Testimonianza di Colyn Wilard – Festival dei giovani a Medjugorje – Agosto 2019
Adesso sentiremo una testimonianza. Lei è venuta dagli Stati Uniti a Medjugorje nel 2003 contro il parere dei suoi medici.
Era molto malata e adesso ci racconterà come è guarita, come è salita sul Krizevac, come è tornata a casa sana.
Anche oggi mi pare sana. Ecco Colyn Wilard dagli Stati Uniti.
Lodiamo il Signore!
Ripetiamolo: lodiamo il Signore!
Oggi sono viva per testimoniare la Buona Novella che ci hanno donato Gesù e la Madonna. Siete venuti qui per sentire questa testimonianza, perchè il nostro Dio vi manderà a testimoniare ciò che ha fatto nella vostra vita.
La testimonianza che state per sentire è stata tradotta in 92 lingue nel mondo ed è stata ascoltata da 375 milioni di persone. E oggi Dio ha scelto voi per ascoltarla. Egli desidera avvicinare le vostre anime e attirarle alla santa Eucaristia e alla Presenza di Sua Madre.
Per conoscere meglio la mia famiglia, mio marito e i miei tre figli vi racconto un pò della nostra vita.
Come vi ha detto il sacerdote il 3 settembre 2003 è avvenuta la mia guarigione.
Prima di quel momento ero una madre che lavorava a scuola con i bambini disabili. Io e mio marito John, con cui sono sposata da 44 anni, eravamo convinti di vivere una vita cattolica, perchè frequentavamo la chiesa la domenica.
Un giorno non ho più potuto alzarmi dal letto, perchè provavo un dolore fortissimo. Mio marito ha contattato il medico e questo gli ha detto di portarmi velocemente all’ospedale. Qui hanno scoperto che soffrivo di ernia al disco e il disco era scoppiato. Quindi dovevo fare un intervento alla schiena. Dopo 6 settimane di terapia la mia vita sarebbe tornata alla normalità. Nel frattempo avrei dovuto dormire in un letto speciale a casa mia.
Una mattina mio marito è sceso dalle scale e mi ha trovato nel letto a piangere dal dolore. Non riuscivo a muovere nemmeno un braccio. Ho provato a prendere l’antidolorifico, ma non ci sono riuscita.
Mi hanno riportata in ospedale. Hanno cominciato ad eseguire diversi esami. Dato che il dolore continuava ad aumentare mi hanno dato morfina, ma il dolore non passava.
Un giorno il medico è entrato nella mia camera e mi ha parlato dell’esito degli esami. Mi ha detto: “Sapevi di avere il tumore al cervello?” “Come?” In quel momento mi sono sentita colpita come da una pietra.
Io e John abitiamo a Chicago e lì ci sono ospedali buonissimi.
Abbiamo cercato un’altra opinione. Abbiamo preso un appuntamento con un neurologo molto buono. Quando ha visto la cartella mi ha detto: “Mi spiace signora Wilard. Io non la posso operare”.
Mi sono venute le lacrime e ho cominciato a soffocare. Sapevo cosa volessero dire quelle parole. Ho chiesto: “Perchè no?” Mi ha risposto: “Tirare fuori il suo tumore è come tirare fuori la gomma da masticare dal fazzoletto. E’ così radicato nel cervello che non ho mai fatto un’operazione simile”.
Non ci siamo arresi e abbiamo cercato altre opinioni. Abbiamo consultato altri 5 neurologi. Uno di loro ha detto che forse poteva provare ad operarmi, ma sarebbe stata la prima volta anche per lui.
Da quel momento ho tenuto il rosario in mano e mi sono chiesta: “Perchè tutto questo succede proprio a me? Non posso più svolgere il mio ruolo normale di madre e di moglie. I miei figli avranno più la madre che avevano prima?”
Anche se non c’era più speranza John ha preso un’appuntamento presso la clinica più famosa del mondo.
