Angolo teologico (23)
Messaggi del 25 ottobre e 2 novembre 2016
Messaggio a Marija del 25 ottobre 2016
“Cari figli! Oggi vi invito: pregate per la pace! Abbandonate l’egoismo e vivete i messaggi che vi do. Senza di essi non potete cambiare la vostra vita. Vivendo la preghiera avrete la pace. Vivendo nella pace sentirete il bisogno di testimoniare, perché scoprirete Dio che adesso sentite lontano. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate e permettete a Dio di entrare nei vostri cuori. Ritornate al digiuno e alla confessione, affinché possiate vincere il male in voi e attorno a voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Commento teologico
Dobbiamo raccogliere i pensieri principali contenuti in questo messaggio e che ci vengono offerti come fiori belli e profumati:
1. Il primo pensiero mette in collegamento la preghiera con la pace: “pregate per la pace…vivendo la preghiera avrete la pace”. Quale il senso di questo legame tra la preghiera e la pace? È molto semplice capirlo. Basta che ricordiamo cosa implica la preghiera quale atteggiamento di apertura del nostro essere all’Essere assoluto e infinito di Dio, in modo che Dio possa entrare in noi e donarci sé stesso. In tal senso si stabilisce un connubio, per mezzo del quale la nostra piccola persona si dilata spiritualmente per poter contenere l’immensa grandezza divina e condividere e farsi partecipe sia della sua vita sia del suo pensiero e volontà, del suo amore purissimo. Ne segue che noi possiamo vivere e pensare secondo la verità di Dio e la sua santa Parola, accogliendo in noi il dono del suo amore. Si sa che Dio è verità totale e bontà illimitata, comunione di vita tra le tre divine Persone nell’abbraccio tra Padre e Figlio e Spirito Santo. Insieme Dio si fa donazione verso le sue creature sia nel momento della loro creazione sia, dopo la sciagura del peccato, con l’incarnazione del Figlio e la sua opera di redenzione. Si vede così che Dio non è altro che supremo dono di pace e di luce. Se con la preghiera siamo in perfetta sintonia con Dio, ne deriva che assecondiamo il suo modo di esser e di vivere secondo il dettame dell’amore, della comunione e della pace profonda e duratura sia in noi stessi sia verso gli altri. Da qui si capisce come la preghiera sia il luogo o il mezzo più idoneo per favorire la pace e la quiete interiore, come anche la generosità e la comunicazione verso i fratelli. Dunque più si prega col cuore e più si vive la pace e si diffonde. La conclusione del messaggio ora si rende palese: “pregate, pregate, pregate e permettete a Dio di entrare nei vostri cuori” e così: “sentirete il bisogno di pregare”. Per questo motivo la Vergine ci invita ad ascoltare e meditare e vivere i suoi messaggi, che sono offerti a noi con affetto materno quale provvidenziale occasione di convertirci e orientarci a Dio con tutto il nostro cuore e ritrovare ogni giorno la strada giusta e retta della nostra salvezza.
2. Il secondo fiore che la Vergine ci presenta è un invito a “ritornare al digiuno e alla confessione, affinché possiate vincere il male in voi e attorno a voi”. Qui si tratta di un legame tra il digiuno, cioè la penitenza, il sacrificio, l’offerta della sofferenza, con la vittoria contro le forze del male. Un accostamento importantissimo. Spesse volte ci lamentiamo per quale ragione si scatenano contro di noi numerose situazioni di sofferenze, di malessere e di afflizione, senza che noi possiamo liberarcene e vivere in pace. La Vergine ci indica una strada maestra: quella del digiuno, cioè dell’impegno di saper cooperare con la potenza divina attraverso la nostra compartecipazione alla passione e morte che Gesù ha sofferto sulla croce. Qui dalla croce scaturisce la potenza vittoriosa contro le insidie del maligno e viene a noi la grazia redentrice che ci dona la salvezza, la liberazione e la guarigione, la salute del corpo e dell’anima. Proprio il sacramento della confessione è il luogo privilegiato della effusione su di noi del sangue preziosissimo di Gesù per la purificazione dai nostri peccati e la riconciliazione con Dio. Solo con questi salutari strumenti noi possiamo superare le avversità e addirittura trasformare il male in bene, per poi crescere nella santità e raggiungere il regno celeste, regno di pace, di amore e di gioia infinita. Cerchiamo di riflettere e poi di praticare questi insegnamenti materni di Maria proprio per vivere una vita più serena e fruttuosa su questa terra quale anticipo e caparra della gloria e beatitudine del paradiso. La Vergine ci vuole tutti con sé nel cielo.
