Preghiere serali e varie

30° Mladifest – Testimonianza di un giovane sacerdote slovacco

Medjugorje, 5 agosto 2019 – Testimonianza di un giovane sacerdote slovacco

Cari giovani,
iniziamo con una preghiera.
Ave Maria…
Maria, Regina della Pace…

Cari giovani, vi saluto tutti cordialmente come anche tutti quelli che sono giovani nello spirito. 
Mi chiamo Branko. Ho 39 anni e sono sacerdote da 3. Sono stato ordinato sacerdote in Slovacchia nell’anno della Misericordia nella diocesi di Koshice, dove svolgo il mio servizio. 

Sono cresciuto in una famiglia sana e cattolica in cui i miei genitori mi hanno dato tutto il necessario non solo per la mia educazione, ma anche per la vita da fedele. Più gli anni passano e più capisco quanto Dio mi ha donato e mi ha benedetto tramite loro. Come uomini retti, coraggiosi e intelligenti erano per me l’esempio della semplicità e della bellezza della vita. 
Abbiamo frequentato regolarmente la Confessione, la santa Messa, fatto pellegrinaggi e abbiamo pregato prima di ogni pasto. Sopratutto mia nonna Elena era una donna di fede. Pregava tantissimo e trattava con grande rispetto i sacerdoti. Il suo desiderio era che almeno uno dei suoi figli diventasse sacerdote. 
Con la grazia di Dio e sicuramente per le sue preghiere e i suoi digiuni lo sono diventato io, suo nipote. 

Cari giovani, siate grati per i vostri genitori. Attraverso loro è lo Stesso Dio che vi guida e Si occupa di voi. Rispettateli. Consigliatevi con loro. Pregate per loro. 

Nella mia infanzia non ho mai immaginato che sarei diventato sacerdote nè ho mai giocato fingendo di esserlo. Non ho mai servito delle Messe come hanno fatto alcuni dei miei fratelli. Il mio mondo era il calcio, sport a cui mi spingeva mio padre. 
Quando mi sono innamorato la prima volta ho abbandonato lo sport. Dopo tre anni di fidanzamento una sera ho vissuto un vero shock. Il mio amore mi ha chiuso la porta davanti al naso. E’ stata la nostra fine. 
Non capivo. Ho pianto tutta la notte e ho pregato davanti all’immagine della Divina Misericordia che io e mio fratello avevamo davanti al letto. Questa cosa mi ha cambiato la vita.
Il giorno seguente ho sperimentato la grazia del perdono nella Confessione e ho scoperto la grandezza dell’Amore di Dio. 

Dopo la conversione pian piano crescevo nella fede. Pregavo il Rosario, andavo a Messa ogni giorno. Qualche giorno anche due volte. Leggevo la Bibbia e altri libri spirituali. Frequentavo incontri spirituali. 
Nel 2003 ho letto per la prima volta su una rivista un articolo sul festival dei giovani di Medjugorje. Ho chiesto subito ai genitori di pagarmi il viaggio per Medjugorje al posto di comprarmi un orologio o un altro regalo per la laurea. Ci sono andato con la mia nuova fidanzata con cui sognavo il futuro. 

Appena arrivati ho sperimentato un forte tocco dal cielo che non dimenticherò mai. Mi ha colpito molto l’atmosfera del festival e lo spirito di questo paese. Ogni giorno ho seguito il programma intero e il caldo non mi dava fastidio. Ho ascoltato con attenzione le catechesi e le testimonianze molto spesso con le lacrime agli occhi. Trascorrevo il programma serale in ginocchio. Questo posto davanti all’altare non era asfaltato; era pieno di sassolini. 
Sentivo la forza di Gesù e di Maria ad ogni Messa e Adorazione. Ero molto felice.

Pieno dello spirito di Medjugorje sono tornato a casa e ho cominciato a vivere i 5 sassi della Madonna, il messaggio di cui aveva parlato tanto padre Jozo Zovko. Con perseveranza, giorno dopo giorno. Ogni mercoledì e venerdì digiunavo a pane e acqua. 
Più tardi la guida spirituale in seminario ci ha detto: “E’ facile iniziare. Difficile è perseverare”. 
Ho capito che se voglio essere libero non devo rinunciare al digiuno e al sacrificio. Perciò digiuno anche oggi. Come sacerdote ne ho bisogno ancora di più. 
Più volte ho partecipato al ritiro spirituale di digiuno, preghiera e silenzio che è stato ideato da padre Slavko Barbaric. Non posso immaginare la mia vita sacerdotale senza digiuno. Ho scoperto nel digiuno un’arma potente contro il diavolo e uno strumento straordinario per crescere sulla via spirituale e nell’amore vissuto con sacrificio. 