Ho fatto gli esami e dopo una settimana i medici si sono riuniti. Io ero già in carrozzina e non riuscivo a fare più niente da sola. Avevo bisogno di altri per vestirmi e per lavarmi. Il dolore non smetteva mai. Avevo anche problemi al cuore e ai polmoni.
Il neurologo mi ha detto: “Mi dispiace. Non la possiamo operare”. L’ho guardato e gli ho chiesto: “Perchè no?” “Perchè il suo tumore si trova al centro del suo cervello. E’ la parte che gestisce i battiti del suo cuore e che permette ai polmoni di respirare. E’ il motore del suo corpo”.
E’ stata la cosa più terribile che avessi potuto sentire.
Ho chiesto al medico: “Morirò così?” Mi ha risposto: “Ci sono due modi. Il primo che il tumore cresca e fermi i suoi organi. Il secondo è che muoia improvvisamente a causa di un aneuorisma”.
Il viaggio per tornare a casa è stato quello più lungo della mia vita.
Tornata a casa mi hanno sdraiata nel letto. L’unica cosa che ho potuto fare è stata abbandonarmi al Rosario.
Ho detto a mio figlio: “Fammi un favore. Vai in camera e portami il Crocifisso e mettilo al fondo del mio letto”. Desideravo osservare solamente Gesù. Quando lo hanno portato ho guardato Gesù come mai prima nella mia vita e Gli ho detto: “Io so che Tu non ci mandi niente che non possiamo sopportare. Forse non ho fede e confidenza in me stessa, ma ho fede in Te. Tu vedi qualcosa in me che io non riesco a vedere”.
Poi ho chiesto a Christopher: “Per favore, apri la Bibbia e leggimi qualcosa”. “Mamma, da dove inizio?” “Apri a caso la Bibbia e leggi”. Volevo sentire la Voce di Dio nelle Scritture.
Ha aperto sulle lettere di san Paolo. Qui il santo diceva che portare la croce è una gioia.
Ho detto: “Sta scritto nella Sacra Scrittura e in Essa non ci sono bugie. Quindi la gioia deve esserci”.
Tanti di noi si chiedono al momento della Cresima: “In che modo interviene lo Spirito Santo?”
Ascoltate con attenzione ciò che vi dirò.
In quel momento il Signore mi ha riportato alla mente un ricordo passato. Da bambina sono caduta in bicicletta. Mia nnonna ha gridato dalla finestra: “Colyn, offrilo a Gesù!” Io pensavo: “Ma Signore, questo fa male!”
Il Signore mi ha mostrato cosa dovevo fare. Allora ho detto: “Gesù, ti offro queste sofferenze. Lo ripeterei anche 100 volte al giorno”.
All’improvviso ho cominciato a sentire gioia. Vi assicuro che quella gioia non veniva dalle droghe e medicine che assumevo, ma dal profondo.
Non mi chiedevo più “perchè io?”, ma osservavo Gesù e la Sua sofferenza. Pensavo e riflettevo su ciò che Lui ha compiuto per noi. Ho capito che Dio mi ha donato una grande grazia: quella di unire la mia sofferenza a quella di Cristo.
Un giorno ho chiesto a nostro figlio di 19 anni: “Preghi ancora?” Dovete capire che si trattava di ragazzi che vedevano la loro madre soffrire. Lui mi ha chiesto: “Mamma, perchè Dio permette che questo succeda a noi? Succede proprio alla persona che io ritenevo facesse solo il bene”.
Ho capito che in quel momento potevamo solamente pregare. Dovevamo pregare per la Volontà di Dio, affinchè si potesse compiere nella nostra famiglia. Da quel momento il Rosario sta tra le mie mani 24 ore al giorno. Non lo abbandono mai.
I sacerdoti venivano a casa mia a portarmi la santa Comunione.
I medici mi hanno detto che avrei dovuto adeguare la casa. Infatti così è successo, perchè non riuscivo più a mangiare e non potevo muovermi.