Messaggio a Mirjana del 2 novembre 2016
“Cari figli, venire a voi e manifestarmi a voi è una grande gioia per il mio Cuore materno. È un dono di mio Figlio per voi e per altri che verranno. Come Madre vi invito: amate mio Figlio al di sopra di tutto! Per amarlo con tutto il cuore, dovete conoscerlo. Lo conoscerete con la preghiera. Pregate col cuore e i sentimenti. Pregare vuol dire pensare al suo amore e al suo sacrificio. Pregare significa amare, dare, patire ed offrire. Invito voi, figli miei, ad essere apostoli della preghiera e dell’amore. Figli miei, è tempo di veglia. In questa veglia vi invito alla preghiera, all’amore ed alla fiducia. Mentre mio Figlio guarderà nei vostri cuori, il mio Cuore materno desidera che egli in essi veda fiducia incondizionata e amore. L’amore unito dei miei apostoli vivrà, vincerà e svelerà il male. Figli miei, io sono stata il calice dell’Uomo – Dio, sono stata strumento di Dio. Perciò invito voi, miei apostoli, ad essere calice dell’amore sincero e puro di mio Figlio. Vi invito ad essere uno strumento attraverso il quale tutti coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio, che non hanno mai amato, comprenderanno, lo accetteranno e si salveranno. Vi ringrazio, figli miei!
Commento teologico
La Madonna ci offre un vaso pieno di quattro meravigliosi fiori. Cerchiamo di assaporarne il profumo e il profondo significato che essi contengono uno ad uno:
1.Il primo fiore che possiamo ammirare porta con sé il senso delle apparizioni mariane. Esse corrispondono alla missione materna di Maria che, come sappiamo, le è stata affidata sotto la croce: accogliere e assistere il discepolo di Gesù come suo vero figlio e, in lui, tutti i discepoli di tutti i tempi. Svolgere tale assistenza materna causa nel suo Cuore immacolato una grande gioia: “venire a voi e manifestarmi a voi è una grande gioia per il mio Cuore materno”. Sono parole che commuovono in quanto rivelano l’aspetto fondamentale dell’amore che alberga nell’animo di Maria: stare vicino ai suoi figli amati. Niente di più consolante e toccante. Spetta a noi capire tale tenerissima disponibilità di Maria e, a nostra volta, aprire il cuore per accogliere in pienezza tale amore che guarisce le ferite che portiamo dentro di noi, ferite di dolore e di carenza d’amore, di solitudine e di angoscia. Ella ci assicura di amarci e soccorrerci come suoi figli diletti. Grazie, o Vergine Maria, tu sei una meravigliosa creatura che Dio ha messo al nostro fianco e verso la quale sentiamo tutta la gratitudine filiale che ci spinge a gettarci nelle sue braccia.
Maria precisa che tale missione materna non è data da una sua iniziativa personale, ma scaturisce dal dono di suo Figlio. Quindi il suo amore materno nasce dal Cuore redentore di Cristo che lo ha comunicato al Cuore di sua Madre: “è un dono di mio Figlio per voi e per quelli che verranno”. Si tratta del passaggio della effusione di amore dal Figlio alla Madre e dalla Madre ai figli sia quelli più vicini sia quelli lontani. Tale effluvio di amore avvolge tutte e singolarmente le creature umane. Quale mirabile sorgente di acqua zampillante di vita e di dolcezza infinite. Dovremmo a questo punto sostare un attimo per assaporarne la vitalità e la consolazione in modo da esserne ricolmati e travolti così da diventare anche noi piccole fontane che fanno rimbalzare l’amore sulle strade inaridite del mondo verso le persone che ne hanno tanto bisogno.
