Omelia della santa Messa – Medjugorje, 6 marzo 2020
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Parola del Signore.
Fratelli e sorelle, oggi abbiamo sentito un invito ad una nuova giustizia o meglio: ad una giustizia diversa.
Gesù ha toccato in profondo il comportamento morale della gente.
Tutti i paesi da sempre emanavano leggi per regolare la vita dei cittadini, proteggere i deboli ed assicurare la giustizia.
Sentiamo continuamente i politici parlare di diritto, di leggi giuste, in modo da garantire uguaglianza e una società giusta. Ma l’esperienza ci dice che si tratta di una cosa difficile da realizzare. Non c’è legge che l’uomo non sia disposto a trasgredire. Spesso si comportano così anche coloro che hanno promosso quelle leggi.
Per un ebreo ai tempi di Gesù era fondamentale seguire le leggi date a Mosè. Era importante anche da un punto di vista sociale.
Il Siracide insegna che seguire i Comandamenti dati a Mosè è solamente una questione di volontà.
Il popolo ebreo era convinto che nei Comandamenti ci fossero chiare indicazioni che portano alla vita. Non rispettarli portava alla morte.
Gesù ha un’opinione diversa. Egli dice: “Non pensate che Io sia venuto a cancellare la legge o i profeti. Non sono venuto ad abolire, ma ad adempiere”.
L’evangelista ci dice che i farisei, coloro che proteggevano la legge di Mosè, avevano minacciato di morte Gesù, perchè guariva nel giorno di sabato. La legge lo impediva.
Il perdono dei peccati da parte di Gesù i farisei lo ritenevano una bestemmia contro Dio. Lo chiamavano “mangione e beone”, perchè stava in compagnia di pubblicani e peccatori.
Gesù chiede ai Suoi ascoltatori una giustizia più grande di quella praticata dagli scribi e dai farisei.
Cosa dava fastidio a Gesù di questa gente? Gli scribi erano convinti che vivendo la legge avrebbero vissuto la giustizia davanti al Signore e Dio avrebbe dovuto ricompensarli.
Gesù dice: “Se la vostra giustizia non è più grande di quella degli scribi e dei farisei non entrerete nel Regno dei Cieli”. Per essere più chiaro fa anche degli esempi.
La legge di Mosè era chiara e molto severa. Non conosceva il perdono e la grazia. Si fermava solo nel punire opere malvage, senza entrare nel punto in cui il male è nato: il cuore umano.
Gesù non discute con loro sulla legge, ma vuole aprire loro gli occhi su una realtà più profonda.
Vuole far scoprire la Volontà del Padre e bussare al cuore dell’uomo, affinchè l’uomo possa evitare ogni opera malvagia.
Gesù non entra nel merito della severità della legge. Egli vuole sottolineare che prima di commettere l’omicidio esso è stato concepito nel cuore. Questo vale anche per l’adulterio.
Gesù vuole che i Suoi discepoli purifichino il cuore dall’odio e da ogni concupiscenza che portino ad atti malvagi.
Questa è la giustizia più grande richiesta da Lui.
Gesù ha ridotto tutto a due Comandamenti d’Amore. Questo vuol dire che davanti al Signore vale solamente ciò che è stato compiuto per Amore e non per paura della legge e dei castighi.
Tanti cristiani, andando alla Confessione, si chiedono se hanno offeso il Signore. Se non sono consapevoli di aver trasgredito i Comandamenti pensano di aver fatto tutto quello che il Signore si aspetta da loro. Perciò tanti iniziano la Confessione così: “Non ho ucciso nessuno. Non ho rubato. Non ho ingannato. Non so cosa confessare”.
Questo potevano dirlo anche i farisei, quelli che Gesù critica per la loro giustizia.
La vera domanda che si dovrebbe porre un cristiano dovrebbe essere: “Quanto sono veramente stato grato al Signore perchè mi ama senza che lo meritassi? Quanto ho cercato di ricambiarLo con vero Amore? Ho amato il prossimo come me stesso? In questo potevo essere più bravo e generoso?”.
Tutto rimane al livello della giustizia ebraica che è lontana dallo Spirito di Gesù.
Uno scrittore ha definito con ironia il cristiano un “devoto senza amore”, “giusto senza vera gioia nel cuore”, “in chiesa angelo, a casa diavolo e morto davanti al Signore”.
Anche se queste espressioni sono pesanti hanno un riscontro nella Parola di Dio quando Gesù chiama i farisei “sepolcri imbiancati”.
Lo scrittore americano Elliot dice che “l’umanità non accetta tanta Verità”. Con questo non voleva negare il desiderio della Verità, ma voleva sottolineare che spesso il nostro sguardo verso la Verità è ingannevole. Tante persone non vogliono la Verità, perchè ha un prezzo alto e chiede tante rinunce all’uomo.
Ci si accontenta di una sola parte della Verità, quella che si può conciliare con le proprie opinioni e che non richiede cambiamenti.
Ogni discepolo di Gesù deve essere esempio di Verità per gli uomini, perchè Gesù è sempre stato veritiero. Non ha mai cercato compromessi e non ha mai nascosto neanche una parte di Verità.
Lo confessano anche i farisei quando dicono: “Maestro, sappiamo che sei giusto e che non guardi in faccia nessuno, ma insegni la Verità secondo la via del Signore”.
Fratelli e sorelle, anche oggi ci sono persone che lottano per la giustizia e la verità, ma nel loro cuore pensano come trasgredire questa legge per ottenere un certo guadagno. Gesù ammonisce che questa non può essere la giustizia che Dio aspetta dall’uomo. Dio chiede la giustizia che nasce nel cuore convertito. Solo un cuore umano convertito può cambiare i rapporti ingiusti tra gli uomini.
Questo sia per noi l’insegnamento che ci guida in questo tempo di Quaresima.
Amen.
Fra Ivan Dugandzic
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)