Nel 2000, dopo la mia conversione, nella mia camera cercavo di imparare a pregare il Rosario. Avevo visto tutte e due le mie nonne tenere quell’arma tra le mani. 
Per la mia prima Messa come sacerdote novello ho scelto questo motto: “Amate la Madonna. Insegnate agli altri ad amarLa. Pregate costantemente il Rosario”.
Dal mio primo pellegrinaggio a Medjugorje è come se il Rosario fosse impresso nelle mie mani. Non lo abbandono mai. Se non lo porto con me non mi sento bene. E’ la mia preghiera preferita dopo la santa Messa e l’Adorazione. E’ così semplice e allo stesso tempo così profonda ed efficace. Ogni giorno questa preghiera mi fa procedere e mi da la forza. Se non lo recito alla mattina mi sento debole. 
Da quando sono venuto alla scuola della Madonna cerco di pregare tre Rosari al giorno. 

Cari amici, il Rosario nella vostra mano è la Mano di Maria. Il Rosario è la preghiera dei santi. E’ la preghiera per il tempo d’oggi e per la salvezza del mondo. E’ la barca in cui entriamo con Maria se accettiamo la chiamata e dedichiamo il tempo alla preghiera. 

Al ritorno dal festival ho saputo della possibilità degli studi all’Accademia internazionale dell’evangelizzazione a Vienna. La gestivano i membri della comunità Emmanuel. L’anno seguente l’ho trascorso lì con il sostegno del cardinale Schoenbrunn, grande amico di Medjugorje. 
Un giorno, dopo la santa Messa, un sacerdote mi ha detto alcune cose che non capivo: “Tu un giorno diventerai un buon sacerdote”. Mi ricordo che quella sera ho meditato quelle parole. Incontravo anche altre persone che mi dicevano che sarei diventato sacerdote. Così il Signore mi ha parlato attraverso gli uomini. 
Dopo un’Adorazione ho preso una decisione. Ho detto alla mia ragazza che avevo bisogno di un periodo di tempo per poter discernere ciò che stava succedendo dentro di me, anche se ero ancora convinto di essere chiamato alla vita matrimoniale. Abbiamo sospeso ogni comunicazione fra di noi per i tre mesi seguenti. Per lei era difficile, ma ha accettato.
Dentro di me stava crescendo qualcosa di nuovo. Qualcosa che non capivo.

Dopo l’Accademia di evangelizzazione sono venuto per la seconda volta al festival dei giovani con la mia ragazza. Questa volta c’era anche la mia mamma. 
Il terzo giorno, dopo il programma serale, ho preso il coraggio e con un sorriso da un orecchio all’altro ho detto alla mia ragazza che Dio ha con me altri progetti e che era meglio lasciarci. Piangevano sia lei che la mia mamma. 
Alla fine del festival ho conosciuto la comunità Luce di maria che da la possibilità ai giovani di trascorrere un pò di tempo qui a Medjugorje per poter discernere la propria vocazione alla Presenza di Maria. 
Alla scuola della Madonna ho scoperto che Dio ci parla attraverso gli uomini. Se non impariamo ad ascoltare gli uomini non impareremo mai ad ascoltare Dio. 
Per me era difficile accettare le parole di tante persone che mi parlavano continuamente del sacerdozio. Avevo paura e mi sentivo indegno. Dicevo a Dio di scegliere qualcuno migliore, ma alla fine il Signore mi ha convinto. Dopo un lungo periodo di rifiuti, durante un’Adorazione qui nel salone giallo, mi sono abbandonato e ho detto: “Sì Signore, desidero essere il tuo sacerdote”. 
Ho vissuto qui quasi tre anni. A volte scherzo e dico che il periodo della mia formazione è stato più lungo di quello dei Gesuiti. Ho camminato per 12 anni per arrivare al sacerdozio. Dio mi ha insegnato la pazienza e la perseveranza. 

Ciò che mi piace di più nel festival dei giovani è il fatto che questo è un incontro di preghiera e così rimarrà. Tutto il programma del festival è indirizzato verso l’incontro con Cristo Vivo e Risorto presente nei Sacramenti. 
Questo luogo fa respirare la preghiera. E’ un dono di Medjugorje. 
Mi ricordo quanto ho pregato qui. Quanto ho camminato sulle colline. Sono salito tante volte sul Podbrdo e sul Krizevac. Maria mi ha portato alla preghiera più importante e più perfetta: la santa Messa. L’unione con Dio Eucaristia. Gesù Vivo nell’Eucaristia non è soltanto il Cuore pulsante della Chiesa, ma anche il Cuore pulsante di Medjugorje. E’ il dono che dobbiamo riscoprire nelle nostre vite. 
Medjugorje mi ha aiutato ad innamorarmi di Gesù nell’Eucaristia e a capire che devo essere un sacerdote dell’Adorazione. Se per un giorno o due non trascorro un pò di tempo col Signore nell’Adorazione mi sento vuoto. Vorrei morire come il beato vescovo americano Fulton Schien che è morto durante l’Adorazione nella sua cappella personale. 