2. Il secondo fiore contiene la bellezza e la bontà fatta carne, cioè Gesù Cristo. Maria ci conduce a Lui quale origine, centro, fondamento, sostegno della nostra vita cristiana e della nostra salvezza: “come Madre vi invito: amate mio Figlio al di sopra di tutto!”. La Vergine presenta ripetutamente tale verità, che è il cuore della fede e di cui non dobbiamo mai venir meno con il rischio di perdere l’essenza vitale del cristianesimo. Gesù costituisce il vero unico e perfetto Salvatore di tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi che si aprono nella fede alla sua grazia. Lui solo porta con sé la vita indistruttibile, l’amore incondizionato, la liberazione da ogni schiavitù, la sanazione dei malanni fisici, psichici e spirituali. Di questo dobbiamo convincerci e farne l’idea portante del nostro edificio personale. Per arrivare a questo traguardo la Vergine suggerisce tre modalità: amare Cristo – conoscerlo – pregarlo. Ella dice: “amate mio Figlio al di sopra di tutto!”. Ciò significa che l’amore per Gesù deve avere il primo posto nel nostro cuore e nella nostra mente. Deve essere il motore che muove e guida i nostri sentimenti, la nostra volontà e le nostre azioni, in modo che tutto si compia per Lui, in Lui e con Lui. Nulla deve sfuggire al suo influsso benefico, come fosse veramente il nostro tesoro, la persona di cui siamo innamorati e alla quale vogliamo mostrare tutto il nostro affetto e la nostra adesione. Tale amore per Cristo non si può ottenere se non lo conosciamo, cioè non abbiamo di Lui una piena e concreta visione, una intimità di amicizia per scoprire le sue qualità e i suoi pregi, la sua sensibilità e generosità, la sua anima tutta la sua persona come viene presentata dai vangeli. Chi ama un amico cerca di conoscerlo in tutti i suoi aspetti e apprezzarne le virtù, per ottenere una sintonia totale con lui ed essere costantemente in comunione con lui. Gesù va conosciuto come l’amico sincero, il Signore e Salvatore, il nostro migliore confidente, colui ci comprende e ci accetta, ci perdona e ci rafforza nel bene, stabilendo con ciascuno di noi uno stretto rapporto di empatia. Dall’amore dunque si passa alla conoscenza: “per amarlo con tutto il cuore, dovete conoscerlo”. Ma quale la via maestra per entrare in tale rapporto personale di amicizia con Gesù? Essa è indicata nella preghiera, come dichiara Maria: “Lo conoscerete con la preghiera. Pregate col cuore e i sentimenti, Pregare vuol dire pensare al suo amore e al suo sacrificio”. Con queste parole si spalanca un meraviglioso orizzonte in quanto la preghiera diventa la finestra attraverso la quale si vede, si ammira, si contempla la figura bellissima e dolcissima del Salvatore nell’ampiezza della sua personalità. Basta che fermiamo lo sguardo sulla sua passione e morte, quale espressione suprema del suo amore per noi. Il suo sacrificio sulla croce è la fonte di una luce che si diffonde su tutto l’universo e per mezzo della quale appaiono chiare le sue sofferenze e le sue umiliazioni, vissute unicamente per obbedienza al Padre e per redimere l’umanità dal peccato e dalla morte. Quale stupore! Si nota il legame tra l’amore – la conoscenza – la preghiera come tre momenti di un unico incontro di comunione tra ciascuno di noi e il nostro amabilissimo Redentore. Una volta percorsi questi tre sentieri noi siamo coinvolti per vivere in stretta unione con Gesù: “pregare significa amare, dare, patire ed offrire”, cioè compiere ogni nostra azione nella consapevolezza gioiosa di camminare con Lui e diventare suoi testimoni nel mondo: “invito voi, figli miei, ad essere apostoli della preghiera e dell’amore”. Si giunge così ad una esistenza totalmente avvolta in Cristo e pertanto pienamente e fruttuosamente cristiana.