Quella sera, al termine della Salve Regina del santo Rosario, ho pensato che avrei dovuto trasformare il mio vestito di nozze negli abiti da Battesimo per i miei nipotini. Nel mio cuore ho sentito nettamente queste parole: “Qual’è il dono più grande che puoi lasciare alla tua famiglia?”
Ci sono i doni materiali, ma sicuramente il più grande è la preghiera. Dio sente le nostre preghiere e la preghiera dura per sempre. Ho detto: “Signore, voglio recitare la preghiera più grande che esista”. Ma siccome pregavo ogni giorno il Rosario nel mio letto pensavo cosa potessi fare ancora.
Ho deciso di andare in pellegrinaggio, perchè le persone che fanno questa esperienza pregano in modo speciale. Ma sapevo anche che il mio corpo non ce l’avrebbe fatta. Questo sarebbe stato il mio ultimo sacrificio.
Non sapevo che il giorno seguente la Madonna avrebbe mandato qualcuno a casa nostra. Si trattava di una persona che organizzava i pellegrinaggi a Medjugorje.
Quando ci ha raccontato del prossimo pellegrinaggio io ho detto con voce debole: “Và bene. Desidero venire”. Mi ha risposto: “Anche se non ci riesci la Madonna è venuta da te. Ti regalo questa medaglia che Lei ha benedetto durante una Sua apparizione”. Mi ha messo al collo la medaglia e subito è cresciuto in me il desiderio di fare il pellegrinaggio.
Quando John è tornato a casa dal lavoro gli ho detto: “John, vuoi accompagnarmi a Medjugorje?” Ha guardato le medicine che prendevo, perchè pensava che avessi assunto la dose doppia.
Il giorno seguente gli ho detto: “John, per favore, desidero andare a Medjugorje”. Mi ha risposto di sì, ma non avevamo i soldi per andarci.
Ho preso il Rosario e ho detto: “Madre Celeste, vedi? Non è solo un desiderio mio, ma anche di John, ma non abbiamo i soldi”. In quell’istante ho sentito le parole che mi dicevano di chiamare una persona che mi avrebbe dato il denaro per andare in pellegrinaggio.
Lodiamo il Signore per il Suo Aiuto.
Quando, però, la compagnia aerea ha saputo che una persona malata sarebbe voluta andare in pellegrinaggio ha detto che avrei dovuto avere l’autorizzazione del medico. Abbiamo stabilito l’appuntamento col dottore e gli abbiamo riferito che eravamo intenzionati ad andare in pellegrinaggio a Medjugorje. Proprio in quel momento mi ha detto che avevo un ulteriore problema al cuore, ma la cosa non mi turbava, perchè ormai avevo la pace. Quando abbiamo riferito le nostre intenzioni ha risposto: “Mi spiace. Non posso firmare questo documento, perchè probabilmente non ritornerà”.
Quella notte non ho dormito. Pensavo che la Madonna ci aveva indicato la strada, ma ora tutte le porte e finestre ci venivano chiuse.
Dopo un altro Rosario mi sono ricordata di un sacerdote a Chicago che ha il dono di sentire la Voce di Gesù.
Ho detto a mio marito: “John, chiama quel sacerdote. Voglio parlare con lui del pellegrinaggio”. Mi ha risposto: “Và bene. Chiamiamolo”. Gli ho risposto: “No. Desidero che sia Gesù Stesso a dirgli che vogliamo fare il pellegrinaggio”.
Il mattino seguente il telefono è squillato. Era quel sacerdote. Ci ha detto: “Sta mattina ho pregato e il Signore mi ha detto di chiamarti e di dirti che è la Volontà di Dio che tu vada in pellegrinaggio. La Volontà di Dio è quella della Madonna. Quando sarai lì riposerai sulle colline”. Io pensavo che il Signore intendesse dire che sarei morta a Medjugorje.
