Omelia della santa Messa Domenica della Divina Misericordia – Medjugorje, 19 aprile 2020
Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano idiscepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore.
Cari fratelli e sorelle, una mattina fredda di dicembre del 1849 in Russia c’erano 20 prigionieri politici condannati a morte. I fucili erano puntati e si aspettava l’ordine per ucciderli. In quel momento è arrivata una persona urlando: “Fermatevi, fermatevi! L’imperatore Nicola I ha deciso che la condanna sia mutata dalla morte in 10 anni di lavoro in Siberia”.Uno di quei prigionieri era un ragazzo chiamato Feodor Dostoevskij. Sua madre era morta quando aveva 16 anni e suo padre era stato ucciso pochi anni dopo. Quando è arrivato in Siberia ha trovato una copia del Nuovo Testamento e ha iniziato a leggerla. Al termine della lettura era un credente convinto. Descrivendo le sue impressioni su Cristo ad un amico scrive: “Nessuno è meraviglioso e perfetto come Cristo. Se qualcuno volesse convincermi che Cristo è fuori dalla verità preferirei rimanere fuori con Cristo che dentro a qualsiasi altra verità”.Dopo il carcere Dostoevskij ha cominciato a scrivere romanzi. Ha scritto tanti capolavori della letteratura russa. Ha avuto grande successo. Ha cominciato a bere e a darsi al gioco d’azzardo. Ha trascurato completamente la sua fede in Dio. Poco prima di morire è ritornato alla fede. I suoi amici atei hanno spiegato questo fatto come un atto ammalato di un uomo ammalato. Veniva deriso. Ha scritto nel suo diario: “Quei miserabili non possono nemmeno immaginare come si possa negare Dio in modo radicale come ho fatto io. La mia fede non è infantile. Non lo è nemmeno la mia testimonianza per Dio. Il mio ‘osanna’ a Dio è nato nel fuoco”.
Questa storia è simile a quella dell’apostolo Tommaso, descritto nel Vangelo d’oggi. Come Tommaso anche Dostoevskij aveva messo la sua fiducia in Gesù. Come Tommaso si è allontanato per la propria via e poi come Tommaso è ritornato a Gesù. Tutti noi, fratelli e sorelle, possiamo riconoscerci in queste due persone. Succede anche a noi. Dopo esserci fidati di Gesù ci allontaniamo o non lo seguiamo in modo fedele come dovremmo. Tutti noi che camminiamo nella fede sappiamo che non è una via dritta e ampia, ma stretta e faticosa.
Parlando della vita di fede Gesù Stesso dice che la porta per cui si entra alla vita è molto stretta. Guardiamo un pò questa via stretta della fede. Se guardiamo attentamente vediamo tre cose che sono essenziali per la fede. La fiducia totale in Dio, una lotta continua e certi tratti di fitte tenebre. La fede include la fiducia piena in Dio. Non si tratta di qualcosa fondata sulla ragione.
Alcuni anni fa era famoso il film “L’esorcista”. In quel film il sacerdote anziano dice per fede: “Credo che credere in Dio non sia un fatto di testa, ma un fatto di cuore, cioè accettare la possibilità che Dio ci possa amare”. La fede non è soltanto questione di ragione, come la matematica. La fede è qualcosa di più personale e profondo.Credere significa aver fiducia in Dio anche quando la ragione è confusa. Ricordiamo la storia di Abramo. Quando Dio gli ha chiesto di sacrificare il suo figlio unigenito Abramo non poteva comprendere, perchè in quel figlio, ricevuto in maniera meravigliosa, Dio gli aveva promesso una grande discendenza. Se Abramo si fosse basato soltanto sulla sua logica avrebbe trascurato la fiducia in Dio, ma non lo ha fatto. Ha messo in Lui tutta la sua fiducia e Dio l’ha benedetto.
Quindi il primo passo è mettere la fiducia in Dio anche quando la nostra ragione non ci permette di comprendere in pieno il progetto di Dio. La fede richiede da noi un impegno continuo. Deve essere qualcosa che non smette mai.Anche qui possiamo ricordare la storia di Abramo. Quando Dio gli ha promesso che attraverso suo figlio Isacco avrebbe avuto una grande discendenza Abramo ha creduto. Non ha dubitato. Ma quando Dio gli ha chiesto di sacrificare quel figlio Abramo ha ffrontato una vera prova. Era una sfida forte che poteva portarlo fino al dubbio su Dio. Quell’occasione gli ha insegnato una cosa importante della fede: credere è molto di più di una decisione momentanea, ma una decisione continua per Dio. Credere non significa farlo una volta sola e poi non bisogna lottare più. Le sfide sono continue. Il bisogno di decidersi per la fede è continuo. E’ una lotta che dura fino al momento della nostra morte, quando incontreremo il Signore Faccia a faccia.
La fede include momenti di tenebra. Alcune volte sembra che la nostra fede si sia addormentata. Arrivano i momenti di prova e il sole sembra andare dietro alle nuvole.Possiamo ricordare le parole di un prigioniero fuggito da un campo di concentramento dei nazzisti. Su un muro ha scritto: “Credo nel sole anche quando non brilla. Credo nell’amore anche quando non lo sento. Credo in Dio anche quando Lui tace”.
Fratelli e sorelle, concludendo possiamo dire che la vera fede in Dio ha tre elementi essenziali: fiducia completa, tempo di tenebre e perseveranza nonostante tutte le prove. L’ha provato Dostoevskij, che abbiamo citato prima. L’ha sperimentato anche l’apostolo Tommaso. Prima o poi lo sperimenterà ciascuno di noi sul nostro cammino di fede. Il tempo che viviamo è una grande sfida. Un tempo di prova. E’ bene ricordarsi delle Parole di Gesù: “Chi persevera fino alla fine sarà salvato”.
Concludiamo con le Parole del Vangelo di oggi che Gesù ha rivolto a Tommaso: “Perchè Mi hai veduto, Tommaso, hai creduto. Beati quelli che credono senza aver visto”.
Amen.
fra Slavko Soldo
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)