Omelia della santa Messa italiana – Medjugorje, 10 marzo 2020
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Parola del Signore.
La lettura tratta dal profeta Isaia è per noi un invito molto chiaro da parte di Dio alla conversione del popolo. E’ un invito ad accogliere la grazia della conversione, perchè la conversione è sempre un dono. Questo dono và accolto.
La Madonna ci ricorda a Medjugorje che questo dono lo accogliamo attraverso il dono della Confessione. Attraverso la nostra libera decisione. E’ la grazia che sostiene la nostra volontà. per deciderci per la santità che è sempre opera di Dio. Si tratta della collaborazione della libertà umana e la grazia di Dio che opera attraverso la nostra libertà e per mezzo della nostra volontà.
Abbiamo ascoltato come il Signore invita il popolo: “Cessate di fare il male. Imparate a fare il bene”.
E’ importante lasciarci sempre illuminare dalla Parola di Dio, così come ci ricorda la Madonna. Leggiamo ogni giorno e meditiamo la Parola di Dio, perchè è Essa che illumina i nostri passi. Essa ci aiuta a deciderci per Dio e a scegliere le vie che ci conducono alla vita, la via del ritorno.
Sapeete che la parola “Quaresima” in ebraico significa proprio “ritorno”. Ritornare a Dio con il cuore e la mente in un atteggiamento che nasce dall’amore profondo e dalla fede in Dio che guida la nostra storia attraverso la Sua Provvidenza.
“Cercate la giustizia. Soccorrete l’oppresso. Rendete giustizia all’orfano. Difendete la causa della vedova”.
La giustizia che non è soltanto quella secondo il diritto romano che diceva che bisogna “dare a ciascuno ciò che gli spetta di diritto”, perchè nella Bibbia la parola “giustizia” significa qualcosa di più. Significa una rettitudine morale, conformarsi alla Volontà di Dio. Essere amici di Dio.
In questo senso viene utilizzata la parola “giusto”, per esempio nei confronti di Giuseppe., sposo di Maria. Oggi iniziamo la novena di preparazione per la solennità del grande san Giuseppe, patrono della chiesa. Egli viene definito, appunto, nei Vangeli “uomo giusto”.
Il popolo ebraico definisce “giusto fra le nazioni” coloro che, anche a costo della propria vita, hanno salvato molti ebrei dalla spietata persecuzione nazista.
Ci viene in mente anche la giustificazione di cui ci parla spesso Paolo nelle lettere, in modo particolare nelle lettere ai Romani, dove ci ricorda che è Cristo che ci rende giusti attraverso il Suo Sacrificio.
E’ Dio che prende l’iniziativa: manda Suo Figlio nel tempo. Il Figlio si incarna nel Grembo di Maria Santissima. Si è fatto uomo. Ha accettato volontariamente la Passione, è morto ed è risorto per la nostra salvezza. Per liberarci dal peccato, dal demonio.
Gesù ha preso su di Sè i nostri peccati e ci ha giustificati In Lui veniamo resi giusti, veniamo lavati e purificati attraverso il Battesimo e rinnovati attraverso il Sacramento della confessione e dell’Eucaristia.
Qui a Medjugorje la Madonna ha voluto proprio mettere al centro la santa Messa e il Sacramento della Confessione, la penitenza, meditando la Passione di Gesù. Pensiamo al monte Krizevac, il monte della croce.
Tante volte la Madonna ci ha invitato a pregare davanti alla croce, perchè da lì derivano grandi grazie. Contemplando la croce e meditando la Passione di Gesù noi, entrando in questo mistero di redenzione e di salvezza, veniamo liberati da tutto ciò che ci opprime, che ci schiavizza, che ci toglie la gioia e la libertà dei figli di Dio.
Gesù oggi nel Vangelo invita a praticare la giustizia, a compiere le opere, ma invita anche ad avere un atteggiamento di verità e non di ipocrisia. Queste opere non nascano solamente per essere visti e per alimentare il nostro io, il nostro orgoglio, il nostro amor proprio, la nostra superbia.
Questo tempo di Quaresima è un tempo di grazia, perchè realmente possiamo ancora di più riconoscerci bisognosi del Perdono e della Misericordia di Dio. Questo Perdono crea in noi un cuore nuovo.
Questo Perdono di Dio è per noi salvezza. Questo Perdono di Dio accolto, accolto nella fede, ci rende uomini nuovi. Attraverso questo Perdono noi conosciamo meglio il Cuore di Dio e facciamo esperienza della Sua Misericordia.
Dall’incontro con Dio che è Misericordia rivelato in Gesù Cristo, nasce per noi una vita nuova. Facciamo l’esperienza della bontà di Dio, della Sua pazienza, della Sua generosità, del Suo Amore.
Conosciamo Dio e i Suoi attributi per poter arrivare a dire come san Giovanni: “Dio è Amore”.
Da questo incontro deve nascere un uomo nuovo. Da questo incontro deve nascere un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Da questo incontro deve nascere un cuore aperto al mondo, ai piccoli, ai bisognosi, agli ultimi, agli emarginati, perchè Dio ha scelto loro.
Dio ha fatto un’opzione. Ha scelto gli ultimi. Tra questi ultimi noi incontriamo Maria che è per noi Modello, Maestra e Guida nella vita spirituale, perchè ci conduce all’incontro con Suo Figlio, il Signore Gesù, il Signore della vita, la Misericordia del Padre.
Sia lodato Gesù Cristo.
fra Francesco Rizzi
Fonte: (Trascrizione a cura di A. Bianco)