Ho risposto: “Padre, ma i medici non vogliono firmare l’autorizzazione”. Il Signore mi ha dato la soluzione attraverso il sacerdote: “Avete anche un medico polacco. Andate da lui. Lui vi autorizzerà”.
Finalmente John ed io siamo giunti in questo luogo meraviglioso.
Il viaggio è stato difficile per le mie condizioni.
Il primo giorno siamo andati a sentire Vicka. C’erano tantissime persone e, siccome ero in carrozzina, non potevo vederla, ma sentivo solo la sua voce. Parlava di quando la Madonna ha mostrato a lei e a Jakov il Paradiso, il Purgatorio e l’inferno.
Ho detto nel mio cuore alla Madonna: “Se solo potessi vedere Vicka sarebbe come se vedessi Te, perchè Tu l’hai portata in cielo”. Quando descriveva che la Madonna li aveva presi per mano la mia preghiera era diventata ancora più egoista. Volevo toccare la mano di Vicka.
All’improvviso ho sentito le parole: “Momento, momento!” Non capivo cosa stesse succedendo. Le persone si sono allargate e hanno fatto strada a Vicka. Questa è scesa da me e mi ha detto: “Loda il Signore”. Ho risposto: “Non sono venuta per me, ma per tutti coloro che mi hanno chiesto preghiera. Ti prego: prega per le loro intenzioni”. Ha risposto: “Sì”. Poi mi ha fatto il Segno della Croce sulla fronte.
Ha posto la sua mano sulla mia testa. Da quel momento non potevo più sentire i rumori attorno a me, ma sentivo solo la Presenza della Santissima Trinità.
Sarei morta volentieri in quell’istante.
Sentivo un grande calore nella mia testa. Era una cosa che non avevo mai provato prima. Ma quello era secondario, perchè primaria era la Presenza di Dio.
Dopo un’altra guida mi ha presentato una persona e mi ha detto: “Colyn, questo è Jakov”.
La Madonna mi aveva fatto conoscere due veggenti.
Abbiamo partecipato alla santa Messa in inglese. John mi ha accompagnato in fondo alla chiesa.
Il mio cuore batteva per Dio.
Proprio prima che il sacerdote elevasse l’Ostia ho sentito la Voce più bella del mondo dentro di me che mi diceva: “Sei pronta a consegnare tutto il tuo cuore e tutta la tua anima a Mio Figlio?” Io ho risposto: “Sì”. “Consegnerai tutto il tuo cuore e tutta la tua anima al nostro Padre?” “Sì”. “Consegnerai tutto il tuo cuore e la tua anima al Mio Sposo, lo Spirito Santo?” “Sì”.
Allora ho sentito: “Adesso sei Mia figlia”.
Quando ho aperto gli occhi ho visto il sacerdote davanti a me con la santa Ostia e nel momento in cui l’Ostia ha toccato la mia lingua di nuovo non potevo sentire niente attorno a me. Sentivo solo la Presenza di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Mi sono ricordata delle tante volte che ho ricevuto Cristo, ma la Madonna mi ha fatto capire che mi potevo abbandonare ancora di più. Mi sono accorta che il dolore che sentivo 24 ore al giorno era sparito, ma era un fattore secondario rispetto alla Presenza di Dio che sentivo.
Ho detto a mio marito: “John, aiutami ad alzarmi dalla carrozzina”.
Quella sera ho cominciato a mangiare, a camminare da sola.
Lode a Dio!
Il giorno seguente sono salita con tutto il gruppo sulla collina delle apparizioni. Ho ringraziato per tutto, anche per il dono della croce che mi ha avvicinato di più a Gesù. Non avevo le scarpe adatte per salire, ma John aveva due paia di scarpe. Così sono salita sul monte usando le sue scarpe. Arrivata in cima non mi importava chi mi stesse guardando. Mi sono sdraiata per terra e ho ringraziato il Signore per la Sua Presenza e per il Suo dono.