Il capodanno del 2006 l’ho trascorso qui a Medjugorje.
Il 1. gennaio mio fratello mi ha mandato un messaggio in cui mi diceva che mia mamma aveva avuto unictus e che era in ospedale. Dentro di me sentivo che lei era già andata dal Signore. Il giorno prima era stata alla santa Messa e si era confessata. E’ morta tenendo in mano il Rosario che le avevo portato da Medjugorje. 
Sono andato sul Podbrdo all’apparizione della Madonna con la veggente Maria Pavlovic. Salendo ho chiesto a Dio perchè mi avesse preso la mia migliore amica, la persona di fiducia, colei che significava così tanto per me. Quella sera pioveva e faceva freddo. Io ero inginocchiato nel fango tra i sassi. Non dimenticherò mai il messaggio che la veggente ci ha trasmesso dopo l’apparizione: “Cari figli, non dimenticate che Io sono la vostra unica Madre e vi amo con un Amore tenero”. 
Il cielo ha dato la risposta alle mie domande. Gesù, come a Giovanni sotto la croce, mi ha donato Sua Madre Maria, perchè non sia più legato alla mia mamma terrena, ma soltanto a Lei. Senza di Lei come sacerdote mi perderei. Ho vissuto intensamente la Sua Presenza e il Suo aiuto. 

Un anno dopo la mia ordinazione diaconale mio padre è morto in un incidente. Prima della sua morte ci eravamo allontanati, perchè non riuscivo ad accettare i suoi difetti. Non lo capivo. Per me era difficile perdonarlo ed accettarlo così com’era. Sapevo che avrei dovuto abbracciarlo per fargli sentire il mio affetto e la mia gratitudine, ma rimandavo questo gesto di giorno in giorno. 
La sera prima della sua morte stava riposando nel soggiorno. Sentivo che era arrivato il momento giusto per il nostro dialogo, ma non ho avuto il coraggio e ho rimandato ancora una volta. Sono andato nella mia camera, ho pregato il Rosario e mi sono addormentato. Il giorno seguente la polizia ha fatto sapere a me e a mio fratello che il papà era morto. 
Questa esperienza dolorosa mi ha insegnato la misericordia. 
I miei genitori non sono stati testimoni del grande avvenimento della mia ordinazione sacerdotale, ma sento la loro presenza e la loro intercessione. 

Medjugorje è il mio paese spirituale. Sono convinto che la Presenza di Maria e i Suoi Messaggi sono le risposte a tutte le mie domande e ai miei problemi. 
Qui Maria tocca il mio cuore. Mi aspetta. E’ vicina e cammina assieme a me. 
Come sacerdote amo prendere la stola e sedere nel confessionale. Quante rinascite posso vedere nella gratitudine e nell’umiltà qui nel “Confessionale del mondo”. 
Nonostante senta la mia debolezza come sacerdote voglio diventare il ponte tra Dio e l’uomo. Desidero portare la luce di Maria dove il Signore mi manda. 

Un sacerdote anziano diceva: “Io sono un felice sacerdote di Cristo”. Grazie a Dio anc’io posso dire la stessa cosa. Sono felice di essere un sacerdote di Cristo e di Maria. Rendo grazie al Signore per il Suo dono immenso. 

Cari giovani, desidero chiedervi un’altra cosa. Durante questi 16 anni che vengo qui non ho mai perso l’occasione per visitare la tomba di un grande uomo francescano a cui dobbiamo essere grati per questo festival dei giovani: padre Slavko Barbaric. Facciamo un applauso per lui che giunga al cielo. 
In conclusione desidero benedirvi.
La Madonna parla spesso della benedizione sacerdotale. Dice: “Quando vi benedice il sacerdote vi benedice Mio Figlio. Le mani del sacerdote sono le Mani di Mio Figlio Gesù”. Il santo Papa PaoloVI ha detto: “Se un sacerdote benedicesse solamente avrebbe già compiuto il suo compito sulla terra”. 
Ringrazio Dio, la Madonna e tutti voi. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno pregato per me, specialmente tutti i membri della mia comunità.

Gloria al Padre…

Il Signore sia con voi. 
Per intercessione della Regina della Pace vi benedica Dio Onnipotente
Padre, Figlio e Spirito Santo. 
Rimaniamo nella pace e nella gioia.

Vi ringrazio.

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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