3. Un terzo fiore che si scopre è quello di comprendere che il nostro tempo è un tempo di attesa vigilante e di preparazione al grande incontro con Cristo quando verrà nella sua gloria per giudicare i vivi e i morti: “figli miei, è tempo di veglia. In questa veglia vi invito alla preghiera, all’amore e alla fiducia”. La Vergine intende spronarci per non essere sonnolenti e imbambolati dalle cose terrene, ma alzare lo sguardo per attendere la venuta di Gesù, che si effettua ogni giorno nella concretezza della nostra vita, ma avrà luogo in maniera definitiva e palese sia con la nostra morte personale sia alla fine dei tempi pubblicamente. In questi momenti ultimi avverrà il giudizio, cioè lo sguardo di Gesù nel nostro intimo per verificare l’autenticità dell’amore e della fede con ci si è vissuti: “mentre mio Figlio guarderà nei vostri cuori, il mio Cuore materno desidera che Egli in essi veda fiducia incondizionata e amore”. La Madonna si preoccupa giustamente per la salvezza dei suoi figli, affinché giungano sani e salvi al porto della eternità in forza della loro fiducia indiscussa e del loro amore sincero. In effetti qui sta la sostanza di tutta la nostra esistenza terrena: essere fedeli in ogni momento al Signore Gesù fino all’ultimo respiro, per essere accolti nel suo regno di pace e giustizia. Tutto il resto perde di valore, se non viene ricolmato del suo amore e della sua grazia. A noi il compito di essere vigilanti e oranti per praticare ogni giorno la sua santa volontà e non assecondare i nostri capricci.
4. Il quarto fiore è il più bello e splendente. La Vergine dice che “l’amore unito dei miei apostoli vivrà, vincerà e svelerà il male”. Ella annuncia la vittoria finale contro ogni malvagità, se tutti noi, suoi figli zelanti, restiamo uniti nell’amore e nella verità di Cristo. L’amore vero vince ogni male. Esso possiede una potenza infinita, perché, come si è visto, scaturisce dal Cuore onnipotente di Gesù e si riversa su di noi che, a nostra volta, lo diffondiamo nel mondo. Questa certezza deve darci serenità, conforto e coraggio per perseverare e testimoniare la croce vittoriosa di Cristo. A questo punto la Vergine dona una stupenda simbologia, dicendo: “figli miei, io sono stata il calice dell’Uomo-Dio, sono stata strumento di Dio”. Una rivelazione della sua missione accanto al Figlio con l’immagine del calice, il quale contiene il sangue di Gesù, di cui Ella è la portatrice in quanto lo ha partorito e lo ha accompagnato fedelmente fino al Calvario, divenendo strumento umano per mezzo del quale il Figlio Uomo e Dio si è offerto in redenzione dell’umanità. Si intravede il compito materno di Maria quale cooperatrice del Redentore. Ma la cosa ancora più sorprendente sta nel fatto che Ella coinvolge tutti i suoi figli ad essere come lei il calice, cioè portatori dell’amore di Cristo agli uomini: “invito voi, miei apostoli, ad essere calice dell’amore sincero e puro di mio Figlio. Vi invito ad essere uno strumento attraverso il quale tutti coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio, comprenderanno, lo accetteranno e si salveranno”. Quali compiti e quale responsabilità per tutti noi cristiani, suoi figli testimoni e apostoli per la redenzione delle creature umane ancora immerse nel peccato e nella disperazione, nella tenebrosità del male.
O Madre santa, il mio cuore desidera ardentemente di essere coinvolto e travolto in questo salutare processo di redenzione e di grazia per tanti miei fratelli amareggiati e sfiduciati. Ma per eseguire tale progetto di donazione generosa è necessario che io per primo sia pronto, vigile e ricolmo dell’amore grande di Gesù tuo Figlio. Se non lo accolgo in me, se non lo conosco e non lo vivo io stesso, come posso trasfonderlo e comunicarlo agli altri? Occorre anzitutto che io sia innamorato di tuo Figlio e docile sotto la tua materna guida. Madre mia, ti chiedo supplichevole di aiutare l’animo mio, la mia mente, la mia volontà a lasciarmi avvolgere e ricolmare da questo Amore che scaturisce dal Crocifisso per riempire il calice del mio cuore assieme al tuo. Così anche io potrò cooperare alla salvezza di tante creature umane, per far gioire il tuo Cuore materno e dimostrarti così che ti voglio bene. Sostienimi nel portare la mia croce che in tua compagnia si fa più dolce e soave. Grazie, o Madre buona.
Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.