Mentre scendevamo la collina è stata scattata questa foto che mi riprende mentre mi riposo tra le braccia di John. Questa testimonia le parole del sacerdote che mi aveva detto che mi sarei riposata sulle colline di Medjugorje.
Quando siamo scesi siamo andati nell’ufficio parrocchiale. Ci hanno detto di fare ulteriori esami negli Stati Uniti.
Il pneumologo mi ha detto: “Signora Wilard, non è possibile che l’ossigeno sia passato ad un livello così alto dal livello in cui era prima”.
Poi siamo andati alla clinica Meo. I medici non mi hanno neppure riconosciuta. Mi hanno chiesto: “Cosa è successo?”. Ho risposto: “Abbiamo fatto il pellegrinaggio a Medjugorje”. Abbiamo raccontato tutta la storia. Il medico piangeva e io anche.
Ha detto: “vediamo un pò cosa ha fatto il Signore”. Ha chiamato tutti i medici. Avevo paura di cosa potessero pensare. Il medico mi ha detto: “Non avere paura di testimoniare ciò che hai vissuto”.
Osservo il dottore che guardava i documenti. Questo ha detto: “Devo testimoniare un miracolo. Gli ho chiesto se era mai stato a Medjugorje. Mi ha risposto di no. “Ne ho sentito parlare. Il mio migliore amico è il medico personale di papa Giovanni Paolo II”.
La Madonna ha fatto tutto questo.
I risultati degli esami erano molto buoni.
Il neurologo si è alzato, mi ha abbracciata e mi ha detto: “Signora Wilard, lei è il terzo caso di miracolata a Medjugorje”. Non c’erano più le tracce del tumore.
Poi siamo andati da padre Agnello e gli ho chiesto: “Padre, lei sapeva cosa sarebbe successo a Medjugorje?” “Quando il Signore mi aveva parlato mi aveva detto di condividere con te solo alcune Sue Parole, perchè tu hai la liberta di ascoltare o meno”.
Tante volte la Madonna manda i sacerdoti sulla nostra via e noi non li ascoltiamo.
Padre Agnello mi ha detto: “La tua guarigione non è solo per te, ma per la tua famiglia, per la tua comunità e per tutto il mondo”. Ha chiesto tre volte al Signore perchè abbia scelto Medjugorje per la sua guarigione e alla terza volta ha sentito: “Ho scelto Medjugorje per la guarigione di Colyn, perchè desidero che la Presenza di Mia Madre sia riconosciuta nel mondo. E’ la Mia Presenza nell’Eucaristia che guarisce”.
Dimentichiamo spesso che Gesù nel Tabernacolo è il Medico più grande.
Ora vi chiedo una cosa, perchè molto presto avrete l’occasione di ricevere Cristo, lo Stesso Cristo che ha guarito me. La Madonna mi ha fatto tre domande: Se voglio consegnare tutto il mio cuore e tutta la mia anima a Suo Figlio, al nostro Padre e allo Spirito santo.
Quindi io e John vi chiediamo: “Abbandonerai tutto il tuo cuore e tutta la tua anima a Mio Figlio?”
“Sì!”
“Abbandonerai tutto il tuo cuore e tutta la tua anima al nostro Padre?”
“Sì!”
“Abbandonerai tutto il tuo cuore e tutta la tua anima al Mio Sposo, lo Spirito Santo?”
“Sì!”
“Ora sei il Mio figlio, la Mia figlia”.
Tutto il mondo è qui presente tramite voi con tutte le bandiere che rappresentano i vostri paesi.
Per favore, pronunciate queste parole assieme a me e a John. Se potete alzatevi.
Ripetete le parole che Vicka ha rivolto a me: “Rendiamo grazie a Dio!” Ripetetelo tre volte. Ognuno nella propria lingua.
Vi ringrazio.
Che Dio vi benedica.
Fonte: Canale YouTube di “Medjugorje tutti i giorni”
(Trascrizione a cura di A. Bianco)