Eucaristica con Cristo: il servizio agli altri.
Alla fine della santa Messa sentiamo le parole “andate in pace”. In latino si dice “ite missa est” che tradotto significa: “Andate; è una Messa”. La Messa non è finita con quest’atto. La Messa continua. Dove? Lì dove sei tu. Nella tua casa, nella tua famiglia, nella tua comunità, nella tua città.
Nell’ultima Messa a cui avete partecipato avete sentito la chiamata a trasformare il mondo? Questa è la nascita spirituale, nascita di Misericordia. Accade quando permetto al Signore di trasformarmi con la potenza dello Spirito Santo, di essere migliore, per essere in grado di servire meglio gli altri e di mostrare con le mie azioni che sono nato dall’alto.
Non posso vedere nè capire esattamente come questo possa avvenire, perchè non riesco a vedere la grazia, ma per mezzo delle mie azioni e della mia vita vedrò che sono rinato. Questa nascita è possibile solo in Gesù Cristo. Solo Lui collega il cielo alla terra.
Ci ha lasciato le Sue Parole di incoraggiamento e le istruzioni per vivere.
In questi momenti in cui la vicinanza sacramentale è difficile viviamo la nostra spiritualità lì dove siamo.
Aiutiamo gli altri. Aiutiamo i bisognosi e coloro con cui viviamo. Portiamo la pace. Laviamo i piedi agli altri come ha fatto il nostro Maestro. Così sperimenteremo sicuramente la profondità della fede e in essa la Presenza di Dio Vivente.
L’Eucaristia non deve mai diventare una routine, qualcosa a cui siamo abituati. Essa deve essere la fonte della nostra vita. Dalla fonte sgorga sempre acqua nuova.
Da ogni Eucaristia dobbiamo emergere come nuove creature, rinate, trasformate.
Questo tempo di distanza dalla celebrazione dell’Eucaristia possa essere una purificazione per la celebrazione della vera Eucaristia, in modo che nella vostra comunità possiate godere di un assaggio del cielo e continuamente rinascere dall’alto.
Amen.
fra Zvonimir Pavičić
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)